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Autore: MichaelJimRaven    11/02/2012    2 recensioni
Uno strano personaggio, passeggia per la sua cittò rivivendone i ricordi.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La pioggia aveva appena cessato di cadere, ritmando i secondi di un noioso lunedì pomeriggio. I vetri rigati dalle gocce , sembravano aver appena pianto l'abbandono del loro amico sole.
Amico schietto e diretto che metteva in mostra tutti i loro difetti di pulizia...ma pur sempre amico.
Il "Boccale ",vecchio pub di Dublino, aveva appena aperto i battenti. Poco più di una mezzora.
Io ero già alla terza pinta di Guinness.
Odiavo il lunedì con tutto il mio essere. Fortunatamente avevo finito di lavorare per quel giorno, e mi potevo permettere una buona dose di relax. Lasciai sul banco del bar , i soliti nove euro e sessanta, e rientrai nel mio cappotto con il sorriso sicuro di chi ha appena varcato la soglia di casa.
Ognuno di noi ha un capo di abbigliamento che reputa al top. Per me, era il cappotto.
Uscii dalla porta del "Boccale" e venni immerso senza troppe gentilezze , nella caotica folla di Lower Gardner Street: una delle vie più trafficate di Dublino.
Erano solamente le cinque del pomeriggio, ma sembrava molto piu' tardi.Al solito non avevo ombrelli con me.
Mai sopportato quei "cosi" tipicamente inglesi. L'Inghilterra era già fin troppo presente nella MIA Irlanda. Dovevo per lo meno provare a resistere ed ergermi come ultimo  baluardo contro  l' odiato Kingdom.
Arrivai all'angolo della via, e imboccai senza troppa fretta O'Connell Street. Avevo voglia di un bel bagno di gente. Quale posto migliore di Temple Bar e Grafton Street? ..Il vecchio Liffey scorreva placido sotto il Trinity's Bridge,mentre mi lasciavo alle spalle il buon O'Connell, immortalato come un condottiero, sulla vecchia statua monumentale che era posta all'ingresso della "sua" strada.
Davanti a me lo splendore della vecchia Dublino, lasciava spazio alle luci al neon e a lle insegne ultramoderne della cosiddetta "zona turistica". Tirai quasi meccanicamente su' , il bavero del mio cappotto. Come se dovesse ripararmi dall'avvento di tutta quella "europeizzaizone coatta".
In effetti, era quanto speravo. Amavo troppo la mia città per vederla cadere in mano alla lobby del turismo forzato. Già Temple Bar aveva cambiato faccia. Ci Sarebbe mancato solamente che decidessero di mettere qualche altra brutale toppa Kitsch, al fin troppo logoro abito di Anna Liffey. No, non lo avrei sopportato.
Raggiunsi senza problemi la larga curva di Nassau Street, che si apriva sul glorioso ingresso del Trinity College. La sua imponente mole mi faceva sentire protetto come da un padre , orgoglioso del proprio figlio.
La folla scemava verso Grafton Street..ma io decisi di non seguirla. Il richiamo della tranquillità mi aveva ora pervaso, assieme al profumo inebriante della tostatura del malto che proveniva dalla Guinness Store House.
Solo i Dublinesi stessi, o chi avesse avuto il privilegio di visitare Dublino poteva capire di cosa io stessi parlando.
E solo chi, come me,  era un amante della "scura d'Irlanda" poteva godere appieno di quell'inebriante momento. Mi investì il naso con una zaffata improvvisa che quasi mi fece vacillare per il piacere. Era come ricevere un bacio dalle rosse labbra di una donna mora, volitiva e passionale.
Sorrisi
Poco dietro me, un gruppo di ragazzotti stava decidendo in quale dei tanti locali della "East Dublin" passare la serata.
Non io.
Io avevo il mio. E non era nell'East. Era davanti alla Custom House. Il bar dell Isaac Hotel, era la mia meta preferita nelle lunghe serate invernali. Tv, caminetto, birra , whisky..e la compagnia della barista e delle avventrici dell hotel. Era il mio regno.
Spesso capitava di essere li' in serate particolari.. come un ultimo dell'anno,appena trascorso.
Quella che sembrava una coppia, era seduta al bancone.
Proprio dove la panca si trasformava nel ligneo appoggio dei bicchieri.
Gesu'! Si saranno scolati 8 bicchieri di puro Thullamore. Oh si! Beati loro! E sicuramente avrebbero concluso degnamente quella serata, facendo tremare i muri del vecchio Isaac!!
I giovanotti dietro me,invece, avevano deciso per il Busker's.
Poveri pivelletti.
Anche loro vittime delle promesse di quei locali mal gestiti, ammaliati dalla possibilità di trovarvi una buona birra e, magari, una donna facile.
Senza rendermene conto, avevo lasciato Nassau Street per la Custom Way.
Davanti a me, il campanile della Cattedrale di San Patrick stava battendo le sei. Lo oltrepassai senza degnarlo di uno sguardo. Avevo bene in mente il mio tragitto.
Il Phoenix Park mi stava aspettando come quasi tutte le sere. Avevo appena oltrepassato il quaetiere Collwan, quando avevo incrociato lo sguardo severo di un poliziotto.
Chissà a chi era in procinto di rompere le palle.
Sicuramente non a me. Io andavo dritto per la mia strada, senza scocciare nessuno.
E nessuno mi aveva visto o notato, come sempre.
Ero oramai arrivato al bianco ponte sulla Gate.Mi voltai per un attimo dietro me, come se mi aspettassi di vedere qualcosa di nuovo.
No. Casa mia era ancora la' , ed era ancora meta di turisti e di gente  convinta di aver capito qualcosa di quello che avevo scritto in vita.
Nessuno di loro , purtroppo, avrebbe potuto capire quel che si prova a vivere Dublino, come ci vivevo io; a conoscere i Dublinesi a cantare le nostre canzoni, se non fosse stato di persona in questa mia terra che amo quasi quanto una moglie e ben più di un amante.
Il Phoenix Park mi aspettava come sempre. La mia panchina era li'. Proprio davanti all'uscita nord. Mi sedevo sempre li'.
E mi ci hanno fatto anche la statua, anche se io ero molto più bello, da giovane.
Beh..Dopo la mia solita passeggiata, era arrivata anche l'ora di completare la mia solita serata. Il mio solito giro. Arrivato in O'Connel Street, svolto nella traversa davanti al General Post Office, e mi fermo a rimirare il vecchio Pub di Old's Auntie, poggiando il mio bastone a terra ed incrociando le gambe, come se fossi Fred Astaire!
La mia solita veglia su questo luogo magico che e' la mia città!
Visitatela..se potete.
Vi restera' nel cuore. Ve lo prometto.
Chi sono io?
Mi chiamo James.
James Joyce.
  
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