La Sala Grande quella mattina sembrava più affollata e rumorosa del solito.

Il profumo delle pietanze preparate dagli Elfi inebriava gli studenti che, ancora leggermente assonnati, si dirigevano a passo svelto verso i tavoli, pronti a gustare favolosi tortini alla menta, succo di zucca ed altre leccornie.

Come sempre un affamatissimo Ron stava divorando la quinta fetta di pane tostato, sotto lo sguardo sconcertato ed allibito di Hermione, che, dopo aver levato gli occhi dal suo manuale di Artimanzia, lo rimproverò con il solito "Ronald, non cambierai mai!"

"Che c’è?" biascicò il ragazzo "Alla mattina sono affamato, e ho bisogno di molte energie per affrontare una dura giornata di studio!"

"Tu sei sempre affamato!" replicò saccente Hermione, poi aggiunse ridacchiando "e non mi sembra che le tue energie siano impiegate nello studio".

Ron stava per ribattere, quando Harry, che sino a quel momento era rimasto in silenzio, si alzò dal tavolo e disse "Io vado, ci vediamo in aula di Trasfigurazione!".

Si mise la borsa con i libri sulla spalla, e dopo aver salutato nuovamente i suoi due amici, si diresse verso il corridoio che portava verso l’aula della professoressa McGranitt.

Quella mattina era molto stanco. La sera precedente si era soffermato a riflettere su Voldemort, sugli Horcrux e sui segreti che gli aveva rivelato Silente.
Finalmente il Preside sembrava fidarsi veramente di lui; dopo tanti anni, pian piano stava ricevendo risposte alle sue innumerevoli domande, anche se sentiva che il grande mago in realtà non gli aveva svelato ogni mistero.

Spesso pensava al suo futuro, alla difficile lotta che avrebbe dovuto intraprendere per poter vivere una vita libera dal peso che lo opprimeva. Per poter vivere una vita normale...

…Normale…

"Tu sei un mago, Harry"

Il giovane Potter sorrise. Quanti ricordi felici legati a quella frase.

Il giorno del suo undicesimo compleanno Hagrid l’aveva reso il bambino più felice del mondo, ed Harry avrebbe combattuto con tutte le sue forze per difendere quella felicità che per tanto tempo gli era stata negata.

Né Voldemort né nessun altro l’avrebbero fermato.
Non sapeva cosa gli riservasse il destino per il futuro, ma di una cosa era certo: sapeva per chi doveva lottare.

Ancora immerso nei suoi pensieri sospirò, appoggiandosi al corrimano della scalinata.
L’idea di dover trascorrere un’ora tentando di compiere difficili incantesimi di trasfigurazione non lo allettava per niente.
Improvvisamente le scale si mossero, ed il ragazzo, dopo un attimo di smarrimento si ritrovò nel corridoio che portava verso l’aula d’incantesimi.

"Alle scale piace cambiare"

Sbuffò leggermente infastidito. Certo, non aveva voglia di seguire la lezione, ma se fosse arrivato in ritardo…beh, la professoressa McGranitt, così rigorosa e dal cipiglio severo, sarebbe diventata sicuramente più pericolosa di Voldemort e dei suoi Mangiamorte.

Cominciò a dirigersi verso la sua aula, e passò di fianco ad un gruppo di ragazze che chiacchieravano allegramente.
Una di loro al suo passaggio sorrise, congedò le amiche con un saluto e si mise a correre per raggiungerlo.

"Ehi, non credevo di essere diventata improvvisamente invisibile!", disse la giovane, che nel frattempo lo aveva afferrato per un braccio.

Harry si voltò, e subito un sorriso gli illuminò il volto.
La ragazza di fronte a lui aveva lunghi capelli rossi, penetranti occhi marroni ed uno sguardo sicuro.
Ginny.

"Non ti avevo vista, perdonami, ero assorto nei miei pensieri…" si scusò, "inoltre sono in ritardo per la lezione di Trasfigurazione, la McGranitt mi ucciderà" aggiunse ridacchiando.

Ginny lo osservò con aria critica per qualche istante, sentiva che qualcosa lo turbava; aveva passato anni ad osservarlo, ad amarlo in silenzio, ormai capiva se c’era qualcosa che non andava.

"E’ una bella giornata" disse "è un peccato sprecare una mattinata del genere seduti in classe".
Detto ciò gli sorrise divertita, e gli prese la mano.

Harry la strinse, come se non volesse lasciarla andare mai più, e si lasciò guidare dalla sua ragazza fuori dalle mura di Hogwarts.

Non sapeva quali pericoli avrebbe dovuto affrontare.
Non sapeva quanto tempo gli sarebbe servito per portare a termine la sua missione.
Non sapeva molte cose.

Ma di una cosa era sicuro.

Nel suo futuro ci sarebbero stati lunghi capelli rossi, penetranti occhi marroni, uno sguardo sicuro ed una mano piccola e calda, che l’avrebbe rassicurato, e che gli avrebbe donato forza per tutta la vita.

Salve a tutti! J

Volevo ringraziare le buone anime che hanno letto la mia storia, spero vi sia piaciuta!

Non è niente di speciale, semplicemente riflettevo sui pensieri e sulle emozioni di Harry al sesto anno…inoltre, amo molto la coppia Harry- Ginny, secondo me sono perfetti insieme!
Come sempre spero di non aver fatto erroracci di grammatica, e di aver rispettato l’IC dei personaggi!
Beh, ditemi cosa ne pensate per favore, un commento è sempre gradito, ed anche una critica costruttiva.

Grazie!
Un bacio, Mangialuna.