Jingle bells, Jingle bells…
Fuori, sotto la neve, un coro cantava canzoni di natale. Lungo la
strada pendevano innumerevoli fili di luci colorate, decorazioni
Babbane.
Nel salotto della villetta invece l’albero era decorato con
centinaia di luci tremolanti che si muovono. Il bambino, sdraiato a
pancia sotto sul tappeto, osserva affascinato quelle piccole fatine
svolazzare di qua e di là. Era la notte dalla Vigilia e
mancava poco a Natale, anche se gli occhi gli si chiudono per il sonno
doveva resistere. Doveva aspettare la Mezzanotte, così
avrebbe potuto aprire i regali.
- Barty cosa fai ancora sveglio?
Una donna in vestaglia comparve dalla cucina e il bambino le rivolse un
sorriso assonnato:
- Devo aspettare mezzanotte mamma, così posso aprire i regali
La madre gli rivolse un sorriso triste:- Tesoro, tuo padre non
è ancora tornato da lavoro. Sai che dobbiamo aspettare che
ci sia anche lui; vai a letto, su. Li apriremo domattina.
Barty gettò un’ultima occhiata piena di desiderio
ai regali ma si alzò ubbidientemente:
- Sì Mamma.
La donna lo abbracciò:- So che sei deluso tesoro, ma vedrai
che domani mattina sarai contento. Buonanotte piccolo mio.
Barty la baciò sulla guancia e salì le scale per
andare a dormire.
Era oramai notte fonda quando sentì la porta aprirsi e la
voce di suo padre. Rassicurato, contento che lui fosse
finalmente a casa, si addormentò tranquillamente.
- È Natale!!!
Barty corse giù per le scale urlando.
- Sì tesoro- rise sua madre – dai, vieni a fare
colazione e poi possiamo aprire i regali.
Il bambino la seguì in cucina: - Dov’è
Papà?
- Tesoro mi dispiace, è dovuto andare a lavoro.
Gli occhi di Barty si riempirono di lacrime, anche se ormai
c’era abituato, anche se se lo aspettava perché il
suo mantello non era nell’ingresso. Allontanò il
pudding da sé.
- Dai tesoro- cercò di rincuorarlo la madre – ha
promesso che tornerà per pranzo. E intanto se vuoi puoi
aprire uno dei tuoi regali, ok?
Il bambino tirò su col naso e fece un sorriso
riluttante. Annuì.
- Bravo il mio ometto. Su, ora finisci di fare colazione.
- Che bello mamma!!!
Barty stava ammirando tutto contento la sua nuova scopa giocattolo.
- Posso andare in giardino a provarla, posso?
- Certo tesoro.
Il piccolo uscì correndo, felice.
La donna guardò l’orologio con aria preoccupata;
erano già le tredici. Era una fortuna che Barty fosse
così preso dal suo nuovo gioco da non accorgersi che il
padre non era ancora rientrato:
- Dove sei Barty?- sussurrò.
Nascosto dietro la porta Barty Jr osservò la madre. Sapeva
che era preoccupata perché suo padre non era ancora tornato.
Lei pensava che lui non se ne fosse accorto, ma invece lo sapeva. Il
mantello non c’era. Il gancio sull’attaccapanni era
vuoto, come sempre.
Per suo padre contava solo il lavoro; era l’unica cosa
importante. Molto più di sua moglie o di suo figlio. Suo
padre preferiva passare il giorno di Natale a compilare scartoffie per
fare carriera piuttosto che giocando con suo figlio.
Lui provava ad essere obbediente, un bravo figlio, ma suo padre
continuava a preferire il suo ufficio.
Ricacciando indietro le lacrime entrò nel salone:
- Eccoti piccolo.- anche sua madre si ricompose velocemente –
Dai, finiamo di aprire questi regali.
- Sì mamma.
Dovevano divertirsi, essere felici e godersi il Natale. Anche senza suo
padre.
- Mamma è ancora Natale?- chiese Barty sbadigliando
- Sono le undici e mezzo tesoro, è Natale ancora per poco.
Ma è tardi, dovresti dormire.
- Non posso mamma, devo aspettare papà. Devo dirgli Buon
Natale.
- Topolino, è davvero tardi. Devi proprio dormire ora.
- No… devo dirgli… Buon Natale…
- Ormai è mezzanotte passata, non è
più Natale. Mi dispiace tanto.
Una lacrima solcò il viso del bambino. La madre gli diede un
bacio sulla fronte, spense la luce e uscì dalla cameretta.
Rimasto solo Barty aprì l’armadio e ne trasse un
vecchio mantello. Era di suo padre, il suo vecchio mantello.
L’aveva usato fino al Natale scorso, quando sua madre gliene
aveva regalato uno nuovo.
Si avvolse strettamente in quel vecchio e logoro pezzo di stoffa e si
rimise nel letto:
-Buona Natale papà. Ti voglio bene.