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Autore: strana90    11/02/2012    4 recensioni
[Ghostbusters- Egon/Janine]
Mancavano ancora due settimane a natale e già nevicava pesantemente da un giorno intero.
- Io resterò qui a sorvegliare la griglia, con tutti questi cali di elettricità sarebbe estremamente pericoloso che il generatore si spegnesse, è troppo instabile!-
- Allora resto con te, non puoi rimanere qui senza cibo a congelarti.-
- Grazie Janine, vai a casa. Fa freddo.-
- Se voi morite io resto senza lavoro quindi preferisco restare a farti compagnia.-
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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May all my Christmases be white



New York City,
11 dicembre 1990,
Martedì.

Era tutto così pittoresco…eppure così freddo, santo cielo. Raymond strofinò le mani avvolte nei guanti, trattenendo la Marlboro tra i denti. Mancavano ancora due settimane a natale e già nevicava pesantemente da un giorno intero. Peter aveva chiamato da casa di Dana, era bloccato lì con lei e il piccolo Oscar e non poteva proprio andare ad aiutarli quel giorno. Poverino, eh?!
Winston, lui e Egon avevano dormito alla centrale per un caso improvviso a tarda notte e Janine era arrivata di buon ora munita di macchina fotografica pronta a catturare qualche scorcio affascinante della città innevata da usare come cartolina di natale per i parenti.
All’ora di pranzo si erano resi conto che il telefono non aveva squillato neanche una volta…esclusa la telefonata della madre di Winston per assicurarsi che avesse indossato un maglione pesante. Ma ormai la neve era caduta fino a circa sei centimetri ed erano rimasti bloccati lì.
- Come sta la Ecto?-
Chiese improvvisamente Winston apparendo al suo fianco avvolto da un piumino grigio e tirando fuori una sigaretta. Stanz gliela accese e accarezzò con affetto il cofano dove era seduto insieme al collega.
- Ha freddo anche lei, con i continui blackout non ci conviene togliere energia al generatore della griglia per riscaldare la caserma…anche se così probabilmente la macchina si gelerà e noi andremo in ipotermia prima di tornare a casa. -
- Egon vuole rimanere. Dice che deve rimanere a sorvegliare la griglia -
- E’ impazzito, senza riscaldamento! Domattina lo troveremo congelato come Han Solo.-
- Chi?-
- Guerre Stellari. Il film? Lo hai visto, vero?!-
Winston sbuffò il fumo dalla sigaretta senza rispondere mentre Ray lo guardava sconvolto e anche vagamente infastidito.
- Sì, sì…guerre stellari…certo che lo conosco…certo.-
Borbottò alzandosi e sbattendo i piedi in terra per scaldarli. Janine interruppe la discussione entrando nella stanza, era già vestita per poter andare via.
- Ragazzi, sono quasi le sei. Come facciamo a tornare a casa? qui si gela. –
Esclamò guardando la neve che vorticava fuori dalla porta. Winston le mise un braccio sulle spalle.
- Tranquilla J, mio cugino guida un camion spargisale, gli ho chiesto di darci un passaggio durante il turno. Farà in modo di passare per tutte le nostre case così da accompagnarci…tranne Egon, che a quanto sembra ha deciso di suicidarsi.-
La donna li guardò allarmata.
- Egon cosa?!-
- Io resterò qui a sorvegliare la griglia, con tutti questi cali di elettricità sarebbe estremamente pericoloso che il generatore si spegnesse, è troppo instabile!-
Ray aprì la bocca ma lo scienziato lo anticipò:
- Accenderò un paio di fornelletti del laboratorio e mi cucinerò qualcosa di caldo, ci sono un sacco di coperte di sopra e io non dormo quasi mai!-
Janine lo abbracciò di slancio implorandolo di tornare a casa.
- Ma sta arrivando una bufera di neve! Egon ti scongiuro.-
- Tu non sai cucinare!-
Obbiettò Zeddemore spegnendo la sigaretta con lo stivale. Ray gli fece subito eco…inutilmente.
- Non possiamo rischiare. Io resto!-
- Allora resto con te, non puoi rimanere qui senza cibo a congelarti.-
- Grazie Janine, vai a casa. Fa freddo.-
- Se voi morite io resto senza lavoro quindi preferisco restare a farti compagnia.-
Egon accennò un mezzo sorriso imbarazzato.
Il camion arrivò qualche minuto dopo.
Steve, il sorridente cugino di Zeddemore, aprì lo sportello del camion per accoglierli.
Ray si voltò serio verso Spengler:
- Risposta secca: o con noi, o contro di noi!-
- Se non volete Manhattan invasa da fantasmi io resto. Buonanotte!-
- …sei pazzo!-
Rivolse al suo amico uno sguardo di rimprovero prima di entrare. Winston abbassò il finestrino:
- Janine, molla lo scienziato pazzo e vai a casa a fare un bagno caldo.-
- Grazie ragazzi, mi prenderò il finesettimana libero…se Venkman me lo permette!-
Egon sorrise ai colleghi rassicurandoli.
- Se non ritrovano i nostri cadaveri, domattina lo convinco io. -
Ray guardò la caserma sparire dietro l’angolo, la porta che si chiudeva in un turbinio di neve.
- L’ha fatto apposta.-
Esclamò porgendo una sigaretta a Winston e una a Steve.
Il collega rispose con un ghigno…
- …Il tostapane sarà geloso!-

***

Janine aveva preparato una cena niente male calcolando che nel frigorifero della centrale c’erano solo uova, latte, burro e melma umorale. Aveva aggiunto qualche ingrediente dalla spesa che aveva fatto per se stessa e aveva cucinato delle crepes salate con funghi. Deliziose…erano secoli che non mangiava qualcosa di cucinato a mano.
Anche la conversazione era stata piacevole e varia: da quando Janine aveva iniziato a lavorare con loro, confessò a Egon, aveva letto qualche libro sul paranormale e studiato l’ecto-guida del Tobin per poter classificare al meglio le emergenze.
Parlarono anche di Louis che era tornato in Florida dalla madre dopo la rottura della loro storia.
- Non eravamo fatti l’uno per l’altra, un giorno incontrerò l’uomo destinato a me! -
Concluse amaramente la donna sorseggiando vino rosso da una bottiglia che avevano trovato sotto il letto di Venkman.
- Non credo nel destino. L’amore è più che altro chimica e istinto. si producono ormoni e si è attratti di conseguenza dalla persona che produce gli ormoni a noi affini.-
- Questo vale per il sesso, ma che ne facciamo del romanticismo?!-
- Un sentimento inventato dai poeti. Non è nella natura umana.-
Sentenziò Spengler rendendosi vagamente conto di quanto fosse insensibile il suo discorso davanti a una donna che aveva appena rotto col suo fidanzato.
Janine non sembrò offesa quanto sorpresa:
- Egon, tu non hai mai provato il desiderio di organizzare una cena a lume di candela per una donna, qualcuna che ti abbia veramente colpito, conquistato?! Il desiderio di passeggiare con lei sotto la neve, guardare un film abbracciati sul divano, vederla dormire al tuo fianco?-
Egon si chiuse nei suoi pensieri per qualche minuto.
Aveva provato quei sentimenti…durante l’adolescenza. Ma era un ragazzino interessato più alla scienza che alle donne quindi non ci aveva fatto molto caso. E poi c’era Peter che rimorchiava tutte le ragazze che frequentavano lui e Ray.
- Forse una volta…non ricordo.-
Rimase seduto a fissare nel vuoto qualche altro secondo prima che Janine si alzasse e cominciasse a sparecchiare.
- …credo che finirò da sola la bottiglia di Venkman.-
Disse allontanandosi sospirando.
Egon inarcò le sopracciglia confuso, aveva detto qualcosa che non doveva?


Scese nel seminterrato dove la griglia di contenimento continuava a gemere pericolosamente. Era l’unico locale illuminato della caserma, serviva tutta l’energia elettrica possibile in caso di blackout.
Approntò due letti con le brande che avevano lì sotto in caso di emergenza e vi mise sopra parecchie coperte, la temperatura stava calando in fretta e la neve, notò dalla piccola finestra all’altezza del marciapiede, non smetteva di cadere.
Ripensò con una punta di rimpianto al caldo letto matrimoniale di casa sua, alla vasca spaziosa e ai cassetti pieni di maglioni pesanti. Indossava ancora camicia e cravatta sotto il golf di lana, tolse la cravatta e slacciò i primi bottoni visto che avrebbe dormito vestito…meglio essere comodi.
Janine aveva indossato una tuta di Winston al posto della gonna e del maglione troppo scomodi per dormire. Egon perse qualche attimo a guardarla scendere lungo la scala vestita così…non era male come abbigliamento femminile. O forse era lei a non essere male. O forse entrambe le cose. O forse si stava facendo condizionare dal discorso di prima. O forse doveva smettere di stare lì imbambolato mentre avrebbe dovuto sistemare la griglia prima di mettersi a letto! la sua parte razionale lo rimproverò per quella distrazione.
Aveva lavorato con Ray ad una versione “da tavolo” del PKE da mettere vicino al dispositivo di stoccaggio, lo avrebbe avvertito per una qualsiasi anomalia del sistema; lo posizionò in modo da poterlo controllare anche da sdraiato.
- Se mancasse la corrente quanto sarebbe pericoloso quell’affare?-
- Molto.-
- …e per noi che gli stiamo vicino sarebbe peggio o meglio?-
- Probabilmente peggio, verremmo investiti da un ondata senza precedenti di energia psicocinetica che rischierebbe di farci impazzire oppure di ucciderci trasformandoci istantaneamente in fantasmi di quarta classe.-
-…non dovremmo dormire di sopra?-
C’era una nota acuta di panico nella voce della segretaria. Spengler le rivolse un sorriso rassicurante.
- Questo strumento ci avvertirà se qualcosa non va e avremmo il tempo di andarcene e chiamare i ragazzi prima che accada qualcosa di brutto. Non rischierei le nostre vite se non fossi dannatamente sicuro di quello che faccio, specialmente la tua.-
Non si era nemmeno reso conto di aver pronunciato quell’ultima frase finche non vide la sfumatura color pomodoro tingere le guancie della segretaria.
Si schiarì la voce e si voltò a controllare gli strumenti, aspettando che la sua espressione tornasse del tutto seria.
Quando il suo autocontrollo fu ristabilito si decise a voltarsi e vide che la rossa era seduta sul letto e stava accendendo un candelabro sul tavolo; lo aveva sistemato su un piatto così da evitare che la cera colasse sul tavolo che usavano per gli esperimenti. Lei notò lo sguardo dello scienziato:
- Mi piace leggere prima di dormire e pensavo che fosse meglio spegnere anche questa luce così il generatore avrà più energia.-
Spiegò sorridente, Egon annuì incapace di spiegare perché la bocca gli si fosse seccata alla vista delle candele. Pochi istanti dopo queste ultime e la spia verde della griglia erano le uniche fonti di luce nella stanza.
Egon si sedette sul letto, si tolse le scarpe e si infilò tra le coperte afferrando un libro di occultismo.
- Anche io leggo spesso per conciliare il sonno…anche se non dormo moltissimo. Sto sperimentando una teoria: diminuisco gradualmente le ore di sonno lasciando che il mio organismo si abitui e forse un giorno arriverò a non aver più bisogno di dormire.-
- …non è un po’…dannoso per l’organismo?-
Anche Janine si era messa sotto le coperte, ma con una rivista di gossip. I letti erano messi ad L con il tavolino nell’angolo così che facesse luce ad entrambi.
- …è quello che scoprirò con l’esperimento! Se ne risentirò riprenderò a dormire normalmente, se invece funziona riuscirò a fare un sacco di cose in più. Ci lavoro da qualche mese ormai.-
- Fai già un sacco di cose! Guarda questo posto, quella cosa dove mettete i fantasmi è geniale e per ampliarla ci avete messo davvero pochissimo tempo.-
- Dovremmo risistemarla dopo questa settimana di maltempo! Il fatto che faccia tutti questi rumori non mi convince affatto.-
- Ciò non toglie che sia davvero fantastica! Hai una mente brillante a inventare tutti questi strumenti per catturare i fantasmi. Mi ha sempre affascinato il mondo ultraterreno ma non avrei mai pensato che qualcuno lo studiasse. –
Egon si sentì terribilmente strano a sentire tutti quei complimenti: di solito la gente lo trattava come uno psicopatico o al massimo come un secchione. E le parole gli sfuggirono dalle labbra prima che la sua parte razionale riuscisse a vagliarle e fermarle.
- Louis è stato uno stupido ad abbandonarti.-
La donna alzò lo sguardo dalla rivista, Egon cercò di sviare il discorso su una strada più sicura:
- …insomma, anche nel periodo in cui non era posseduto i suoi livelli psichici erano molto al di sopra della media. Una mente altamente condizionabile!-
- Grazie, Egon. -
Sorrise dolcemente Janine rintracciando il suo sguardo. Spengler sorrise di rimando ma tornò a occuparsi del libro che aveva di fronte, non aveva superato il primo paragrafo della pagina…e non aveva capito nulla nemmeno di quelle tre righe.
Lo stava ancora guardando. Non aveva controllato ma sentiva quegli occhi color nocciola fissi su di lui e si sentiva vagamente accaldato.
Si strofinò gli occhi spostando gli occhiali; riuscì a scorgere un vago movimento alla sua destra prima che due mani gentili glieli sfilassero dal viso:
- Non dovresti leggere con gli occhiali e con così poca luce. Ti si rovina la vista!-
Alzò la testa per guardarla e si rese conto di quanto dovesse risultare stupido il suo sorriso in quel momento.
- Grazie, mamma!-
Scherzò suscitando una risata su quelle labbra rosa e piene. Distolse lo sguardo ancora una volta dedicando la sua attenzione al tomo di occultismo sperando che tornasse tutto alla normalità nel giro di qualche secondo.
Non fu così fortunato:
Janine scostò le coperte e si sdraiò al suo fianco per guardare il libro che stava leggendo.
- “La via oltre l’altra vita” un trattato sulla parapsicologia. Di che parla?-
- E’ un trattato sul mondo dei redivivi e sulle tecniche che utilizzano per mettersi in contatto con il nostro mondo. -
Sentiva il cuore in gola e concentrò ogni atomo del suo cervello nel rallentare il battito. In fondo era solo una donna sdraiata accanto a lui…era già successo parecchie volte.
***
Ricordava ancora quella volta che Samantha, la maggiorata studentessa a cui Peter faceva la corte, era entrata nel suo ufficio mentre stava correggendo i compiti:
- Professor Spengler, ha già corretto il mio compito? Sono molto incerta sulla risposta che ho dato alla domanda quattro!-
Egon aveva già messo una bellissima A e la domanda quattro era stata perfetta.
- Non l’ho ancora corretto.-
La ragazza si era avvicinata ondeggiando i capelli biondi e si era seduta sulla scrivania.
- Pensavo…c’è qualcosa che posso fare per recuperare il voto?-
Spengler aveva sorriso immaginando la faccia di Venkman…
- Hai già qualche progetto in mente?-
Samantha aveva un progetto ben specifico che gli aveva immediatamente illustrato nel dettaglio. Molto nel dettaglio.
Le aveva aggiunto un meno…in fondo, aveva cercato di corromperlo.
***
Ma così era davvero diverso!
Questa era Janine. Janine che gli preparava il the quando faceva freddo; Janine che non si arrabbiava mai con lui, nemmeno quando aveva fatto esplodere la sua scrivania per un errore di calcolo. Janine che gli faceva anonimamente trovare snack in ogni stanza della centrale…perfino lì sotto c’era un pacchetto di barrette al cioccolato. Lei era la Janine che aveva preferito il suo cervello alle battutine di Venkman; istintivamente si portò più vicino a lei al pensiero del sorriso sprezzante che apparteneva solo al suo collega.
Con lei non voleva bruciare tutto così.
Lei era… impossibile che stesse per pensarlo seriamente. Lei era importante, non una studentessa che voleva solo uno scoop per le amiche.
La rossa leggeva apparentemente molto interessata il prologo del suo libro.
- Stamattina mi sono ritrovata a pensare…hai ancora la mia moneta fortunata?-
Chiese improvvisamente voltando appena lo sguardo dalle lettere gotiche.
- …sì, la conservo ancora.-
Sussurrò evitando di menzionare che l’aveva nel taschino della camicia anche in quel momento. La portava con se tutti i giorni, non sapeva spiegare perché ma gli dava sicurezza sentire quel pezzettino di metallo.
Janine sembrò soddisfatta della risposta ma Spengler non resistette e infilò la mano nel golf e poggiò il penny sulla pagina del libro.
- Oh, Egon!-
La rossa gli prese il volto tra le mani e lo baciò.
L’Acchiappafantasmi si lasciò andare a quel bacio morbido e una parte remota del suo cervello a cui raramente dava ascolto esulto di gioia. Il bacio si fece più caldo e più appassionato.
E poi una luce rossa inondò la stanza…
Egon si voltò verso la griglia…una luce lampeggiava e il PKE segnava un paio di picchi pericolosi.
- …7…6…5…4…3…-
Luce verde, il marciapiede fuori dalla finestra fu illuminato dal cono arancio del lampione.
- Che succede?-
Chiese la donna stringendosi a lui con forza. Spengler sentì le sue unghie  lunghe premere piacevolmente contro la schiena e  scosse la testa per tornare alla realtà.
- Deve essere stato un blackout temporaneo. Il generatore è troppo debole, come temevo! Domani dobbiamo assolutamente sistemare questa griglia, appena fa giorno chiamiamo Ray…sperando che i cali di tensione siano finiti.-
Ora i valori erano tornati normali ma l’atmosfera era glaciale.
- …credo sia meglio che io non mi…distragga… dal controllare i valori!-
Janine scansò le coperte ma Egon la fermò poggiando la mano sulla sua.
- Però potresti sempre rimanere qui con me per evitare la dispersione di calore. Senza secondi fini! Le ricerche dimostrano che il calore umano è la fonte migliore di calore.-
La segretaria si accoccolò contro il suo petto.
L’Acchiappafantasmi si accomodò su un fianco in modo da controllare il PKE e la strinse delicatamente: quel respiro caldo sul suo petto era ipnotico e il profumo di fiori esotici del suo shampoo gli fece chiudere gli occhi sognante. Dopo pochi minuti ogni forma di resistenza o prudenza cedette il passo a quella bellissima quiete e si ritrovò tra le braccia di Morfeo… solo che Morfeo aveva morbide braccia e un corpo caldo e sinuoso.
Si addormentò sorridendo.

***

- Non sono carini?-
Chiese Ray appoggiandosi contro lo stipite della porta del sotterraneo, Winston si allontanò ridacchiando.
- …Hai capito Egon!?-
- Conoscendoli avranno giocato a scacchi.-
- …o parlato di muffe.-
Peter sbatté le palpebre con fare sexy in direzione del’amico e gli accarezzò la guancia dolcemente:
- Adesso chi si occuperà di quella povera melma?-
Stanz allontanò la mano ridendo e gli diede uno schiaffo sulla nuca.
- Vieni ad aiutarci a scongelare la macchina, piuttosto. -
- Tra un minuto, cara.-
- Venkman, per favore.-
- Cosa?-
Chiese innocentemente scendendo lungo i gradini, Ray se ne andò scuotendo la testa.
A metà della scalinata il telefono squillò e il volto di Peter assunse un’espressione da Grinch, portò la mano alla bocca:
- JANINE! Non ti paghiamo per dormire, vai a rispondere!-
I due spalancarono gli occhi istantaneamente. Appena vide Venkman, la segretaria scansò le coperte rossa in viso e corse di sopra; la sua voce squillante risuonò nel solito “Ghostbusters, desidera?” mentre Egon si schiariva la voce e recuperava gli occhiali dal tavolo.
- La griglia ha avuto un paio di problemi durante la notte, il generatore ha retto per miracolo quindi dovremmo prelevare un po’ di soldi dalla cassa per sistemarla. Proporrei di comprare anche un paio di componenti per sistemare il …che stai facendo?-
Peter si era sdraiato al suo fianco in posa sensuale.
- Scommetto che stanotte non hai avuto freddo, mio caro cervellone.-
- …per sistemare il PKE perché questa versione portatile mi ha fatto venire un paio di…-
- Ho visto che avete anche brindato con la mia bottiglia di chianti.-
- …un paio di idee per uno strumento da tenere qui in centrale che ci avverta anche a distanza di qualsiasi anomalia del sistema di stoccaggio in modo da poter intervenire in tempo.-
- Egon Junior ha gradito la neve?-
- Egon Junior non ha gradito nulla, Venkman. Abbiamo solo dormito.-
- …Abbracciati.-
Puntualizzò Peter sbattendo le ciglia amabilmente, l’altro mantenne l’espressione seria nonostante il tono scherzoso.
- Posso alzarmi e tornare a lavoro?-
- E mi lasci qui da solo?-
- Potresti provare a lavorare anche tu, per fare una cosa nuova.-
Si avviarono insieme lungo le scale e Egon si lasciò sfuggire un sorriso quando i colleghi lo accolsero con una riverenza, stavano scaldando il motore della macchina ora che finalmente i riscaldamenti della centrale erano accesi.
Il suo sguardo si posò su Janine, intenta a scrivere indirizzi e numeri di telefono, aveva i capelli ancora vagamente scompigliati e la tuta da acchiappa fantasmi.
Janine intercettò il suo sguardo con un sorriso dolce che si trasformò in rabbia  quando Peter le si rivolse a voce abbastanza alta da farsi sentire da tutti:
- …spero almeno abbiate messo la segreteria telefonica.-
Ray e Winston scoppiarono nella risata che avevano trattenuto tutta la mattina e Spengler assunse il suo cipiglio professionale mentre li ignorava e guardava fuori dalla finestra il cielo ancora buio.
In fondo c’era tempo per sistemare la griglia e il resto…e magari quella notte avrebbe nevicato di nuovo.



Note: Spero vi sia piaciuta. :)
Ho sempre immaginato come potesse svolgersi una scena romantica con Egon come protagonista.
Non so se sono riuscita a rendere il suo carattere alla perfezione ma spero che non sia troppo OOC.
Fatemi sapere che ne pensate ;)
un bacio
Strana90
  
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