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Autore: PrincessOfSpades    11/02/2012    1 recensioni
Il momento dell'uovo affidato a Doumeki arriva,e Watanuki dimentica il passato.
Riuscirà Kimihiro a trovare la tanto agognata "Dea della fortuna"? Fra farfalle,sogni e "piume" immergetevi in questa nuova storia per scoprire cosa riserverà il destino a Watanuki!
(One-shot divisa in cinque parti)
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Kimihiro Watanuki , Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4: Riabilitazione
 
 
All’improvviso un urlo agghiacciante irruppe nell’aria e si spense dopo aver gelato ogni fibra del corpo dei due.
La paura si fece largo negli occhi della giovane,che imploravano spaventati il viso serio del ragazzo.
Imploravano che non fosse vero tutto quello che stava accadendo, che la serata fosse finita e loro sarebbero tornati a casa.
Ma la realtà venne soffocata dalla violenza di quella parte di sé, intenta sempre a voler cambiare il passato,invano.
Perché quella notte, era in verità alle porte: il preludio di una notte insonne, o meglio incosciente.
-Ren,no!- Gridò la ragazza prima di veder scomparire il ragazzo dietro l’angolo.
Si tappò la bocca veloce. Cosa fare? Cosa doveva fare? Chiamare la polizia?
Non era certa che stesse avvenendo quello che stava temendo,ma Ren era andato verso quell’urlo…forse anche lei sarebbe dovuta andare…
E la curiosità prevalse ogni ragionamento; fu così che la ragazza cominciò a correre lungo il marciapiede.
Girò l’angolo e lasciò un grido quando andò a sbattere contro qualcuno. Per fortuna era solo il giovane che si voltò spaventato da quel grido,stava in mezzo alla strada.
Lei chinò il capo e strinse forte il giacchetto del ragazzo.
Si era riparata dietro la sua schiena perché non voleva vedere oltre, voleva tornare indietro e sentiva che  al di là della sua barriera c’era qualcosa che non avrebbe dovuto vedere. E la sua barriera stette immobile ancora qualche istante.
Il respiro affannato di Kohane scandiva lo scorrere del tempo.
Ren fece qualche passo in avanti,per poi chinarsi.
-Kohane…- cominciò a dire
Non voleva vedere.
-Chiama la polizia,presto.-
Non voleva sentire.
Strinse i pugni e alzò lo sguardo: una donna giaceva a terra con il volto deformato dalla paura e dal dolore, il resto era un coagulo di sangue scuro.
S’immaginò di sentirne l’odore nauseabondo. Era successo. E quello non era un brutto sogno,da cui ti puoi svegliare con solo un po’ d’inquietudine; quello era un sogno da cui ti risvegli raggomitolandoti su te stesso,il panico nelle vene.
-Presto!- ripeteva quella voce sul punto di scoppiare.
La ragazza si girò e cominciò nuovamente a correre. Avrebbe voluto piangere,ma dagli occhi uscivano solo sguardi attoniti; non c’era tempo per piangere.
Era quasi arrivata all’uscio della sua casa,quando le venne in mente un piccolo particolare. Fu un attimo: -e l’assassino?
Si girò appena in tempo per sentire muovere freneticamente corpi dietro l’angolo che aveva appena girato.
Ren, sussurrò, era in pericolo,e lei non sapeva nuovamente cosa fare.
-Kohane!- sentì gridare.
-Ren!- rispose. Era vivo,e lei era la sua unica salvezza; doveva arrivare al campanello di casa.
Sentì un tonfo a terra e poi passi veloci nella sua direzione. E lei si affrettò ancora di più,corse veloce come non aveva mai fatto.
E’ impensabile a quanto la follia possa portare un uomo.
E’ disgustoso quel che riesce a macchiare.
E’ così atroce che porta alla pazzia ciò che le sta intorno.
E’ così innaturale,che un uomo non può mai pensare di controllarla.
E innaturale era la velocità di quell’uomo,tanta era la brama di mettere a tacere quei due ragazzini che avevano sbagliato angolo.
Kohane non arrivò mai a casa sua. E neppure l’aveva sperato,ad essere sinceri,ma aveva allungato la mano;quel poco che la speranza aveva da offrirle.Perchè quando l’assassino le si avventò contro,tutto sembrò perduto; la ragazza inciampò,le braccia ancora tese. Le dita maledettamente vicine a quel campanello, il respiro maledettamente familiare, un sorriso maledetto sulle labbra screpolate. Le dita sfiorarono il pulsante.
Ciao nonna.
E cadde sui gradino di casa.
Un trillo invase prepotente l’atri di casa Tsuyuri.
 
La vista appannata,fu schiarita dalla mente;come il vetro appannato di una macchina,dall’aria condizionata. Fu come svegliarsi da un sonno molto lungo.
Davanti a sé vi era un bianco quasi accecante,la lampada al neon da una parte.
-La cartella clinica e qui,dottore-
-Ah,Grazie Yumiya-
In pochi secondi riuscì a realizzare di trovarsi all’ospedale. Era da sola? Istintivamente pronunciò il nome della nonna.
-Kohane Tsuyuri,ti sei ripresa finalmente-. Era la voce di prima.
Nel campo visivo della ragazza s’introdusse un uomo dal camice bianco e dai lunghi baffi.
-Ho dormito tanto?- chiese con flebile voce.
-Oh,sì-
Oh,no. Pensò la ragazza. –Specchio..per piacere- chiese,preoccupata di trovarsi invecchiata di parecchi anni. Quello che trovò invece fu solo l’aspetto di una ragazzina grigia; gli occhi segnati dalle occhiaie e sofferenti. Si alzò quanto bastò per provocare un dolore improvviso e lancinante,alla schiena. Perciò si abbandonò all’indietro causando un’altra fitta.
-Una pugnalata alle costole,avrebbe potuto perforarti i polmoni,sai? Sei stata fortunata-. Alzando le lenzuola Kohane scoprì delle bende al livello del torace.
-Ci sono i tuoi amici fuori,e tua nonna,vuoi farli entrare?- disse poi, abbassandosi gli occhiali sul naso. Lei rispose con una semplice parola: -Nonna-.
-Ho capito,vi lascio sole-.
 
La nonna di Kohane uscì dalla stanza in quel momento. Ora gli sembrava più serena,anche se quando il fattaccio era successo aveva mantenuto il controllo fin troppo tranquillamente. –Sai Watanuki- gli aveva confidato –Quella notte ho avuto come un presagio,comunque sono certa che si riprenderà-. Che avesse poteri paranormali,una veggente? Sperava che lo fosse allora,aveva detto chiaramente con sicurezza che sarebbe guarita. Che donna; l’ammirava tantissimo.
Si passò una mano fra i capelli e il mazzo di fiori che teneva nell’altra sfiorò il pavimento,perdendo qualche petalo.
-Come sta?- chiese una voce spezzata e preoccupata,rivolta alla signora.
-Bene Akari,per quello che può stare-
-Possiamo andare a trovarla?- domandò Riku.
-Aspettate ancora un po’, fra poco dovrebbe mangiare e riprendersi in forze- rispose lei.
-Ok,grazie signora- le rispose –Beh,aspettiamo intanto l’arrivo di Naoko e Ren- disse poi rivolgendosi agli altri due ragazzi seduti sulle sedie grigie dell’ospedale. Akari sospirò un sì. Watanuki prese un respiro profondo.
Si alzò di scatto: non ce la faceva a rimanere ad aspettare. Voleva assicurarsi che stesse bene,non che non si fidasse della nonna della ragazza, ma era sicuro che fin che non lo avrebbe accertato coi propri occhi non si sarebbe dato pace. Stava diventando anche preda dei rimorsi; se l’avesse accompagnata a piedi tutto questo non sarebbe successo.
I ragazzi lo guardarono interrogativi,lui non rispose e si diresse verso la porta che lo divideva dalla giovane.
Bussò. Aprì il dottore –Sì?-
-Posso vederla?- Il dottore indugiò per qualche attimo nei quali lo squadrò da capo a piedi: un ragazzo lo fissava determinato,le gambe aperte e un mazzo di fiori in mano, un aria supplichevole negli occhi. Doveva essere il fidanzato,o magari suo fratello,bah. –Solo un attimo- rispose dunque.
Tornò poco dopo e gli fece cenno di assenso.
Kohane era sdraiata sul lettino. Era pallida,troppo forse, e aveva il viso stanco –non che si aspettasse di vederla colorita; dopotutto aveva ricevuto una pugnalata.
-Kohane,come ti senti?- La ragazza gli sorrise e chinò leggermente il capo in un sì. Sicuramente non era vero,ma come diavolo faceva a sorridere in un momento del genere? Strinse il pugno e la ricambiò con uno sguardo preoccupato e severo.
-Davvero?- domandò. Lei annuì debolmente. Watanuki tirò fuori una mano da dietro la schiena. –Questi sono per te,mi hai fatto molto preoccupare- le disse mostrandole i fiori.
-Grazie- La ragazza riacquistò un po’ di colore.
-Non ci conosciamo da molto tempo…- Kohane arricciò leggermente il naso, al suono di quelle parole; non era vero, ma non glielo avrebbe mai potuto spiegare. –Però sono stato lo stesso in pensiero,sono felice che tu ti senta meglio-
La ragazza sembrava non ascoltarlo; fissava il muro grigio opposto. Davanti a sé sfilavano delle immagini: le scritte di minaccia di morte sul muro di casa,sua madre urlare e poi scoppiare a piangere, la pioggia e lo spirito che le chiedeva aiuto; ricordava l’assassino e il suo respiro affannato, tutte immagini che il ragazzo non poteva aver visto,o non ricordarsi. Lui l’aveva aiutata a superare tutti i suoi periodi peggiori,ed ora, nuovamente, era lì davanti al lettino,con lei,per rassicurarla,come poteva mostrargli la sua gratitudine?
Si coprì il viso e strusciò tutte le dita fredde sulla faccia. Watanuki le posò una mano sulla testa,come quando faceva in passato; il suo viso si era addolcito in uno sguardo protettivo. Non era cambiato per niente.
-Ora sei qui,non sei più sola,non devi avere paura- .Lei l’aveva guardato stupita.
-Ho capito- aveva poi detto accennando un sorriso.
E Watanuki se n’era andato,lasciando un profumo di fiori e serenità nella stanza.
Dopo a quelle del ragazzo erano seguite le visite quelle di Naoko,Akari e Riku.
Le avevano riferito di Ren: il ragazzo stava bene ed era già a casa. Voleva venire, “Ma i genitori gliel’hanno impedito…è ancora molto debole” le aveva detto Akari. Quindi loro le portarono anche i suoi saluti, e lei ricambiò.
 
Le giornate seguenti passarono lentamente,la maggior parte del tempo dormiva e quando non lo faceva leggeva, o ammirava i fiori regalatole,erano tutti bellissimi,-soprattutto quelli di Watanuki.
In meno di una settimana si trovò nuovamente a casa,i fiori dentro un vaso e tanta voglia di ri-iniziare,dopo una lunga riabilitazione.
 
 
Sempre. Più. Inesorabilmente. In ritardo T^T
Scusate,ma il mio word va lentissimo e mi fa passar la voglia di passare alla fase di riscrittura sul pc ^^"
Dunque il capitolo s’intitola “Riabilitazione”,e in realtà un po’ lo è; nel il rapporto fra Watanuki e Kohane. Hanno voltato pagina al quaderno pieno di sospensione del passato. Nei prossimi capitoli ci sarà la fioritura dei boccioli che questo capitolo ha dato. Ho in mente qualcosa di molto delicato prossimamente…spero che mi seguirete ancora!:D
Saluti,
Konny! (già…è questo in realtà il mio soprannome :P)
P.S: Ho cambiato il titolo della storia,spero vi piaccia ;D Ah, a proposito,lo avete capito? Io non vi svelerò niente...rimarrà un segreto :'D
  
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