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Autore: Vespertilla    11/02/2012    1 recensioni
Rifacimento della scena della 3x14 che ha come protagonisti Kol e Matt, ho inserito anche Rebekah. Buona lettura! :)
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kol, Mikaelson, Matt, Donovan, Rebekah, Mikaelson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Matt..”
Il ragazzo udì il proprio nome, come un sussurro, ed uscì in terrazza, cercando di capire da dove provenisse, e da chi. Non vide nessuno, e solo quando si voltò per l’ultima volta si ritrovò davanti Kol, e sobbalzò per lo spavento.
“Buonasera. Sei l’amico di Rebekah, non ci siamo presentati.”
Esordì l’Originario, con un sorrisetto tutt’altro che rassicurante, e allungò la mano verso di lui.
“Matt Donovan.”
Rispose l’altro, porgendogli la mano a sua volta, per stringerla.
“Kol Mikaelson.”
Dopo essersi presentato a sua volta, il vampiro cominciò a stringere sempre più forte la mano di Matt, e ben presto si sentì lo scricchiolio delle sue ossa.
Matt gemette dal dolore, ma Kol non accennava a fermarsi.
“Smettila! Ti avevo detto di lasciarlo in pace!”
Rebekah giunse, ansimando, sulla terrazza, e guardò il fratello con astio.
“Ma dai, ci stavamo solo presentando!”
Rispose Kol, sarcastico, ed allargò entrambe le braccia, lasciando quindi la presa sulla mano di Matt, con uno strattone.
“Non è vero, Matt?”
Proseguì, beffardo, e Matt cominciò a massaggiarsi la mano rotta.
“Lascia che dia un’occhiata..”
Rebekah si avvicinò al ragazzo, tentando di afferrargli la mano, ma si ritrasse.
“Lasciami stare, ne ho abbastanza.”
Rispose Matt, infuriato, osservando con attenzione la vampira. Dopo un ultimo sguardo colmo di disprezzo all’indirizzo di Kol, rientrò nel palazzo.
Rebekah era dispiaciuta, e si sentiva rassegnata. Ogni volta che cercava di approcciare con un ragazzo, ecco che succedeva qualcosa di sbagliato. Scoccò un’occhiata torva verso il fratello.
“E’ inutile che mi guardi così, tesoro.”
Riprese Kol, avvicinandosi di qualche passo alla sorella.
“E’ colpa tua. Sei tu che provi interesse per patetici umani. Ma quando crescerai?”
C’era qualcosa di terribilmente sarcastico e pungente nel tono dell’Originario, qualcosa che fece irritare Rebekah. Posò entrambe le mani sul petto di Kol e lo spinse con violenza all’indietro, inchiodandolo con la schiena alla parete vicino alla finestra.
“Ma che ne sai tu? Io non ho mai avuto qualcuno che mi amasse davvero! Tu non sai come ci si sente!”
Urlò la vampira, infuriata: gli occhi le si iniettarono di sangue ed estrasse i canini.
“Oh ho, come ci scaldiamo.”
Rispose Kol, in un sussurro, osservando la sorella a pochissimi centimetri da lui. Sembrava decisamente divertito dalla reazione di lei. In una frazione di secondo ribaltò la situazione: afferrò Rebekah per i fianchi e la costrinse a sua volta contro la parete.
“Ah sorella, sorella..tu menti, lo sai.”
Sussurrò l’Originario, chinandosi sul collo dell’altra.
“Tu sai che c’è qualcuno che ti ama immensamente..”
Kol cominciò a percorrere con la punta del naso il collo di Rebekah, fino ad arrivare al suo orecchio. La vampira si irrigidì immediatamente, sembrava quasi che Kol avesse un qualche potere su di lei, dato che non fu capace di reagire, e socchiuse gli occhi.
“Sono io che ti amo e sei solo mia, non dimenticarlo mai. Sai che fine farebbero eventuali scocciatori, ne hai avuto un assaggio con Matt poco fa e già ne hai avuto prova molto tempo fa. Sai che non scherzo, sorella.”
Proseguì Kol, con durezza, e sfiorò con le labbra l’orecchio di lei.
In quel momento, una lacrima solcò il viso di Rebekah, e riaprì gli occhi. 
Le labbra dell’Originario scivolarono dall’orecchio al viso della sorella, che percorse fino ad arrivare alla bocca, ma non la sfiorò. Entrambe le mani risalirono dai fianchi della vampira fino al suo viso, e con le dita le asciugò la lacrima. Rebekah poteva sentire ogni singolo respiro del fratello sul viso, gli occhi erano fissi nei suoi: sentiva un misto di rabbia, paura ed eccitazione.
“Non preoccuparti, non si intrometterà più nessuno tra di noi.”
Concluse Kol, con un inquietante sorriso dipinto sul volto, e si avvicinò ulteriormente alle labbra della sorella, indugiando per qualche istante, per poi distaccarsene definitivamente, lasciando la presa. Osservò la vampira ancora per qualche istante, poi indietreggiò lentamente e infine lasciò il terrazzo. Rebekah rimase immobile ancora per qualche istante: se il suo cuore fosse stato ancora attivo, sicuramente avrebbe avuto i battiti a mille. Si avvicinò lentamente alla ringhiera della terrazza e guardo giù, tentando di riprendersi, ma l’agitazione era ancora forte. 
  
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