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Autore: Ilmaredentroognicielo    11/02/2012    4 recensioni
Mi aveva incendiata e lo sapevo; il mio problema era il grado di astinenza che avevo indiscutibilmente portato avanti da un anno a quella parte, il che significava che io, avrei potuto scendere nei più fondi piani, presa letteralmente dall'istinto di una donna, comunemente chiamato, uomo. Sapevo che quel ragazzo, conosciuto da solo un giorno aveva il potere di attrarmi come una calamita e non perché fosse bello o attraente, semplicemente perché io, al minimo tocco sbagliato prendevo fuoco. "
***
Hel e Thomas.
Un compito da portare a termine.
Lui, sfacciato, bello da stare male, stronzo e un po' superficiale.
Lei, fragile, innamorata dell'amore; convinta che il mare si trovi dentro agli occhi di tutti.
Costretto a passare del tempo insieme ad Hel, Thomas prova a portarsela a letto. Lei prova, invece, a non cedere, nonostante la strana attrazione che prova nei suoi confronti.
I due giocheranno, si conosceranno, per certi versi si odieranno.
Legati da un compito di filosofia, alla fine, cominceranno ad accettarsi.
Lei farà sesso senza amore o sarà lui a fare sesso, dopo essersi innamorato?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                    Con gli occhi di un giocattolo. 

Thomas era imprevebile e diverso. 
Non aveva paraocchi e non gli importava di nessuno; aveva i suoi ideali e odiava le etichette. 
Mi piaceva il suo modo di pensare, quando non pensava al sesso, e mi piaceva il suo modo di fare, quando non mi provocava. 
Stare con lui mi faceva sentire meno disperata, meno sola, meno timida, meno insicura. 
Quella sera non lo sentii per niente a causa del suo lavoro e mi ricordai improvvisamente degli appunti di cui avevo bisogno per completare la tesi del compito, 
che casualmente aveva lui; senza farci neanche troppo caso, pensai di andare in fumetteria per chiederglieli. 
La strada fu breve e lo vidi, mentre ero ancora sul marciapiede che parlava con una giovane ragazza: 
capelli lunghi e scuri, occhi verdi e un portamento da gatta. 
Mi stava già parecchio antipatica e ciò che risaltava subito agli occhi era il suo modo di provarci con lui, che sorrideva gentile.
Entrai di scatto, curiosa e un po' infastidita e notai il cambiamento di espressione di entrambi. 
Era stupido, visto che io e lui eravamo semplici compagni di corso, senza alcuna etichetta o legame vario, eppure, ormai, sentivo che Thom aveva preso largo spazio 
tra le regole del mio mondo e le regole di quello strano gioco. Semplicemente ero attratta da lui, lo percepivo come il mio gioco, le regole del mio gioco. 
Era strano a dirsi; la piccola e fragile Hel, che decideva inconsciamente di considerare un ragazzo come il suo personale gioco. 
Ero possessiva e stupida. 
" Salve. " Dissi coincisa. 
" Hel! " Sorrise lui. 
Il sorriso più sensuale del mondo, che fino a quel momento aveva donato a quella bellezza caraibica. 
" Di che parlavate? " Sfoggiai uno dei miei sorrisi migliori, fingendo allegria. 
" Io sono Paola. " Mi disse lei, con un ghigno sul viso, mentre si avvicinava un po' di più a lui. 
La vidi mentre portava il braccio sinistro sulle sue spalle e mi sentii come una bambina che deve offrire il suo giocattolo preferito a qualche sua coetanea.  
Mi ricordaii delle parole di Thomas, mentre mi domandava se ero attratta da lui: mi attraeva ma non mi piaceva. 
Quando mi baciava mi girava il mondo e quando non lo faceva, diventava improvvisamente l'ultimo uomo al mondo con cui sarei stata. 
Era un ragazzo impossibile e certamente aveva un carattere particolare: era irrequieto, irritante, provocatore, fissato col sesso, fissato col mio corpo, presuntuoso, 
arrogante, malizioso, bello, bello, bello. 
Eppure, stare con Thom era rinfocillante, metteva in movimento ogni mia cellula nervosa, mi faceva ridere, mi faceva arrabbiare, lo sentivo mio. 
Mio amico, mio compagno di studi, mio 'qualsiasi cosa' ma mio. 
Strinsi i denti. 
" Io sono un'amica di Thom. Tu cosa sei per lui ? Una conoscente? " Sorrisi e sentii le gambe cedere. 
Non ero quel tipo di ragazza, così pronta e vistosa; quel personaggio così surreale non mi stava neanche bene. 
Paola guardò Thom e notai che lui sorrideva, quasi con un ghigno di divertimento sul viso. 
Forse sapeva che ero gelosa, lo aveva percepito, visto l'alto grado di possibilità che aveva, nel capirmi.
Indossava una camicia blu e un paio di jeans neri, che lo rendevano sexy e sportivo. 
Lui si stava divertendo e io mi sarei interrogata sul quel  comportamento per il resto dei miei giorni; se Thomas non mi piaceva, perché reagivo in quel modo?
" Paola, adesso dobbiamo andare, devo dare una cosa a Helen. Torna quando vuoi, naturalmente! " 
La guardai mentre si risistemava i capelli e usciva in silenzio dal negozio. 
" Che ti prende?? " 
I suoi occhi verdi puntati sui miei, scuri, mi fecero arrabbiare parecchio. 
" Non succede nulla! Volevo solo gli appunti e.. non sapevo di venire e trovarti con una ragazza; spero non abbia interrotto nulla. " 
Stavo facendo la figura della fidanzatina isterica; 
ma non ero la sua fidanzatina. 
" Sei gelosa, piccoletta. ? " 
" Per niente, Thom. " Lo avvicinai al muro e ci ritrovammo a due centimetri, l'una dall'altro. 
" Quindi non ti secca se stasera esco con quella ragazza bellissima, simpaticissima, interessantissima.. "
" Ovviamente Paola è anche levissima e purissima. " Lo fermai, mentre mi divoravo il fegato. 
Lo vidi ridere e portarsi una mano ai capelli mentre avvicinava la sua gamba alla mia. 
" Puoi uscire con chi ti pare. " Dissi, con la voce che tremava. 
" No che non ci esco, non mi piacciono le ragazze troppo perfette. Ma tu, tesoro.. dovresti dirmi che sei gelosa.  " 
" E' solo che non mi piace che gli altri giochino con i miei giocattoli! " Sussurrai. 
" E allora gioca tu, con me. " 
Portò una mano sui fianchi e mi sollevò leggermente prima di baciarmi con passione: questa volta non opposi resistenza, lo baciai con ogni forza possibile,
mentre la sua gamba si incollava alla mia. 
Non pensai più a Paola o alle ragazze che lo avrebbero voluto, non pensai al fatto che io non fossi innamorata di lui; 
ormai il suo corpo urlava di me, in ogni singolo movimento. 
" Oh, Hel." Ansimai, involontariamente. 
Mi staccai, in preda al panico da lui e chiusi gli occhi. 
" Domani c'è il pranzo con mamma. " 
" Lo so. " Lui continuava, mentre io ero completamente incapace di reagire. 
" Mi stai rovinando la vita. "
" Io direi che la sto rendendo un meno monotona. "
" Smettila... di scherzare... Thom." Tra una parola e l'altra mi perdevo tra i suoi baci. 
" Smettila di avere paura. " 
" Non ho paura. " 
" Hai paura che se io mi avvicino troppo a te.. che se ti tocco così... " 
E mi portò una mano sul ventre, entrando sulla camicetta blu; sentii la sua mano calda sulla mia pelle, completamente ghiacciata e tutte i buoni propositi volarono via. 
" Se ti bacio.. così. " E cominciò a baciarmi il collo, mentre io stavo morendo d'infarto. 
" Se.... mi avvicino... troppo. " disse, tra un bacio e l'altro prima di staccarsi completamente da me e lasciarmi a mezz'aria. 
Pensai che si divertiva a vedermi prima smaniosa di lui e poco dopo, spaurita come un cucciolo. 
" dopo ti affezionerai sul serio e allora starai male. E poi.. " 
Mi attirò di nuovo a sè e prendendomi dalle spalle, mi fece ritrovare con la schiena al muro. 
" E poi? " Chiesi.
" E poi non è buono stare bene con un ragazzo che non è il tuo ragazzo. Non è buono desiderare le carezze e i baci di un ragazzo che conosci da meno di un mese e che 
ti attrae fisicamente, non è buono.." 
Lo fermai, sicura di quello che stava dicendo.  
" Non è buono andare a letto con te. " 
"Sei troppo legata alle tue idee da perfettina. Lasciati andare. "
" Non..è una cosa giusta. " Arrancai, in cerca di un momento in cui respirare regolarmente. 
" Ma tu, mia cara Helen, lo vuoi. Tu mi vuoi, come io voglio te. E non è così difficile, perderci tra i nostri sensi.  "
La discussione stava prendendo una brutta piega.
" Hai mai fatto quello che volevi? Quello che ti andava, lasciando stare il resto? " 
Non molto spesso; seguivo nella maggior parte dei casi mia madre e l'unica volta in cui avevo seriamente portato avanti i miei progetti era stata proprio studiare. 
Lo guardai un'altra volta e lo avvicinai a me, mettendo le mie braccia sul suo collo. 
Lo baciai; lo baciai con tutto il sapore che avevo addosso, di lui o delle sue mani roventi. 
" Adesso. Adesso ti ho baciato e volevo. " Sussurrai. 
Lo vidi sorprendersi e guardarmi con stupore. 
" Vado a lavorare collega, a stasera. " E mi mollò, tornando nell'altra stanza. 
 
 
***
 
Guardai il mio volto riflesso sullo specchio: capelli lunghi e sorriso spento. 
Avevo un fisico slanciato e chiaro, ero esile e neanche tanto alta, ma tutto sommato andavo bene.
 Non avevo mai attirato l'attenzione di molti ragazzi, avevo avuto poche relazioni, tutto sommato. 
Non avevo neanche mai pensato di entrare nella testa di qualcuno, qualcuno che mi volesse fisicamente, che mi prendendesse come faceva Thom. 
Per tutti ero la dolce, la piccola, la tenera, la semplice Hel e mai, mai la ragazza sensuale.
Sorrisi e pensai che forse neanche per lui ero sensuale, poteva darsi che neanche il mio corpo lo attraesse poi così tanto come credevo. 
Mi sentii una pazza a pensare di lui, mentre lo aspettavo; così, provai a trascinarmi sul letto, col sorriso sulle labbra.
Volevo sentirmi sua; amici, compagni, conoscenti, sconosciuti, non mi importava; Thom aveva ragione, avevo solo paura del pensiero che io stessa potevo avere di 
ciò che facevo e per di più non mi piaceva l'idea di stare con un ragazzo di cui ero attratta e basta.
Thom aveva le chiavi, gliele avevo lasciate prima di tornare a casa e pensaii al suo corpo, perfetto, sexy; 
il resoconto di quelle settimane era strano: lo avevo cercato, lo avevo odiato pur non conoscendolo e lo avevo accettato, secondo le pretese assurde del mio professore. 
Avevamo giocato e stavamo giocando; mi provocava e mi lasciavo provocare e adesso si riteneva un mio amico e io, mi ritenevo la sua. Lo avevo baciato ed era assurdo. 
Non era il mio ragazzo e quindi non avrei avevo il diritto neanche lontanamente, di pensarlo. 
Ma era vero, l'attrazione supera tutto, e lui era la mia calamita. 
Guardai il display e risposi senza pensarci due volte. 
" Celeste? " 
" Tesoro, allora, ci sei andata a letto,oppure no?? " 
" Celeste, sempre la solita tu! " 
Le avevo raccontato ogni cosa e aggiornato su tutto e lei, stranamente sosteneva che dovevo stare con lui, dovevo portarmelo a letto e al diavolo i moralismi. 
" Dio, Hele, ti rendi conto di avere uno come Thomas Leocata ogni notte, sul tuo letto? " 
" Si, Celeste. Ma è un mio compagno di corso e sai come sarebbe? "
" Sarebbe stupendo! "
" Non devi pensare solo a quello! Non voglio fare sesso senza.."
Mi fermò. 
" Senza amore. Lo so, lo so, ma lo hai visto?! "
" Non lo vedi da anni, Celeste! "
" Dalle tue descrizioni, dev'essere diventato ancora più bello! " 
E cominciammo a ridere. 
La adoravo, era un mix di forza e calore, era sempre disponibile ed era anche divertente. 
" Devo staccare, dev'essere arrivato. " 
Chiusi il cellulare e sentii fare leva sulla porta.
" Signorina, ancora in piedi? " 
" Ci avevo rinunciato." 
" Ho fatto tardi. Hai raccontato alla tua amica di quando la notte scorsa, ti sei avvinghiata letteramente a me?  " 
Mi irrigidii mentre si metteva vicino a me sul letto e il profumo che avevo sentito così frequentemente in quei giorni mi colse alla sprovvista. 
" Cosa?? " Avevo già raggiunto il colore che lui si aspettava. 
" Dai, mi hai abbracciato e hai pronunciato il mio nome. " Sorrise divertito e gli lanciai un cuscino. 
" Non ti ho mai abbracciato e non ho mai.. " 
" Libera di non credermi. Spero almeno che tu gli abbia raccontato dei miei baci. Bacio bene, giusto? "Mi stava facendo arrabbiare di proposito ma io non ero così 
ingenua come credeva. Mi piaceva giocare con lui.  
" Fammi provare. " Volevo prenderlo alla sprovvista e ci riuscii perfettamente: adoravo quando si sorprendeva per qualcosa che facevo, anche se ne era inconsapevole. 
Mi avvicinai così tanto da sentire il suo respiro e lo baciai; avevo il cuore a mille. 
" Risultato? " Mi disse, quando si scollò da me. 
" Mmmh. " Portai una mano sul mento e finsi di essere pensierosa. 
" Vieni qui.." 
" Solo.. devi darmi gli appunti. " Dissi io, sviando il discorso. 
Lui rise e portò un braccio sulla mia schiena, abbracciandomi come un amico avrebbe potuto fare; le sue mani disegnavano cerchi di ogni grandezza sui miei fianchi e 
sul ventre. 
" Ho una domanda, signorina Castelli. " 
" Non verrò a letto con te, Thom. " Mentre io dicevo una cosa, il mio stomaco ne pensava un'altra. 
Sorrisi, sapendo che a lui piaceva. 
" Anche se lo farei con piacere, non era quella la mia domanda. Comunque, se proprio insisti.. possiamo." Gli diedi una pacca sulla spalla e lui mi strinse
ancora di più, mentre la luce fioca della lampada giocava nella stanza. 
Era bello poter scherzare o giocare con qualcuno, la sera; sentirsi meno sola e meno diversa, mentre tutti andavano a qualche festa. 
Pensai alla nostra amicizia, così strana e insolita e mi ricordai che io ero insolita: scorbutica, antipatica, solitaria, semplice, lunatica. 
Infondo non potevo chiedere di meglio. Nonostante lui fosse diverso, riusciva a capirmi come nessuno sapeva fare.
Sorrisi e se ne accorse. 
" Mi odi, Hel? " 
Sorrisi e lo abbracciai anch'io. 
" Non ti odio. Sei malizioso, sei impulsivo, sei stupido " E picchiettai sulla sua testa. " ma sei un bravo ragazzo, " 
Ed era vero, lui era particolare e scostante. mi provocava di continuo e spesso mi irratava, eppure era un bravo ragazzo.
" Solo un bravo ragazzo? " E rise. 
" Solo. Accontentati. Thomas,adesso tocca a me! "
" Vieni. " Mi prese per mano e andammo in bagno. 
" Che romantico! " Ironizzai. " Che stai facendo? "
" La doccia! " 
" E' diventata un'abitudine? " 
" Vieni qui. " Mi baciò e si spogliò completamente, lasciandomi con un imbarazzo che raggiungeva ogni limite. 
" Se vuoi, puoi entrare con me. Risparmiamo acqua e facciamo i bravi bambini. 
" No io passo. Mi siedo qui fuori. " 
" Ok, allora, la domanda? "
" Mia madre morirebbe. " 
" Lo so, sapere che sei stata fuori dalla doccia quando io ero dentro deve essere difficile da digerire. " 
" Idiota! Intendevo dire che se mia madre sapesse che sono in bango con un ragazzo nudo sulla doccia che non è il mio ragazzo.. morirebbe!! "
" Io sono quel genere di ragazzo da cui tua madre ti avrebbe tenuta lontana? " 
" Tu sei quel genere di ragazzo da cui mi sarei tenuta lontana da sola. " 
" Eccitante, non credi? "
" Molto. "
" La domanda. " Mi incitò ancora.
" Io.. insomma, ti piaccio? Intendo fisicamente, il mio corpo. "
Lo sentii ridere come un matto e mi sorprese. 
" Sono settimane che provo a portarti a letto, non pensi che il tuo corpo mi piaccia?" 
" Penso che ti diverte. "
" Mi diverte vederti imbarazzata, come adesso. Mi diverte vedere il tuo viso rosso fuoco, mentre accenno a qualcosa di stupido, mi diverte provocarti e sapere che 
prima o poi tu ti lascerai andare al mio indiscusso fascino. Ma.. il tuo corpo. Il tuo corpo non mi diverte,quello mi piace. "
Finì di fare la doccia e dopo essersi rivestito, con qualche ammiccamento vario e sorriso sensuale, mi sistemai comoda sul letto, vicino a lui. 
" Comunque così non va bene. "
" Così come? "
" Mi hai visto un bel po' di volte nudo e io, invece neanche una volta." 
" E come la chiami quella volta sulla vasca da bagno? "
" L'acqua offuscava la vista. "
" La vista te la offusco io, pervertito maniaco che non sei altro. "
Lo sentii ridere e contagiò anche me. 
" Tanto vinco la scommessa. "
" Vedremo. "
Mi voltai dal lato opposto al suo e socchiusi leggermente gli occhi.
" Quindi, oggi niente? "
" Niente, cosa? "
" Niente coccole? Niente avvinghiamenti stile koala? " 
Si avvicinò a me, cominciando a baciarmi le spalle. Quel ragazzo mi avrebbe fatta impazzire. 
" Non mi sono avvinghiata a te! "
" Ma puoi rimediare. " 
Mi voltai e lo baciai con tranquillità. Non c'era passione in quel bacio, semplicemente tenerezza. 
" Dormiamo, Leocata. Domani sarà una giornata lunga. " 
Pensai a mia madre e ci abbracciammo, mentre lui mi accarezzava. 
  
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