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Autore: Linn_CullenBass    11/02/2012    0 recensioni
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Alice ha 15 anni e una vita all’apparenza normale, monotona. Si sveglia alle 6 e corre per non perdere il pullman che la porta in un liceo che ha scelto senza nemmeno pensarci troppo.
Ride, sempre.
Ma nessuno però sa. Nessuno è a conoscenza di quello che nasconde, qualcosa di troppo duro. Ogni sera, infatti, torna casa e scoppia in un pianto disperato. Poi, quando le lacrime continuano a cadere, lei prende un coltellino. E taglia così un piccolo lembo di pelle. Guarda il sangue correre giù, e sente meno male. Meno male della vita che qualcuno le ha riservato.
Suo padre torna sempre a casa ubriaco. Prende la bottiglia e continua a bere. La vede, la insulta. E se va bene finisce lì. E i lividi sul suo corpo ne sono la prova. E i lividi sul corpo della madre anche.
E alla ragazza altro non resta che piangere, senza qualcuno con cui parlare.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                            Prologo.



È mezzanotte. Alice cerca di dormire, ma non riesce. Si gira e si rigira nel letto.
Si copre il volto, cercando di nascondere le lacrime che leggere ricadono sul cuscino. Era stata una serata relavivamente tranquilla, senza urla ne grida. Calma piatta.
Eppure, il senso d’abbandono premeva incessante sullo sterno. Tuttavia, lei sapeva di poterlo reggere. Riducendosi male, molto male, a brandelli. Ma era necessario, per lei e per la madre.
Lei doveva resistere.
Trattenne il fiato, per nascondere gli ultimi, incessanti, singhiozzi.
E venne presa tra le braccia della notte, cullata da sogni piacevoli. Fiori, profumi e amore. Morbidezza, leggerezza, e una mano che teneva la sua.
Poi tutto cambia veloce.
Lo scenario diventa nero, nero buio, nero offuscato, nero che acceca, che assorda. Nero che fa più baccano del silenzio, e che sembra vuoto. Che è VUOTO.
Inizia a cadere, sempre più giù, a fondo. Al punto che si sveglia che quasi il respiro le manca.
Guarda l’orologio. Sono le 5.35. gli occhi sono appiccicati e umidi, e la testa scoppia dal pianto convulso di prima.
Si mette le mani nei capelli, ma i minuti che corrono sono eterni. Eterni e lunghi come i suoi capelli castani scuro che non vuole mai tagliare. E profondi, profondi come quegli occhi neri, talmente neri che nessuno si accorge delle sofferenze. Ideali, per non tradire emozioni.
Poi, torna a dormire, con il cuscino sugli occhi.
Il pensiero di quella mail, la eccitava come mai prima d’ora.
Ora, poteva sentirsi felice.

 
 
Angolo autrice.
Allora, tengo a precisare che questa storia è nata in un momento un po’ bruttino.
Ma mi è uscita così, e spero che qualcuno possa seguirla. E’ solo una prova, se dovesse non piacere, la toglierò. Vedrò prima gli effetti che fa, prima di toglierla.
Vi avverto, anche se penso che l’abbiate già capito, tratta temi un po’ forti quali: Depressione, Autolesionismo, Violenza domestica e addirittura tendenza al suicidio. Ma anche di sogni, la cosa migliore e il cardine di questa storia.
Mi piacerebbero commenti, perciò recensite il primo capitolo che posterò subito

:)
   
 
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