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Autore: coccinellanna    11/02/2012    2 recensioni
"Elena chiuse gli occhi. Dopo qualche minuto Damon si avvicinò al suo orecchio e sussurrò –Ti amo…-. Si rese immediatamente conto che la ragazza non stava dormando, a causa del battito accelerato del suo cuore. Elena, dal canto suo, continuò a fingere di dormire pacificamente, pur sapendo di essere stata tradita dal suo cuore, che batteva all’impazzata."
E' la mia prima fanfiction. E' totalmente ambientata dopo la puntata 3x10 (quindi contiene spoiler per tutti coloro che non seguono il telefilm in contemporanea con gli USA).
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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-E’ ancora Klaus?-
-Sì- Elena cercò di sembrare calma, non voleva allarmare il vampiro.
-Cosa hai visto?- Damon odiava la situazione che si era creata. Per qualche strana ragione avrebbe preferito che Elena le raccontasse tutto, per filo e per segno, avrebbe preferito che ricominciasse a piangere e si addormentasse fra le sue braccia. Ma Elena stava cambiando, stava diventando più forte, si era creata una corazza. Mentiva.

La ragazza non rispose a Damon. Si alzò dal divano e salì le scale, come se fosse posseduta. Arrivata al primo piano Damon le si parò davanti. -Che cosa sta succedendo? Elena? Mi puoi per favore rispondere?- Elena prese le mani del vampiro che erano strette alle sue spalle e disse –C’è una biblioteca in questa casa. Ho bisogno di un libro…-
-Un libro?-
-Sì, Katherine lo ha nascosto qui.-
-Katherine?! Non ci capisco più niente…-
-Damon, i libri. Quello che mi serve non è nella libraria del soggiorno.-
-E’ un grimorio?-
-No, è …un romanzo- Damon non capì se Elena stesse parlando sul serio o se quello era semplicemente sarcasmo. Poi improvvisamente capì. Ci poteva essere soltanto un posto dove Katherine era entrata, il posto perfetto per nascondere un libro, o ancora meglio un romanzo.
Damon salì la terza rampa di scale, quella che portava al ripostiglio. Elena ci era stata una sola volta, quando Rose era stata morsa da un lupo mannaro e nel suo delirio aveva tentato di ucciderla. Ovviamente voleva uccidere Katherine, non lei. Tutto riportava sempre a Katherine, la vampira aveva chiaramente delle manie di protagonismo. Damon tastò la parate di fronte alla grande vetrata. Un meccanismo scattò e si aprì una piccola porta.

Elena guardò il vampiro con aria interrogativa. Aveva visto di tutto, ma la stanza segreta le mancava.
-Era lo studio di mia madre.- dalla risposta incredibilmente articolata Elena capì che non era il caso di proseguire il discorso.
Entrambi entrarono nella cameretta, piena di polvere e ragnatele. Doveva essere passato un secolo dall’ultima volta che qualcuno ci aveva messo piede. Elena rimaste di stucco nel vedere pile e pile di volumi sparsi sul pavimento senza contare la quantità industriale di libri ordinati negli scaffali, che occupavano lo spazio delle quattro pareti interamente. Damon salì su una scala, simile a quelle che si usano nelle grandi biblioteche per raggiungere gli scaffali più alti, e aprì l’immenso lucernario che occupava il soffitto.
Finalmente Elena capì perché quella era stata la stanza di una grande lettrice. La luce che entrava doveva essere incredibile. In quel momento si riusciva soltanto a vedere la sagoma della luna e un fascio di luce rossastra che presagiva l’arrivo dell’alba.
Cominciarono a far passare in silenzio i libri.

-Cosa devo cercare esattamente?-
-E’ un romanzo, la copertina è rosso scarlatta.-
-Come fai a sapere che è un romanzo?- Damon cercava di mantenere la calma, ma non era mai stato bravo a mascherare la propria frustrazione.
-Me lo ha svelato una voce… Non so a chi appartenesse, forse a Katherine. Ha solo detto “questo è il mio romanzo preferito”-
-Copertina scarlatta… Mmmm…-
-Questo posto era di tua madre?- Elena non riuscì a fermare le sue parole, la curiosità la stava divorando.
-Sì, sì lei veniva qui molto spesso-
-Leggeva?-
-Sì-
-Perché lo faceva qui? Sembra quasi un nascondiglio….-
Damon ridacchiò, Elena non capì se la domanda era divertente o solo terribilmente sbagliata.
-Lei non leggeva cose che si addicevano ad una … donna-
-Che vuoi dire?- Elena ormai era troppo interessata per fermarsi.
-libri sulla politica, testi di rivoluzionari francesi, testi in latino, greco e non so quale altra lingua, carte geografiche, libri sulla religione, filosofia, libri sulle scienze e di botanica, articoli di giornale… Tutta roba che l’abitante medio di Mystic Fall non sapeva nemmeno come tenere in mano.-
-Davvero?- non potè fare a meno di immaginarsi quella donna seduta lì, in mezzo ad una miriade di volumi.
-Sì, era fatta così. Mio padre non sopportava questa sua indole. Non puliva mai la casa, non andava alle feste, non si curava dei vestiti o dell’acconciatura. Stava qui e leggeva. Punto. Credo sia stata la persona più intelligente che io abbia mai incontrato nella mia vita… – Elena vide tutto il rispetto e l’amore che Damon doveva provare per quella donna.

-Come è morta?- Elena si morse la lingua.
-Malattia. Al tempo non sapevamo cosa fosse. Avevo otto o nove anni. Me la ricordo ancora, bloccata a letto. Le avevo portato qualche libro da leggere. Aprii la porta e la trovai a litigare con i medici perché, insomma, lei non se ne intendeva di medicina ma la loro diagnosi era totalmente sbagliata. C’erano delle chiare incongruenze…- Damon non potè fare altro che sorridere. Anche Elena rise. Sarebbe stata lì ad ascoltarlo parlare tutto il giorno.

-Aspetta un attimo… la copertina rossa giusto?-
-Sì-  Damon si avvicinò alla piccola scrivania, indistinguibile dalle montagne di libri che la attorniavano. Aprì il primo cassetto e lo trovò, il libro. Madame Bovary, ingiallito e nell’edizione originale in francese, ovviamente.
-Emma Bovary era il suo personaggio preferito, lo diceva sempre.-
Elena prese in mano il libro. Aprì la prima pagina e un bigliettino scivolò a terra. Lo raccolse e lo nascose nella tasca senza dire niente al vampiro. Damon era di spalle.
-Che fai?E’ questo. Ora possiamo andare…-
Poi vide che le lacrime stavano rigando il suo viso.

Elena seppe con certezza che era stata Katherine a nascondere lì quel biglietto. Nessun altro conosceva Damon e Stefan così bene da sapere che in quella stanza non sarebbe mai entrato nessuno, nemmeno per sbaglio. Il suo segreto sarebbe rimasto al sicuro più a lungo possibile. Non disse a Damon che il sogno che aveva fatto non era controllato da Klaus. Non disse che quel sogno era un messaggio di Charlotte. Si sentiva in colpa, il vampiro non l’avrebbe mai perdonata. Prese la sua mano , gli diede un bacio sulla guancia e lo condusse fuori da quella stanza, simbolo, per Damon, dell’umanità che aveva perso.

Note dell'autrice: chiedo scusa per questo capitolo che sembra non avere nessun collegamento con la storia. Ma vabbè! Diciamo che l'idea per la mamma di Damon mi è venuta in mente l'altro giorno quando stavo riguardando un episodio della seconda stagione, quello con il flashback. Non so ancora se questo personaggio avrà qualcosa a che fare con il resto della storia, ma ormai è fatta... Spero che non vi annoi troppo. Dopo aver visto l'ultimo episodio dall'America sono un po' in crisi mistica... il mio odio per Elena è cresciuto in modo esponenziale! 
Ah, recensite! Per favore, vorrei davvero sapere se la mia storia sta diventando troppo contorta o no, insomma se è decente...          

  
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