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Autore: bloodingeyes    12/02/2012    1 recensioni
Per spiegare meglio che razza di lavoro devo fare per sopravvivere forse dovrei dirvi chi è il mio superire così capireste meglio. Ebbene, mi sono ritrovato a fare da schiavo all’unico, inimitabile Mr Alexander Road! Questo nome non vi dice niente? No? Lo dovevo immaginare…
Ma se dico Super Mister Splendid?
Lui lo conoscete? Che domanda stupida, certo che lo conoscete! Chi non conosce Super Mister Splendid! Il supereroe che ha salvato la città dall’invasione delle super cavallette meccaniche di Margnus Meccanic, dalle perfide trame dell’ancor più perfida Signora Tigre, dalle oscure macchinazioni di Obscurio? Tutti conoscono Super Mister Splendid “solo Splendid per gli amici” come dice lui.
E nessuno di ricorda di me, di War.
Genere: Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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            Ed ecco a voi il grandissimo emerito coglione con cui mi ritrovo a dover collaborare, che per giunta è pure il mio capo! Dio, quanto odio il mio lavoro!

Scusatemi, ora mi presento: io sono Warren Strikefull, ma sul lavoro mi chiamano tutti War. Il mio lavoro consiste nel fare da assistente a quell’idiota del mio datore i lavoro, tirarlo fuori dai guai, preparargli i pasti, tenerlo informato sul resto del mondo, mentire per lui, soprattutto con le varie pseudo fidanzate, farmi venire idee geniali e spiegargliele come se stessi parlando ad un bambino perché quello è il massimo che lui riesce a capire… insomma, il mio compito è quello di far sembrare il mio capo un genio, elegante e raffinato. Sono una specie di maggiordomo tutto fare, anche se questa descrizione è un po’ riduttiva.

            Per spiegare meglio che razza di lavoro devo fare per sopravvivere forse dovrei dirvi chi è il mio superire così capireste meglio. Ebbene, mi sono ritrovato a fare da schiavo all’unico, inimitabile Mr Alexander Road! Questo nome non vi dice niente? No? Lo dovevo immaginare…

            Ma se dico Super Mister Splendid?

Lui lo conoscete? Che domanda stupida, certo che lo conoscete! Chi non conosce Super Mister Splendid! Il supereroe che ha salvato la città dall’invasione delle super cavallette meccaniche di Margnus Meccanic, dalle perfide trame dell’ancor più perfida Signora Tigre, dalle oscure macchinazioni di Obscurio? Tutti conoscono Super Mister Splendid “solo Splendid per gli amici” come dice lui.

            E nessuno di ricorda di War, il suo aiutante senza poteri e sottopagato che si fa il culo dall’alba fino a notte fonda per trovare indizi, scoprire i covi dei criminali, capire come fermarli e intanto occuparsi della casa e di tutte le altre cavolate che Super Cretino combina! E mai neppure un “grazie” o un “bel lavoro”, sempre e solo “portami il mio caffè al ginseng”.

            A fine giornata sono sempre così stanco, triste e solo che inizio a capire perché i super cattivi vogliono uccidere il mio datore di lavoro. Però se il Super Cretino morisse per me sarebbe finita: non ho competenze che si possano utilizzare al di fuori della lotta al crimine e non ho referenze perché non posso rivelare l’identità segreta di Super Cretino solo per il mio curriculum. Potrei andare in un bar a servire cappuccini, che ormai sono diventati la mia specialità, ma piuttosto preferisco una morte lunga e dolorosa. Warren Strikefull è un povero sfigato che vive alla giornata in uno squallido appartamento di periferia. War non è tanto meglio ma almeno fa qualcosa di buono per il prossimo.

            Il mio datore di lavoro combatte il crimine per la gloria, il potere e le donne.

            Io lo faccio per il sorriso di quelli che aiuto e fino a qualche anno fa ero l’unico, fra tutti i super eroi e aiutanti, a farlo per questo motivo. Tutti gli eroi che ho conosciuto nella mia vita non cercavano altro che la propria soddisfazione personale, sono tutti così presi da loro stessi e dai loro fighissimi poteri; fingono quando dicono che è un piacere aiutare la gente ma poi, tornati a casa, non fanno altro che ripetere che erano così sporchi e puzzolenti quei disgraziati che avevano aiutato e altre cose molto poco nobili su quanto la gente fosse debole. I vari super eroi si riuniscono in una specie di bar, nascosto nelle viscere della terra, e possano un mucchio di tempo a lamentarsi dei rispettivi problemi, dei loro assistenti e di altre cavolate. E poi c’è questo tipo, uno che ha scoperto di avere dei superpoteri da poco, che non aveva mai parlato e che tutt’a un tratto manda un paio di questi eroi, compreso Super Cretino, a schiantarsi contro il muro del bar

            -Siete degli stronzi, tutti quanti!- urla furioso –Come osate dire queste cose orribili? Quella gente vi ama, come potete dire che sono sporchi e puzzano?- Super Cretino, che è ormai un veterano del mestiere, gli risponde sprezzante

            -Quando farai questo lavoro da tanti anni quanti ne abbiamo fatti noi allora capirai-

            -Se devo diventare come voi- gli risponde l’altro –allora preferisco che la mia nemesi mi uccida prima- il giovane super eroe portò molto sdegno fra i super eroi, ma portò ancor più scompiglio nella mia anima.

            Lui era Black Devil e io me ne innamorai.

 

            Il mio nome è Edward Gordon Rosewood ma ultimamente mi faccio chiamare Black Devil. Mi sono ritrovato, circa 6 mesi da, a dovermi confrontare coi miei nuovi super poteri e una nuova identità da gestire. La pubertà alle volte gioca brutti scherzi….

            Dovevo anche decidere se stare dalla parte del male oppure usare il mio dono per qualcosa di buono e, per quanto mi sia scelto uno pseudonimo un po’ macabro, non ho mai avuto dubbi sul fatto che sarei stato un super eroe come quelli che avevo sempre guardato da lontano e che proteggevano la città.

Però mi sono dovuto scontrare con la realtà: gli eroi fanno schifo. Per loro è solo un fastidio dover soccorrere le persone bisognose, lo considerano come un lavoro brutto e noioso, da cui non si possono licenziare. Super Mister Splendid è forse il peggiore di tutti. È un megalomane, se non lo si fosse già capito dallo pseudonimo che si è scelto, è un rompiscatole, uno stupido e inetto. Se non fosse per la sua immunità sarebbe già morto da secoli. E sarebbe rovinato anche in caso lo abbandonasse War, il suo aiutante, che lui tratta alla stregua di uno schiavo.

            War però è fantastico, intelligente e gentile, si prende cura di quell’idiota di Super Mister Splendid e allo stesso tempo fa di tutto per aiutare il prossimo, anche se non riceve molti ringraziamenti per questo. È molto triste e vorrei fare qualcosa per lui ma non so bene cosa.

            Oggi War mi ha chiesto di incontrarci al bar che è il ritrovo di tutti i supereroi per parlare, rilassarsi, scambiate informazioni, etc. Forse vuole scambiare qualche informazione sui movimenti dei cattivi, so che lo fa molto spesso ma questa sarebbe la prima volta che lo chiede a me, quindi sono un po’ teso quando entro nel locale. War è seduto un po’ in disparte con un bicchiere in mano che contiene un liquido scuro, è rilassato ma attento ad ogni cosa che gli succede attorno, il suo modo di fare è tipico di quei supereroi che ormai da tempo stanno nel mestiere e hanno imparato a sembrare normali sia quando indossano improbabili calzamaglie che quando sono sotto copertura. War ha adottato probabilmente il peggior costume da super eroe di tutta la città: azzurro fluorescente con disegni verde acido, con guanti al polso e scarponi gialli. Un pessimo costume ma mai quando quello di Super Mister Splendid che è fatto nella stessa maniera ma con l’aggiunta di un mantello giallo e una cintura viola e nera ai fianchi che non si sa bene a cosa serva. Sembrano due clown quando vanno in giro e dei veterani mi raccontavano che War ha sempre odiato quel costume e una volta, quando era molto arrabbiato con il suo superiore, se l’è strappato di dosso ed è tornato a casa vestito solo delle mutande e della maschera per coprirsi il volto. Per mia sfortuna quella sera era vestito ma non con il suo orribile costume da super eroe, semplicemente con una maglietta nera a mezze maniche e un paio di jeans un po’ logori. Naturalmente il viso era coperto dalla mascherina nera per nascondere la sua identità

            -Ciao, serata dura?- mi chiede War mentre mi siedo al tavolo. Non mi era neppure passato per la mente di andare a casa a cambiarmi per mettermi qualcosa di più comodo del mio costume logoro e puzzolente, tutto in pelle e abbastanza imbarazzante. Cosa mi era venuto in mente quando avevo iniziato di vestirmi in questo modo?

            -Ciao… - lo saluto a mia volta, un po’ in ritardo, mi ero perso nell’ammirare il suo sorriso caldo –è andata abbastanza bene, solo un paio di delinquenti e una rapina, e tu?-

            -Super Splendid ha affrontato la sua nemesi e hanno buttato giù una trentina di palazzi, come solito… -

            -Io però ti ho chiesto come è andata a te la giornata- ribadì sperando in cuor mio di non essere stato invadente

            -Io mi sono occupato dei civili- mi rispose con un sorriso rilassato –li ho tirati fuori dalle macerie di quello che rimaneva delle loro case e li ho portati al sicuro-

            -Morti?-

            -Fortunatamente no, solo qualche ferito e neppure troppo grave-

            -Questo è un bene- dico senza sapere poi come continuare la conversazione

            -Vuoi da bere?- mi chiede mentre fa segno al cameriere di portargli un altro bicchiere di quello che stava bevendo

            -No, non ho… - stavo per dire che non ero ancora maggiorenne ma riuscì a correggermi in tempo –Non… non ho sete, grazie- War annuì, un po’ perplesso. Parlammo un po’ del più e del meno finché War non arrivò a parlarmi del motivo del nostro incontro

            -Vorrei collaborare con te- mi disse

            -Hai bisogno di una mano per catturare un cattivo?- gli chiesi stupito. Era risaputo che Super Mister Splendid, e quindi War, non chiedeva mai aiuto a nessuno perché era troppo orgoglioso per ammettere che aveva bisogno di una mano. Aveva accettato aiuto solo un paio di volte contro la sua nemesi e un altro cattivo molto potente ma aveva chiesto soccorso a supereroi veterani, non a dei ragazzetti inesperti come me

            -No, non proprio. Intendo iniziare a lavorare insieme sempre, come coppia- il mio stomaco fece una strana giravolta a quelle ultime due parole, ma sapevo che War non gli dava lo stesso valore che gli davo io

            -Vuoi che diventi il tuo aiutante?- gli chiesi completamente allibito

            -No, vorrei essere io il tuo- rise lui –sei tu quello con i superpoteri-

            -Oh… si certo- dissi sorpreso –ma tu hai più esperienza-

            -Questo non conta, la gente vuole un supereroe invincibile e potente, non un aiutante senza poteri-

            -Tu sei un eroe!-

            -Io sono un aiutante- mi rispose con un po’ di amarezza nella voce lui –a dire il vero ero il servo di Mister Cretino- mi lasciai sfuggire una risata, solo War aveva il coraggio di chiamare quell’odioso di Mister Splendid in quella maniera –Black Devil… - mi richiamò –vorrei essere il tuo assistente- lo guardai mentre mi sorrideva gentile. Lui era una persona davvero incredibile: anche se nessuno gli riconosceva mai i suoi meriti lui aiutava il prossimo al meglio delle sue capacità, senza l’aiuto di superpoteri ma solo grazie all’intelligenza e a tanto allenamento. Era il mio idolo, lo dovevo ammettere, e non riuscivo a capacitarmi che volesse essere il mio assistente

            -Non voglio che tu sia il mio aiutante, né il mio servo e neppure la mia spalla- gli dissi, War ne sembrò profondamente addolorato così mi affrettai ad aggiungere –vorrei che tu fossi un mio pari, un collega e… magari ance un amico… - l’espressione di War cambiò e sembrò davvero molto sorpreso, decisamente non era un bravo giocatore di poker, ma poi sorrise e mi disse che sarebbe stato onorato di lavorare con me.

           

            Più tempo passavo con Black Devil più mi rendevo conto di quanto fosse giovane e inesperto. Era un bravo supereroe e un collega rispettoso, per carità, ma si capiva che era diventato un eroe da poco tempo: ancora non controllava i suoi poteri al meglio e non conosceva alcune delle regole fondamentali per la lotta ai cattivi. In lui però c’era un buon potenziale: gli importava delle persone, voleva il bene della gente, non gli importava dei soldi, o per lo meno non troppo, e soprattutto aveva un cuore buono e generoso.

            Black mi chiese di allenarlo e lo accontentai. Mi chiese di insegnargli ad usare i suoi poteri come avevo fatto con Mister Cretino e io accettai. E mi chiese se volessi cambiare il mio costume con qualcosa di un po’ meno appariscente e per la gioia quasi non gli saltai addosso.

            Diventammo amici e per anni andò tutto più o meno bene.

 

            War era disteso sul divano e sembrava stesse dormendo ma io me ne convinsi solo quando, toccandogli il braccio, lui non si mosse. Era stata una giornata pesante per entrambi e War era crollato sfinito sul divano appena erano tornati al covo. Era dolce il modo in cui dormiva abbracciato al piccolo cuscino ma di certo non potevo usare lo stesso aggettivo per definire tutto il resto. Il costume nero di pelle era tutto sporco e tagliuzzato, sporco qua e là del suo sangue, non era ferito gravemente: sul viso aveva un paio di taglietti e le labbra erano gonfie per colpa di un cazzotto che aveva ricevuto ma i miei occhi non si riuscivano a staccare da quelle sue labbra, leggermente dischiuse. Desideravo così tanto e da così tanto tempo di poterle baciare che in ogni situazione come quella mi sembrava di impazzire per la voglia.

            Questa volta però fu differente perché cedetti al desiderio e molto cautamente mi abbassai per riuscire a sfiorare quelle labbra che erano la mia più grande tentazione, assaporandole mentre il respiro lieve nel sonno di War si confondeva con il mio. Quello era solo un bacio rubato, mi dissi, l’unica cosa che avrei rubato all’eroe che mi aveva rubato il cuore.

            Poi però mi accorsi che War era sveglio e mi fissava stupito. Fui assalito dalla vergogna e subito dopo dal panico, cercai una scusa decente e un modo per chiedere perdono per il mio gesto ma War non mi lasciò parlare: mi prese per i capelli e mi baciò languidamente, facendomi mancare il respiro. Divenne il mio maestro di baci e di altre cose sconce.

 

            Black Devil si era tolto la maschera poco dopo il nostro primo bacio con una semplicità disarmante

            -Mi chiamo Edward Gordon Rosewood- aveva detto con un sorriso –e ho 21 anni- io ero allibito. La prima regola dei supereroi e non togliersi mai la maschera, se non in caso di estrema necessità o per una persona di cui ci si fida ciecamente

-Io sono Warren Strikefull- a mia volta mi ero tolto la maschera lui mi aveva sorriso, incredibilmente felice mentre mi abbracciava e, tentennante, si avvicinava a baciarmi. Mi sono accorto presto che era davvero un amore quando era imbarazzato, arrossiva come se stesse andando a fuoco ma allo stesso tempo non distoglieva mai lo sguardo. Era adorabile come si lasciasse accarezzare e baciare su tutto il corpo e come, impacciato e teso, cercasse di fare altrettanto

-Sono vergine- mi disse ad un certo punto e io ci misi un po’ a capire cosa intendesse

-Sei vergine?- ripetei –non l’hai mai fatto con nessuno?- Edward annuì e io lo baciai contento come una pasqua –se ti dico che ti amo ti arrabbi?- mi chiese poi

-Sei matto?- gli chiesi a mia volta sorpreso –mi dici che sei vergine e che mi ami e pensi che mi potrei arrabbiare?-

            -Sei arrabbiato?-

            -Sono entusiasta- gli rispose baciandolo –e ti amo anch’io, stupido-

 

Sono passati alcuni anni e io e Warren siamo ancora insieme e non avrei mai immaginato che mi sarei potuto innamorare in questo modo.

   
 
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