Ed ecco a voi il grandissimo emerito
coglione con cui mi ritrovo a dover collaborare, che per giunta
è pure il mio
capo! Dio, quanto odio il mio lavoro!
Scusatemi,
ora mi presento: io sono Warren Strikefull, ma sul lavoro mi chiamano
tutti
War. Il mio lavoro consiste nel fare da assistente a
quell’idiota del mio
datore i lavoro, tirarlo fuori dai guai, preparargli i pasti, tenerlo
informato
sul resto del mondo, mentire per lui, soprattutto con le varie pseudo
fidanzate, farmi venire idee geniali e spiegargliele come se stessi
parlando ad
un bambino perché quello è il massimo che lui
riesce a capire… insomma, il mio
compito è quello di far sembrare il mio capo un genio,
elegante e raffinato.
Sono una specie di maggiordomo tutto fare, anche se questa descrizione
è un po’
riduttiva.
Per spiegare meglio che razza di
lavoro devo fare per sopravvivere forse dovrei dirvi chi è
il mio superire così
capireste meglio. Ebbene, mi sono ritrovato a fare da schiavo
all’unico,
inimitabile Mr Alexander Road! Questo nome non vi dice niente? No? Lo
dovevo
immaginare…
Ma se dico Super Mister Splendid?
Lui
lo conoscete? Che domanda stupida, certo che lo conoscete! Chi non
conosce
Super Mister Splendid! Il supereroe che ha salvato la città
dall’invasione
delle super cavallette meccaniche di Margnus Meccanic, dalle perfide
trame
dell’ancor più perfida Signora Tigre, dalle oscure
macchinazioni di Obscurio?
Tutti conoscono Super Mister Splendid “solo Splendid per gli
amici” come dice
lui.
E nessuno di ricorda di War, il suo
aiutante senza poteri e sottopagato che si fa il culo
dall’alba fino a notte
fonda per trovare indizi, scoprire i covi dei criminali, capire come
fermarli e
intanto occuparsi della casa e di tutte le altre cavolate che Super
Cretino
combina! E mai neppure un “grazie” o un
“bel lavoro”, sempre e solo “portami il
mio caffè al ginseng”.
A fine giornata sono sempre così
stanco, triste e solo che inizio a capire perché i super
cattivi vogliono
uccidere il mio datore di lavoro. Però se il Super Cretino
morisse per me
sarebbe finita: non ho competenze che si possano utilizzare al di fuori
della
lotta al crimine e non ho referenze perché non posso
rivelare l’identità
segreta di Super Cretino solo per il mio curriculum. Potrei andare in
un bar a
servire cappuccini, che ormai sono diventati la mia
specialità, ma piuttosto
preferisco una morte lunga e dolorosa. Warren Strikefull è
un povero sfigato
che vive alla giornata in uno squallido appartamento di periferia. War
non è
tanto meglio ma almeno fa qualcosa di buono per il prossimo.
Il mio datore di lavoro combatte il
crimine per la gloria, il potere e le donne.
Io lo faccio per il sorriso di
quelli che aiuto e fino a qualche anno fa ero l’unico, fra
tutti i super eroi e
aiutanti, a farlo per questo motivo. Tutti gli eroi che ho conosciuto
nella mia
vita non cercavano altro che la propria soddisfazione personale, sono
tutti
così presi da loro stessi e dai loro fighissimi poteri;
fingono quando dicono
che è un piacere aiutare la gente ma poi, tornati a casa,
non fanno altro che
ripetere che erano così sporchi e puzzolenti quei
disgraziati che avevano
aiutato e altre cose molto poco nobili su quanto la gente fosse debole.
I vari
super eroi si riuniscono in una specie di bar, nascosto nelle viscere
della
terra, e possano un mucchio di tempo a lamentarsi dei rispettivi
problemi, dei
loro assistenti e di altre cavolate. E poi c’è
questo tipo, uno che ha scoperto
di avere dei superpoteri da poco, che non aveva mai parlato e che
tutt’a un
tratto manda un paio di questi eroi, compreso Super Cretino, a
schiantarsi
contro il muro del bar
-Siete degli stronzi, tutti quanti!-
urla furioso –Come osate dire queste cose orribili? Quella
gente vi ama, come
potete dire che sono sporchi e puzzano?- Super Cretino, che
è ormai un veterano
del mestiere, gli risponde sprezzante
-Quando farai questo lavoro da tanti
anni quanti ne abbiamo fatti noi allora capirai-
-Se devo diventare come voi- gli
risponde l’altro –allora preferisco che la mia
nemesi mi uccida prima- il
giovane super eroe portò molto sdegno fra i super eroi, ma
portò ancor più
scompiglio nella mia anima.
Lui era Black Devil e io me ne
innamorai.
Il mio nome è Edward Gordon Rosewood
ma ultimamente mi faccio chiamare Black Devil. Mi sono ritrovato, circa
6 mesi
da, a dovermi confrontare coi miei nuovi super poteri e una nuova
identità da
gestire. La pubertà alle volte gioca brutti
scherzi….
Dovevo anche decidere se stare dalla
parte del male oppure usare il mio dono per qualcosa di buono e, per
quanto mi
sia scelto uno pseudonimo un po’ macabro, non ho mai avuto
dubbi sul fatto che
sarei stato un super eroe come quelli che avevo sempre guardato da
lontano e
che proteggevano la città.
Però
mi sono dovuto scontrare con la realtà: gli eroi fanno
schifo. Per loro è solo
un fastidio dover soccorrere le persone bisognose, lo considerano come
un
lavoro brutto e noioso, da cui non si possono licenziare. Super Mister
Splendid
è forse il peggiore di tutti. È un megalomane, se
non lo si fosse già capito
dallo pseudonimo che si è scelto, è un
rompiscatole, uno stupido e inetto. Se
non fosse per la sua immunità sarebbe già morto
da secoli. E sarebbe rovinato
anche in caso lo abbandonasse War, il suo aiutante, che lui tratta alla
stregua
di uno schiavo.
War però è fantastico, intelligente
e gentile, si prende cura di quell’idiota di Super Mister
Splendid e allo
stesso tempo fa di tutto per aiutare il prossimo, anche se non riceve
molti
ringraziamenti per questo. È molto triste e vorrei fare
qualcosa per lui ma non
so bene cosa.
Oggi War mi ha chiesto di
incontrarci al bar che è il ritrovo di tutti i supereroi per
parlare, rilassarsi,
scambiate informazioni, etc. Forse vuole scambiare qualche informazione
sui
movimenti dei cattivi, so che lo fa molto spesso ma questa sarebbe la
prima
volta che lo chiede a me, quindi sono un po’ teso quando
entro nel locale. War
è seduto un po’ in disparte con un bicchiere in
mano che contiene un liquido
scuro, è rilassato ma attento ad ogni cosa che gli succede
attorno, il suo modo
di fare è tipico di quei supereroi che ormai da tempo stanno
nel mestiere e
hanno imparato a sembrare normali sia quando indossano improbabili
calzamaglie
che quando sono sotto copertura. War ha adottato probabilmente il
peggior
costume da super eroe di tutta la città: azzurro
fluorescente con disegni verde
acido, con guanti al polso e scarponi gialli. Un pessimo costume ma mai
quando
quello di Super Mister Splendid che è fatto nella stessa
maniera ma con
l’aggiunta di un mantello giallo e una cintura viola e nera
ai fianchi che non
si sa bene a cosa serva. Sembrano due clown quando vanno in giro e dei
veterani
mi raccontavano che War ha sempre odiato quel costume e una volta,
quando era
molto arrabbiato con il suo superiore, se l’è
strappato di dosso ed è tornato a
casa vestito solo delle mutande e della maschera per coprirsi il volto.
Per mia
sfortuna quella sera era vestito ma non con il suo orribile costume da
super
eroe, semplicemente con una maglietta nera a mezze maniche e un paio di
jeans
un po’ logori. Naturalmente il viso era coperto dalla
mascherina nera per
nascondere la sua identità
-Ciao, serata dura?- mi chiede War
mentre mi siedo al tavolo. Non mi era neppure passato per la mente di
andare a
casa a cambiarmi per mettermi qualcosa di più comodo del mio
costume logoro e
puzzolente, tutto in pelle e abbastanza imbarazzante. Cosa mi era
venuto in
mente quando avevo iniziato di vestirmi in questo modo?
-Ciao… - lo saluto a mia volta, un
po’ in ritardo, mi ero perso nell’ammirare il suo
sorriso caldo –è andata abbastanza
bene, solo un paio di delinquenti e una rapina, e tu?-
-Super Splendid ha affrontato la sua
nemesi e hanno buttato giù una trentina di palazzi, come
solito… -
-Io però ti ho chiesto come è andata
a te la giornata- ribadì
sperando in
cuor mio di non essere stato invadente
-Io mi sono occupato dei civili- mi
rispose con un sorriso rilassato –li ho tirati fuori dalle
macerie di quello
che rimaneva delle loro case e li ho portati al sicuro-
-Morti?-
-Fortunatamente no, solo qualche
ferito e neppure troppo grave-
-Questo è un bene- dico senza sapere
poi come continuare la conversazione
-Vuoi da bere?- mi chiede mentre fa
segno al cameriere di portargli un altro bicchiere di quello che stava
bevendo
-No, non ho… - stavo per dire che
non ero ancora maggiorenne ma riuscì a correggermi in tempo
–Non… non ho sete,
grazie- War annuì, un po’ perplesso. Parlammo un
po’ del più e del meno finché
War non arrivò a parlarmi del motivo del nostro incontro
-Vorrei collaborare con te- mi disse
-Hai bisogno di una mano per
catturare un cattivo?- gli chiesi stupito. Era risaputo che Super
Mister
Splendid, e quindi War, non chiedeva mai aiuto a nessuno
perché era troppo
orgoglioso per ammettere che aveva bisogno di una mano. Aveva accettato
aiuto
solo un paio di volte contro la sua nemesi e un altro cattivo molto
potente ma
aveva chiesto soccorso a supereroi veterani, non a dei ragazzetti
inesperti
come me
-No, non proprio. Intendo iniziare a
lavorare insieme sempre, come coppia-
il mio stomaco fece una strana giravolta a quelle ultime due parole, ma
sapevo
che War non gli dava lo stesso valore che gli davo io
-Vuoi che diventi il tuo aiutante?-
gli chiesi completamente allibito
-No, vorrei essere io il tuo- rise
lui –sei tu quello con i superpoteri-
-Oh… si certo- dissi sorpreso –ma tu
hai più esperienza-
-Questo non conta, la gente vuole un
supereroe invincibile e potente, non un aiutante senza poteri-
-Tu sei un eroe!-
-Io sono un aiutante- mi rispose con
un po’ di amarezza nella voce lui –a dire il vero
ero il servo di Mister
Cretino- mi lasciai sfuggire una risata, solo War aveva il coraggio di
chiamare
quell’odioso di Mister Splendid in quella maniera
–Black Devil… - mi richiamò
–vorrei essere il tuo assistente- lo guardai mentre mi
sorrideva gentile. Lui
era una persona davvero incredibile: anche se nessuno gli riconosceva
mai i
suoi meriti lui aiutava il prossimo al meglio delle sue
capacità, senza l’aiuto
di superpoteri ma solo grazie all’intelligenza e a tanto
allenamento. Era il
mio idolo, lo dovevo ammettere, e non riuscivo a capacitarmi che
volesse essere
il mio assistente
-Non voglio che tu sia il mio
aiutante, né il mio servo e neppure la mia spalla- gli
dissi, War ne sembrò
profondamente addolorato così mi affrettai ad aggiungere
–vorrei che tu fossi
un mio pari, un collega e… magari ance un amico…
- l’espressione di War cambiò
e sembrò davvero molto sorpreso, decisamente non era un
bravo giocatore di
poker, ma poi sorrise e mi disse che sarebbe stato onorato di lavorare
con me.
Più tempo passavo con Black Devil
più mi rendevo conto di quanto fosse giovane e inesperto.
Era un bravo
supereroe e un collega rispettoso, per carità, ma si capiva
che era diventato
un eroe da poco tempo: ancora non controllava i suoi poteri al meglio e
non conosceva
alcune delle regole fondamentali per la lotta ai cattivi. In lui
però c’era un
buon potenziale: gli importava delle persone, voleva il bene della
gente, non
gli importava dei soldi, o per lo meno non troppo, e soprattutto aveva
un cuore
buono e generoso.
Black mi chiese di allenarlo e lo
accontentai. Mi chiese di insegnargli ad usare i suoi poteri come avevo
fatto
con Mister Cretino e io accettai. E mi chiese se volessi cambiare il
mio
costume con qualcosa di un po’ meno appariscente e per la
gioia quasi non gli
saltai addosso.
Diventammo amici e per anni andò
tutto più o meno bene.
War era disteso sul divano e
sembrava stesse dormendo ma io me ne convinsi solo quando, toccandogli
il
braccio, lui non si mosse. Era stata una giornata pesante per entrambi
e War
era crollato sfinito sul divano appena erano tornati al covo. Era dolce
il modo
in cui dormiva abbracciato al piccolo cuscino ma di certo non potevo
usare lo
stesso aggettivo per definire tutto il resto. Il costume nero di pelle
era
tutto sporco e tagliuzzato, sporco qua e là del suo sangue,
non era ferito
gravemente: sul viso aveva un paio di taglietti e le labbra erano
gonfie per
colpa di un cazzotto che aveva ricevuto ma i miei occhi non si
riuscivano a
staccare da quelle sue labbra, leggermente dischiuse. Desideravo
così tanto e
da così tanto tempo di poterle baciare che in ogni
situazione come quella mi
sembrava di impazzire per la voglia.
Questa volta però fu differente
perché cedetti al desiderio e molto cautamente mi abbassai
per riuscire a
sfiorare quelle labbra che erano la mia più grande
tentazione, assaporandole
mentre il respiro lieve nel sonno di War si confondeva con il mio.
Quello era
solo un bacio rubato, mi dissi, l’unica cosa che avrei rubato
all’eroe che mi
aveva rubato il cuore.
Poi però mi accorsi che War era
sveglio e mi fissava stupito. Fui assalito dalla vergogna e subito dopo
dal
panico, cercai una scusa decente e un modo per chiedere perdono per il
mio
gesto ma War non mi lasciò parlare: mi prese per i capelli e
mi baciò
languidamente, facendomi mancare il respiro. Divenne il mio maestro di
baci e
di altre cose sconce.
Black Devil si era tolto la maschera
poco dopo il nostro primo bacio con una semplicità disarmante
-Mi chiamo Edward Gordon Rosewood-
aveva detto con un sorriso –e ho 21 anni- io ero allibito. La
prima regola dei
supereroi e non togliersi mai la maschera, se non in caso di estrema
necessità
o per una persona di cui ci si fida ciecamente
-Io
sono Warren Strikefull- a mia volta mi ero tolto la maschera lui mi
aveva
sorriso, incredibilmente felice mentre mi abbracciava e, tentennante,
si
avvicinava a baciarmi. Mi sono accorto presto che era davvero un amore
quando
era imbarazzato, arrossiva come se stesse andando a fuoco ma allo
stesso tempo
non distoglieva mai lo sguardo. Era adorabile come si lasciasse
accarezzare e
baciare su tutto il corpo e come, impacciato e teso, cercasse di fare
altrettanto
-Sono
vergine- mi disse ad un certo punto e io ci misi un po’ a
capire cosa
intendesse
-Sei
vergine?- ripetei –non l’hai mai fatto con
nessuno?- Edward annuì e io lo
baciai contento come una pasqua –se ti dico che ti amo ti
arrabbi?- mi chiese
poi
-Sei
matto?- gli chiesi a mia volta sorpreso –mi dici che sei
vergine e che mi ami e
pensi che mi potrei arrabbiare?-
-Sei arrabbiato?-
-Sono entusiasta- gli rispose
baciandolo –e ti amo anch’io, stupido-
Sono
passati alcuni anni e io e Warren siamo ancora insieme e non avrei mai
immaginato che mi sarei potuto innamorare in questo modo.