Ehi, Evans!EVANS! By
Kamala1 (traduzione di Black Moody)
Riassunto: basata su “Il peggior ricordo di Piton”, capitolo del V volume di Harry Potter. Nella vita ci sono alti e bassi. Per James Potter, Lily Evans incarna tutti gli alti e bassi della sua vita. Il problema è che con lei… ci sono più bassi che alti!
Disclaimer e spoiler: non ho inventato
nulla, è tutto di JK Rowling!Solo alcuni personaggi sono di mia invenzione,
come le amiche di Lily… ma non tutte, come vedrete più avanti. Infine, vi do un
piccolo avvertimento prima di cominciare a leggere: ATTENZIONE!Ho scritto
questa storia a partire dal V libro di Harry Potter, ed essa è interamente
ispirata al capitolo “Il peggior ricordo di Piton”. D’altronde, gran parte del
primo capitolo della mia fic si svolge durante quell’episodio… Potrei
addirittura dire che ho fatto una traduzione parola per parola di un passaggio
di quel capitolo!… ma ve lo segnalerò, beninteso^^!
NdTraduttrice: spero di aver svolto al
meglio il mio lavoro e che la traduzione sia di vostro gradimento. Mi
raccomando, recensite questa storia di Kamala, io l’ho trovata davvero
bella!Ah, un piccolo avviso: mi sa che aggiornerò in tempi piuttosto lunghi
perché non ho molto tempo… chiedo perdono in anticipo!
E ora… enjoy yourselves ^__^!By Black
Moody aka Reidur
* * *
CAPITOLO PRIMO: In una giornata di giugno del 1975
« Tutto è iniziato quel giorno… un “innocente” che provoca una disputa, fecendo manifestare certi rancori sopiti, e delle parole pronunciate, apparentemente banali, ma che hanno una loro importanza perché fanno riflettere certe persone, delle reazioni a catena… E tutto può cambiare a partire da quel momento»
[sull’episodio narrato in “Il peggior
ricordo di Piton”, ma dal punto di vista di Lily-NdA]
Lily sedette con evidente piacere sulla sponda del lago, assieme alle sue amiche. Faceva ancora molto caldo in quel tardo pomeriggio, e l’atmosfera era stata talmente opprimente durante gli esami che le ragazze si permisero di sfilarsi calze e scarpe e di immergere i piedi nell’acqua.
- Come si sta bene dopo una giornata
come questa! – mormorò la rossina.
- Parla per te! – borbottò una ragazza
dai capelli biondi tendenti al rosso, piena di efelidi, che si chiamava
Severina Davies. – Scommetto che avrai preso “Eccellente” a tutte le prove! -
Lily inarcò leggermente le
sopracciglia.
- Io non lo direi, se fossi in te! –
brontolò.
- Oh, Lily! – la rimbeccò Melissa Kent,
una morettina dai neri occhi ridenti. – Non mi dirai che la prova scritta di
Difesa Contro le Arti Oscure non era semplice! -
- Bisognerebbe sentire Sirius Black… -
sospirò Alicia Calminy, una ragazza bionda, molto riservata, con chiari occhi
blu. Melissa la fulminò con lo sguardo.
- Ti ho vista, l’hai guardato durante
tutto l’esame!E non dire il contrario – continuò tranquillamente Alicia.
Melissa si limitò a scrollare le
spalle.
- È vero che quella prova era veramente
facile – le interruppe Lily, che si comportava come se non avesse sentito
niente. – Meno male che il professore ci ha fatti lavorare bene! -
Le sue tre amiche assentirono, poi si
lasciarono andare alla contemplazione del lago, ridendo di tanto in tanto a una
battuta di Severina o Melissa. Ma all’improvviso, un piccolo grido (o piuttosto
uno squittìo) d’ammirazione turbò la calma che era scesa tra loro, e Lily si
accorse che da qualche secondo Melissa stava guardando dietro di lei, un’aria
sognante stampata in viso.
- Ehilà! – esclamò Severina in tono
birichino. – Guardate chi c’è là! -
Lily si irrigidì immediatamente.
- Lasciami indovinare… - bofonchiò
sarcastica. – Potter e la sua banda? -
- Esattamente! – assentì Severina.
- Sono seduti sotto l’albero – aggiunse
pacificamente Alicia.
- E suppongo… - continuò Lily con voce
annoiata - … che lui stia ancora giocando con il suo Boccino d’Oro,
facendo pigolare quell’altro piccoletto grassoccio -
- Perfetto – fece Severina.
- Ovviamente gettando di quando in
quando uno sguardo su di te! – terminò maliziosamente Melissa.
Lily sospirò pesantemente. – Passandosi
una mano tra i capelli per assomigliare meglio a un barbone, come al solito? –
- Indovinato! – le risposero in coro le
altre tre.
- Ah, cosa non farebbe perché tu lo
notassi… - esclamò Melissa, sorridendo sotto i baffi.
- Quando capirà che con me non attacca?
– si esasperò Lily. – Mi fa innervosire più di ogni altra cosa! -
Le sue amiche si limitarono a
stringersi nelle spalle. Lily fece udire di nuovo un sospiro. Dio, come
detestava James Potter!E questo da quando lui le aveva messo gli occhi addosso,
al primo anno. Lily non aveva alcun desiderio che lui s’interessasse a lei, era
una cosa che la imbarazzava moltissimo!Più lui si faceva notare, più a lei
veniva voglia di nascondersi per la vergogna, o che lui la dimenticasse, che se
ne andasse il più lontano possibile da lei… non aveva più voglia di vederlo!
Lily fu strappata dalla sua riflessione
dalla voce di Sirius, proveniente da dietro di loro.
- Potresti smetterla? -
E la voce di James in risposta.
- Se ti dà fastidio… -
Con somma soddisfazione di Lily, gli
squittii di Peter cessarono. Le ragazze ne dedussero che James doveva aver
smesso di giocare con il suo Boccino, e poterono di nuovo lasciarsi andare alla
tiepida dolcezza del sole sulla pelle e alla frescura dell’acqua sui piedi. Ma
quella pace non fu che di breve durata. Un leggero clamore s’innalzò nel parco.
- Oh, oh!Si direbbe che c’è del
tafferuglio, laggiù! – mormorò Melissa con una nota di timore nella voce.
Lily alzò gli occhi e vide che tutti
gli sguardi di dirigevano verso un solo, medesimo punto. Una figura era stesa
per terra a una trentina di metri da loro, e due persone avanzavano verso di
essa, le bacchette in mano. Lily riconobbe James nel momento in cui questi
lanciava un’occhiata al di sopra della sua spalla, nella speranza, sicuramente,
che lei lo stesse guardando. Ma chi si credeva di essere, lui lì?Pensava di
riuscire a impressionarla con le sue buffonate miserabili e ripugnanti?E chi
c’era con lui?Ma Sirius Black, ovvio!C’era da stupirsi…
- Oh, no, non è possibile! – borbottò
la rossa tra i denti. – Eccoli che ricominciano il loro spettacolo con Piton! -
Era riuscita a distinguere i capelli
unticci del giovane disteso a terra. Prima che le sue amiche potessero impedirlo,
Lily balzò in piedi e si precipitò verso il gruppetto di ragazzi. Quando li
raggiunse, James aveva giusto lanciato un incantesimo su Piton e delle bolle
rosa di sapone stavano ora uscendo dalla bocca di quest’ultimo. Lily sentì il
sangue ribollire. – Lasciatelo STARE! –
I due ragazzi di voltarono verso di
lei. Lily non potè reprimere un grugnito esasperato quando vide la mano libera
di James posarsi automaticamente sui capelli già disordinati.
- Tutto bene, Evans? – domandò James
con un tono di voce che voleva rendere più profondo, gentile e maturo. Era una
battaglia persa. Lily restò impassibile di fronte al suo tentativo di seduzione
e continuò a guardarlo come se fosse stato la peggior scoria della terra.
- Lasciatelo stare. Cosa ti ha fatto? -
- Beh… - Lily levò gli occhi al cielo
nel sentire la voce di James assumere un’aria professionale, come se volesse
dibattere sulla questione. – È piuttosto il fatto che esiste, se capisci ciò
che intendo dire… -
Lily dovette fare appello a tutto il
suo sangue freddo per non colpirlo mentre tutti gli altri studenti ridevano
della sua pietosa battuta.
- Ti credi divertente – disse lei nel
tono più glaciale possibile – ma sei solo un cretino arrogante, Potter.
Lascialo stare -
- Lo farò solo se uscirai con me, Evans
– disse rapidamente James. – Esci con me e non punterò più la mia bacchetta sul
nostro buon vecchio Mocciosus -
Lily avvertì un tremito di rabbia
percorrerla da capo a piedi. Come osava??
- Non uscirei con te nemmeno se dovessi
scegliere tra te e la piovra gigante – rispose. Lo sguardo di James si oscurò.
Colpito e affondato, Potter!
- Niente da fare, Ramoso – gli disse
vivacemente Sirius, prima di voltarsi di nuovo verso Piton. – EHI! -
Troppo tardi. Piton aveva già puntato
la sua bacchetta dritto contro James: ci fu un lampo di luce e un taglio
comparve sulla guancia di James, schizzandogli la veste di sangue. James ruotò
su sé stesso e, un lampo di luce più tardi, Piton pensolava per aria a testa in
giù, l’abito da mago che gli ricadeva sul capo mostrando due gambe pallide e
magre e un paio di mutande grigiastre. Tutti scoppiarono a ridere attorno a
Lily, e lei stessa dovette riunire tutte le sue forze per non sorridere a sua
volta. La situazione era ben poco grottesca, era quasi… divertente. Ma lei non
poteva lasciarli fare.
- Mettilo giù! – ordinò.
- Certo – fece James, e agitò la
bacchetta verso l’alto. Piton ricadde mollemente al suolo. Districandosi dal
groviglio della veste, si rimise rapidamente in piedi, la bacchetta pronta, ma
Sirius gridò: - Pietrificus Totalus! -
e Piton cadde di nuovo, rigido come un palo. Questo fece saltare i nervi
a Lily.
- LASCIATELO STARE!! – urlò estraendo
la propria bacchetta. Con sua immensa soddisfazione, James e Sirius perdettero
all’istante la loro sicurezza e la fissarono con apprensione.
- Ah, Evans, non mi obbligare a
lanciarti un incantesimo – le disse James, serio.
- Allora liberalo! -
James emise un profondo sospiro, poi si
girò verso Piton e mormorò il contro-incantesimo.
- Ecco fatto – disse, mentre Piton si
rimetteva in piedi a fatica. – Ti è andata bene che Lily fosse qui, Mocciosus -
- Non ho bisogno dell’aiuto di una
piccola, schifosa Mezzosangue come lei! -
Lily spalancò gli occhi, stupita. Come…
come si permetteva?Dopo quello che aveva appena fatto per lui!
- Molto bene – disse freddamente. – In
futuro non mi prenderò più la briga di aiutarti. E se fossi in te, mi laverei
le mutande, Mocciosus -
- Chiedi scusa a Evans! – ruggì James
minaccioso, la bacchetta puntata su di lui. Reagiva sempre così quando Lily
veniva insultata. Ma lei era ancora troppo incollerita a causa sua e a causa
delle parole di Piton per curarsene.
- Non voglio che mi chieda scusa perché
glielo hai detto TU! – gridò Lily, voltandosi verso James. – Siete uguali, voi
due -
- Cosa? – protestò James. – Io non ti
ho MAI chiamata una… tu – sai – cosa! -
- Passi il tuo tempo a spettinarti i
capelli, perché pensi che ti faccia sembrare “cool” avere l’aria di uno che è
appena sceso dalla scopa, sempre a dare spettacolo con quello stupido Boccino,
a camminare tronfio per i corridoi e a gettare incantesimi su chiunque
t’infastidisca solo per dimostrare quanto sei bravo. Mi stupisce che tu riesca
ancora a decollare sulla scopa, pieno di te come sei!Mi dai la NAUSEA -
Con queste parole, la rossa girò sui
tacchi e si allontanò con passo rapido, la testa ribollente di collera. Udì
James, alle sue spalle, che la richiamava disperatamente: - Evans!Ehi, EVANS! –
Ma lei non si voltò. Tornò alla torre
di Grifondoro, mentre dei pensieri cupi si mescolavano nella sua mente, e si
precipitò nel suo dormitorio. Una volta là, si gettò sul suo letto con un grido
di rabbia, affondando il viso nel cuscino. – Lo odio!Lo odio! – gemette.
E, senza sapere veramente perché,
scoppiò in singhiozzi, stanca. Perché tutti i giorni lui la metteva in uno
stato del genere?
* * *
James la guardò e la chiamò finchè non
scomparve nel castello.
- Ma che cosa le è preso? – disse,
cercando di comportarsi come se tale domanda fosse stata buttata lì per caso,
come se non avesse alcuna reale importanza per lui. Ma fallì miseramente. Non
poteva far cessare il forte battito del suo cuore nel petto, né riusciva a
sbarazzarsi di quell’orribile sentimento di delusione.
- Leggendo tra le righe – gli rispose
Sirius – io direi che ti trova leggermente vanitoso, amico mio -
- Molto bene – fece James, un sentore
di collera che lo invadeva – Molto bene… -
[fine del passaggio tratto da “Il peggior ricordo di Piton” – il resto è di mio invenzione… o meglio, sono io che l’ho scritto^^NdA]
Lei
lo trovava vanitoso?Benissimo!Allora lui la trovava… troppo seria!Troppo
guastafeste. Diventava maniacale con le sue tirate sul rispetto delle regole, e
non doveva nemmeno conoscere il vero significato della parola “divertirsi”… Del
resto, sapeva forse sorridere?No!Quindi non c’era niente da perdere con quella
ragazza!Allora… perché quella delusione?Perché la amava sempre allo stesso
modo?
Un
gruppo di ragazze passò di fronte a loro. Erano quelle che stavano con Lily ai
bordi del lago, qualche minuto prima. Una di esse, quella con i capelli neri,
una certa Melissa, arrossì nell’incrociare lo sguardo di Sirius. James la trovò
subito ridicola e pietosa. Lily non arrossiva mai quando lui la guardava. Non
distoglieva timidamente gli occhi, lo fissava a testa alta, il volto
disperatamente immobile. Se Lily avesse capito quanto lui la amava, forse
avrebbe cambiato idea sul suo conto. Ma era tempo perso, lo sapeva. Sì, la
ragazza che James voleva veder avvampare era lei!Se un giorno lo avesse fatto
nell’incrociare il suo sguardo, la avrebbe baciata sul posto, senza riflettere…
Una mano che si agitava freneticamente davanti ai suoi occhi lo distolse da
quei pensieri.
-
Beh, ora che il nostro piccolo Mocciosus se n’è andato che si fa? – gli chiese
Sirius.
James
si era completamente scordato di Piton, di Sirius e persino del Boccino che
riposava nella sua tasca… Solo Lily Evans occupava l’intera sua mente, in quei
momenti. Dimenticata la sua vanità, dimenticato il suo orgoglio, solo Lily
Evans contava per lui. Davanti a lei si sentiva fragile, davanti a lei non era
altro che James, soltanto James, l’adolescente maldestro. Se solo avesse potuto
sapere che proprio quell’aspetto della sua personalità sarebbe poi piaciuto a
Lily, avrebbe smesso all’istante di tentare di nasconderlo per giocare a fare
il duro!
-
Non lo so – mormorò in risposta all’amico, gli occhi fissi sulle proprie
scarpe.
-
Non mi dire che sei ancora arrabbiato a causa delle parole della Evans! – gridò
Sirius, esasperato. – Francamente, quello che dice non ha affatto importanza… -
-
È qui che ti sbagli, mio caro Sirius – fece una voce dietro di lui. Remus aveva
finalmente chiuso il suo libro e li aveva raggiunti. – Non sarai mica orbo fino
a questo punto?E dopo tutto questo tempo…! -
E
lanciò una strizzata d’occhio maliziosa all’indirizzo di James, il quale, con
loro grande stupore, arrossì fino alle orecchie. Sirius scoppiò a ridere.
-
Certe che me n’ero accorto, idiota!James fa sempre di tutto purchè lei lo
noti!È solo che non mi è andato giù che lei abbia osato dirgli… -
-
Tuttavia aveva ragione – rispose Remus. – E non mi guardare con quell’aria
offesa, James, sai benissimo di avere le tue colpe. Nessuno nasce perfetto, in
fondo! -
-
Sì, sì, d’accordo – concesse Sirius, borbottando, mentre James si mordeva le
labbra, mortificato. – Ma in ogni caso è la prima persona, a parte noi, che si
è permessa di rimbeccare James. La ragazza ha davvero del carattere! -
-
Sì, infatti – assentì Remus. – È diversa da tutte quelle che sono fisse ai suoi
piedi. Non ammutolisce per l’ammirazione di fronte a noi e non arrossisce come
un’oca quando la guardate. La Evans è una ragazza che ti considera per quello
che sei, James. Ti giudica e non riesce a sopportarti perché non smetti mai di
mostrare agli altri i tuoi difetti e il tuo “cattivo” carattere. Non si lascia
impressionare dalla tua “celebrità”, o dai tuoi scherzi, o dalle tue
prestazioni in campo quando si gioca a Quidditch. Ma questo non è altro che il
lato esterno della tua personalità. Perciò, se un giorno lei s’innamorerà di
te, sarà per quello che hai dentro, per quello che sei realmente -
I
suoi tre amici rimasero in silenzio per un attimo (anche Sirius, il che è
davvero raro!).
-
Ehi, Lunastorta, devo chiamarti Signor – il – Gran – Saggio oppure Signor
Psicologo? – finì per domandargli Sirius. – Non hai mai pensato di diventare
professore, più avanti?Non so, “Professor Lupin” suona bene, no?A me pare di
sì… -
Remus
scrollò le spalle, un po’ infastidito, e si girò verso James, che restava
ostinatamente in silenzio.
-
Avevo torto, James? – gli chiese.
James
alzò gli occhi color nocciola verso si lui. – No, certo che no, Luny – mormorò.
– Hai sicuramente ragione… ma io non so veramente perché la amo… però, di
sicuro è per questo –
Si
dondolò sui due piedi evitando deliberatamente di guardare gli altri tre. Alla
fine rialzò appena la testa e non potè fare a meno di scoppiare finalmente a
ridere.
-
Comunque, Luny, sai che a volte mi fai paura sul serio? – gli chiese.
-
E come mai? – fece Remus sorridendo.
-
Sai sempre tutto sugli altri!Capisci persino ciò che nemmeno loro stessi
sanno!È davvero impressionante, sai? – Poi, ancora vagamente impacciato, disse:
- Bene, possiamo cambiare argomento, se non vi dispiace? -
-
Ok – concordò Sirius. – Allora torno a dire quello che dicevo poco fa: che si
fa ora che Mocciosus se n’è andato? -
La
pancia di Peter gli rispose con un sonoro gorgoglìo: - Potremmo andare a
mangiare, no? – propose timidamente, arrossendo fino alle orecchie.
-
La cena è tra due ore – gli fece notare Remus aggrottando leggermente le
sopracciglia.
-
E le cucine a cosa servono? – domandò Sirius in tono di sfida.
Remus
sospirò pesantemente prima di seguire i suoi amici, che si stavano dirigendo
verso il castello. Invece di scendere direttamente nelle cucine, salirono
innanzitutto alla torre di Grifondoro per posare borse e libri. Nel momento in
cui i quattro si apprestavano a uscire dalla sala comune, qualcuno sbattè
dritto contro Sirius, ed entrambi caddero a terra. Sirius riuscì a rialzarsi in
fretta, ma la persona al suolo aveva levato il capo verso di lui ed era rimasta
pietrificata sul posto. Era Melissa Kent, la ragazza che avvampava non appena
incrociava il suo sguardo. Cominciò a balbettare delle scuse mentre gli occhi
neri del giovane restavano puntati su di lei con una certa inquietudine.
-
Scusa, io… io… -
Sembrava
aver perso la capacità di parlare. – Io… sono davvero… non volevo… -
Sirius
scoppiò a ridere. – Tranquilla, tranquilla!Ho visto di peggio a Quidditch! –
La
ragazza abbassò la testa allorchè lo sguardo di Sirius si posò di nuovo si di
lei.
-
Ehi, e tu come stai, invece?Ti sei fatta male?Vuoi che ti aiuti a rialzarti? –
le chiese e le tese una mano. Melissa la prese timidamente, con dita tremanti,
e Sirius la aiutò a rimettersi in piedi. Fu così che James si accorse che non
le tremava solo la mano, ma tutto il corpo.
-
Grazie – disse lei in un soffio. Il suo volto era completamente rosso e pareva
che riuscisse a respirare a fatica. Sirius, un po’ inquieto, le mise una mano
sulla spalla.
-
Sei sicura che sia tutto a posto, Melissa? -
-
Sì, sì! – rispose lei, rapida, mettendosi nervosamente una ciocca di capelli
color dell’ebano dietro l’orecchio.
–
Forse lo shock! - e si sforzò di
ridere. Sirius le rispose con un sorriso e James credette che sarebbe svenuta…
patetica!
-
Bene, bisogna che vada, adesso – riprese lei guardandosi con ostinazione la
punta delle scarpe. – Devo andare da Lily -
In
quel momento, la ragazza non sembrò più tanto patetica agli occhi di James, che
la fissò con interesse improvviso. – Non vuole scendere dal dormitorio – finì
di dire Melissa.
-
Sul serio?Non si sente bene? – esclamò vivamente James, preoccupato. Mentre i
suoi tre amici dissimulavano a malapena un sorrisetto, Melissa parve ancora più
confusa.
-
Eh no, non proprio… Non dopo quello che è successo prima al lago -
E
con tali parole girò svelta i tacchi e si precipitò verso il dormitorio
femminile. James rimase piantato dov’era, ghiacciato. – Ho innervosito la Evans
a tal punto? –
Sirius
scrollò le spalle. – Parrebbe –
-
Beh, non c’entra niente, ma… andiamo giù alle cucine, ora? – squittì Peter.
-
Let’s go! – gridò Sirius. E se ne andarono.
-
Non te la prendere, Sirius… - disse beffardo James. – È folle l’effetto che hai
sulle donne!Bisognerà che un giorno mi spieghi come fai -
* * *
-
Lily? -
Lily
sentì qualcuno che le carezzava con dolcezza i capelli mentre lei affondava
ancora di più la faccia nel cuscino. – Lily, rispondimi! – la supplicò Melissa.
Di malavoglia, Lily girò un viso arrossato e gonfio per le lacrime verso la sua
amica. Questo non fece che turbare maggiormente quest’ultima, che posò una mano
sulla sua guancia. Bruciava. Melissa stava per aprire la bocca per dire
qualcosa, ma Lily la prevenne.
-
Scusami – mormorò. – Non so perché, ma mi mette sempre in queste condizioni
quando mi fa innervosire così -
Melissa
sorrise. – Allora forse non è unicamente per via dell’arrabbiatura… - le
suggerì con una sfumatura di malizia nella voce.
-
Sì, è vero – rispose Lily. – È perché lo odio talmente tanto che… -
Melissa
scosse la testa. – Perdonami, Lily, ma non ti credo quando dici che lo odi…
Sono sicura che in fondo… Non sei del tutto sincera quando pronunci quella
parola, non lo sei affatto e lo sai bene –
-
Cosa potrei mai provare se non odio per un ragazzo tanto arrogante, immaturo e
pieno di sé? – fece Lily, impuntandosi.
-
Adesso è così – disse pazientemente Melissa. – Ma nel profondo è
certamente diverso -
Lily
emise uno sbuffo sprezzante. – Anch’io ho creduto che fosse diverso, per un
certo periodo! – ribattè con una punta di amarezza nella voce. – Oggi mi ha ben
provato il contrario –
Melissa
si morse le labbra. – Lo sai? – continuò – Poco fa, quando ho detto che
rifiutavi di uscire di camera, lui aveva davvero l’aria inquieta e dispiaciuta.
Sono sicura che se ti gli lasciassi una qualche possibilità in più… -
Lily
le lanciò un’occhiataccia: - Dici questo solo perché speri di avere
un’occasione di avvicinarti a Black! –
Le
sue parole parvero ferire Melissa. – Non essere ingiusta, Lily! – esclamò. –
Ok, non nego di avere un debole per Sirius Black, diciamo pure un gran
debole, ma se sono qui è per te!Sei la mia migliore amica e vieni prima di
tutto!Mi preoccupo sinceramente per te, lo sai. Renderebbe la vita più facile a
tutti, in particolare a te, se tu e James faceste una tregua –
Lily
scrollò le spalle guardando fissa il soffitto. Melissa sospirò. – Lily,
ascolta… -
-
Non ne parliamo più, d’accordo? – la interruppe l’altra bruscamente. Melissa
alzò gli occhi e Lily le sorrise.
-
Credo sia l’ora di mangiare – disse la rossa. – E se andassimo? -
Melissa
le sorrise di rimando, troppo felice che l’amica volesse uscire dalla sua
stanza, e annuì. Severina e Alicia le stavano aspettando nella sala comune. –
Ah, eccola! – esclamò Severina. – Una resuscitata!Hai infine accettato di
tornare tra i vivi, Lily? –
Lei,
per tutta risposta, le mostrò la lingua. Si stavano apprestando ad uscire,
quando il quadro della sala comune ruotò per lasciar passare i quattro
Malandrini. Melissa lanciò uno sguardo nervoso a Lily, il cui volto era
impassibile, adombrato. James, invece, si era bloccato sul posto e la fissava
dritta negli occhi. Il silenzio cadde nella sala comune. Nell’attimo in cui
James fece per dire qualcosa, Lily girò sui tacchi, volendo tornare al
dormitorio, ma Melissa la trattenne per un braccio. – Piantala, non
ricominciare! – le sibilò.
James
aveva fatto un passo verso di lei e si era fermato, nervosamente. – Ascolta,
Evans, io… - esordì.
La
ragazza evitava deliberatamente il suo sguardo, la testa alta. James prese ad
agitarsi e alzò una mano per passarsela tra i capelli. Ma le sue dita non
raggiunsero quella massa scarmigliata, il gesto fu sospeso.
-
Ti chiedo perdono, Evans -
Lei
non rispose.
-
Perdono per averti fatta arrabbiare. Non era mia intenzione, sul serio -
Lily
non si mosse, non disse nulla. Poi, finalmente, girò la testa verso di lui. - È
molto semplice scusarsi così, Potter. “Ti chiedo perdono per averti fatta
arrabbiare”!Non è sufficiente!Non ti rendi conto di quanto sia stata stupida e
anche crudele la tua azione di questo pomeriggio!Divertirsi a spese degli altri
è la peggior… -
Si
fermò quando vide James aprire la bocca per protestare. Lily scosse il capo.
-
No, ovvio, ho torto, non è così?Vuoi chiedermi scusa, ma non sai perché?Rifiuti
di riconoscere il tuo sbaglio, non è così? – Vedendo che James non rispondeva,
un sorriso sarcastico si dipinse sulle sue labbra. – Fintanto che non avrai
abbassato la cresta, fintanto che resterai uno schifoso, piccolo cretino
arrogante, io continuerò a detestarti, Potter – gli disse seccamente. E con passo
rapido di diresse verso il dipinto della Signora Grassa. Ma prima di uscire si
voltò un’ultima volta verso di lui.
-
Salvo un avvenimento imminente, salvo che un giorno tu non mi sorprenda,
Potter, le cose resteranno per sempre tali e quali – e se ne andò. Le sue
amiche la seguirono. Passando, Sirius fece l’occhiolino a Melissa, cosa che la
fece arrossire più che mai. James era furioso.
-
Come osa?Ho fatto lo sforzo di scusarmi e lei… Perché stavolta sono stato
corretto, no?Non ho giocato al ragazzo sicuro di sé, no?Non le ho neppure
chiesto di uscire con me!Allora perché ha reagito così? -
-
Io penso che ce l’abbia davvero con te – fece Sirius.
-
Io credo che te ne voglia veramente – disse Remus.
James
sospirò e si lasciò cadere su una poltrona con aria profondamente delusa e
desolata.
* * *
-
Sei stata davvero dura con lui sulla questione! – le disse Melissa in tono di
rimprovero. Lily si strinse nelle spalle e si tagliò una fetta di pollo.
-
Sono d’accordo con lei, Lily – aggiunse Alicia. – Le sue scuse avevano l’aria
di essere sincere sul serio -
-
E sembrava talmente agitato! – rincarò Severina.
Lily
sbattè con violenza le posate sul tavolo per troncare di netto le loro
rappresaglie.
-
Voglio che capisca fino a che punto mi innervosisce – esordì, tranquilla – Fino
a che punto è arrogante, vanitoso, egocentrico e fino a che punto non sopporto
il suo carattere. Forse questo gli farà lavorare le meningi, no? -
E
riprese il suo pasto da dove lo aveva lasciato. Le altre tre si guardarono tra
loro e sospirarono all’unisono.
-
Forse hai ragione, dopotutto – disse Alicia alzando le spalle. – Ma credo che
la tua reazione lo abbia fatto arrabbiare più di ogni altra cosa… -
Lily
si morse le labbra per una frazione di secondo, però si riprese subito. – Non
ho la minima intenzione di rovinarmi la vita per lui! – esclamò. – E smettetela
di lanciarmi quegli sguardi supplichevoli!Cambiamo argomento, va bene? –
Controvoglia,
le amiche accettarono. – Che prova abbiamo domani? – proseguì Lily.
Ecco
fatto, aveva tirato in ballo il solo argomento che la metteva del tutto a suo
agio: gli studi. Le altre tre ragazze si trattennero a fatica dal levare gli
occhi al cielo prima di risponderle. La conversazione continuò così,
spostandosi da un argomento all’altro, ma evitando il caso “James Potter”…
almeno finchè questi non mise piede nella Sala Grande seguito dai suoi tre
compari. Il volto di Lily si oscurò non appena lo vide, e lo stesso acadde a
James.
-
Ma questi due andranno avanti a lungo con i loro casini? – borbottò Alicia tra
i denti.
Poco
più in là, alla medesima tavola, un certo Remus Lupin disse esattamente la
stessa cosa.
* * *
James
lanciò un nuovo sguardo quasi disperato a Lily. Lei, esasperata, sospirò
pesantemente, sbattè le posate sul legno del tavolo, si alzò e uscì a
precipizio dalla Sala Grande, le amiche alle calcagna. James non cessò di
seguirle con gli occhi fino a che non furono completamente sparite dalla sua
vista… e fu allora che si accorse di qualcosa che gli fece aggrottare la
fronte. Le quattro giovani erano seguite, e non dalle persone migliori di
Hogwarts…
Lily
camminava con passo rabbioso e le sue amiche facevano molta fatica a starle
dietro.
-
Lily, aspettaci! – gridò Severina esasperata. L’interpellata non si voltò
nemmeno.
-
Mio Dio, ma quanto è cocciuta! – brontolò Melissa.
Lily
svoltò in un corridoio perpendicolare a quello in cui si trovavano loro e sparì
dal campo visivo delle amiche; con loro grande inquietudine, il rumore dei suoi
passi cessò. Si precipitarono a raggiungerla e… Alicia impallidì, Melissa
lanciò un grido soffocato e Severina serrò i pugni. Davanti a Lily, che si era
bloccata, c’era un gruppo di Serpeverde che le sbarravano il passaggio. Ce
n’erano due del settimo anno che tutti temevano, vale a dire Bellatrix Black,
cugina di Sirius, e Rodolphus Lestrange, il suo ragazzo. Poi ce n’erano quattro
dei quinto anno, i rivali dei Malandrini: Evan Rosier, Tom Wilkes, Adam Avery e
Severus Piton, che si teneva in disparte.
-
Cosa volete ancora da noi? – grugnì Severina.
Bellatrix
esplose in una risata sprezzante, altezzosa e un po’ folle… come lei. – Chi vi
dice che vogliamo qualcosa da voi in particolare? – domandò, un ghigno beffardo
che le stirava le labbra. Rodolphus prese a sua volta la parola: - I vostri
adorati, piccoli compari, quelli che tutti chiamano “i Malandrini” – e
pronunciò questa parola con un tono di evidente disgusto – hanno ferito l’onore
di Serpeverde, questo pomeriggio, attaccando Severus Piton qui presente –
-
Quindi ci vogliamo vendicare! – seguitò Bellatrix, una luce diabolica, crudele,
dipinta sul viso. – Attaccando ciò che è loro più caro -
La
reazione di Lily non si fece attendere. Scoppiò in una risata sarcastica: -
Scusatemi, ma credo che vi stiate sbagliando. Non credo che noi siamo così…
care ai Malandrini!Insomma, è assurdo. Non vedo in cosa potremmo… -
Con
sua grande sorpresa, fu Piton a risponderle: - È raro vedere James Potter
obbedire agli ordini di qualcuno… -
-
Ma non ha obbedito a un mio ordine! – replicò Lily, iniziando a innervosirsi. –
L’ho minacciato con la bacchetta e, siccome sono migliore di lui negli incantesimi,
ha avuto fifa, ecco tutto! -
Di
nuovo, Bellatrix si mise a ridere. E nell’udirla le quattro ragazze ebbero
voglia di picchiarla, di farla tacere… quella risata le rendeva matte.
-
La povera, piccola Mezzosangue è cieca fino a questo punto? – chiese,
nell’orribile imitazione di una voce infantile.
-
Non hai visto come ti guardava? – fece Piton in tono di ruvido stupore.
-
Ma… - cominciò Lily, pronta a dire qualcosa come “Non voglio essere la persona
cara a Potter”, però si fermò di botto. La sua espressione divenne più dura. –
E questo in che modo ti riguarda, Mocciosus?Da quando t’interessi agli affari
di una Mezzosangue? -
La
mascella di Piton si contrasse, mentre i suoi compari gli gettavano delle
occhiate stupefatte.
-
Forza, bando alle chiacchiere! – esclamò all’improvviso Bellatrix estraendo la
propria bacchetta.
-
Sì, che la festa cominci! – le fece eco Rodolphus con voce sorda, fissandole
con sguardo da predatore. Gli altri sogghignarono e, ciascuno con un sorriso
diabolico stampato in volto, si avvicinarono alle ragazze, accerchiandole poco
a poco. Avevano giusto alzato le bacchette, pronti a lanciare un incantesimo,
quando tre lampi rossi colpirono in pieno tre Serpeverde, disarmandoli.
I
Malandrini erano lì.
-
Levatevi di mezzo! – tuonò James. Bellatrix gli rivolse un sorriso sardonico.
-
Ecco il tuo cavalier servente, Mezzosangue! – disse a Lily. Questo fece montare
a James una rabbia folle. Sentiva il bisogno di scagliarsi contro Bellatrix, ma
Sirius lo trattenne, scoccando l’occhiata più nera e cattiva possibile a sua
cugina. Ma la loro reazione non fece che divertirla ancora di più, e la
Serpeverde afferrò brutalmente Lily per i capelli, facendola cadere
all’indietro. Le sue tre amiche avrebbero voluto venirle in aiuto, ma gli altri
Serpeverde bloccarono loro il passaggio.
-
Non puoi sapere il piacere che mi dà, Potter, vedere il tuo viso inquieto… -
rincarò Bellatrix, sadica. – Che faresti, eh, se io le facessi del male?Se la
uccidessi?Tu tieni a lei, non è vero? -
James
non le rispose, gli occhi fissi sul volto di Lily bagnato di lacrime. –
Lasciala subito! – ringhiò con voce sorda. Ma Bellatrix serrò ulteriormente la
presa e Lily lanciò un grido di dolore. La Serpeverde, piena di piacere sadico,
iniziò a scuoterla a destra e a manca, sempre tenendola per i capelli, e la
giovane Grifondoro si morse le labbra per non urlare. Poi, Bellatrix cominciò a
tirarle dei calci. Sirius riusciva sempre meno a trattenere James, che voleva
avventarsi su di lei. Lily rotolò su un fianco, in posizione fetale, mentre
Bellatrix, con quella sua gioia malsana, continuava a colpirla.
-
STUPEFICIUM!!!!! – urlò all’improvviso una voce. Lo Schiantesimo colpì
in pieno la Serpeverde e questa si accasciò al suolo. James era infine riuscito
a liberarsi dalla stretta di Sirius e stava lì, ansimante, la bacchetta ancora
puntata dritta davanti a sé. Gli altri Serpeverde avanzarono per vendicare la
compagna, ma adesso i Malandrini (tranne Peter, che si era nascosto tremante
dietro un’armatura) e le tre ragazze (che avevano approfittato di quel momento
di distrazione per unirsi ai ragazzi) li stavano fronteggiando, bacchette
pronte in mano. Così, i Serpeverde finirono per battere in ritirata (Rodolphus
con Bellatrix tra le braccia) e fuggirono verso la loro sala comune prima che
arrivasse un professore o il custode. In men che non si dica, James si
precipitò da Lily, che era ancora rannicchiata a terra.
-
Tutto bene, Evans? – chiese, seriamente preoccupato. Voleva posarle una mano
sulla spalla, ma lei lo respinse con forza: - Lasciami in pace! – urlò. – Non
mi serve il tuo aiuto! -
-
COSA?? – esplose James, improvvisamente furioso. – Come ti permetti?Eri davvero
in pericolo!Ti ho salvata mentre ti trovavi in una gran brutta situazione e tu…
tu… è così che mi ringrazi!Bene, ti confesso che non riesco veramente a capire!
-
Lily
si raddrizzò con difficoltà e rivolse verso di lui due occhi rossi di pianto. –
È a causa tua se sono in questo stato! – gridò. – Non voglio essere una persona
a te cara!Mi rifiuto!Non voglio che tu provi dei sentimenti per me!Non voglio,
tu mi disgusti, mi disgusti! –
Si
sarebbe quasi detto che gli stesse sputando quelle parole in faccia. Le sue
amiche la guardarono, completamente spiazzate, perché non l’avevano mai vista
così. James, di fronte a lei, era a metà tra la collera e le lacrime.
-
Non capisco davvero – ripetè, quasi in un sussurro.
Lily
si rialzò, sistemandosi la veste. – Te l’ho già detto. Te l’ho già spiegato
poco fa, nella sala comune, e tu non hai che da riflettere – e girò i tacchi e fuggì
lungo il corridoio. Le amiche la seguirono dopo aver ringraziato brevemente i
Malandrini e aver lanciato delle occhiate desolate a James. Quest’ultimo restò
impalato sul posto, gli occhi sempre posati sullo spazio occupato da Lily fino
a qualche minuto prima.
“Fintanto
che non avrai abbassato la cresta, fintanto che resterai uno schifoso, piccolo
cretino arrogante, io conitnuerò a detestarti, Potter ”. Le parole di Lily
gi risuonavano nella mente. “Salvo un avvenimento imminente, salvo che un
giorno tu non mi sorprenda, Potter, le cose resteranno per sempre tali e quali
”. Remus gli mise una mano sulla spalla.
-
Io credo che sia nel giusto, in fondo – disse – anche se ha agito ingiustamente
nei tuoi confronti. Ciò significa semplicemente che è necessario che tu ti
rimetta in discussione. Bisognerebbe forse che tu cambiassi il tuo
atteggiamento verso gli altri… che tu cambiassi in breve tempo, anche… -
James
sospirò. – Non si può cambiare dall’oggi al domani, così, nemmeno con un colpo
di bacchetta –
-
Devi solo essere naturale! – esclamò Sirius con brio.
James
scosse la testa. – Non riuscirò mai a raggiungerla! –
Remus
gli sorrise. – Sai, ci restano ancora due anni di scuola, hai tutto il tempo
che vuoi per allenarti e riprovarci. In due anni molte cose possono cambiare… -
* * *
«
Ecco com’era la mia vita all’epoca, mio caro diario. Tra gli assilli incessanti
di Potter e le minacce dei Serpeverde non era certo semplice. Niente poteva
cambiare, la vita sarebbe rimasta sempre la stessa. O almeno, questo è ciò che
credevo, mio caro diario… Lily Evans.»
*******
Fine del I capitolo*******
NdA:
eccovi la mia nuova storia!Vi piace?Vale la pena che continui a
scriverla?Recensite, pleaaaaaaase!!!
NdTraduttrice: e io vi faccio la stessa domanda… vale la
pena che continui a tradurla^^?Mi raccomando, gente, ve lo ripeto, leggete e
recensite, in positivo e in negativo!Ci vediamo con il secondo chap!By Black
Moody