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Autore: Bloody_Breeze    12/02/2012    2 recensioni
Amu è una ragazza solitaria, ha pochi amici ma non li sente quasi mai... sente però, dentro di sé la mancanza di qualcosa: l'amore...quando un giorno...
(amuto)
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3. Un pomeriggio con il mio migliore amico/ ricordi e rimpianti

 

( pov’s 3p*.)



Amu era tornata a casa sua, con in mente tutto quello che era successo pochi minuti prima… “ Ikuto… che strano fantasma”, la ragazza da quando era andata via, continuava a pensare al ragazzo, era un pensiero fisso ormai, un pensiero dolce, ma anche soffocante allo stesso tempo, le venne da sorridere << mamma, sono tornata! >> nessuna risposta << come al solito non c’è mai a casa… >>
La madre di Amu era una donna molto impegnata e riservata, non c’era stata mai nella vita della figlia da quando aveva perso il marito e la sorellina di Amu durante un incidente stradale, era diventata stranamente fredda…
Amu salì su in camera, si levò lo zaino dalle spalle scaraventandolo chissà dove e si gettò a capofitto sul letto. Ad un tratto le squillò il cellulare, era sicuramente Kukai, ma non le andava di rispondere, così lo mise in messaggi vocali e ascoltò << ” ehi musona! Tanto lo so che non ti andava di rispondere, senti che ne dici di uscire un po’? dai, andiamo a farci una bella cioccolata calda! Tra 10 minuti al solito posto.Fammi sapere e richiama. Ciao.” >> “ cioccolata calda, che colpo basso Kukai, lo sai che non riesco a resistergli” pensò Amu, così riprese il cellulare e scrisse un sms dicendo che sarebbe andata.
18:00 ( appuntamento con Kukai in cioccolateria)
S’incontrarono lì e Kukai la salutò con un bel sorriso, Amu provò a ricambiare ma le uscì una via di mezzo tra un sorriso e una smorfia, meglio che niente. Entrarono e ordinarono due cioccolate calde, Amu prese quella con: cannella, panna e cubetti di caramello; mentre Kukai prese quella extra fondente con panna. Arrivarono così le cioccolate calde e, davanti a quella di Amu, Kukai rimase un po’ sbigottito  << vorrei sapere tanto come fai a mangiare ogni volta questa mega-tazza di cioccolata calda! >>  Amu sorrise e fissava la tazzona con gli occhi luccicanti << come si fa a non mangiare una delizia del genere? Tu, invece prendi sempre quella amara! Ma dai, come fai? Sarà anche buona però… >> disse indicando la tazza di Kukai << guarda che è buona! Se tu l’assaggiassi lo sapresti! >> Amu lo fissò,scosse la testa e inizio a mangiare. Kukai nel frattempo aveva preparato un cucchiaio della sua cioccolata calda e, velocemente lo mise in bocca ad Amu, che per la sorpresa, quasi non si strozzò. Finito di ingoiare la cioccolata di Kukai iniziò a guardarlo torva << guarda che è amara Kukai! E poi come ti vengono in mente certe cose? È più buna la mia, assaggia >> disse ponendogli un cucchiaio della sua. Kukai assaggiò << è buonissima! Però continuerò a preferire la mia… piuttosto, senti Amu, mentre tornavo a casa oggi, dal finestrino della macchina ti ho vista ferma vicino il fiume… che ci facevi lì? >> Amu iniziò ad essere vaga << io…bèh, niente, sono capitata lì vicino, non c’ero mai stata e quindi volevo curiosare un po’… niente di che insomma… >> << sarà… >>.
Il pomeriggio passò così, tra chiacchiere e risate che Kukai cercava di estrarre ad Amu con scarsi risultati, ma quando ci riusciva urlava forte << evvai! Ci sono riuscito >>.
 

 

( pov’s Ikuto*)


Inizio Flashback

Ottobre.


<< Ikuto, Ikuto! Fratellone dove vai? >> mia sorella, Utau, cantante e un’emerita scocciatrice, ma a cui, in fondo, in fondo voglio un po’ di bene << Utau lasciami in pace! Voglio solo andare nel giardino di Hotori >> << vengo anch’io! Mi suoni una canzone? >> eccola che ricomincia << dai fratellone!! Canterò mentre suoni! Daii, suu, ti pregoo! >> mi arrendo. << una canzone, non una di più ok? >> annuisce sorridente, ed io inizio a suonare, accompagnato dalla sua bellissima voce. Passa qualche ora, inizia a fare stranamente caldo,quando a un tratto sentiamo delle urla. Allarmati corriamo a vedere cos’è successo, vediamo il sign. Hotori venirci incontro << Ikuto! Utau! C’è un incendio a casa vostra! Abbiamo chiamato i pompieri, ma non riescono a trovare i vostri genitori! >> io e mia sorella sbarriamo gli occhi, le mie gambe si muovono inconsciamente e corro verso casa, per cercare di salvare mamma e papà, seguito da Utau << STAI INDIETRO UTAU! E’ PERICOLOSO! >>  lei non mi da retta << COSA CREDI DI FARE IKUTO! >> la ignoro, dico solamente << se non torno, sappi che sei mia sorella,non ti odio, sei appiccicosa e stressante, ma ti voglio bene >> e varco, contro la volontà di tutti, la porta di casa, ormai in fiamme. Mi metto un fazzoletto sulla bocca e cerco di trovare i miei << MAMMA! PAPA’! DOVE SIETE? >> nessuna risposta. Provo ad andare in sala, quando vedo due corpi schiacciati da alcune travi del soffitto, inizio a piangere << NO! MAMMA! PAPA’! >> mi avvicino ai loro corpi e provo ad alzare le travi, anche se so che non ci sarei riuscito… il fuoco avvolge tutto, inizia ad essere più forte, quando ad un tratto vedo un pompiere che mi dice che sta per crollare tutto e che devo uscire, sto per andare con lui, quando mi ricordo che mamma e papà mi dovevano dare la chiave, era una chiave con un quadrifoglio centrale e una catenina che si tramandava in famiglia, vedo che mio padre stringe qualcosa tra la mano, con sopra quella di mamma, mi libero dalla stretta del pompiere e vado a prenderla, perché so che è lì. Avevo ragione infatti, era la “Dumpty Key”, era questo il nome dell’oggetto. La prendo quando a un tratto sento tremare tutto e vedo il pompiere allarmato che cerca di raggiungermi << ATTENTO RAGAZZO! STA CROLLANDO TUTTO! >> il soffitto crolla su di me, urlo dal dolore, sto morendo e sento dalla finestra le urla di Utau che invocano il mio nome e quello dei nostri genitori. L’ultima cosa che vedo è il mio gatto, Yoru, che è venuto non si sa come per dirmi addio, gli metto con una forza incredibile, la catenina della chiave nel collo e Yoru, poggia il suo nasino sul mio e prima che le fiamme lo brucino, si getta dalla finestra. Addio Utau, prenditi cura del mio violino.
 
FINE FLASHBACK

 
( pov 3p*.)
 
Nella radura il ragazzo piange, urla e si dispera, si maledice per non essere riuscito a salvarli, rimpiange il fatto di aver lasciato sua sorella da sola. Urla grida di dolore, un dolore che nessuno può più colmare.
Nel frattempo, la ragazza tornata a casa, in camera sua, affacciata alla finestra sente un triste e doloroso pianto, lo sente come un sussurro, un sussurro che viene trasportato dal vento lontano da tutti, un pianto che cerca qualcuno per essere colmato di amore, ma lei non avrebbe potuto farlo, non sapeva cos’era d’altronde, quando ad un tratto le viene un flash in mente, spalanca gli occhi, chiude la finestra s’infila il giubbotto, prende l’ombrello e si precipita fuori di casa e corre, corre veloce, corre da lui, perché ha capito che è lui che piange…

  
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