Capitolo 17
Clayton
Webb congedò
con un cenno del capo, l’agente che gli aveva appena riferito notizie
riguardo
al ritrovamento dell’auto del colonnello MacKenzie.
A
dire la verità, di
notizie ce n’erano ben poche da comunicare. L’auto di Mac era stata
ritrovata
in una strada alla periferia della città. Un agente di pattuglia alla
zona
l’aveva notata abbandonata da due giorni e aveva controllato la targa,
che lo
stesso Webb aveva segnalato alla centrale di polizia non appena Harm
gli aveva
comunicato la notizia del rapimento di Mac.
L’auto
non aveva fatto
altro che confermare i sospetti di Harm: tra le varie impronte
ritrovate, ce
n’erano alcune che appartenevano a Clark Palmer. Che, a quanto
sembrava, non
aveva alcun’intenzione di nascondersi troppo.
Harm
aveva ragione
anche in quello, quando sosteneva che stava giocando con lui al gatto e
al
topo… Se avesse voluto non farsi scoprire, certamente avrebbe trovato
il modo
di non lasciare impronte, oppure di non far ritrovare l’auto così
presto.
Clayton era certo di questo! Palmer era troppo furbo, per non
considerare
questo genere di dettagli.
Il
capitano Rabb aveva
ragione su tutta la linea. Ma di questo, Webb era stato sicuro fin
dall’inizio.
Aveva imparato presto a capire che dell’intuito di Harm ci si poteva
fidare. Se
solo non fosse stato così intransigente su alcuni dettagli…
Alzò
il telefono e
chiamò Rabb per comunicargli la notizia.
Quando
terminò la
telefonata, si sentì più irrequieto di prima. Harm gli aveva assicurato
che non
c’erano state altre chiamate da parte del rapitore, dopo l’ultima del
giorno
del sequestro. La cosa gli parve strana, e lo disse a Rabb. Lui, di
malavoglia,
gli spiegò come, proprio durante quell’ultima telefonata, avesse
richiesto al
rapitore una prova che Mac fosse ancora viva.
Il
fatto che non si
fosse fatto più sentire poteva significare solo due cose: o che voleva
portare
Harm all’esasperazione, oppure che Mac…
No,
non riusciva
neppure a pensare ad un’eventualità simile. Quel fottuto figlio di
puttana non
poteva averla già uccisa! L’aveva rapita solo per attirare Harm nella
sua
trappola. Se così era, che motivo aveva di ucciderla subito? A meno che
le cose
non fossero andate storte per qualche motivo…
Rivide
il volto del
colonnello MacKenzie, il suo sorriso, i suoi occhi, il suo corpo… Aveva
sempre
ammirato la sua intelligenza e la sua grinta. E l’aveva sempre trovata
una
bellissima donna… Se non si fosse accorto subito di quanto fosse
innamorata del
capitano Rabb, probabilmente avrebbe cercato di uscirci insieme.
Ma sapeva che sarebbe stato pericoloso. Era il genere di donna di cui
ci si
poteva innamorare e lui non poteva permettersi di innamorarsi. Non con
il tipo
di vita che conduceva. Ma, soprattutto, non di una donna che amava un
altro.
Pensò
a Rabb e a Mac:
insieme avrebbero formato una splendida coppia! Già lo erano sul
lavoro, ma
avrebbero potuto esserlo anche nella vita privata. Un po’ come sua
madre e suo
padre: entrambi agenti segreti, con la stessa passione per il loro
lavoro.
Harm
e Mac erano
fenomenali assieme! Entrambi brillanti e intelligenti, si completavano
a
vicenda. L’istinto di Rabb trovava sempre conferma nella riflessività
del
colonnello, mentre l’intransigenza di Mac era smorzata
dall’imprevedibilità di
Harm. Erano sempre in sintonia, anche quando sembrava il contrario. Ma
allo
stesso tempo erano anche in competizione e questo non faceva altro che
evidenziare maggiormente le eccellenti qualità di entrambi.
L’ammiraglio
Chegwidden si era trovato due ottimi elementi, per la sua squadra! I
migliori.
Clayton,
tuttavia, non
riusciva a capire Harm. Si era mai accorto dei sentimenti della sua
collega e
amica? Per quale ragione continuava a trovarsi donne completamente
inadatte a
lui, quando aveva accanto quella giusta? Era
certo che anche il capitano Rabb provasse dei sentimenti per Mac. Se
fino ad allora avrebbe anche potuto dubitarne, la reazione
dell’ufficiale al
sequestro della sua collega non gli aveva lasciato dubbi. Anzi! Gli
aveva fatto
addirittura sospettare che ci fosse dell’altro, tra quei due. Aveva
provato la
stessa sensazione anche poco prima, al telefono. La voce di Harmon Rabb
era
troppo affranta, per non fargli pensare che tenesse a Mac più di quanto
fosse
capace di ammettere anche con se stesso.
Webb
rifletté per un
attimo sulle implicazioni di quella considerazione: se davvero Rabb
amava la
donna che Palmer aveva rapito, certamente non si sarebbe tenuto in
disparte
durante la caccia all’uomo. Avrebbe preteso di parteciparvi. Se non,
addirittura, di consegnarsi nelle mani del rapitore senza pensare alle
conseguenze. Considerato il suo spirito ribelle e sempre pronto
all’azione, non
avrebbe esitato un attimo. E questo, per Webb e i suoi uomini, avrebbe
significato complicazioni.
Complicazioni con la “C” maiuscola.