Capitolo 18
Clark
Palmer guardò il
foglietto che Sarah MacKenzie gli aveva appena consegnato. Vi era
scritto il
messaggio per Rabb. Quello che gli avrebbe fornito la prova che la sua
donna
era ancora viva. Lo
lesse attentamente,
cercando di scoprire eventuali significati reconditi. Conosceva
l’intelligenza
del colonnello e non la sottovalutava. La donna avrebbe potuto cercare
di
trasmettere un messaggio in codice al suo uomo, per fornirgli qualche
indizio
su dove si trovasse.
Era
stato indeciso
fino all’ultimo se rivelarsi a lei oppure tenerla all’oscuro della sua
identità. Ma poi, il piacere della sfida, aveva prevalso sulla
cautela. Trovava sempre estremamente
eccitante mettere alla prova l’intelligenza del suo avversario,
chiunque fosse,
per poi coglierlo di sorpresa e dimostrargli la sua superiorità. E
godere
dell’espressione dell’altro, quando si rendeva conto di essere stato
battuto.
Ne traeva un piacere quasi fisico.
Solo
Rabb era sempre
riuscito a spiazzarlo. Era per questo motivo che l’odiava tanto! Lui
era certo
d’essere migliore, più astuto e più intelligente di
quell’avvocato-pilota che
si credeva tanto un dio! Eppure, fino a quel momento, quel maledetto
aveva
sempre avuto la meglio. Ma sarebbe stata l’ultima volta... Di questo,
Rabb poteva
starne certo!
Rilesse
ancora una
volta il messaggio.
“Ricordi dov’eravamo quando mio padre mi chiese dove ti avevo incontrato e io risposi in un giardino di rose?”
Palmer
cercò di mettere a fuoco quello che sapeva dell’incontro tra il
colonnello e il
capitano: l’ammiraglio li aveva presentati a Washington, appena dopo la
cerimonia per la consegna della medaglia al valore a Rabb, anni prima.
E
proprio lì aveva lasciato un messaggio per il capitano, certo che al
primo
indizio fasullo che gli avrebbe fornito, lui sarebbe andato anche lì a
cercare
la sua donna.
Aveva
previsto tutte
le sue mosse. Mai sottovalutare l’avversario, era il suo motto! E Rabb
era un
avversario che non doveva essere assolutamente sottovalutato.
Il
suo indizio sarebbe
stato: “Cercami dove ci siamo incontrati”.
Solo
cinque semplici
parole. Ma che potevano avere ben due significati.
Che lo avrebbero condotto al “giardino delle
rose”, come, a quanto sembrava, i due innamorati amavano definire il
luogo del
loro incontro, oppure fino in California, dove c’era la sede, oramai
abbandonata, della Brudenhurst Corporation. Il luogo del SUO incontro
con Rabb.
Sorrise
soddisfatto
all’idea di sapere Rabb che girovagava a destra e manca per cercarlo. E
più non
lo trovava, e non trovava la sua donna, più avrebbe desiderato
trovarlo! E lui
sarebbe stato pronto ad accoglierlo, appena si fosse ritenuto
soddisfatto di
averlo fatto penare a sufficienza e gli avesse detto dove raggiungerlo.
Rilesse
un’ultima
volta il biglietto che aveva tra le mani, senza cogliervi nessuna
stranezza. La
frase sembrava un’innocua banalità tra innamorati… Probabilmente, in
occasione
di quella domanda, si erano trovati in qualche luogo strano, speciale,
che nel
loro cuore di teneri amanti aveva acquistato un significato
particolare. Il
colonnello lo riteneva una prova sufficientemente intima per essere
sicura che il
suo uomo avrebbe capito che lei era ancora viva.
Sarah
stava osservando
Palmer col cuore in gola. Sperò ardentemente di essere riuscita nel suo
intento. Non si aspettava certo che lui non si ponesse degli
interrogativi sul
messaggio che aveva pensato per Harm, ma le sembrò che lo rileggesse
con troppa
attenzione.
Formulò
mentalmente
una preghiera, affinché il significato nascosto di quella frase
passasse
inosservato e quando vide Palmer prendere in mano il cellulare e
comporre un
numero, capì che la sua preghiera era stata esaudita.