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Autore: Alexandra_ph    12/02/2012    1 recensioni
Questo racconto è la continuazione di Fly with me ed è stato scritto nella primavera del 2003.
A quei tempi la mia ispirazione procedeva in direzione diversa rispetto alle puntate della 7a stagione che stavano trasmettendo (forse perchè erano puntate ben poco shipper...) e così ne venne fuori una "storia parallela", che seguì la sua strada...
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Fly with Me'
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Capitolo 18


 

Clark Palmer guardò il foglietto che Sarah MacKenzie gli aveva appena consegnato. Vi era scritto il messaggio per Rabb. Quello che gli avrebbe fornito la prova che la sua donna era ancora viva.  Lo lesse attentamente, cercando di scoprire eventuali significati reconditi. Conosceva l’intelligenza del colonnello e non la sottovalutava. La donna avrebbe potuto cercare di trasmettere un messaggio in codice al suo uomo, per fornirgli qualche indizio su dove si trovasse.

Era stato indeciso fino all’ultimo se rivelarsi a lei oppure tenerla all’oscuro della sua identità. Ma poi, il piacere della sfida, aveva prevalso sulla cautela. Trovava sempre estremamente eccitante mettere alla prova l’intelligenza del suo avversario, chiunque fosse, per poi coglierlo di sorpresa e dimostrargli la sua superiorità. E godere dell’espressione dell’altro, quando si rendeva conto di essere stato battuto. Ne traeva un piacere quasi fisico.

Solo Rabb era sempre riuscito a spiazzarlo. Era per questo motivo che l’odiava tanto! Lui era certo d’essere migliore, più astuto e più intelligente di quell’avvocato-pilota che si credeva tanto un dio! Eppure, fino a quel momento, quel maledetto aveva sempre avuto la meglio. Ma sarebbe stata l’ultima volta... Di questo, Rabb poteva starne certo!

Rilesse ancora una volta il messaggio.

Ricordi dov’eravamo quando mio padre mi chiese dove ti avevo incontrato e io risposi in un giardino di rose?” 

Palmer cercò di mettere a fuoco quello che sapeva dell’incontro tra il colonnello e il capitano: l’ammiraglio li aveva presentati a Washington, appena dopo la cerimonia per la consegna della medaglia al valore a Rabb, anni prima. E proprio lì aveva lasciato un messaggio per il capitano, certo che al primo indizio fasullo che gli avrebbe fornito, lui sarebbe andato anche lì a cercare la sua donna.

Aveva previsto tutte le sue mosse. Mai sottovalutare l’avversario, era il suo motto! E Rabb era un avversario che non doveva essere assolutamente sottovalutato.  

Il suo indizio sarebbe stato: “Cercami dove ci siamo incontrati”.

Solo cinque semplici parole. Ma che potevano avere ben due significati.  Che lo avrebbero condotto al “giardino delle rose”, come, a quanto sembrava, i due innamorati amavano definire il luogo del loro incontro, oppure fino in California, dove c’era la sede, oramai abbandonata, della Brudenhurst Corporation. Il luogo del SUO incontro con Rabb.

Sorrise soddisfatto all’idea di sapere Rabb che girovagava a destra e manca per cercarlo. E più non lo trovava, e non trovava la sua donna, più avrebbe desiderato trovarlo! E lui sarebbe stato pronto ad accoglierlo, appena si fosse ritenuto soddisfatto di averlo fatto penare a sufficienza e gli avesse detto dove raggiungerlo.

Rilesse un’ultima volta il biglietto che aveva tra le mani, senza cogliervi nessuna stranezza. La frase sembrava un’innocua banalità tra innamorati… Probabilmente, in occasione di quella domanda, si erano trovati in qualche luogo strano, speciale, che nel loro cuore di teneri amanti aveva acquistato un significato particolare. Il colonnello lo riteneva una prova sufficientemente intima per essere sicura che il suo uomo avrebbe capito che lei era ancora viva. 

Sarah stava osservando Palmer col cuore in gola. Sperò ardentemente di essere riuscita nel suo intento. Non si aspettava certo che lui non si ponesse degli interrogativi sul messaggio che aveva pensato per Harm, ma le sembrò che lo rileggesse con troppa attenzione.

Formulò mentalmente una preghiera, affinché il significato nascosto di quella frase passasse inosservato e quando vide Palmer prendere in mano il cellulare e comporre un numero, capì che la sua preghiera era stata esaudita.

 

  
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