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Autore: Pachiderma Anarchico    12/02/2012    2 recensioni
Stefan e Tayler se ne sono andati con il vampiro Originale Klaus, facendo perdere le loro tracce.
Ma un'altro nemico minaccia il mondo di Elena.
E mentre il soprannaturale si prepara a una guerra senza esclusioni di colpi,
anche il cuore di Elena dovrą decidere da che parte stare.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono gocce di memoria 
Queste lacrime nuove 

Siamo anime in una storia 
Incancellabile 
Le infinte volte che 
Mi verrai a cercare nelle mie stanze vuote...
(Gocce di Memoria - Giorgia)


 



La sera tinse di nero il cielo.  Neanche una stella illuminava la massa scura della notte.
Camminavano da pił di un'ora senza risultato.
Alaric, Bonnie e Elena avevano il fiatone.
Caroline si guardava intorno distrattamente.
Alexia sbuffava spesso e Zara continuava silenziosa.
Damon stava vicino a Elena, ma camminava pił velocemente e pił agilmente di lei.
-Possiamo provare domani.-
Azzardó Bonnie, non convinta.
-Angie potrebbe essere dovunque. Perchč non č tornata quando la luna piena č passata?!-
Zara si stava alterando. Non amava fare cose che non portavano a niente.
-Sei silenzioso.-
Elena non aveva bisogno di parlare a voce alta perchč Damon era a pochi centimetri di distanza.
-Stavo pensando.-
Elena non voleva sembrare invadente, ma la domanda uscģ spontanea.
-A cosa?-
Damon tentennó.
-Alla pił grande..-
Un urlo lacerante squarció il silenzio del bosco.
Zara e Alexia irrigidirono il corpo, Bonnie e Caroline si girarono di scatto, Alaric afferró una delle sue pistole lancia-paletti puntandola nell'oscuritą e Damon strinse in una presa ferrea il polso di Elena, che si fermó di colpo. Tutto questo in meno di due secondi.
-Cos'č stato?-
Caroline spalancó gli occhi, facendo qualche passo, cercando di vedere qualcosa.
-Scommetto niente di buono.-
Rispose di rimando Alaric.
-Alexia.-
Damon scandģ piano il nome della vampira che, pił rigida degli altri, teneva lo sguardo fisso in un punto preciso tra la vegetazione che s’noltrava ancora pił in profonditą nel bosco.
Sembrava smarrita, con gli occhi immobili e persi nel vuoto, completamente ferma.
-No-
Si poteva vedere la paura negli occhi scuri di Zara.
-No Alexia. Ritorna.-
-Cosa succede?-
Bonnie era sospettosa, si fece avanti, dura ma Zara la spinse bruscamente indietro.
-Allontanati! Alexia, č morto.-
Damon alzó le sopracciglia strabbuzzando gli occhi, cogliendo lo sguardo confuso di Elena.
-Alexia lui non c'č pił.-
Zara cercava di mantenere la voce ferma, ma un terrore improvviso le attanagliava lo stomaco.
Alexia non dava segno di volersi muovere.
Caroline tiró Bonnie ancora pił indietro e Alaric, perplesso, teneva alta la pistola.
Alexia ad un tratto si mise a correre pił velocemente di quanto avesse mai fatto, senza pensare a niente, senza voltarsi neanche per un secondo.
-No!-
Zara scomparģ nell'oscuritą della foresta, inseguendola.
Damon diede una rapida occhiata a Bonnie e Caroline.
-Seguimi-
Mormoró sbrigativo prima di scattare a sua volta.
-Rimanete insieme qualunque cosa succeda.-
Disse Alaric, con l'arma dritta davanti a sč, inoltrandosi nel fitto tra li alberi.
Damon si era avvicinato abbastanza da poter distinguere la figura sottile di Zara che correva dietro ad Alexia, chiamandola, cercando di raggiungerla, ma invano.
La vampira sembrava come ipotizzata, non sentiva ne vedeva niente, andava semplicemente avanti nell'oscuritą del bosco.
-Zara!-
Damon era quasi accanto a lei.
Si muovevano agili e veloci, senza rallentare il ritmo neanche per un secondo, e nonostante Damon fosse uno dei vampiri pił veloci e Zara non aveva dato segno di essere da meno, non riuscivano a raggiungere Alexia, che sembrava mossa da qualcosa pił forte.
Saltó prontamente sopra un tronco caduto e cambió in un attimo direzione, andando verso sinistra, correndo in automatico.
-Cosa sta..-
Damon ansimó e si fermó di botto con Zara accanto, che iniziava a stancarsi.
Alexia era pochi metri davanti a loro ma non li vedeva, perchč rimaneva girata verso il buio dinnanzi a lei, con i muscoli come bloccati, senza emettere alcun suono.
Damon spostava lo sguardo da una vampira all'altra, socchiudendo appena gli occhi. La prima, guardava l'altra come terrorizzata mentre l'altra rimaneva perfettamente immobile.
-Confuso?-
Una voce femminile, profonda e limpida, echeggiņ tra gli alberi, facendo tremare appena i rami.
Damon si giró di scatto, non vedendo niente.
Si voltó verso Zara pensando che lei fosse confusa quando lui, ma la vampira si era poggiata a un albero, testa, con una mano posata distrattamente sulla bocca, e gli occhi neri lucidi.
-Fai bene a esserlo.-
L'oscuritą prese forma intorno a un corpo che uscģ da essa. Un corpo slanciato e alto, dalla pelle diafana, avvolto da un vestito rosso sangue, lungo fino alle caviglie, che lasciava scoperte le braccia snelle e muscolose e parte della scollatura che pareva translucida.
I capelli, castano chiaro, erano mossi e si agitavano lievemente, come se il vento si muovesse solo intorno a lei.
Damon era spaventato, ma non per lui, ma per le persone intorno a lei, e anche se non conosceva quella donna, poteva capire benissimo, dalle reazioni della sua razza e da quelle della natura, dall'oscuritą che prende forma alla terra che rimbomba, che non poteva essere altro che..
-Buonasera bellezza. Io sono RosaSpina.-
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RosaSpina rivolse i suoi occhi verde chiaro con tinte pił scure dalle lunghe ciglia arcuate verso la sua ex seguace, parlandole tranquillamente con voce vellutata e ferma.
-Bloccala-
Alexia si giró lentamente verso Zara, dietro di lei, con gli occhi vuoti posati sul suo volto.
Zara contrasse i muscoli, ma alzó le mani, non volendo combattere contro di lei.
Ma prima che potesse far altro, Alexia le piombó come un felino alla gola.
Le due vampire caddero a terra.
Zara veniva graffiata da Alexia, sopra di lei, che sembrava a un tratto pił forte, intenta a portare a termine quello che le era stato ordinato.
Zara evitava i suoi colpi, ma non sarebbe riuscita a rallentarla ancora per molto.
Damon si mise involontariamente in posizione di attacco e, nell'indolente eleganza del suo corpo, si poteva avvertire la tensione crescere.
-Dam..-
Alaric spuntó attraverso gli alberi e le parole gli morirono in gola quando vide le due vampire a terra che lottavano silenziosamente e la donna avvolta da un alone di oscuritą e luce.
Guardó con la coda dell'occhio Damon e, notando i muscoli tesi, la schiena piegata in avanti e gli occhi azzurri fissi sulla figura davanti a lui che emanavno bagliori, abbassó lentamente l'arma.
-Umano molto intelligente.-
Un sorriso vivace tinse le labbra rosse e carnose di RosaSpina rivolto ad Alaric, che non sapeva cosa fare.
Voleva tornare indietro per avvisare Bonnie, Caroline e Elena di non avvicinarsi oltre, ma non poteva muoversi senza essere attaccato, in qualche modo, dalla strega.
-Rilassati Damon. Io voglio solo parlare con la ragazza.-
Damon ringió con quanto fiato aveva in corpo. Un rignhio cupo, secco, che scoprģ gli affilati canini bianchi.
RosaSpina usava un finto tono innocente, quello che aveva usato molte colte Katherine, ma il suo era pił terrificante, e riverberava nell’aria.
-Ah gią, dimenticavo.-
Gli occhi della strega saettarono tra gli alberi -Č qui vero? La sento.-
-Ah!-
Zara emise un debole grido e Alaric si voltó verso la vampira, ma non Damon, che non distoglieva lo sguardo da lei.
-Iniziamo a usare toni meno formali che ne dici?- si avvicinó con passo leggero e noncurante verso Damon, che la seguiva con lo sguardo. Non si sentiva neanche un passo, era come se volasse e danzasse nello stesso tempo, mentre stava solo camminando.
-Chiamatemi pure Rosalia- spostó lo sguardo sul corpo di Damon prima di tornare a guardarlo -Allora…La Gilbert dov'č?-
-Elena non si tocca.-
Il tono tagliente, sicuro e sfacciato di Damon fece sorridere nuovamente Rosalia.
-Elena, il centro di tutto.-
Sembrava pensierosa e parlava persa nel suo filo logico.
-Il centro di cosa, esattamente?-
Alaric parlava piano, ma non esitņ. La voglia di sapere era troppo forte.
Rosalia spostó lo sguardo verso di lui guardandolo come se si fosse scordata della sua presenza.
-Ma come di cosa?- Fece finta di sorprendersi -Alexia non ve lo ha detto??-
Alexia non fece niente quando venne pronunciato il suo nome, tranne bloccare Zara contro un albero.
-Il centro di cosa.-
Damon marcó ogni parola lentamente, cercando di mantenere la calma.
-Della Guerra dei Due Mondi.-
Rosalia era tornata seria, studió Damon soppesando l'intensitą del suo sguardo, per poi aggiungere -Non sai cos'č, vero? Di questi tempi ti assicuro che č molto meglio non sapere.-
-Io non lo so- Le parole uscivano taglienti e sferzanti dalle labbra del vampiro -Ma lo scopriró. Stanne certa.-
Qualcos'altro aveva catturato gli occhi verdi della strega.
Qualcosa che Damon cercava disperatamente di proteggere.
Lentamente si giró.
-Elena-
La voce della strega era allegra e limpida.
Bonnie e Caroline, poco dietro di Elena, avevano il fiatone e la prima si era piegata per respirare.
Elena socchiuse impercettibilmente gli occhi, mormorando -RosaSpina-
La Mutaforme fece un passo verso di lei, ma prima che il tacco dorato potesse toccare il terreno coperto da terra e radici, Bonnie e Caroline le si erano gią parate davanti e Damon impediva il passaggió con il suo corpo elegante e pericoloso.
-Oh ragazzi... Ma quanto capirete voi vampiri che non potete opporvi a me? Sono troppo forte.-
-Non c'č nessuno abbastanza forte da poter sfiorare Elena sotto i miei occhi e passarla liscia.-
Damon, imperturbabile, emise un debole sibilo, come un avvertimento.
-Ah! L'amore.. Eh Damon? Quando č potente, puro, vero, raro, soprattutto. Mi fai venire in mente cose che pensavo di aver sotterrato nei meandri del tempo,  ma attento, perchč per un vampiro, l'amore č la pił grande debolezza, e nel tuo caso, una potente.-
Rosalia continuava a guardare Damon mentre parlava.
-Elena, o vieni avanti tu, o vengo io, e travolgerņ ogni vampiro, lupo, strega o umano che troveró sul mio cammino.-
-Anche ibridi?-
Il coraggio sfacciato di Elena provocó in Rosalia una leggera risatina echeggiante, come una collana di perle che si sgrana su un parquet.
-Si cara, soprattutto ibridi.-
Alexia tratteneva Zara per la gola, che respirava con rantoli smorzati.
-Dov'č..Angie..-
Riuscģ a dire con voce roca.
-La licantropa, giusto!-
Rosalia schioccó le dite, chiamando due nomi, calma.
-Skayler, Myah!-
Due vampire dalla carnagione bronzea e i capelli color del sole affiorarono dall'oscuritą.
Le braccia snelle e rassodate fecero avanzare una figura piccola ed esile, con una chioma arancione con strature pił scure.
-Angie!-
Zara si era liberata dalla stretta al collo di Alexia, e iniziava davvero a stancarsi. La vampira bionda la teneva dalle braccia, con una forza che non sapeva possedere.
Alaric, che fino ad allora era stato in perfetto silenzio, cercó di uscire da quella situazione indenne.
-Potresti lasciarla andare. Potresti lasciar perdere tutto. Per qualsiasi cosa ti stia battendo, qualunque cosa Klaus ti abbia fatto, perchč ho l'impressione che non vi stiate tanto simpatici, puoi ritornare da dove sei venuta e continuare a vivere, senza rischiare e..-
Ma che cosa stava dicendo? Stava blaterando frasi senza un filo logico contro una creatura che Dio sa quali Poteri aveva.
Rosalia alzó le sopracciglia sottili.
-Siamo sull'orlo della guerra e tu, vorresti trovare una soluzione diplomatica?-
Fece un verso di sorpresa -Basta, mi sono seccata di tutto questo parlare, passiamo ai fatti.-
L'ombra di un sorriso curvó un lato delle labbra purpuree.
Rosalia schioccó nuovamente le lunghe dita bianche e le due vampire che tenevano Angie la buttarono da un lato e si lanciarono contro gli avversari.
Caroline interccettó la vampira che si chiamava Skyler che si era scagliato su Bonnie, i cui poteri sembravano non avere alcun effetto.
Le due vampire rotolarono insieme nella terra bagnata e nelle foglie.
Alaric sparava pallottole all'impazzata ad altri vampiri che sembravano usciti dal nulla dietro di lui, e lanció una bomba alla verbena a Bonnie, che ne colpģ uno che stava per attaccare alle spalle Caroline, impegnata a non farsi dilaniare la pelle da Skyler, con le unghie laccate di azzurro conficcate nella sua spalla.
Myah si tuffó, cerando di afferrare la gola di Damon, che si abbassó all'ultimo secondo, facendo cadere la vampira sulle gambe davanti a lui. Un'altra bomba alla verbena la colpģ quasi ad una gamba, e si gettó di lato per evitarla.
Myah, con gli occhi di un rosso mattone che luccicavano, rivolse un diabolico sorriso a Damon, lontano per aver schivato il suo assalto, e scattó in avanti per raggiungere Elena, che indietreggió con un grido strozzato. Quei vampiri erano i pił veloci e i pił decisi che la ragazza avesse mai visto.
Era a un passo dalla sua gola, scoperta per via della camicetta sbottonata, quando Damon la prese per la vita sbattendola a un albero.
Sul braccio di Myah comparve l'ombra di una botta ma la vampira si alzó appena il suo corpo toccó la corteccia, ringhiando follemente.
Bonnie si teneva in disparte e recitava convulsamente incantesimi e formule che non funzionavano. Erano solo parole al vento, sommerse e cancellate da ringhi, grida e botte.
In tutto quel trambusto Rosalia era rimasta perfettamente ferma, guardando la lotta con estrema superficialitą, con un fastidioso, perenne sorriso sulle labbra.
Zara era ancora bloccata da Alexia, che reagiva come un'automa e Angie era debole, difatti zoppicava, ma andó vicino Bonnie per cercare di difenderla.
Un vampiro grosso e dalla carnagione scura cercó di attaccare Elena, ma Damon, con i muscoli tesi e gli aapuntiti canini scoperti, gli squarció la pelle del collo prima che potesse solo toccare il braccio di Elena, che si buttó ancora pił indietro.
Stavano facendo tutti qualcosa per uscire da quella situazione, solo lei stava ferma in attesa di essere attaccata o salvata, e questo la faceva sentire inutile.
Caroline, mentre schivava un pugno di Skyler, si giró di scatto verso Bonnie, che, rinunciando a pronunciare incantesimi, le restituģ il cenno d'intesa, proprio quando tutti gli avversari tirarono fuori dei pugnali completamente bianchi.
Tra la lama e l'impugnatura vi era incastonata una pietra rossa, probabilmente un rubino, a forma di rombo.
I pugnali avevano la lama candida e brillante, con una punta pił che appuntita.
Damon li riconosceva, Alexia li aveva presentati la seconda volta che si erano incontrati, nel bosco, e sicuramente non per caso.
Aveva detto che con un solo tocco la morte sarebbe stata un sollievo.
-Portala via!-
Bonnie si teneva la testa, forse avvertendo il Potere che emanavano.
Damon, in meno di un secondo, aveva afferrato Elena dalla vita, e stava correndo alla velocitą della luce per uscire da quell'intreccio di alberi.
Avrebbe giurato che qualcuno, uno qualunque di quei vampiri senza cuore, li stesse seguendo, ma si ritrovarono soli quando uscirono scoperti alla luce argentea della luna.
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Elena era rimasta aggrappata con tutte le sue forze al collo del vampiro, ma appena si fermarono aprģ gli occhi e barcollando scese.
Damon si guardava nervosamente intorno.
-Non possiamo andare a casa stanotte.-
Non era una domanda, era un'affermazione infatti, due secondi dopo aveva aperto lo sportello del fuoristrada nero e la guardava.
-E gli altri?-
Elena emise poco pił di un bisbiglio, ma da cui si avvertiva la preoccupazione.
-Non mi interessa degli altri adesso, voglio solo portarti lontano da qui.-
Elena comprese che era inutile ribattere, perchč quegli occhi di ghiaccio, brillanti nella notte, non ammettevano rifiuti.
Salģ in macchina e si allacciņ la cintura mentre Damon era gią sul posto di guida e aveva svegliato bruscamente il motore.
Un attimo dopo sfrecciavano per la strada principale che portava fuori da Mystic Fall's.
L'oscuritą si estendeva ovunque ricoprendo ogni cosa con il suo tocco, rendendo tutto una massa indistinta di profili.
Elena si giró verso Damon, che teneva le mani ferme sul volante, rigido e fermo.
Andavano quasi a 100\h
-Cosa dobbiamo fare?-
Era strano rompere quel fitto silenzio, ma l'ansia cresceva dentro di lei.
-Io...Non lo so-
Elena emise un sospiro carico di tensione.
-Sappiamo che sono vampiri forti, sappiamo che quella č una Mutaforme potente ma non sappiamo quanto, e potrebbe avere anche dei licantropi dalla sua parte. Quei pugnali sono una cosa che non avevo mai visto fino all'altra sera e non ho idea di dove si siano cacciati Tayler e quel deficiente di mio fratello e se sanno di tutto questo.-
-Se lo sa Klaus, vuoi dire?-
Nominarlo le accresceva ancora di pił la preoccupazione.
Damon teneva gli occhi sulla strada, ma gli si leggeva in faccia che voleva sapere di pił.
-Visto come si sono comportate Alexia e Zara stasera? Una sembrava in una specie di trance e la seconda sapeva esattamente cosa le stava accadendo. Loro sapranno dirci qualcosa in pił.-
-Loro sanno di pił.-
Nel modo in cui distinse le parole, Elena era sicura che avrebbe spremuto le due vampire fino a quando non ne avrebbe ricavato qualcosa di utile.
Non sapeva da quando erano in auto ma era sicura di non essere pił a Mystic Fall's.
Vedeva in lontananza un piccolo paese su una collina che si avvicinava, con case e luci.
La strada si fece pił piccola e in salita.
-Dove stiamo andando?-
Di sorprese ne aveva avuto a sufficienza quel giorno.
-Al Crystal River, č quel paesino lassł.-
Elena si abbandonó sul sedile in pelle nera, rilassando la schiena.
-Solo un anno fa, le mie pił grandi preoccupazioni erano arrivare a fine anno con la sufficienza, frenare Caroline e la sua mania dei ragazzi, guardare scettica Bonnie quando diceva che poteva fare cose strane, lasciare Matt cercando comunque di rimanergli amica. Mentre adesso..Adesso devo trovare il modo di non farmi ammazzare da una strega psicopatica, di arrivare a riavere lo Stefan di prima, di capire dove č finito un licantropo, di scegliere una vita migliore per mio fratello perchč io non posso farlo, e sfuggire a un Antico che vuole il mio sangue per creare esseri metą vampiri e metą lupi.-
Elena stava sussurrando, e una lacrima calda e lucente le bagnó la guancia sinistra.
Damon rimase a osservarla in silenzio, mentre rallentava la velocitą dell'auto entrando nelle strette e tortuose strade del paese.
-Un umano in questo mondo era..Sconosciuto, prima di me. Anche se sono una doopelgangher sono umana, troppo umana.-
-Elena- Damon spense il motore e parló con voce sommessa, ma decisa. -Tu sei la persona pił forte che abbia mai conosciuto. Si entra a far parte di tutto questo perchč diventi un vampiro, con il sangue della tua amata nelle vene e tuo padre che ti spara perchč preferisce vedere morti i suoi figli invece di accettare la realtą, perchč per un attacco di rabbia hai svegliato la licantropia, perchč scopri di avere dei poteri magici che non puoi reprimere- per un attimo rimase con lo sguardo reso scuro dalla penombra, perso per le piccole case che accostavano la strada. -Il punto č che nessuno era rimasto cosģ tanto tempo vivo.-
Marcó l'ultima parola, enfatizzandola. Indagó l'espressione di Elena, avvicinando il viso al suo, dove un'ombra di turbamento ne oscuró gli occhi.
Elena chiuse gli occhi, sentendo il respiro freddo del vampiro sul suo viso, e quel delicato aroma caratteristico di Damon, di cui non riconosceva mai la somiglianza con niente, ma che adorava.
-Cos č la cosa che ti spaventa di pił?- le disse in un sussurro inespressivo.
Elena aprģ gli occhi, e come previsto, poteva scorgere l'azzurro brillante nei suoi occhi resi neri dalla mancanza di luce, la pelle candida che rifletteva i raggi argentei della luna, rendendola eterea.
Gli occhi sembravano cerchiati di nero e le labbra piene e sensuali di rosa antico.
Lo fissó intensamente, perdendosi nella profonditą di quegli occhi, che a volte sembravano indifferenti e freddi e a volte tanto meravigliosi quanto complessi da leggere, e imprimendo nella memoria la bellezza sfacciata del suo viso, che ogni volta le sembrava come la prima volta.
Senza timore, rispose continuando a guardarlo.
-Mi spaventa quello che provo.-
Damon si morse le labbra e abbassó lo sguardo.
-All'inizio era Stefan che mi portava le ragazze per nutrirmi. Anche dopo la trasformazione io mi rifiutavo di alimentarmi come si deve.- Alzó di nuovo gli occhi sul viso di Elena, che lo ascoltava ormai persa nel suono avvolgente della sua voce.
-E all'inizio mi rifiutavo, ma poi.. Stefan inizió ad essere irremovibile, e io irremovibilmente testardo.- Accennó un sorriso ma negli occhi Elena poteva scorgere una punta di malinconia.
-Credo che volesse usare il metodo di mio padre per domare i cavalli. Non gli dava cibo fino a quando non tiravano pił le redini e non si ribellavano, facendosi cavalcare. Evidentemente andavo domato.-
Damon usó un tono neutrale, e la malinconia scomparve dai suoi occhi.
Elena non sapeva quando tempo fossero stati vicini, con gli sguardi e i respiri persi gli uni negli altri, nel silenzio della fuoristrada e nella pace del paese, da cui alle volte provenivano solo voci lontane.
Elena gli sfioró con l'indice il contorno delle labbra.
Damon le prese la mano e le bació dolcemente la punta delle dita.
Ma non c'era niente di dolce nel suo volto.
Gli occhi erano intensi e provocanti, le labbra sensuali e seducenti, i capelli neri riflettevano la luna, provocando sfumature bluastre. Nel complesso non c'era niente, niente di rassicurante, innocente o dolce, ma si poteva leggere il desiderio in ogni respiro.
Elena distolse a fatica gli occhi dai suoi per rivolgerli alle labbra, sempre, terribilmente, pericolosamente vicine.
-Ah- Con un gemito Damon si tastó il fianco destro, e alzandosi la maglietta nera, scoprģ uno strano simbolo nero che risaltava sulla pelle immacolata.
Alzó le sopracciglia e con una smorfia aprģ la luce della macchina.
-Questo sembra il simbolo dell'infinito.- bisbiglió Elena, stranita.
Era vero.
Impresso sulla chiara superficie della pelle del vampiro si poteva distinguere un cuore, e a mo' di lato destro il simbolo dell'infinito.
-E questo cos č..-
Le parole le morirono in gola quando capģ che quello che sottili gocce che adornavano quella parte di simbolo erano gocce di sangue, anch'esse nere.
-Ti fa male?-
Elena scorse sgomento sul viso di Damon.
-Pizzica..Ma sta andando a scemare.-
Elena alzó lentamente una mano e con l'indice andó a calcare leggermente i contorni di quello strano disegno.
Appena la pelle toccó la "macchia" nera, un improvviso bruciore, le percorse il dito.
Lo ritiró di riflesso, osservandoselo alla luce.
Ma non c'erano segni visibili.
-Hai sentito qualcosa?-
La voce di Damon era sospettosa, ma non preoccupata.
-Si, appena un attimo..-
Elena non sapeva cosa dire, e dal silenzio di Damon comprese che neanche lui sapeva molto.
-Vieni con me.-
Damon scese dall'auto, sbrigativo.
Elena fece lo stesso e lo seguģ fino a un piccolo hotel li vicino.
L'ingresso era pulito e tutta la stanza calda.
Il bancone in ciliegio rivelava una grande cura nel lucidare i mobili e dietro a esso mensole di vetro ospitavano bottiglie dalle pił svariate forme e dimensioni.
Il tappeto rosato rendeva pił accogliente la stanza. C'erano piccole crepe nel muro nonostante sembrava stato pitturato da poco.
Una donna dal viso tondo e roseo uscģ da una porta nascosta e si avvicinó, sorridendo.
Alcuni ricci castani le sfuggivano alla fascia blu che portava sulla testa e nonostante l'ora tarda appariva sveglia e arzilla.
-Cosa posso fare per voi?-
La voce era profonda ma allegra, e scrutó prima Damon con un guizzo negli occhi color quercia e poi Elena, sorridendo appena.
-Una stan..-
-Due comunicanti-
Damon non le permise neanche di finire, squadrandola col dire che aveva cose ben pił importanti che lasciarle indovinare la sua vita sentimentale.
La donna prese due chiavi da uno sportellino in basso e gliele porse, soppesandolo con lo sguardo.
Appena il freddo metallo toccó la mano di Damon, lui fece un breve cenno a Elena e salirono su per le scale a chiocciola che portavano ai piani superiori.
C'erano vasi verde petrolio con fiori colorati che si alternavano a veri e finti, e alcune porte erano pił scolorite di altre.
La stanza che aveva dato loro la signora era la seconda di un secondo corto corridoio, che ne ospitava altre tre.
Damon infiló veloce la chiave nella toppa di ottone e fece entrare Elena prima di richiudersi la porta alle spalle.
Premette automatico l'interruttore della luce e si trovarono immersi in una piccola stanza con un letto singolo dalle semplici coperte di cotone bianche, accanto a quest'ultimo c'era un comodino con una lampada in vetro al di sopra e dei cassetti, accanto una porta laccata che doveva condurre al bagno, una toilette in legno con un lungo specchio dalla cornice dorata attaccato sopra. Un armadio a due ante era situato accanto a una porta finestra per un balconcino che dava sulla campagna dietro l'edificio.
Tutto al di fuori era immerso nel buio.
Damon, in silenzio, diede la seconda chiave a Elena che subito giró la maniglia di un'altra porta al centro tra la toiletta e l'armadio e si inoltró in un altra stanza, grande come la prima, ma con un letto matrimoniale di fronte, e i comodini erano due, altrimenti era esattamente uguale alla stanza con cui comunicava.
Elena uscģ dalla porta che nel corridoio era vicina a quella di Damon.
-Credo che per stanotte ci dovremmo accontentare.-
Damon si guardó il simbolo scuro allo specchio e Elena si avvicinņ.
-Cosa puó significare?-
La ragazza non capiva, eppure era come se quel tatuaggio la allontanasse e la attraeva allo stesso tempo.
Damon scosse mesto la testa.
Uno squillo.
Elena si ridestó brusca da quel silenzio e prese il cellulare dalla tasca del jeans.
Rispose senza leggere neanche il nome sul display.
-Pronto?-
-Elena!-
-Bonnie!
-Dove sei?-
Elena si mise a camminare nervosamente per la stanza.
-Sto bene, stiamo tutti bene, siamo a casa Salvatore ma tu rimani dove sei.
Non č ancora sicuro. Aspetta, ma dove sei?-
Si capiva il sospetto nella voce dell'amica.
-Sto bene Bonnie, credimi- Elena aggrottó le sopracciglia quando vide riflessa l'immagine del fianco destro di Damon -Cosa significa quando il simbolo dell'infinito completa un cuore da cui gocciola del sangue?-
Bonnie rimase in silenzio per un po', prima di parlare.
-Dovrei vederlo per esserne sicura.-
-Chiudi e ti mando una foto.-
Elena fece voltare Damon.
-Posso?-
Senza guardarlo scattó una foto al simbolo e la invió a Bonnie.
Ci vollero dei buoni minuti prima che la strega rispondesse:

-Il simbolo dell'infinito significa quello che dice il nome nella sua forma classica: Infinito. Ma il fatto che completi un cuore che significa sempre Amore, sommati al sangue che lo adorna, che potrebbe significare: Tradimento, Sacrificio, Inganno o Passione, non sono sicura di niente.
Il secondo cerchio dell'infinito č pił piccolo di sotto, quindi potrebbe stare per: Infinito nell'Amore fraterno quindi fra due fratelli, che peró adorna un cuore a cui evidentemente sono legati entrambi, e il sangue apparirebbe come la passione o il tradimento per la passione.
Sii cauta.-

 
Dopo aver letto tutto d'un fiato il messaggio di Bonnie, Elena si accorse che Damon era in piedi accanto a lei e aveva gią finito.
-Hai capito cosa significa, vero?-
Elena avrebbe voluto non aver mai neanche lontanamente compreso quello che adesso si faceva strada nella mente e le feriva il cuore.
-Si- Gli occhi di Damon brillarono di consapevolezza -Mio fratello ci sta facendo uno scherzo-



EEEEOOOOH!
Ecco l'ottavo capitolo!
Grazie come sempre a chi legge la mia storia e alle mie due "Recensiste" personali e ormai fisse: _medea & _Love Bites_
Ci avevate creduto che Damon e Elena si baciavano ah? No, ancora no...Fatemi sapere cosa ne pensate....Novitą!
Nel commento sotto ogni capitolo d'ora in poi metterņ una parte del prossimo che non vi svelerą niente ma chiamerņ comunque SPOILER, cosģ tanto per accrescere di pił la curiositą...Si..Non ho niente da fare xD
Per il resto ancora grazie e continuate a seguirmi perchč ora arrivano le note dolenti.. ;)
Baci :*
Lux _Merien_




SPOILER
-No- la voce ridotta a un sibilo intriso d'ira -Io la soddisfazione di vedermi morire a questa Stronza non glieló data. Ogni giorno, guardandomi, dovrą soffrire anche lei, e ripensare, ricordare- lentamente si alzó -ripensare e ricordare a come mi ha rovinato la vita.-




Chi pronuncierą queste terribili parole e perchč??
Lo scoprirete domani!
;D
  
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