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Autore: sweet fairy    12/02/2012    7 recensioni
non sempre ciò che appare è semplicemente ciò che realmente è, come un paio di magnifici occhi ghiaccio non sono semplicemente quello che mostrano. Perché Cloes non sapeva, ma presto lo avrebbe imparato sulla sua pelle, che gli occhi di ghiaccio di Damon Salvatore erano un abisso di passione, pericolo e tentazione. Quando Cloe decide di uscire con Damon, ancora non sa che ha concesso un appuntamento alla morte, ma la morte si rivelava maledettamente dolce e sensuale, un mix difficile da sfuggire. Ma se a tutto questo aggiungi un affascinante ibrido, il destino sembra essersi letteralmente rivoltato contro di te. Si può cambiare il proprio destino? o ciò che è scritto così sarà? Si può sfuggire alla morte? ....sono Cloe e questa è la mia storia...
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo II . Nuove conoscenze

 


Ormai stavamo camminando da quasi 10 minuti, non vedevo l’ora di mettere qualcosa sotto i denti, eh si erano le 15.30 e del pranzo non c’era nemmeno l’ombra, così mi voltai verso un pub e con tanta felicità mi diressi all’interno.
- non vale stai barando - disse un ragazzo in lontananza.
- Io non ho fatto nulla, io , figlio del sindaco , non potrei mai fare una cosa del genere - rispose l'altro di fronte.
- ogni scusa è buona Ty - le disse l'altro dandogli una pacca sulla spalla.
- ragazzi su dai, state facendo solo una figuraccia, ci guardano tutti - ora stava parlando una ragazza un po’ simile a me , solo che lei aveva un colore di carnagione molto più scuro del mio.
 Mi stavo per avvicinare , ma quando capii che forse era troppo azzardato da parte mia, indietreggiai e nel voltarmi  mi scontrai con qualcuno.
- hey, sta attenta a dove metti i piedi - mi disse.
- Oh, scusami non volev….- questa volta mi scontrai con gli occhi di quel ragazzo insolente. Erano gli occhi più belli che avessi mai visto. Il mio sguardo percorse tutto il suo corpo, era insolente ma era di una bellezza sovrumana.
- cosa guardi ragazzina? - mi disse con un sorriso malizioso.
- nulla - non sapevo che dire, la sua bellezza mi aveva ammaliato.
Come? Aveva chiamato me “ragazzina”? ma chi si credeva di essere!
 Mi girai per dirgliene quattro, ma non lo trovai. Dove era andato? Pensai ,  ma qualcosa , anzi qualcuno , mi fece ritornare in me.
- Cloe, Cloe… hey piccola di papà cosa è successo? - era mio padre, che caro, per un momento si era preoccupato di me.
- si papi, tutto bene - gli dissi con tutta la dolcezza che era in me.
- signorina Watson, le presento mio figlio Tyler-
Il sindaco aveva interrotto quel momento magico che stavo vivendo con mio padre. Oh my god , il sindaco mi stava presentando suo figlio.
Mi accorsi che quel ragazzo era quello che prima stava giocando a biliardo.
- Piacere io sono Cloe Watson - lo fissai, aveva qualcosa negli occhi. Mah mi stavo fissando un po’ troppo con gli occhi.
- Piacere io sono Tyler Lockwood - mi disse sorridendo.
Che caro, pensai, poi il sindaco disse a Tyler che lui andava con mia madre e mio padre per fargli visitare l’appartamento e che sarebbe stato lui ad accompagnarmi più tardi.
- Si papà, non preoccuparti, la riporto io tra un’oretta alla villa - con dolcezza mi rivolse uno sguardo.
- Perché devo stare con te? - forse lo spiazzai con questa domanda, si vedeva dai suoi occhi.
- Ha detto di farti conoscere qualcuno, in modo che quando andrai a scuola non dovrai affrontare tutto da sola - mi disse tutto d’un fiato.
- ah, ok - mi limitai a dire.
- hey ty, non ci presenti la nuova amichetta ? -
Oddio era il ragazzo dal corpo sovrumano e dagli occhi ammalianti.
- oh Dam,  ti prego la fai scappare prima del previsto. - disse guardandomi.
- Nessuno è in grado di scappare da Damon Salvatore - mi disse avvicinandosi e porgendomi la sua mano.
- Cloe Watson - gli dissi guardandolo dritto negli occhi.
A scacciare quest’aria pesante ormai, fu una ragazza bionda, molto bella, e a lei si aggiunse la ragazza che prima stava parlando vicino al biliardo. La ragazza bionda era molto bella, somigliava ad una barbie in tutti i sensi, però da quello che avevo potuto fiutare, aveva un carattere molto  difficile e soprattutto si vedeva che era geloso del figlio del sindaco.
 Stavano insieme forse? L’avrei scoperto di sicuro.
- Oh, solo barbie mancava all’appello - disse Damon facendomi la linguaccia.
 Mi venne da ridere sentendo l’affermazione di … di… ah si Damon.
 
 
 
Passammo insieme quasi tutto il pomeriggio, mi spiegarono un po’ tutto, mi fecero conoscere alcune persone della scuola, erano molto dolci nei miei confronti, ma sapevo che quell’accoglienza calda e amichevole lo sarebbe stato solo per poco.
La mia mente catturata da una piccola suoneria di un cellulare, infatti, era il cellulare di Tyler.
- Si vengo subito, non preoccuparti - Ty staccò la chiamata si alzò e si diresse verso Damon. Gli stava dicendo qualcosa ma non riuscivo a leggere il loro labiale, maledetta me, pensai.
Mi si avvicinò con aria triste.
- Cloe, senti lo so che ora ce l’avrai con me, ma devo andare via subito, ho un problema - Ty cercava di scusarsi.
- non preoccuparti Ty, troverò la strada da sola - gli dissi un po’ triste.
- non preoccuparti, avrai per questo giorno il nuovo navigatore personale - cosa voleva ora Damon?.
Lo guardai perplessa, ma mi limitai ad un semplice sorriso.
Lui capì che non avevo compreso bene la situazione.
- oh, dai Cloe svegliati, ti riaccompagno io, farò questo sforzo proprio per non tenerti sulla coscienza. - stavo per ucciderlo ma guardandolo mi decisi a risponderlo più distaccata possibile.
- non preoccuparti signorino, la coscienza non te la rovinare per me - lo sentì ridere, ma mi accorsi che sul suo viso ormai era calata la rabbia.
Ma ci è o ci fa?
- beh, con te è difficile mantenere la calma, visto che sei un pallone gonfiato - mi misi con dispetto di fronte a lui.
Tutti cominciarono a ridere, tranne Tyler che ormai se n’era andato, chissà dove.
- ragazzina a te la decisione, io sto per andare via, se vuoi venire dovrai sopportare questo pallone gonfiato fino al tuo cortile, altrimenti ciao baby - gli avrei dato gentilmente un pugno sulla faccia.
- certo dai, mi fai comodo questa sera - lo sentii sospirare.
Lui non rispose, ma si vedeva benissimo che i nervi gli stavano per scoppiare, dopotutto aveva fatto 3 figuracce una dopo l’altra.
Salutai tutti e così facendo mi diressi con Damon per il lungo viale di fronte al Grill.

 

   
 
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