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Autore: Ron96    13/02/2012    3 recensioni
"Davvero non invecchierò? Davvero mi farà ringiovanire? Resterò giovane per sempre?"
"Davvero! Non vede?"
La contessa si guardò la mano. La pelle sembrava più giovane.
Una gioia feroce le si dipinse sul volto. Immerse le mani nella ferita della giovane vittima.
(Storia ispirata alla vita di Erzsébet Bathory)
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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"Ma devo proprio?"
"Sì, amore."
"Perché?"
"Non vuoi essere una buona sposa? Una buona madre?"
"Certo, ma..."
"Niente ma. Così tuo padre ha deciso, e così si farà"

Correva l'anno 1609.
Sieglinde era una ragazza come tante altre, la sua famiglia apparteneva alla nobiltà ungherese, e viveva in un piccolo paese di campagna, in una grande villa. Suo padre, il signor Hunding, era una persona estremamente protettiva. Non le permetteva di recarsi nel paese, o di passare troppo tempo fuori casa. Doveva essere costantemente osservata e curata. La madre invece era molto più dolce e aperta del padre, ma gli era costantemente sottomessa. Le parole del padre erano la legge.
Nell'ultimo periodo, Hunding aveva scoperto una scuola di educazione femminile. Dato che ne parlavano tutti benissimo, aveva iniziato a pensare di mandarci sua figlia.
Colei che la gestiva, una certa signora Bàthory, era  una giovane e avvenente contessa, che viveva in un castello non lontano dalla casa di Sieglinde.  Il padre la conosceva per motivi di lavoro, e di lei si fidava ciecamente.

Così, la giovane era partita. Due giorni in carrozza, una notte sotto le stelle, e poi il castello.
Un parco immenso circondava la reggia. Una sola, immensa foresta rimbombante di cinguettii regnava nel paesaggio.
Alte torri svettavano verso il cielo, ogni tanto, il grigio delle pietre era interrotto da ampie finestre.
Davanti al portone c'era un via vai di carrozze, di ragazze e di valigie.
Quando arrivò, un servo l'accolse con un sorriso sdentato. L'aiutò a portare dentro la valigia.

"Addio, padre."
"Ciao, amore. Ci vediamo tra sei mesi!"
"Va bene! Arrivederci!"
Sieglinde guardò la sua carrozza sparire all'orizzonte, salutando il padre con la mano.

"Signorina, volete seguirmi?"
Il sorriso del servo, non piacque per niente a Sieglinde. Era diverso da quello di prima, ma non sapeva che cosa ci potesse essere di differente.
"...ehm... certo!... credo..."
Il servo la prese per il braccio e l'accompagnò all'interno del castello.
Si ritrovò in un grande salone, le sue pareti erano occupate da grandi arazzi rossi. In fondo alla sala, un grande scalone, dopo essersi separato in due rami, uno che portava a destra e l'altro che portava a sinistra, conduceva ai piani superiori.
Sieglinde si avvicinò ad un grande dipinto. Su uno sfondo nero, raffigurava una giovane donna, seduta. Era pallidissima, spettrale. Era molto magra, quasi smunta, e irradiava una bellezza ultraterrena, accentuata da due grandi occhi neri, profondi.

Mentre stava osservando quell'opera, alle sue spalle di mosse un'ombra.
Una voce fredda come il ghiaccio,confortante ed inquietante al tempo stesso, la colpì.

"Benvenuta nel mio castello. Io mi chiamo Erzsébet. Tu devi essere la figlia di Hunding! Posso sapere il tuo nome?"
  
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