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Autore: Ca_mu    13/02/2012    2 recensioni
Alex era molto ansiosa quella sera...
Il rito dell'inquilino di sopra era sempre lo stesso,con lo sciacquone del bagno a scandire il tempo.
Lei lo sentiva trascinare le pantofole,pesanti.
Ma quella sera era proprio in ritardo...
Genere: Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un uomo metodico

Alex era molto ansiosa quella sera...
Il rito dell'inquilino di sopra era sempre lo stesso,con lo sciacquone del bagno a scandire il tempo.
Lei lo sentiva trascinare le pantofole,pesanti.
 Ma quella sera era proprio in ritardo...
Alex cominciò a pensare che gli fosse successo qualcosa di brutto, ed ebbe la forte tentazione di prendere il telefono e chiamare la polizia, i vigili del fuoco e l'ambulanza; ma dopo averci riflettuto sopra le sembrò un’ idea davvero scema.
Forse l'anziano signore del piano di sopra si era semplicemente addormentato prima, stavolta.
Mentre Alex cercava semplicemente di convincersi che il signor Raimondo stesse bene e che fosse tutto ok come sempre, le venne l'indiscreta idea di salire le scale ed andare a controllare di persona.
Il suo sesto senso, nonostante Alex cercasse disperatamente di convincersi che non c'era alcun motivo di preoccuparsi, le diceva il contrario...
Una domanda le incuteva paura e allo stesso tempo perplessità: "Perché un attempato individuo, metodico fino all’ossessività e di 103 anni compiuti dovrebbe proprio stasera smettere le proprie abitudini?
 Perché non ha tirato lo sciacquone quando mancava un quarto alle dieci, come d'altronde ha sempre fatto da quando abito in questa casa?”
In fondo non era difficile prevedere le mosse di un anziano di quell'età, no?
 Alex ormai era in grado di anticipare  ogni gesto che lui avrebbe fatto e sapeva  anche precisamente quando lo avrebbe messo in atto!!
Mentre invece quella sera niente... non un minimo rumore; non un minimo accenno.
Così Alex a un certo punto non poté più aspettare e salì, colta dal panico, tutte le scale a passi ovattati per non svegliare gli altri inquilini del condominio.
Arrivata al quinto piano si guardò intorno come se stesse ipotizzando di mettere in atto una rapina; poi con aria complice si avvicinò alla porta e cercò di sbirciare dal buco della serratura  all'interno,  malgrado la sua miopia.
A causa dell'oscurità e del suo non trascurabile deficit,  non riuscì a vedere niente.
Per quanto conoscesse a memoria ogni gesto e ogni mossa di Raimondo, non aveva mai visto la sua casa e, nonostante l'avesse sempre immaginata, ora dovette chiudere quell'immagine  nella propria mente; e dedicarsi a scoprire cosa fosse successo al proprietario dell'immobile.
 Provò a suonare il campanello, ma non accadde nulla.
La porta era consunta e dalle rifiniture antiche.
 Per Alex non fu difficile scassinarla con una graffetta che si era portata dietro in caso di stretta necessità.
Le luci  erano tutte spente e nella casa stessa regnava il silenzio più assoluto.
 Si fece coraggio e accese la torcia che si era portata.
 L'ingresso aveva le pareti di un giallo canarino scrostato; il pavimento era di marmo lavorato e l'atmosfera in  generale era  cupa e malinconica.
Alex setacciò prima la cucina, poi il bagno, la camera da letto, e poi si ritrovò in salotto.
Non poté non constatare che era una stanza molto bella e aveva qualcosa di solenne.. ma allo stesso tempo si respirava un’atmosfera gravata dal peso degli anni e dalla fatica di stare al mondo.
La polvere e la negligenza con cui il proprietario teneva la casa testimoniavano un senso di abbandono, di sconfitta e  di orgoglio ferito.   
In passato il signor Raimondo, prima che l'artrosi lo rovinasse, era stato un grande e noto pittore... sulla scrivania c'erano ancora i suoi attrezzi di lavoro ed era ancora vivo nell’aria l'odore dei colori a olio.
Perlustrando meglio Alex scorse, incastonato fra diverse pile di fogli, libri e oggetti vari, un biglietto aereo di sola andata per Parigi.
Il volo sarebbe stato quel giorno stesso...
 Rimase attonita, con il biglietto in mano e senza saper cosa pensare.
Il signore del piano di sopra non era morto... non aveva avuto un ictus né un arresto cardiaco; anzi, era vivo e vegeto e presto si sarebbe trasferito a Parigi ben all'età di 103 anni!!!
 Ma una domanda sorgeva spontanea... perché Raimondo, se era partito, aveva lasciato lì il biglietto???
Alex cominciò a pensare che forse non lo avrebbe mai saputo!
 Provò un profondo affetto e una materna tenerezza  per Raimondo e per la sua stravagante e allo stesso tempo ammirevole personalità.
E allo stesso modo avvertì anche una certa nostalgia nel rendersi conto che non lo avrebbe più sentito tirare lo sciacquone alla solita ora come aveva sempre fatto.. non lo avrebbe più sentito sciabattare rumorosamente, percorrendo tutto il perimetro del suo appartamento; né canticchiare canzoni dimenticate...
 Non avrebbe più goduto quel fragrante profumo di baguette la mattina presto.
Quei tempi erano finiti.
Alex sorrise.
 Il misterioso ed enigmatico signore che non aveva mai visto, e del quale  conosceva ogni manovra... ogni stato d'animo che trapelava  dal rumore dei passi o nel tono della voce... quel caro amico senza un viso a cui associare un nome, l'avrebbe lasciata per sempre.
Non l'avrebbe più svegliata all'alba perché il volume della radio o della televisione era troppo alto, non lo avrebbe più sentito abbozzare passi di tango in cucina in compagnia di un buon bicchiere di Champagne; e per assurdo non era affatto sollevata... quei rumori e quella figura singolare erano in un certo senso entrati a far parte della sua piccola esistenza e adesso, così come erano entrati, sarebbero usciti di scena.
Alex sorrise di nuovo e una lacrima le scivolò silenziosa sul viso; dopo di ché tornò padrona di se stessa e delle proprie emozioni e si richiuse lentamente la porta alle spalle.
  
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