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Autore: Ca_mu    13/02/2012    3 recensioni
Fuori ormai era sorto il sole....
Si sedettero e aspettarono.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il cerchio


Fuori, ormai, era sorto il sole. Si sedettero e aspettarono.
Giovanna e Maria Luisa erano lì, accovacciate come due senzatetto sopra una panchina, intente a godersi il caldo sole di giugno.
Giovanna era una giovane e inesperta mamma di tre bellissimi bambini; Maria Luisa una matura manager, single e con un cane di nome "Bob".
Entrambe adesso non desideravano altro che essere accarezzate dai raggi solari e restare in silenzio per un pò.
Giovanna aveva smesso di parlare già da diversi minuti e nonostante avesse  cose da dire,forse non ne aveva il coraggio..forse la determinazione... o forse non aveva le parole per comunicare a Maria Luisa la morte di sua madre.
In quella bella giornata si erano date appuntamento al parco.
Non si vedevano da un po’.
Maria Luisa sembrava rilassata.
Era intenta a sfogliare le pagine di un giallo, ma Giovanna immaginava cosa provasse in realtà la sua amica.
Conosceva la finta espressione di placida tranquillità sul suo volto...
La verità era che Maria Luisa aveva tante domande a cui non sapeva rispondere  e tanto dolore che non voleva mostrare.
Così, per proteggersi, indossava nei momenti difficili un’ ambigua maschera di inespressività, e di tanto in tanto si copriva il viso col libro che aveva in mano per nascondere le lacrime.
Giovanna, assorta apparentemente nei suoi pensieri, di tanto in tanto le lanciava un 'occhiata di sottecchi.
Il silenzio era spesso di parole, e i minuti sembravano interminabili mentre una parete invisibile divideva le due interlocutrici.
Entrambe avevano così tanto da dirsi e allo stesso tempo non avevano la forza né erano pronte a rompere il muro.
Maria Luisa aveva sempre avuto un rapporto pieno di affetto e di amore con sua madre.
Era tutta la vita che le stava accanto, le teneva la mano quando lei aveva paura   e le raccontava com'era andata la giornata se glielo chiedeva.
Fin da piccola era stata molto legata a Graziana.
 Si erano sempre sostenute a vicenda, coccolate e amate.
Maria era cresciuta senza un padre.
Dopo che lui non era stato disposto a prendersi la responsabilità di una figlia,Graziana lo aveva fatto da sola.
Era stata per lei madre, padre, mentore, aiuto nei momenti di crisi esistenziale,   in grado di asciugarle le lacrime e farle ricomparire subito il sorriso quando lo perdeva.
Adesso la lottatrice, che si era ricostruita una vita da zero, la persona eccentrica e solare che lei conosceva, era divenuta una signora anziana dagli occhi spenti e dai capelli argentei.
Non era quasi più in grado di parlare né di camminare, quando per tutta la vita non aveva fatto altro che correre.
Giovanna leggeva la fatica sul viso stanco di Maria Luisa e si chiedeva con ansia come dirle che sua madre, la persona che forse più aveva amato, se ne era andata per sempre sotto i riflettori della sala operatoria, qualche ora prima.  
Ignorava che Maria Luisa sapeva già.
D’istinto, aveva intuito l’esito dell’ intervento chirurgico ancor prima che avesse inizio.
Il chirurgo di Graziana era il marito di Giovanna, che ora per vigliaccheria voleva  fosse lui a dare la triste notizia all'amica.
Lui così schietto,freddo e formale, lui che certo non si sarebbe commosso.
Lo aveva chiamato per dirgli di venire al parco esattamente un'ora prima.  
Giovanna era convinta che l'operazione sarebbe andata bene e non avrebbe mai immaginato che sarebbe finita così..
Maria di tanto in tanto metteva la testa fuori dal suo libro e guardava Giovanna con un’espressione curiosa.
Aveva ereditato i poteri di veggente della sua trisnonna, percepiva la sofferenza delle persone  cui era legata... e aveva visto la morte venire a prendere sua madre.
Avevano comunicato a distanza.
Improvvisamente non era più la donna degradata dagli anni e dalla malattia, arrivata al tramonto della sua esistenza.
Era tornata l’ attiva e intraprendente donna di sempre, dall’ infinita voglia di vivere.
Maria aveva sussultato vedendola venirle in contro.
 Poi lei le aveva sorriso, un sorriso eloquente ricco di amore e calore.
Si erano guardate negli occhi.
Maria aveva capito.
Il tempo di sua madre era finito e doveva lasciarla andare.
Dopo un attimo di profonda frustrazione, di inquietudine e di dolore, si era preparata a salutarla per sempre.
Aveva semplicemente smesso di piangere: "Vai in pace, mamma.
 Sono stata orgogliosa di te e delle tue scelte, e ti ricorderò per tutta la mia vita come la persona più coraggiosa…".
"Io sono stata così orgogliosa di avere avuto una figlia come te.
Ti voglio bene..".
Maria era consapevole di ciò che avrebbe fatto.
 Avrebbe lasciato un lavoro che aveva sempre odiato per abbracciare il suo sogno: scrivere.
Aveva cinquantaquattro anni e la sua esistenza non era ancora finita.
 Era il momento di agire, di lasciarsi andare e  dedicarsi a ciò che aveva sempre voluto: prendersi cura di se stessa e del suo fedele compagno di viaggio Bob.
Mentre era intenta a pensare a tutto questo, ecco arrivare Federico.
La roca risata di Graziana riecheggiava nella sua mente:
"Non ti preoccupare! Supererai anche questo..sorridi alla vita!
Cos'è quello sguardo cupo? ..."
Così Maria si ritrovò all'improvviso bambina, il viso imbronciato e sua madre tutta concentrata a preparare una pasta alla amatriciana e a ridere di gusto davanti allo sguardo perso della figlia.
Mentre i passi di Federico sulla ghiaia rompevano i suoi ricordi, Maria  sorrise e a immaginò mentalmente un futuro  che non era ancora stato scritto .. fuori dagli schemi della sua esistenza.
 Di punto in bianco provò a ridisegnare la prima riga della sua vita.
Federico le raggiunse.
In silenzio la guardò, e si ripeté  il copione di quella giornata.
Fuori, ormai, era sorto il sole.
Si sedettero e aspettarono.
  
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