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Autore: Memel    13/02/2012    3 recensioni
Piccole • oneshot • drabble • flashfic • che raccontano ciò che non ci viene mostrato.
(Missing Moments prevalentemente RanXShin)
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[ estratto dal capitolo 5 ]
Ovviamente fu Sonoko a beccarli il mattino seguente, insospettita dal ritardo di una Ran solitamente mattiniera e dai continui sbadigli di un Kudo piuttosto distratto e assente, addirittura più del solito!
• • •
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Episodio 290 - Vol. 33

Scivolo lentamente lungo la fredda parete che ci separa.

Non pensavo che le mie ginocchia avrebbero retto tanto.

Non pensavo che la mia falsa maschera e i miei finti sorrisi mi avrebbero sostenuto così a lungo.

Giusto il tempo per allontanarmi da te.

Per allontanarsi dai tuoi singhiozzi repressi, malamente celati dietro uno sguardo che non riesco più a sostenere.

Uno sguardo sempre più assente, sempre più distante.

Lo sguardo di chi sta lentamente perdendo la speranza di tornare a sorridere, ad amare, a sperare;

Di chi sta sempre più abbandonando la fiducia in quella persona che credeva di conoscere più di tutti,

fiducia che lascia il posto all’amara consapevolezza di essere rimasti soli.

Delusa.

Ti ho delusa Ran non è vero?

Ma non sei l’unica a soffrire.

Se c’è qualcuno che più di tutti ha il diritto di odiare Shinichi Kudo, ecco, quello sono io.

Quell’arroganza di credersi il migliore,

quella curiosità che lo ha reso tanto famoso,

quell’intelligenza tanto ammirata,

e quella perspicacia, che da sempre lo hanno distinto tra tutti: in questo momento odio tutto di lui.

Potrai anche pensare che io sia forte e invincibile, ma non è vero, non è vero niente.

In realtà la mia spavalderia è solo debolezza.

Il mio coraggio, solo insicurezza.

Sono un codardo di fronte a tutto ciò che non è asettico, schematico e logico come un omicidio.

Tutta la mia sfrontatezza scompare quando sono con te.

Le tue parole mi affascinano.

I tuoi sorrisi mi spiazzano.

Il tuo sguardo mi paralizza.

Ma le tue lacrime,

le tue lacrime mi uccidono.

Come una goccia che lentamente cade, incessante e perpetua, fino a corrodere la roccia più dura, così, anche le tue lacrime scavano dentro di me, mettendo a nudo le mie debolezze e spogliandomi del mio sangue freddo.

Anche guardarmi allo specchio ultimamente è diventato difficile.

Il bambino che mi guarda dall’altra parte del vetro ha un’aria così serena, così innocente.

E’ così diverso dal ragazzo tormentato che si agita dentro di me,

che dimena i pugni, graffiandosi impotente, preda di muti deliri.

Lo vedi come sono egoista?

Nonostante io sia consapevole del male e del dolore che ogni giorno ti infligga, perdo del tempo a compatirmi.

Ma la verità è che ho paura.

Paura che quelle lacrime cessino di cadere.

Paura che quei sospiri e quei singhiozzi, che accompagnano le tue giornate, scompaiano, insieme al ricordo di me.

Paura che un giorno tu ti accorga di essere innamorata di un ragazzo che non esiste più,

di un fantasma bugiardo,

che è morto e che è rinato sotto mentite spoglie

solo per accrescere le sofferenze di questa assenza,

solo per cancellare definitivamente ogni sorriso dalla tuo volto.

Stringo i pugni con tutta la forza che questo nuovo, debole, corpo mi concede, fino a vedere le nocche sbiancare.

Apro la porta con uno scatto secco e deciso, avvicinandomi a te.

Nell’agenzia regna il silenzio, spezzato solamente dal muto rumore di una nevicata da poco cominciata.

Sei bellissima quando dormi, lo sai?

Quelle labbra leggermente socchiuse,

umide,

bellissime;

Quelle ciocche indomabili, che ti incorniciano il viso,

così scure e contrastanti sul tuo candido volto.

Vacillo.

Il battito spaventosamente accelerato,

le ginocchia sul punto di cedere,

il respiro mozzato,

sentendomi solo allora, in colpa come non mai.

Detective, certo,

ma anche involontariamente colpevole.

Le domande che mi assillano da sempre sembrano tacere di fronte al tuo respiro regolare e placido.

La pace del tuo sonno mi infonde la lucidità necessaria per dar voce ai dubbi che da sempre mi tormentano, ma che accanto a te perdono consistenza fino a dissolversi nella luce della certezza più cieca.

E allora capisco.

Mi rendo finalmente conto

di quanto tu sia importante per me,

sorridente,

radiosa,

perfetta come non mai;

Assolutamente consapevole di quanto la tua presenza conti per me.

Non vorrei mai chiederti di dimenticarmi, sò benissimo di non averne il coraggio,

ma se l’averti vicina significa dover dimenticare il suono della tua risata e la bellezza di un tuo sorriso, allora preferisco di gran lunga mettere da parte il mio egoismo, il mio cuore, e lasciarti andare.

Ma varrà davvero la pena, per entrambi, soffrire così tanto?

Shinichi

Dici con voce flebile, sospirando nel sonno.

Arrossisco violentemente, sentendo il sangue inondarmi le guance, ormai bollenti.

Dimmi,

come fai a cancellare ogni volta

tutte le mie esitazioni,

i miei dubbi,

e le mie certezze, più salde e concrete?

Ma in fondo conosciamo entrambi troppo bene la risposta.

Anche a costo di soffrire,

di consumare ogni istante di questa frenetica, folle vita

di sacrificare tutto e tutti,

non taglieremo mai quel filo rosso che ci lega e che vincola ogni nostra scelta,

ogni nostra azione,

sia essa passata,

presente,

 o futura.

Non spezzeremo mai quel vincolo, quella speranza, che ci permette di andare avanti, nonostante ogni incomprensione e difficoltà, e di cancellare ogni nostra esitazione.

E anche se ancora non posso dirti questo a parole, mettendo da parte ogni bugia, continuerò ad andare avanti, pensando al momento in cui pronuncerò davvero quelle parole che perseguitano i miei sogni e che concretizzeranno il nostro futuro.

Tre semplici parole.

Le dirò.

Te lo prometto.

 

(…)

 

Tokyo è quasi completamente innevata quando decidi di aprire gli occhi.

Il sapore del cioccolato da poco mangiato addolcisce il mio sguardo, mentre seguo con attenzione ogni tuo minimo movimento.

Stai osservando la foto che ti ho scattato prima, sorridendo imbarazzata con espressione sorpresa, e guardandoti intorno con aria spaesata e ancora confusa.

Indugio ancora un po’ soffermandomi sull’immagine che illumina il display del cellulare che ho in mano.

Sorrido tra me e me, mentre digito quel numero che ormai conosco a memoria.

 

Ti prometto che un giorno non ci sarà più nessun muro a dividerci,

nessuna voce metallica a sostituirmi,

nessuna distanza a separarci.

Solo io e te.

Ran e Shinichi.

Shinichi e Ran.

Per sempre.

 

Ti amo Ran

•P.S• Eccomi finalmente qua con un nuovo capitolozzo!!!
Come avrete capito nn sono mai puntuale con gli aggiornamenti ma il fatto è che volevo postare per S.Valentino dato che questo capitolo centra molto!
Allora, innanzitutto ringrazio gli angeli che continuano a seguire la fanfic e a commentare e a leggere i folli parti della mia mente! XD
Questa volta ho dato sfogo alla mia vena poetica sperando di aver ottenuto qualcosa di decente!! Forse un pò troppo malinconica ma l'ho scritta una sera, ascoltanto alcune canzoni suicide,
di Tiziano Ferro ò__ò cosa nn da me ma quel giorno ero troppo giù concedetemelo!!
Spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto e vi auguro un buon S.Valentino!! XD
Un abbraccione!! ^__^
   
 
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