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Autore: lievebrezza    13/02/2012    26 recensioni
Blaine arriva in una nuova scuola. L'ultima cosa che vuole è innamorarsi della persona sbagliata; però succede. E tutto improvvisamente, diventa molto complicato, perchè a volte non si può evitare di amare qualcuno di proibito.
[Teacher!Blaine + Student!Kurt]
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo diciottesimo


Erano rimasti a parlare fino alle sette di sera, chini l’uno verso l’altro e terribilmente tentati di toccarsi. Anche solo una mano. Un polso. Per loro sarebbe stato abbastanza.

Per altri sarebbe stato troppo.

Parlarono della NYADA, della scuola, dei Warblers e di Harvard. Forse perché avevano promesso franchezza, forse perché Kurt gli sembrava ancora più attento e disponibile del solito, ma Blaine parlò anche di sé. Non disse perché si era trasferito alla Dalton e non raccontò nei dettagli la sua relazione passata con Sebastian: cosa avrebbe pensato di lui? Kurt avrebbe pensato che era stato un codardo a fuggire via dal suo vecchio liceo, quando lui invece combatteva ogni giorno per difendere la sua libertà di essere chi voleva. Avrebbe pensato che era stato un superficiale, per imbarcarsi in una relazione senza sentimenti, quando lui preferiva rimanere solo, piuttosto che cedere a compromessi.

Però condivise con Kurt i suoi sogni.

Oggi niente computer?” chiese Kurt, guardando le gambe di Blaine, dove si solito si trovava la sua tracolla e il cavo dell’alimentatore.

Oh no. Ho pensato che sarebbe stato scortese mettermi a lavorare, proprio oggi che dovevamo parlare di qualcosa di così importante. E poi… a volte mi chiedo perché spreco il mio tempo lavorando su quel saggio. Nessuno lo leggerà mai, eppure non riesco a smettere di lavorarci come un pazzo. È praticamente terminato e invece continuo a limarlo, correggerlo e ritoccarlo.”

Quando hai iniziato a lavorarci?”

Blaine si morse un labbro e abbassò le palpebre, mentre ci pensava: “Settembre. Non dell’anno passato. Ho cominciato a scrivere più di un anno e mezzo fa. Te l’ho detto, lo stavo preparando per la domanda di specializzazione alla Brown, andava presentato dopo aver superato la prima selezione.”

Spero che tu non mi reputi invadente se te lo chiedo, ma perché non hai più fatto richiesta di iscrizione? So che hai litigato con tuo padre ma… il nostro futuro è importante. Hai mai pensato di chiedere un prestito d’onore, o una borsa di studio?”.

Blaine sorrise amaro.

 ***

Maledizione Blaine! Non puoi mollare tutto così. Hai lavorato duro. E guardami quando ti parlo, mi fai sembrare un idiota.”

Nella stanza del dormitorio, Sebastian era in pigiama accanto a lui, urlando come un pazzo mentre Blaine disfaceva le valigie dopo essere tornato dalle vacanze di Natale in Ohio. Gli aveva appena detto che suo padre non avrebbe pagato i suoi studi alla Brown e che dopo la laurea, a Luglio, avrebbe cercato lavoro come insegnante, ma evidentemente il suo amico non era d’accordo.

Quando aveva chiesto perché suo padre aveva preso quella decisione, la risposta di Blaine non gli piacque affatto. La famiglia di Sebastian era decisamente facoltosa, ma entrambi i suoi genitori erano di mentalità aperta: dall’età di quattordici anni si era portato chiunque nella sua stanza e gli unici rimproveri che aveva ricevuto riguardavano il volume delle effusioni. Per il resto, i suoi genitori erano considerati delle specie di hippie dell’alta società, ma erano sufficientemente ricchi per convincere tutti che le loro bizzarrie potevano essere considerate capricci innocenti.

Non puoi permettergli di rovinarti la vita solo perché ti piace l’uccello, Blaine! È follia pura.” Come sempre quando era furioso, Sebastian aveva il viso paonazzo. Per attirare l’attenzione di Blaine, ficcò le mani in uno dei borsoni e iniziò a tirare fuori indumenti a casaccio, lanciandoli disordinatamente sul letto.

Sebastian, che cazzo fai?” aveva gridato, posando i calzini che aveva in mano e prendendolo per i polsi fino a costringerlo a fermarsi.

Non può Blaine, dobbiamo trovare un modo.” Aveva gli occhi pieni di lacrime per la rabbia e la voce rauca; a quella distanza, notò finalmente l'ombra violacea sulla guancia di Blaine. “Ti ha colpito, Blaine? L’ha fatto di nuovo, non è vero? Non gli è bastato il giorno del Ringraziamento, doveva rovinarti anche il Natale. Te l’avevo detto, se si azzardava ancora ad alzare…” Era più di un’ora che andava avanti a strillare, così Blaine lo costrinse a sedersi sul letto e si accucciò in mezzo alle sue gambe, poggiando il mento su una delle sue ginocchia, coperta solo dal tessuto sottile del pigiama.

Respira Sebastian. Chiudi gli occhi e respira.” Disse piano.

L’altro scosse la testa, facendo per alzarsi, ma Blaine lo spinse di nuovo sul letto, in mezzo ai vestiti sparpagliati ovunque. “Cosa ti hanno detto all’incontro, settimana scorsa?”

Che non posso avere il controllo su tutto.” Rispose l’altro controvoglia, ripetendo meccanicamente uno degli slogan del suo gruppo di ricostruzione e accettazione del sé. Dopo il suo ritorno dalla Francia era uscito faticosamente dallo stato catatonico in cui si trovava, ma più di un anno dopo lui e Blaine stavano ancora lavorando sulla sua tendenza a perdere le staffe; in lui c’erano ancora ferite profonde dovute a François, anche se ogni giorno sembrava stare meglio e avvicinarsi sempre di più all’essere sereno.

E cosa devi fare quando ti accorgi che c’è qualcosa che va oltre le tue possibilità d’intervento?” lo incalzò Blaine.

Ubriacarmi fino a sfiorare il coma etilico e farmi scopare finchè non cammino storto?” rispose canzonatorio e sarcastico. L’espressione seria di Blaine lo fece sospirare forte. “E va bene. Devo respirare, chiudere gli occhi e focalizzare.”

Forza Sebastian.” Blaine chiuse di occhi e fece un respiro profondo, così Sebastian lo imitò. Dopo un paio di minuti, sembrava essersi calmato e respirare normalmente.

Ho focalizzato.” Disse quando aprirono gli occhi.

Ah sì?” domandò incuriosito Blaine.

Sì, ho focalizzato che tuo padre è uno stronzo.” Disse scompigliando con la mano i riccioli di Blaine, ancora inginocchiato a terra e con la testa sulle sue gambe. L’altro ridacchiò piano, ma non lo contraddisse. “E’ troppo tardi per richiedere una borsa di studio, vero?”

Il silenzio di Blaine fu esplicito. Avrebbe dovuto muoversi con anticipo, ormai erano scaduti tutti i termini, neppure i professori che gli erano più affezionati avrebbero potuto aiutarlo in nessun modo.

Possono darti i soldi i miei genitori. Già ti adorano… possiamo fingere di stare insieme, non dobbiamo neanche fare sesso. Mia madre sarebbe così felice che firmerebbe assegni in bianco anche per farci comprare della cocaina. Figurati se le diciamo che è per la tua istruzione.” Propose Sebastian, pizzicandogli una guancia.

E’ troppo tardi, Sebastian. E poi comunque non li accetterei mai. Stai tranquillo. L’idea di insegnare mi è sempre piaciuta, sono certo che andrà tutto bene. Prenderò un minuscolo appartamento in affitto e terrò sempre libero il divano per te. E tutti i ragazzi che porterai a casa.” Provò a sorridere, ma non fu convincente. Sebastian abbassò lo sguardo verso di lui, sfregandosil pollice lungo la linea della mandibola, pensieroso.

A volte penso che se non fossi andato in Francia ora sarebbe tutto diverso. Possiamo innamorarci, Blaine? Per favore. Non andartene, troveremo una soluzione.” disse a voce bassa, sconfortato. Blaine lo guardò, voltandosi completamente verso di lui; Sebastian ritrasse la mano. Si scambiarono un sguardo intenso e Blaine si alzò in piedi, poi afferrò il viso di Sebastian e lo baciò sulla fronte. L’altro gli cinse le braccia intorno al corpo, quando dopo il bacio gli poggiò la guancia sulla testa.

Non si sarebbero mai innamorati, questo Blaine lo sapeva bene. E lo sapeva anche Sebastian. Tante volte aveva pensato che sarebbe stato più semplice innamorarsi di lui, ma sentirglielo dire ad alta voce era stato strano: si rese conto che nell’anno e mezzo che avevano trascorso insieme non avevano mai parlato davvero di quella possibilità.

Abbiamo perso la nostra occasione tanti anni fa, ma ci siamo ritrovati. Probabilmente doveva andare così. Siamo perfetti, come amici. Anche se vorrei che avessimo la stessa taglia di pantaloni, così potremmo scambiarci i jeans, non solo le sciarpe.” Sebastian rise, con il viso affondato nella casacca del pigiama di Blaine.

Quando si tirò indietro, era di nuovo se stesso. O meglio, il se stesso che mostrava più spesso, quello irriverente e sfacciato, mondano e promiscuo. Non spezzato, irascibile e bisognoso. Probabilmente nessuno dei due sarebbe stato in grado di gestire una possibile evoluzione amorosa del loro rapporto. A volte la fragilità sua e di Sebastian lo spaventava.

Spero per te che quel divano sia comodo, perché sarò il tuo quotidiano tormento, Anderson. E fanculo l’ordine, io e te andiamo fuori per una serata Smythe-style e non ho intenzione di sentirti dire di no. Ti voglio ubriaco marcio e avvinghiato a qualcuno su un cazzo di divanetto entro due ore. Alla tua carriera penseremo domani, nel frattempo andiamo a bruciare un po’ di neuroni e a scoparci qualche matricola figlio di papà.”

Sebastian?” disse mentre l’altro lo afferrava per una mano e lo trascinava fuori dalla stanza, dopo avergli lanciato addosso il cappotto. “Siamo in pigiama! Ed è Gennaio.”

Allora inizia a prepararti una bella storiella su un fantomatico pigiama-party, non vorrai arrivare al pub impreparato!”.

Risero, poi corsero giù dalle scale.

 ***

Durante il terzo anno, quando sono tornato a casa per Natale , mio padre mi ha presentato una delle sue giovani segretarie. A sua discolpa posso assicurarti che era molto carina e simpatica, ma ovviamente non ho avuto altra scelta che dirle di non essere interessato. Mio padre si è arrabbiato moltissimo e ha minacciato di non pagarmi più gli studi, sapendo che erano qualcosa cui tenevo moltissimo. Sperava di mitigare la mia cocciutaggine.”

Come se uno potesse decidere di non essere gay, se stimolato nel modo giusto.” Kurt fece uno smorfia.

Ho concesso a mio padre molte libertà, ma quella volta proprio non ce l’ho fatta ad assecondarlo. Quando prima di tornare ad Harvard gli ho mostrato la lettera della Brown che in tono entusiasta accettava la mia pre-iscrizione, si è limitato a chiedermi se avevo ricevuto anche una borsa di studio. Era definitivo, non avrebbe più scucito un dollaro… peccato che era troppo tardi per muovermi in altro modo.”

Pessima tempistica.” Commentò Kurt, con amarezza.

Già. Quindi a luglio mi sono laureato e ho cercato lavoro. Al McKinley cercavano un nuovo insegnante di letteratura e… eccomi qua. L'alternativa era insegnare educazione fisica in New Mexico e, per quanto io detesti l'Ohio con tutto il cuore, sinceramente non posso odiarlo più di Albuquerque.”

Davvero un'ampia scelta.”

E poi io non amo granchè lo sport... insomma, corro tutti i giorni e facevo boxe, ma non saprei insegnare altro a voi studenti. Con la letteratura è diverso, è ciò che amo.”

Un buon gioco di gambe, giusto? Io continuo a credere che tu e la boxe siate una strana accoppiata. Tennis, polo, lacrosse... quello sì. Ma la boxe mi fa uno strano effetto.”

Blaine fece un sorriso tirato e si strinse nelle spalle: “Parliamo invece di Dave, che forse dovrebbe sfogare le sue frustrazioni su un sacco e non su di te.”

E tu per che cosa ti sfogavi su quel sacco, Blaine?

 ***

Un ragazzo camminava lungo i corridoi della Dalton, fino ad arrivare a una delle stanze del secondo piano; Sebastian non avrebbe mai ringraziato abbastanza le segretarie per aver premiato gli ottimi voti e la condotta di Blaine con una stanza singola. Scivolò dentro senza accendere la luce, ma non ebbe il tempo di togliersi i pantaloni e la giacca che già Blaine aveva acceso la luce. Immobile, con la mano ferma su uno dei bottoni del cappotto, lo guardò strofinarsi gli occhi e scostare i riccioli dalla fronte.

Ti ho aspettato, questa sera. Avevi detto che avremmo guardato insieme un film nella sala comune.” mormorò, con la voce impastata dal sonno. Sebastian sorrise e si strinse nelle spalle con aria disinteressata, poi riprese a spogliarsi.

Sono andato allo Scandal. Avevo bisogno di staccare un po'.” disse dopo aver ripiegato i pantaloni sulla scrivania di Blaine ed essersi avvicinato di nuovo al letto. Blaine lo guardava perplesso, troppo assonnato per aver voglia di discutere. Si infilò sotto le coperte con addosso soltanto i boxer e avvolse l'altro in un abbraccio che puzzava di birra scadente e sigarette. Lasciò un bacio sulla spalla di Blaine e spense la luce.

Dormiamo, domani c'è il compito di scienze.”

Blaine chiuse gli occhi e quando si risvegliò con un gemito il mattino successivo, le mani di Sebastian stavano frugando lente nei pantaloni del suo pigiama. E quando a pranzo litigò al telefono con suo padre, pensò che forse aveva ragione: “Non puoi essere gay, Blaine. Sarai per sempre solo.”.

Le nocche delle mani bruciavano contro il sacco, mentre un pugno dopo l'altro si addossava ogni colpa: era colpa sua se sua madre beveva e suo padre era sempre arrabbiato. Avrebbe dovuto essere più intraprendente, più forte, pù resistente...

Era colpa sua se Sebastian lo lasciava sempre solo.

Era colpa sua se era scappato dal suo vecchio liceo.

Codardo

Un pugno.

Vigliacco

Un pugno.

Debole

Un pugno.

Almeno quello sapeva farlo bene.

 ***

Non era di lui che stavano parlando, ma di Dave Karofsky.

Oggi l'ho salutato nel corridoio... sorprendentemente non ha apprezzato la mia iniziativa e ora ho una spalla tutta indolenzita. Tu l'hai incontrato, sei riuscito a farlo ragionare?”.

Sì, ma non credo che abbia intenzione di fare coming out molto presto. Almeno, non in questo secolo. Proverò a parlargli ancora, ma tu devi stargli il più lontano possibile.”

Kurt lo guardò sorpreso e preoccupato insieme: “Ha capito che ti ho detto del bacio. O gliel'hai detto? Non posso stargli più lontano di così... non è che io vada esattamente a cercarmeli, i guai.”

Lo so. È solo che... è bello incasinato, Kurt. Per ora sono stato molto sul vago, ma devi promettermi che se le cose dovessero degenerare me lo dirai. Non voglio che...” Blaine fece una pausa “... non voglio che la situazione ti sfugga di mano. So come la pensi sul fare la spia e parlare con il preside, però nell'ultimo periodo sta punendo molti più atti di bullismo di quanto non abbia mai fatto prima.”

Perchè tu gli porti studenti colpevoli in ufficio, ecco perchè. Non appena smetterai di farlo, lui smetterà di preoccuparsene.” rispose Kurt. “E' frustrante, perchè lo fai?”

Tu lasciami fare il mio lavoro, Kurt. E promettimi che se le cose dovessero farsi... intense, me lo dirai e mi permetterai di prendere provvedimenti.”

Io voglio solo andarmene via, Blaine. Dimenticarmi di tutto e di tutti... non voglio sprecare il mio tempo per...” Provò a resistere.

Promettimelo, Kurt. È importante.”

Va bene. Te lo prometto.” Annuì serio. In fondo le cose non sarebbero potute andare peggio di così, promettere a Blaine di avvisarlo del contrario era semplice; Kurt era convinto che la sua situazione si sarebbe difficilmente aggravata.

 ***

Frocio schifoso. È il ballo della scuola e tu l'hai rovinato. Esibizionista del cazzo.”

Una calcio nell'addome, quando era già a terra con la bocca piena di sangue. Blaine sentì la costola rompersi e il dolore espandersi fino alla gola, soffocando ogni tentativo di chiamare aiuto. O di supplicare pietà, forse.

La lingua gli corse su un dente. Sembrava allentato. Stupidamente, pensò agli anni passati con il filo interdentale in mano, in piedi davanti allo specchio, alle pulizie dentali e al sentirsi in colpa ogni volta che beveva caffè o mangiava una gelatina di frutta. Chissà cosa avrebbe detto il dottor Roberts, quando glielo avrebbe sistemato.

Danny era sdraiato accanto a lui, con un occhio tumefatto, un labbro spaccato e l'aria stravolta. Respirava con colpi brevi e secchi, un suono sibilante ogni volta che l'aria usciva tra i denti sporchi di sangue: collasso del polmone, dissero poi in ospedale. Non lo disse quella sera e non lo disse mai in seguito, ma Blaine sapeva che trovava la sua idea di andare insieme al ballo stupida, rischiosa e un po' esibizionista.

Checche!”

Vedere Danny incassare un calcio in pieno petto fu quasi più doloroso che riceverne un paio a suo volta. Rimasero esanimi, sdraiati in quel parcheggio, finchè una ragazza del secondo anno non li vide e chiamò un'ambulanza. Si chiamava Cathy. Blaine avrebbe tanto voluto ringraziarla, ma non trovò mai il coraggio di tornare in quella scuola, una volta uscito dall'ospedale. Scrisse un biglietto per lei e lo tenne nella tasca della divisa per mesi, finchè una volta non lo dimenticò nel taschino e spedì la giacca in lavanderia: quando tornò, il suo ringraziamento era ridotto a un grumo informe e biancastro. Lo gettò via.

Sdraiato in quello stupido letto, con mille tubicini che correvano lungo e dentro le sue braccia, aveva risposto stentatamente alle domande incalzanti della polizia.

Chi erano Quanti erano Cosa hanno detto Chi hanno colpito per primo Quanti hai detto che erano Li avete provocati Perchè non siete andati via subito Perchè siete andati al ballo insieme Avete amoreggiato in pubblico Perchè vi hanno seguito fuori

Danny se la caverà, ma non vuole vederti.”

Non avrebbe mai scordato l'espressione di suo padre, in piedi sulla soglia della stanza, l'odore di disinfettante e il retrogusto di sangue sulle labbra: le ferite si riaprivano ogni volta che provava a parlare. Quasi provava soddisfazione nel sentire i lembi scollarsi e l'umido del sangue colare piano lungo il mento: era un sopravvissuto, non avrebbe più avuto paura.

Perchè?” domandò, senza curarsi di tamponare la ferita.

Perchè è colpa tua, Blaine. È tutta colpa tua. Se non avessi voluto fare di testa tua come al solito, tutto questo non sarebbe successo... pensavo che farti scrivere con un pennarello sulla fronte ti avesse insegnato che certe particolarità è meglio tenersele per sé. Perchè non ce l'hai detto che la situazione era tanto grave? Ti avremmo trasferito in un'altra scuola, saresti stato al sicuro.”

Blaine chiuse gli occhi e affondò la testa nel cuscino: spintoni, pugni sulle spalle, scritte sui muri, pettegolezzi, biglietti nell'armadietto e parolacce, in continuazione. L'aveva detto. L'aveva detto continuamente a tutti, ma nessuno aveva mai pensato che le cose potessero andare peggio. Forse non l'aveva pensato nemmeno lui.

La vita faceva schifo. E forse era un po' anche colpa sua.

 


 

Rassicurato, Blaine picchiò soddisfatto il palmo della mano sul tavolo.

Bene. E ora, vogliamo andare?” disse alzandosi e iniziando a infilarsi il cappotto “Dobbiamo fermarci in un posto, poi abbiamo un po' di strada da percorrere.”

Aspetta... per che ora torneremo a casa?” domandò Kurt, cominciando a vestirsi a sua volta. Blaine gli aveva detto che l'avrebbe portato fuori quella sera, ma non aveva aggiunto alcun dettaglio. “Non so nemmeno se sono vestito nel modo adatto.”

Non torneremo tardi. Le undici, mezzanotte al massimo. Hai il cappotto, la sciarpa, i guanti e il berretto, al resto ci penso io.” Uscirono insieme dalla caffetteria e cominciarono a camminare verso il parcheggio.

Devo avvisare a casa. Posso dire che ti ho incontrato in caffetteria e stiamo andando insieme a una conferenza, o qualcosa del genere? Almeno i miei non si preoccupano, sai... sei un professore. E questa è una sera in settimana.” Kurt arrossì. Si sentiva un ragazzino.

Uh... ok? Non ci avevo pensato. Ormai sono anni che non devo chiedere il permesso a nessuno per uscire la sera. Chiamali.” Blaine gli diede una pacca sulla spalla come incoraggiamento. La stessa che ricevette da Kurt, quando Burt chiese di parlargli al telefono.

Pronto? Buonasera, signor Hummel.” disse con la voce più professionale che aveva in repertorio. “Sì, ho incontrato Kurt al Lima Bean e per caso gli ho detto di questo Meet&Greet a pochi chilometri fuori città. È un'occasione imperdibile e Kurt ha insistito molto per accompagnarmi... Sì, per mezzanotte al massimo. Certo... ah, ok. Bene. Buonasera signor Hummel.”

Blaine fece un lungo sospiro e passò il telefono a Kurt, che ringraziò il padre e chiuse la telefonata. “Non farlo mai più... avvertimi prima!” si lamentò facendo passare il braccio dietro la schiena di Kurt e avvicinandoselo mentre camminavano. “Sono una persona orribile. Orribile.”

Mentre Blaine continuava a ripeterlo, Kurt ridacchiò stringendosi appena a lui. Era stato così spontaneo che l'abbracciasse.

Andiamo... non è che mi stai portando in un bosco per una messa satanica e poi farmi in mille pezzi, o sbaglio? E' una piccola, innocente, bugia. Non fa male a nessuno.” lo rassicurò Kurt. Nel sentir nominare il bosco, per poco Blaine non scoppiò a ridere.

Dove andiamo?” chiese Kurt, seduto al lato del passeggero.

Vedrai.” Blaine mise in moto e iniziò a guidare fuori Lima. Si fermò solo davanti a una specie di bistrot biologico, dove acquistarono dei bagels e riempirono un thermos di cioccolata calda. Dopo quasi mezz'ora di viaggio Kurt smise di fare domande e si accoccolò sul sedile, sbocconcellando il bagel e giocherellando con la radio. Fu quando si accorse che Blaine stava percorrendo una ripida strada molto buia che riprese a tempestarlo di domande: “Blaine, quando parlavo del sabba e dei boschi stavo scherzando. Davvero, non c'è bisogno di farmi a pezzi, ti prometto che non dovrai mai più parlare al cellulare con mio padre.”

Blaine si voltò verso di lui e gli prese la mano: “Stai tranquillo, siamo quasi arrivati.”

Improvvisamente, la strada si fece dissestata e a Kurt sfuggì un piccolo urlo spaventato, che tentò di nascondere portandosi la mano alle labbra. Quando vide dove erano arrivati, scese dall'auto guardò davanti a sé, affascinato. Apparentemente avevano scalato un'alta collina ed erano arrivati in una radura affacciata su uno strapiombo: le luci della città erano lontane, intorno a loro solo alberi scuri, neve intonsa e il cielo.

Si girò verso Blaine, che stava armeggiando nel bagagliaio: ne riemerse con una spessa coperta di pile, che aprì e stese sull'ampio cofano dell'auto. Lo fissò con cura e poi ci saltò semplicemente sopra con un elegante balzo: nel giro di pochi secondi, era sdraiato sull'auto, con la schiena contro il cristallo anteriore e il resto del corpo steso sul cofano caldo.

Che aspetti? Vieni Kurt!”

Kurt gli lanciò un’occhiata scettica, calpestando incerto la neve mentre tornava vicino all'auto: “Non credo di essere capace. Non l’ho mai fatto prima…”

Sciocchezze. Ecco dai, sdraiati qui accanto a me, ti tengo io.” Blaine gli allungò la mano e lo afferrò saldamente per l'avambraccio, tirandolo vicino a sé.

E se scivolo?” disse aggrappandosi al cappotto di Blaine, che sembrava sorprendentemente tranquillo e confortevole.

Non scivolerai. E poi anche se fosse non puoi finire tanto lontano, no?” Lo rassicurò.

Il ragazzo alzò appena il collo, senza lasciare il tessuto che stringeva tra le dita, e controllò: Blaine aveva ragione, al massimo era una caduta sulla neve, non l'avrebbe di certo ucciso.

Tu.” disse, quando finalmente trovò una posizione sicura, con le gambe contro quelle di Blaine e la testa incastrata contro la sua spalla. Aveva alzato lo sguardo e aveva capito perchè quel posto era assolutamente speciale: il cielo era completamente sgombro e nel gelo invernale aveva assunto una tonalità di blu sognante e surreale. Era tempestato di migliaia di stelle.

Io cosa?” rispose divertito Blaine.

Tu mi hai portato a vedere le stelle. Sei almeno reale?” chiese continuando a guardare in alto, senza fiato. Se qualcuno, anche solo un mese prima, gli avesse detto che si sarebbe trovato sdraiato abbracciato a un ragazzo bellissimo sul cofano della sua auto, per guardare il cielo stellato, Kurt gli avrebbe chiesto se scherzasse. E invece era tutto vero: c'era perfino la cioccolata calda, che fumava pigramente dal bicchierino di plastica spessa che teneva in mano.

Certo che lo sono!” rispose Blaine, fingendosi offeso. Si fece subito serio. “Le cose si faranno difficili, prima o poi, Kurt. La telefonata con tuo padre è stato solo un piccolo assaggio del casino in cui ci stiamo cacciando... se non possiamo stare insieme alla luce del sole, ci meritiamo almeno un po' di romanticismo. E un cielo pieno di stelle da guardare.”

Nell'udire quelle parole, Kurt si mosse con cautela fino a voltarsi verso di lui. Era buio, riusciva a intravedere a malapena i contorni del viso di Blaine, ora che i fari e l'illuminazione dell'abitacolo erano spenti. Forse fu l'oscurità a renderlo tanto audace, ma non ebbe paura di chinarsi verso di lui senza chiedere il permesso.

Quando si baciarono, sentirono cioccolata, desiderio e un pizzico di felicità. Più di prima.

Perchè se non potevano avere il sole, avevano comunque migliaia di stelle.

 

 

Nda

Buonasera! Vi rubo un momentino, sempre che non abbiate già chiuso la pagina dopo la lettura.

Volevo solo avvisare che il capitolo 17 è stato modificato venerdì ed è per questo che non ho aggiornato. Se non l'avete ancora letto, sappiate che i cambiamenti sono proprio sfumature, ma ci volevano.

Poi volevo ringraziare tutti coloro che hanno supportato i miei scleri via facebook e via messaggio qui su EFP.

Poi volevo ringraziare tutti coloro che hanno aggiunto la storia nei preferiti. Vedere questa storia scavalcare "Un'estate da ricordare" è stato uno shock. Uno shock positivo, ma pur sempre uno shock: un po' come scoprire che il nuovo fidanzato è più bravo del fidanzato storico con cui sei stata per una vita. Ho reso l'idea? Sicuramente no, ma pazienza.

Poi volevo ringraziare tutti coloro che su FB seguono tutte le cavolate che pubblico. Con voi non mi sento mai sola. E se trovo un cd di Glee a 1.90 euro ho anche qualcuno a cui raccontarlo.

La pagina FB è a questo indirizzo http://www.facebook.com/pages/Lievebrezza-EFP/237960512916776


E poi... vi ringrazio perchè è bellissimo avere così tante persone da ringraziare!

Un abbraccio, LieveB



 


   
 
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