Serie TV > Criminal Minds
Segui la storia  |       
Autore: Bale    13/02/2012    1 recensioni
Una nuova minaccia unirà, per la seconda volta, la squadra di Sam Cooper e quella di Aaron Hotchner.
Genere: Introspettivo, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

-Agente Griffith?-

JJ spuntò dall’ombra. Beth non sussultò.

-Dove diavolo è l’agente Prentiss?-   chiese, con gli occhi infilati nel binocolo infrarossi.

-Sono arrivati tutti?-

-Anche troppi!-

-Che vuol dire?-    si incuriosì JJ.

-Saranno in otto stasera. Dopo Morgan è arrivata un’altra persona. Non sono riuscita a riconoscerlo, ma ho scattato delle foto-

Lasciò andare il binocolo e porse la fotocamera a JJ.

-Dov’è l’agente Prentiss?- insistette.

-Non lo so. Non si è presentata in ufficio stamane. Garcia sta cercando di rintracciarla in tutti i modi-

-Spero si sbrighi. Un agente in più non potrà farci che comodo-

JJ le rivolse un sorriso preoccupato, poi accese la fotocamera.

Si premurò di ridurre al minimo la luminosità del display, per evitare di attirare indesiderate attenzioni.

Iniziò a scorrere le foto con calma.

Vide Hotch con la sua camicia chiara, Cooper con il suo fidato giubbotto di pelle.

Vide l’espressione tranquilla dell’agente Simms, poi Morgan e Mick.

C’era anche una foto dell’SI, ma il viso era totalmente nell’ombra.

Alla fine, in fondo all’elenco, c’era una foto poco chiara.

Si trattava certamente di un uomo, di mezza età, alto e robusto.

Indossava una camicia a quadri ed un giubbotto sportivo.



Anche il suo viso era in ombra, ma JJ, sforzando gli occhi, riuscì a riconoscerlo.

Trasalì e spalancò la bocca, facendo sussultare l’agente Griffith che quasi lasciò cadere il binocolo.

                                                                                     
                                                                                         *


Profeta respirava con calma. Cercava di sembrare tranquillo, mentre osservava attentamente la camera circolare che lo ospitava.

Era arrivato da qualche ora, seguito da Derek Morgan e Mick Rawson.

Si trovavano in una vecchia baita. Le pareti erano di legno, il fuoco ardeva nel camino.

In un’altra situazione, avrebbe anche potuto sentirsi a suo agio.

Mick gli si avvicinò con un sorriso preoccupato, mentre Cooper lo fissava dall’altro capo della stanza.

Nessuno parlò e tutti ne conoscevano il motivo.

Molto probabilmente quella stanza era stata riempita di cimici prima del loro arrivo. Per quanto ne sapevano poteva esserci anche qualche telecamera nascosta.



Anche Derek si guardava nervosamente in giro.

Sembrava cercare qualcosa; un segno, una traccia, un indizio su come sarebbe andata a finire quella bizzarra serata.

Si voltò verso Spencer, chiedendosi se fosse riuscito a notare qualche particolare rilevante a bordo della berlina nera. Forse qualcuno di loro era anche riuscito a scorgere il viso dell’SI prima di scendere dall’auto per entrare nella baita.

Incrociò lo sguardo di Reid, poi riprese a guardarsi intorno.



Aaron Hotchner si tormentava le mani.

Non lo faceva più da tempo, ma quella sembrava proprio la serata ideale per ricominciare.

Non si guardava intorno, bensì fissava il suo collega David Rossi.

Era incredibile: erano capaci di parlarsi e capirsi anche senza proferire parola.

David era visibilmente preoccupato, eppure, con lo sguardo, gli stava chiedendo di stare tranquillo.

Aveva ragione, dovevano essere lucidi.



Sam Cooper era decisamente il più tranquillo di tutti.

Aveva addirittura avuto il coraggio di sedersi in poltrona, di fronte al camino.

Teneva gli occhi chiusi, il capo abbassato.

Forse aveva notato qualcosa di importante, qualcosa che gli avrebbe permesso di entrare anche nella testa di quell’SI.



Mick Rawson, stipato in un angolino poco lontano da Profeta, cercava di far lavorare la mente.

Che cosa sarebbe accaduto?

Sarebbero morti?

O avrebbero semplicemente giocato a poker sorseggiando whiskey?

Forse sarebbero morti solo i perdenti.

E il vincitore? Cosa c’era in palio quella sera?



Spencer Reid dava le spalle alla stanza, dava le spalle a tutti i presenti.

Analizzava con curiosità la parete che aveva davanti.

Era diversa da tutte le altre. Un sottile strato di plexiglass ricopriva il legno per circa sei metri quadrati.

Poteva essere una parete mobile, una di quelle che si sollevano a comando e che mostrano cosa c’è dall’altra parte impedendoti di toccarlo.

Scosse la testa per scacciare quel pensiero. Era vero, si ritrovavano intrappolati in una situazione alquanto surreale, ma non erano di certo in un film horror.

Si voltò, riportando l’attenzione ai suoi compagni e al resto della stanza.



Fu allora che la porta si aprì per l’ottava volta.

I presenti trattennero il fiato per qualche secondo.



Un uomo alto e robusto fu spinto dentro da una forza invisibile.

Indossava una camicia a quadri ed un giubbotto marrone.

Portava scarponi da montagna e un sottile braccialetto gli scintillava al polso.

Sorrise nervosamente e, con la sua voce calda e profonda, salutò i suoi ex colleghi.


Era Jason Gideon.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Criminal Minds / Vai alla pagina dell'autore: Bale