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Autore: Micettocarinocaruccio    13/02/2012    2 recensioni
Tra l'amicizia e l'amore c'è la distanza di un bacio.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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"Nel IV atto de "La Tempesta" Shakespeare scrive « Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni »..." la voce stridula dell'insegnante di letteratura rieccheggiava nella bianca aula dove più o meno 15 adolescenti avevano riconosciuto solo la parola "sogni" poichè la loro testa si trovava ancora in quel mondo.

"Quante stronzate..." sussurrò Julia a Corinne mentre scarabocchiava qualcosa sul proprio quaderno - "Noi non siamo come i sogni altrimenti potremmo scegliere cosa fare, chi essere e non preoccuparci del futuro, del lavoro e di mantenerci. " aggiunse acida e storcendo il labbro. Julia aveva sempre osservato la vita con razionalità, non si era mai lasciata andare a fantasie o desideri, non sapeva nemmeno se aveva un sogno nel cassetto, era qualcosa di troppo idiota per una ragazza schiva e solitaria come lei. Si conosceva troppo bene,sapeva di avere la testa sulla spalle ed i piedi per terra per credere nelle favole, sapeva anche di avere un carattere chiuso e difficile da capire, non era una ragazza affettuosa, nemmeno con Corinne Ma allo stesso tempo sapeva di avere una grande forza dentro di sè da far invidia anche ad leone. Julia era un fuoco ghiacciato e anche le sue caratteristiche fisiche lo mostravano: aveva i capelli rosso rubino, lunghi e un poco ondulati come una fiamma, e due occhi di un verde acqua così chiaro che sembravano pungere come il ghiaccio chiunque li incrociasse con i propri. E poi la pelle di Julia era particolare: un bianco indescrivibile soffice e glaciale al tempo stesso, un velo di neve e latte che avvolgeva un corpo snello e flebile. Lei era diversa, era un'enigma vivente, un insieme di misteri e colori definiti, era un mondo ancora da scoprire, un codice da decifrare.





"Ehi Logan! Fa un pò vedere l'occhio? Ahahah sei proprio una femminuccia" un'ondata di risate circondò quel bruno che era stato picchiato il giorno precedente. Aveva i pugni serrati lungo i fianchi e la fronte aggrottata, odiava essere lo zimbello in quel momento, già averle prese era una bella umiliazione, ma ora anche gli scherni dei suoi amici lo portavano al limite della pazienza.
"Stà fermo fa ancora male perchè tocchi? Volevo vedere voi cosa cazzo facevate contro quell'armadio di Doney! Ho riportato solo un occhio nero perchè me la so cavare" si giustificò Logan passandosi una mano tra i capelli e continuando a tenere uno sguardo infastidito verso i suoi compagni.
"La verità è che gli hai fatto pena e quindi non ha continuato altrimenti ti ritroversti anche con la spina dorsale rotta!" replicò uno di quegli idioti del gruppo dei ricconi del liceo continuando a ridere.
"Adesso mi hai davvero stancato!" Logan fece qualche passo in avanti pronto a gettarsi in un'altra rissa ma qualcuno lo strattonò per un braccio costringendolo a fermarsi.
"Stai buono Logan" una voce piatta e ferma aveva interrotto il brusio che si era creato quando il bruno aveva mostrato le sue intenzioni.
"Voglio dargli una lezione! Lasciami Jesse!"
Jesse lasciò il braccio dell'amico senza replica e senza voglia di aprire una discussione, fulminò gli altri ragazzi e si diresse verso l'ingresso dell'edificio. Andò verso la palestra che si trovava al piano inferiore e scese le scale tenendo le mani nelle tasche dei jeans a passo tranquillo, come se avesse tutto il tempo del mondo. Non sopportava gli schiamazzi e le risse, erano solo da animali selvaggi e lui riteneva di avere un pò più di cervello di quello di un gorilla. Passò per un lungo corridoio che terminava con la porta dello spogliatoio femminile. Vi lanciò dentro un'occhiata e vide alcune ragazze guardarlo ed esaltarsi visibilmente, cominciando a chiaccherare a bassa voce sul fatto che Jesse Vandom era lì e le aveva guardate. Pensò sarcastico che adesso la giornata di quelle oche aveva un senso. Continuò il suo percorso fermandosi al limite della porta della enorme palestra blu del liceo e si accorse che alcuni passi veloci lo stavano raggiungendo.
"Alla fine hai lasciato perdere. Bravo" disse Jesse senza guardare l'amico che lo aveva fiancheggiato.
"Si...ho pensato che è meglio rifarsi gli occhi guardando queste bambole del terzo anno piuttosto che sentire i lamenti di quattro cretini!" e con un sorriso beffardo cominciò ad analizzare la situazione. Jesse sorrise a sua volta, reputava la palestra una vera oasi per l'ormone maschile e cominciò anch'egli ad osservare un gruppo di ragazze che giocava a pallavolo. In quel momento un pallone colpì la spalla di Jesse suscitandone uno sguardo infastidito.






































Secondo capitolo...Bè c'è un nuovo personaggio...Vediamo un pò come lo giudicate e cosa pensate anche di Julia ora che l'ho introdotta! Non sono molto convinta di questo capitolo ma sta a voi giudicare! Un bacione a tutti!
  
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