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Autore: Carla Volturi    13/02/2012    6 recensioni
SEGUITO DI "LA STAGIONE DEL CUORE" / Sei mesi dopo: ancora Bianca, pittrice ventiquattrenne e Cristiano, comandante della Marina trentaseienne. Un segreto condiziona il loro amore, sapranno superare i problemi della vita? Sapranno amarsi ancora?
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Image and video hosting by TinyPic Oggi ho voglia di pubblicare, dunque vi lascio anche la seconda parte del capitolo.
A proposito del toto-nome femminile ho scritto su dei foglietti tre nomi da voi consigliati, precisamente Elena, Sofia e Vittoria. La sorte ha voluto Elena come preferito. Quindi il misterioso personaggio che vedrete alla fine del racconto si chiamerà Elena.
Grazie a tutti per i vostri suggerimenti!
Un bacio da Carla.

CAPITOLO 15 (SECONDA PARTE)- CIO’ CHE MENO TI ASPETTI


E’difficile non pensare alle parole di Giulio. Per quanto la mia mente si sforzi di cancellarle, esse ritornano piu’ forti di prima. Salgo le scale il piu’veloce possibile: ho bisogno di sfogarmi con Lucilla, unica persona su cui posso contare qui a Vietri. Il terrazzo è deserto. Il sole lo illumina interamente, quasi rende le mattonelle in ceramica incandescenti…mancano solo le allucinazioni e stiamo apposto!. Busso al campanello, tento di forzare la porta tanto che sono agitata. Mi apre: “Bianca ma che c‘è? Quasi mi buttavi giu’il portone di casa”. Entro dentro come una forsennata: “Non sai cosa mi è successo. Non ci posso pensare”, le dico, portando le mani nei capelli.
Accomodati”, mi dice, mentre si siede vicino al tavolo, “si tratta di Cristiano?”.
Scuoto la testa: “Si tratta di Giulio, il mio amico gallerista”.
Aggrotta il sopracciglio: “Giulio?”.
Si Giulio. Neanche dieci minuti fa mi ha confessato di essere innamorato di me”, affermo, affannando ancora per la corsa fatta precedentemente.
Affonda la schiena sulla base della seduta ed afferma, sorpresa: “Wow! E tu che gli hai detto?”.
Una terza voce interrompe la nostra discussione. Spalanca la porta, pieno d’ira: “Ed ora da dove è uscito Giulio?”.
I miei occhi castani si scontrano con i suoi, belli come il mare. La sua pelle è infuocata, lo noto dalla polo bianca aperta sull’immancabile pantalone scuro. Appoggia la spalla destra allo stipite della porta di casa. Incrocia le braccia: “La prossima volta che parlate, fate attenzione che nessuno vi senta”.
Lucilla lo guarda attonita: “Certo che pure tu che ti metti ad origliare
Non c’è nulla di male nell’origliare”, dice con aria di indifferenza, dopo essersi leggermente calmato.
Si volta verso di me: “Vorrei sapere questa cosa di Giulio”.
Lucilla si alza: “Vi lascio da soli. Ne approfitto per fare delle commissioni”. Nonostante questa sia casa sua, apprezzo la decisione di mia cugina di andar via…cosi almeno avrò l’opportunità di chiarirmi con il mio uomo una volta per tutte. La porta si chiude alle spalle di Cristiano e dopo un cinque minuti di silenzio iniziamo a conversare pacificamente, come ormai da tempo non facciamo. Prendo io la parola: “Prima ero nei locali della mia esposizione e Giulio mi ha detto dei suoi sentimenti. Francamente sono sconcertata perché non mi ero mai accorta che da parte sua ci fosse piu’ di una semplice amicizia”.
Beve un bicchiere d’acqua fredda: “Bianca non m’importa quello che prova Giulio per te. Lui non può competere con me e non perché io sia chi sa chi, ma perché lui non può amarti cosi tanto come ti amo io”.
Io: “Allora non c’è alcun problema visto che io amo te e nessun altro”.
Ci fissiamo intensamente. Prende la mia mano. La bacia: “Mi sarei preso cura di te. Ti avrei capita. Ti avrei consolata. Forse non sarei arrivato subito, ma sarei senz’altro venuto da te”.
Interrompo il suo discorso: “Non volevo abbandonarti. E’ solo che io…”.
Mi fa tacere, portando un dito sulle mie labbra: “Non ti sto puntando il dito contro, ne ti sto giudicando. Avrei voluto solo la verità, il resto ormai non conta, compreso la tua decisione di trasferirti a Venezia…forse questa è stata una scelta positiva: nessuno ti ama piu’della tua famiglia, eccetto me. In questi giorni mi sono chiesto “Cosa avrei fatto al suo posto?”. Non sono stato in grado di darmi una risposta, credo che non ci riuscirò mai”.
Recupera il fiato per un secondo: “Ti ho raccontato di me, sai che ho perdonato già altre volte e lo farò anche con te”. Agita le mani: “Anche se perdonare non so se sia il termine esatto da usare, non hai deciso tu per il bambino. Dovevi solo confessarmi tutto”.
Tento di giustificarmi, ma non mi lascia spazio nella conversazione: “No, non lo fare. Perché per quanto dolore possa aver provato io dopo aver saputo del bambino, il tuo è di gran lunga superiore. Io ho contribuito alla sua esistenza, ma sei tu che l’hai portato dentro di te. Sei tu che hai subito…”.
Inclina il capo, sospira: “Insomma sei tu e non io
Tante piccole lacrime rigano il mio viso. Cristiano prende un fazzoletto e le asciuga delicatamente: “Avremo altre occasioni. L’importante è stare insieme. Chiudere con il passato e stare insieme”.
Annuisco felice: “L’importante è stare insieme”.
Ci abbandoniamo in un lungo bacio, pieno di passione, pieno di amore. Sento battere il suo cuore…forte come il mio. La pace ritrovata e il nostro rapporto, che non sarà come prima, ma decisamente migliore. Un futuro che si prospetta aureo…felice.
Ed “Azzurro” :sicuramente ha perso le sue macchie nere!.
  
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