† scent of death †

Forse stava sognando.

Forse stava sognando e al suo risveglio tutto sarebbe stato com’era fino a pochi giorni prima.

Tranquillo, sereno. Tutto sarebbe stato normale.

Chiuse gli occhi. Li riaprì, ma intorno a sè vedeva sempre la desolazione di una guerra.

“Noara!”chiamò. “Noara! Noara!” ma nessuno gli rispose.

Pianse, si disperò, urlò ancora.

Solo il vento gli rispose.

L’elfo scoppiò a piangere. “Noara!” chiamò ancora, ma più che altro ormai era un singhiozzo, un singhiozzo disperato.

“Noara! Noara!” continuò a ripetere, mentre la sua voce si affievoliva. “Noara! Dove sei? Rispondimi! Noara… Noara…”

Pianse, pianse, pianse fino a non avere più lacrime da versare.

Poi si stese tra la terra rossa e si addormentò.

Al suo risveglio, era già calata la notte. Si alzò e si guardò attorno. Finchè il suo occhio riusciva a vedere, c’erano solo morti. Cadaveri. Mille e mille morti ammassati gli uni sugli altri. Sugli scudi avevano stemmi diversi, i loro lineamenti non ancora putrefatti erano diversi. Diverse le razze, diversi i generi. Ma tutti, tutti erano morti.

Vite diverse, ma la stessa fine, pensò malinconico l’elfo.

Poi tutti quei morti gli fecero ricordare il suo problema. Noara.

Si guardò di nuovo intorno. Solo cadaveri e silenzio. Solo morte e dolore. Non c’era posto per l’amore. Il suo cuore accelerò agitato e lui continuò a guardarsi attorno nervoso.

“Noara!” chiamò ancora.

Ma niente.

Continuò a camminare, finchè non sentì.

Sentì un gemito sotto i cadaveri.

Si precipitò verso la fonte del rumore.

L’elfa era ferita.

“Noara… mia amata…”

I due si baciarono.

“Sto morendo, Jako. Sto morendo. Ti amo.”

Si stese e chiuse gli occhi oscurando quei due grandi cieli. I capelli biondi le incorniciavano il volto. Le sue labbra si schiusero in un ultimo respiro.

Jako la guardò morire senza poter fare nulla. Si guardò intorno. Non vedeva più niente. Non c’era morte, nessuno era morto, nessuno tranne la sua amata. Si sedette e chiuse gli occhi.

È solo un sogno. Solo un sogno. Solo un sogno.

Continuò a ripetere una sciocca litania, stringendo a sé il cadavere.

Un cavallo bianco, imponente, passava tra i corpi. Sul suo dorso, ritto, fiero, un umano dai lunghi capelli corvini e dallo sguardo pieno di quella gioia che può essere data solo da una vittoria. Si guardò attorno. La morte, la distruzione tutt’attorno non facevano che accrescere il suo senso di potere.

La lenta, monotona litania dell’elfo gli giunse all’orecchio. Lo vide, abbracciato ad un cadavere, con gli occhi chiusi e la disperazione dipinta sui lineamenti eleganti.

Una sequenza di rapidi movimenti, azioni che ormai compiva senza bisogno di riflettere.

Una freccia scarlatta fendette l’aria e l’elfo si accasciò al suolo.

Quzhu, il sovrano, chiuse gli occhi inspirando l’odore di morte e sorrise.

Solo lui, ora.

Ciò che da sempre desiderava.

Un falco volava alto in cielo. I suoi occhi potevano vedere più in là di Jako. Più in là di Quzhu. Ma tutto ciò che vide fu la morte. Improvvisamente, tutto il mondo si era tramutato in un allettante banchetto. 

Ehilà! ♥ mi spiace deludere i miei amati lettori ma no: non sono morta :D sono soltanto in crisi d'ispirazione - ma non vi preoccupate. Ho quasi finito l'ultimo (ç.ç) capitolo della Grindeldore e ho un paio di cosi mezzi lemon che devo terminare per non essere presa a padellate dai miei adorabili compagni di banco (maledetta me e quando ho presentato loro Fanfictiolandia.). Quindi ho deciso di deliziarvi (?) con quest'adorabile os. Carina e coccolosa, come sempre. Bien, rimbalzo via.

Λιλιθ