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Autore: Lily White Matricide    14/02/2012    12 recensioni
"Ogni giorno celebro il mio matrimonio,
il Signore Oscuro preferisce la pioggerella al diluvio.
Ogni giorno celebro il mio matrimonio,
ma il mio Signore se n’è andato,
se n’è andato.
E’ tornato da lei.
E’ tornato da lei…”
Bellatrix era tornata ad essere una Black, nell’esatto momento in cui era stata presa dalla straziante consapevolezza di aver perso il Signore Oscuro per sempre.
[Seconda Classificata e Premio "Miglior Personaggio Femminile" nel Contest "The Magic In The Music" di TheGhostOfYou"]
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Tom Riddle/Voldermort, Voldemort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Nickname: Blankette_Girl
Titolo della storia: Beyond The Veil
Canzone scelta: Amy Winehouse – Back To Black
Pairing: Bellatrix / Voldemort
Luogo scelto: Foresta Proibita (e poi Azkaban)
Rating: Giallo
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo (con un poco di Sensualità, credo)
Avvertimenti: One-Shot, Het e basta.
NdA: vedi in fondo.

 

Beyond The Veil

Every Day Is My Wedding Day
 

“Ogni giorno celebro il mio matrimonio,

ma il Signore Oscuro è sempre in coma.

Ogni giorno celebro il mio matrimonio,

Signore Oscuro, non siete mai stato normale!

Ogni giorno celebro il mio matrimonio,

il Signore Oscuro preferisce la pioggerella al diluvio.

Ogni giorno celebro il mio matrimonio,

ma il mio Signore se n’è andato,

se n’è andato.

E’ tornato da lei.

E’ tornato da lei…”

 

Bellatrix era tornata ad essere una Black, nell’esatto momento in cui era stata presa dalla straziante consapevolezza di aver perso il Signore Oscuro per sempre. Gli Auror l’avevano catturata nella Foresta Proibita, umida ed avvolta nella nebbia invernale. La sua destinazione era una ed inequivocabile, alla luce dei crimini da lei commessi: Azkaban, un altro luogo altrettanto tetro, umido e stantio, un imponente carcere magico perso tra l’arcipelago frastagliato di Helgoland, nel Mare del Nord.
Perché si fosse andata a nascondere in un posto così prevedibile quale la Foresta Proibita, troppo vicina ad Hogwarts, non era dato saperlo.
O forse lei sapeva della facilità con la quale l’avrebbero trovata in quel luogo, ma si era fatta prendere dalla follia, da quell’incredulità che ghermisce tutti coloro che avevano sempre servito fedelmente Lord Voldemort. Mai e poi mai avrebbero creduto che il Signore Oscuro sarebbe stato sconfitto da un bambino di poco più di un anno.
Forse voleva solo seguire il destino del suo padrone, la ragione per la quale era stata marchiata Mangiamorte per la vita. Sperava di raggiungerlo, in qualche modo, ovunque lui fosse. Voleva, doveva trovarlo.
Doveva riunirsi a lui, perché non le aveva dato il tempo per provare dispiacere.

Non le aveva dato tempo per il rimpianto.
Se n’era andato.

 
Il rapporto redatto dagli Auror riportava una particolarità, un dettaglio probabilmente insignificante ai più: quella notte di Novembre, avevano trovato Bellatrix Black in Lestrange scalza, appoggiata ad un tronco di un grosso pino. I capelli erano impastati di resina ed erano raccolti una massa disordinata ed impazzita, e qualche ciocca le si era infilata in bocca, mentre canticchiava con voce sommessa quella canzonetta sciocca e senza senso, dondolandosi avanti ed indietro, come se stesse cullando un bambino invisibile, che solo lei poteva vedere e che solo lei poteva calmare.
Non c’era alcuna dolcezza materna in quell’oscillare senza sosta, la sua voce non era morbida e rassicurante, anzi era tremula e poco chiara, ed andava ad enfatizzare solo la parola “Signore Oscuro” nella strofa, come se fosse l’unica parte degna di essere sentita da tutti.
Ma la cosa più bizzarra era lo strano velo nero appoggiato sulla chioma indisciplinata e che le velava in parte il volto. Se l’era messo in testa, come se fosse una sposa pronta per essere portata all’altare, anche se agli Auror appariva più una vedova che piangeva il marito scomparso.
Si era fatta portare via dalla Foresta Proibita, si era fatta prendere dai maghi al servizio del Ministero, non con codardia, ma con fierezza ed orgoglio: perché Bellatrix Black – non si era mai fatta chiamare Bellatrix Lestrange – avrebbe sempre preferito la prigionia ad Azkaban, piuttosto che rinnegare il Signore Oscuro. Aveva pregato gli Auror di non levarle il velo dalla testa, nel momento in cui l’avevano catturata, e lo aveva fatto con molto disprezzo ed altezzosità nella voce. Quel lembo di stoffa nera sembrava significare molto per lei, ma non era altro che un pezzo di tessuto strappato da uno dei tanti strati della lunga gonna nera che indossava quella notte.
Era fin troppo certa che nessuno avrebbe mai potuto capire il valore ed il significato di quel gesto. Nessuno sarebbe mai andato oltre il velo di Bellatrix Black.
 

Villa Black era pronta a celebrare e festeggiare in pompa magna il matrimonio di Bellatrix Black e Rodolphus Lestrange. Nella grande villa della famiglia Purosangue erano stati disposti enormi vasi di rose in ogni angolo del salone, mentre i corrimano delle scale erano stati decorati da festoni composti da edera e calle.
Bellatrix era chiusa in camera sua, con già indosso il suo abito color avorio. Aveva rigettato l’idea di sposarsi con l’abito color bianco puro, perché non si rispecchiava per nulla in colore. Per di più, perché doveva fingersi pura e candida di fronte ad un marito che non amava e che non stimava per nulla? Tuttavia, si era piegata alla volontà del padre ed aveva acconsentito a celebrare l’unione tra lei e Rodolphus.
Aveva rigettato il bianco, perché sapeva bene a chi appartenesse tutto il suo essere. Il cuore non era fondamentale quando si trattava di Lord Voldemort e lei non aveva mai apprezzato le inutili smancerie delle coppie innamorate.
Sin dai primi momenti al suo fianco, Bellatrix aveva ceduto al suo fascino, sentendosi fatalmente attratta da quell’uomo dagli occhi scuri e freddi, dai gesti eleganti. Tom Riddle, dal canto suo aveva subito ricambiato quegli sguardi ardenti ed appassionati della giovane ragazza. Ma i due non erano mai andati oltre quello scambio di occhiate, anche se la tensione che si era venuta a creare tra loro due era notevole. E quella stessa tensione aveva rischiato di dissolversi quando il fidanzamento tra Bellatrix e Rodolphus era stato ufficializzato. Il Signore Oscuro l’aveva evitata per qualche giorno, non degnandola più di un solo sguardo, mandando la giovane maga nella disperazione totale. Aveva iniziato a dipendere dagli occhi neri del suo padrone. Il pensiero di non poter più godere di quello sguardo privilegiato l’aveva fatta impazzire.
Che il Signore Oscuro fosse geloso di quell’unione? Bella ci aveva riflettuto, ma non avrebbe mai osato porre una domanda simile al suo Signore. Una sera, poco prima delle nozze, però, poco prima che la giovane lasciasse la dimora di Tom Riddle, il mago le aveva afferrato la mano sinistra, portandosela al volto, dalla carnagione estremamente pallida. La giovane donna tremava di eccitazione, mentre la sua mano, guidata da quella del Signore Oscuro, toccava quei lineamenti così affascinanti, per nulla scalfiti dal passare del tempo, ma pieni di malvagità. Lord Voldemort appoggiò le dita di Bellatrix sulle sue labbra, indugiandovi per qualche istante. In quel momento, rivolse lo sguardo alla sua prediletta, come non aveva più fatto per qualche tempo. No, Tom Riddle non era geloso di quell’unione, ma in quell’occhiata le aveva ricordato di non dimenticarsi a chi appartenesse davvero.
Abbandonò la presa dalla mano lentamente, per poi voltarsi e dire, in un sussurro:
“Puoi andare, Bellatrix”.
La giovane donna aveva ricordato quel momento, mentre stava indossando il velo color avorio. Era leggerissimo e si appoggiava appena sui capelli neri e ricci, che erano stati semplicemente tirati indietro da un fermaglio di madreperla, dono di sua sorella Narcissa.
Quel velo le piaceva, avrebbe potuto vedere tutti gli invitati con occhio indiscreto, senza che si potessero accorgere chiaramente di avere gli occhi della futura Mangiamorte addosso, dato che il viso della giovane, e le sue fattezze, sarebbero state velate da quello strato di organza bordata di raso.
Avrebbe cercato con lo sguardo Lord Voldemort per tutta la cerimonia e non avrebbe avuto occhi che per lui. Rodolphus non era altro che un piccolo penny, una monetina senza troppo valore, che cercava di guadagnarsi attenzione, scalando il muro imponente che era la vita di Bellatrix.

 
Neppure ad Azkaban Bellatrix aveva rinunciato a quella strana abitudine a mettersi un qualsiasi tessuto in testa, come se fosse un velo da sposa.
Si comportava così in maniera del tutto inconsapevole. Più volte Rodolphus l’aveva rimbeccata di non comportarsi come una sciocca, ma a lei non importavano le parole del consorte. Quel velo, che non era altro che una serie di stracci cuciti tra loro, le serviva per rimettersi in contatto con il Signore Oscuro, dovunque lui fosse. Perché lei era certa che fosse ancora vivo. Non sapeva dove, né in quale stato fosse, ma era quella convinzione granitica ad averla spinta ad accettare la prigionia ad Azkaban, piuttosto che morire per mano di un Auror, o rinnegare di essere stata fedele al mago oscuro più temuto nel mondo magico. Non era come suo cognato Lucius Malfoy, talentuoso e sfacciato voltagabbana, che aveva rinnegato abilmente la propria fedeltà a Lord Voldemort, evitando così un piacevole e duraturo soggiorno nel Mare del Nord.
E mentre il vento proveniente dalla Scandinavia infuriava, scuotendo le possenti mura del carcere magico, Bellatrix Black portava in testa quel mucchio di stracci, come se avesse paura che le folate gelide di tramontana, che si infilavano tra i sottili interstizi tra una pietra e l’altra, le potessero squarciare il velo e portarle via un ricordo a lei prezioso, per quanto fosse una donna crudele. Solo una persona aveva avuto il diritto di squarciare un velo carico di tensioni ed attese, ed era stato Lord Voldemort in persona.
 

Aveva avuto il coraggio di non trascorrere la prima notte di nozze con Rodolphus.
Che senso avrebbe avuto? Non avrebbero neppure dormito assieme. Né tantomeno Bellatrix l’avrebbe aspettato con trepidazione tra le lenzuola.
Tom Riddle era stato l’ospite d’onore del sontuoso ricevimento. Era difficile non notarlo: sebbene tutti gli uomini indossassero elegantissimi tight, Lord Voldemort sembrava il massimo esempio di eleganza, con quel completo grigio impeccabile ed i guanti in suede grigi. Tutto quel grigio non faceva altro che risaltare la carnagione chiara, i capelli neri dell’uomo e i suoi occhi neri e profondi. Non dimostrava affatto quarantasei anni, ma Bellatrix se n’era sempre infischiata dell’età del Signore Oscuro.
Si erano scambiati dei convenevoli banali, durante il ricevimento, e Lord Voldemort si era limitato ad augurare ogni felicità – e soprattutto figli Purosangue – alla coppia di neo sposi.
Ma gli occhi dicevano molto di più di uno sterile augurio che si faceva ad ogni matrimonio tra Purosangue. Lo sguardo dell’uomo perforava l’organza del velo, cercando lo sguardo di Bellatrix, nel tentativo di farle capire che quei matrimoni non erano fatti che per essere infranti. Erano una facciata bella e buona, ma questo la giovane donna l’aveva capito già da tempo.
E c’era un messaggio molto più forte, in quello sguardo penetrante, un’attesa che non poteva più andare avanti e che doveva ad ogni modo terminare, entro brevissimo tempo.
Come dono di nozze, Lord Voldemort aveva lasciato a Bellatrix Black in Lestrange una Passaporta, da usare entro la sera stessa.
Andati via gli ultimi ospiti, i due coniugi si erano recati nella loro abitazione, non troppo lontana da quella dei Black. Il marito di Bellatrix si era subito rinchiuso nel suo studio, che la giovane non aveva mai visto, e al quale probabilmente non avrebbe mai avuto accesso.
La giovane  si era cambiata d’abito, preferendo un vestito semplice e nero rispetto a quello lussuoso da sera che le avevano fatto mettere, e dopo aver chiuso a chiave la porta della sua stanza, aveva preso in mano la Passaporta, diretta alla dimora del Signore Oscuro.
Era arrivata nell’elegante salotto del maniero ed era così insolito vederlo vuoto e poco illuminato. Bellatrix si era guardata attorno, aveva camminato per la grossa sala, toccando alcuni libri con curiosità, ammirando i calici da vino nella teca in legno e vetro. L’elfo domestico del Signore Oscuro si era fatto avanti, come se stesse aspettando da ore l’arrivo della giovane donna, e le aveva portato del vino rosso in un calice splendente. In tono ossequioso, aveva detto alla maga che il padrone sarebbe sceso a momenti.
Bellatrix aveva atteso che l’elfo se ne fosse andato per bere un sorso di vino. L’avrebbe calmata, dato che sentiva la tensione farsi sempre più intensa e crescente.
E quando aveva sentito un rumore provenire dalle scale, le era venuto in mente di compiere una follia. In un attimo, aveva appoggiato il bicchiere sul tavolo ed era corsa dietro una delle tende, fatte da più strati di tessuto. Si era nascosta dietro lo strato di organza – lo stesso tessuto del suo velo da sposa – a sua volta coperto da un ulteriore tessuto spesso ed opaco. Bella, nel frattempo, ridacchiava tra sé e sé, con la sua risata nervosa e folle.
Il rumore di passi si era fatto sempre più chiaro e distinto. Anche solo da quel rumore, la giovane aveva intuito che si trattasse del Signore Oscuro. Aveva rallentato progressivamente, per fermarsi non troppo distante da lei.
“Bellatrix?” quel tono di voce calmo e pacato era proprio quello di Tom Riddle e Bellatrix era riuscita a sentire un brivido percorrerle la schiena.
Un altro paio di passi lenti per il salotto.
“Dove sei?” aveva chiesto calmo.
L’interpellata si era mossa un poco, dietro le tende, molto divertita. Lord Voldemort si era voltato verso di lei e la stava guardando. Quegli occhi stavano letteralmente bruciando il tendaggio. Un altro paio di passi e poteva immaginarselo lì, davanti a sé, alto ed elegante come sempre.
Lord Voldemort aveva afferrato la tenda più spessa e l’aveva scostata, con un gesto secco e perentorio, lasciando la giovane donna velata, ancora una volta, dall’organza. Lei aveva riso nervosamente. L’uomo l’aveva trovata incredibilmente affascinante.
“Mia fedele Bellatrix, vedo che in ogni circostanza, ti piace dare filo da torcere” aveva esordito con un sorrisetto.
La giovane non aveva risposto, ma si era limitata ad alzare una mano, accarezzando il tessuto semi-trasparente che la separava dal Signore Oscuro. Aveva osato sfiorare il volto dell’uomo, con le dita avvolte nella morbidezza della stoffa. Lord Voldemort si era fatto molto, molto vicino e potevano quasi abbracciarsi, gesto che non avrebbero mai potuto compiere spinti da affetto. Ma aveva lasciato che la giovane lo toccasse, si era lasciato sfiorare da quella combattente orgogliosa. Le aveva permesso di sfiorargli la fronte, gli zigomi e le labbra, per poi scendere verso il collo ed il mento. Arrivata a quel punto, il Signore Oscuro aveva squarciato con veemenza l’ultimo velo che li separava e l’aveva presa per un braccio.
Aveva portato le labbra sul polso di Bellatrix e le aveva fatte scorrere lungo il braccio con molta lentezza. La maga sapeva che presto sarebbe stata marchiata, che un teschio ed un serpente sarebbero apparsi sul suo braccio dalla pelle molto chiara. Sapeva che il Signore Oscuro avrebbe appoggiato la punta della sua bacchetta su quel braccio sottile, che non aveva mai conosciuto fatiche comuni e tipiche di maghi plebei o, peggio ancora, di luridi Babbani, ed avrebbe pronunciato l’incantesimo che l’avrebbe unita per sempre a Lord Voldemort.
“Mio Signore”aveva detto la giovane donna decisa, poiché non aveva mai avuto paura di niente, in vita sua “Mi permetta di farle vedere come posso esserle fedele. Esistono molti modi…”.
Tom Riddle aveva alzato la testa e l’aveva attirata a sé, cingendole i fianchi con una presa forte e sicura.
“Mia coraggiosa Bellatrix” le aveva sussurrato, avvicinando le labbra all’orecchio di lei “Sono curioso di conoscere questi ‘modi’, come li chiami tu…”.

 
Il buio regnava in quella cella fredda ed umida. Il rimbombo remoto delle onde infastidiva il ricordo di Bellatrix. La donna si era tappata le orecchie, per non perdersi i colori dei suoni, della voce del suo Signore Oscuro. Stava in piedi, facendo oscillare la testa come per cacciare con decisione quello sciabordio fastidioso, canticchiando ancora una volta, quella canzone senza senso.
“Ogni giorno celebro il mio matrimonio…”
L’onda schiaffeggiava le mura in pietra immerse nell’acqua, verdastre per l’attecchire delle alghe alla superficie.
Signore Oscuro, non siete mai stato normale!”
Bellatrix pestava i piedi nudi e luridi a terra, producendo uno schiocco secco e violento. Sapeva che i compagni di prigionia, poco distanti dalla sua cella, avrebbero protestato. Aveva alzato la voce, allora.

“Ogni giorno celebro il mio matrimonio…”.
Mormorii di scontento attraversavano l’aria greve. Che andassero al diavolo, gli altri non potevano capire.

“…il Signore Oscuro preferisce la pioggerella al diluvio”.
Stava iniziando a piovere per davvero, là fuori.
“Bellatrix Lestrange, stai zitta!” aveva urlato qualcuno vicino alla sua cella. La donna non aveva dato retta a quel richiamo, non sapeva chi potesse essere quella Lestrange. Lei era Bellatrix Black, non si era mai sentita una Lestrange.
Ogni giorno celebro il mio matrimonio…”.
Le sue mani sudice toccavano quel velo degno di una regina, fatto di cenci di varie dimensioni e fantasie.

“…ma il mio Signore se n’è andato…”.
Eppure Bellatrix sapeva che un giorno sarebbe tornato più forte e più potente di prima.
“…se n’è andato”.
Sarebbe tornato, n’era certa. E quel principesco velo era caduto a terra ed i topi ci avrebbero camminato sopra, mentre lei dormiva su quello scomodo giaciglio di paglia che sapeva di muffa. L’estasi di quel canto folle era scemata, lasciandola nell’amara consapevolezza, che, per il momento, Bellatrix era tornata ad essere una Black.

 

 

NdA: “Era tornata ad essere una Black”: ve la spiego. Ho voluto mascherare la canzone di Amy Winehouse “Back To Black” nel testo. Diciamo che la strofa era “I go back to Black”, che poteva anche significare “torno nel mio lutto”. Ma dato che Bellatrix è una Black, che non calcola il marito, dopo la caduta di Voldemort non è più la Mangiamorte prediletta del Signore Oscuro, ma torna ad essere Bellatrix Black, e quell’affermazione sarebbe il suo modo per dire che torna nel suo “dolore folle” per la perdita del Signore Oscuro. Torna ad essere semplicemente Bellatrix Black.

In questo caso, ho voluto prendere delle strofe della canzone della Winehouse e tradurle in italiano ed inserirle nella narrazione in maniera – si spera – piuttosto naturale e coerente. Spero vi piaccia, perché sono molto soddisfatta di Bella e di Tom <3

   
 
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