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Autore: raphael mc peace    14/02/2012    0 recensioni
Cervello e cuore no, non sono una cosa sola, sono come due treni che corrono su binari diversi. Raramente i treni procedono affiancati. A volte è quello del cuore che precede quello del cervello, altre volte è quest’ultimo ad andare avanti mentre l’altro è lì fermo alla stazione.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un uomo, un uomo! Che cos’è un uomo? Un insieme d'ossa, carne, muscoli nervi sangue, sangue...con un cervello braccia, gambe. Un cuore, un cuore ed un cervello, a che gli serve il resto?
Un cuore, un cervello, pensieri, parole, sentimenti, odio, dolore allegria tristezza invidia, ingordigia lussuria malinconia rabbia, rabbia, rabbia...
Un uomo ha gambe, braccia ma il cervello è più importante. L’uomo viaggia con la fantasia, naviga nel mondo, vola su di esso e lo può vedere tutto e per intero, tragico, immenso malinconicamente perso nel cosmo infinito.
Non ci avete mai pensato? Un uomo può esprimere rispetto amore amicizia ma può provare contemporaneamente odio invidia strafottenza.
L’uomo come un prestigiatore, un impagabile mistificatore, un bravo illusionista. A cosa pensa quando dice “Ti amo”, “Buongiorno”, “Mi spiace”?
Cervello e cuore no, non sono una cosa sola, sono come due treni che corrono su binari diversi. Raramente i treni procedono affiancati. A volte è quello del cuore che precede quello del cervello, altre volte è quest’ultimo ad andare avanti mentre l’altro è lì fermo alla stazione.
Ecco, immagina di notte una stazione non tanto grande, male illuminata, c’è nebbia, il treno è fermo ad un binario morto. Al suo interno poca gente assonnata. Alcuni sono distesi sui sedili, dormono, russano. Altri sono ubriachi. C’è un vecchio che ha un involto sulle gambe, bestemmia come un folle.
-”Il treno non parte”-dice-”questo treno della malora non vuole partire”.
Guarda fuori dal finestrino ma non vede niente. Vede solo la sua faccia infuriata riflessa sul vetro. Oltre questo, indovina la nebbia, solitudine.
-”Avrei dovuto prendere il treno prima”- pensa tra sè-”Ho sbagliato, ho sbagliato tutto, ho sbagliato treno”.
Su quel convoglio, immerso dalla nebbia desolante, vi è dell’altra gente: puttane truccatissime con le gambe scoperte fino all’inguine ma, ormai, non le guarda più nessuno. No, no che non siano belle, ma anche loro hanno sbagliato treno, su quell’altro, su quell’altro si, avrebbero trovato qualcuno disposto ad ammirarle, ma qui, qui non le guarda nessuno. Continuano ad accavallare nervosamente le gambe nude, ma chi se ne fotte di loro? Chi ci fa più caso?
Su quel treno c’è anche una mamma con un bambino piccolo in braccio. Il bimbo dorme sul seno della madre che guarda incredula le puttane. Sta tornando a casa. E’ tardi, ma che fa? Tanto non c’è nessuno che li aspetta...Il bimbo dorme ignaro, tranquillo.
Il treno non parte, è sempre fermo. Quell’altro, quell’altro è già partito da un pezzo, forse è già arrivato ma questo resta fermo. S'alza un vento gelido che spazza via la nebbia ma la notte è buia e senza luna. La stazione è poco illuminata. Ecco, arriva uno delle ferrovie, si ferma a guardare qualcosa poi parla a bassa voce al macchinista.
-”Non puoi partire”-gli dice-“una frana". -”La linea è bloccata, stai fermo qui fino a nuovo ordine”.
Poi s'allontana a passo svelto nella notte. Un uomo si rigira sul sedile ma continua a dormire. Il bimbo dorme in braccio a sua madre. Il vecchio si è acquietato, ha poggiato la nuca, ha chiuso gli occhi:
-”Sono pronto a morire”, - ha sussurrato tra sé.
Le puttane hanno smesso di chiacchierare, ora guardano con occhi vacui il soffitto, mandano la mente fuori da quel treno, vanno lontano, loro, coi pensieri.
Il vecchio respira piano, la madre ha chiuso gli occhi, il bambino dorme sempre. Il macchinista vinto dal sonno, ha reclinato il capo sui comandi, dorme senza rumore, la luce verdognola della cabina gli illumina debolmente una parte della faccia: sembra che sorrida, sorrida a metà.
Forse sogna, sogna un treno supersonico, quello che è partito prima del suo. Un treno lucido, pulito, velocissimo, con tanta gente allegra a bordo, vogliosa di vivere e di vita, lungi dalla disperazione e dalla rassegnazione.
Sogna, sogna sul treno che non parte, che non partirà per quella notte, che non partirà mai più.
  
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