Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Stellalontana    14/02/2012    3 recensioni
Qualcuno aveva cerchiato la data di quel giorno con un cerchio rosso. Harry dubitò che fosse stato Ted o Ginny. Era quasi sicuro che fosse stato James.
– È oggi. –

Corta e un po' triste, la mia prima fanfiction "diciannove anni dopo". Stay Tuned!
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A





Ti voglio bene.

 
 
 
 
 

– Only Act –


 
 
 
 
 
Teddy attraversò il soggiorno a passo di carica prima di sedersi sulla poltrona e portarsi le gambe al petto.
Harry fissò il figlioccio da sopra la Gazzetta del Profeta, domandandosi chi o che cosa avesse fatto arrabbiare il ragazzo dai capelli blu. Alzò gli occhi sull’orologio appeso al muro, ma il suo sguardo fu subito catturato dal calendario. Qualcuno aveva cerchiato la data di quel giorno con un cerchio rosso. Harry dubitò che fosse stato Ted o Ginny. Era quasi sicuro che fosse stato James.
– È oggi. –
Harry si voltò verso Teddy che se ne stava ancora raggomitolato sulla poltrona. L’uomo ripiegò il giornale, lo posò sul tavolino accanto alla propria poltrona, accavallò le gambe e sospirò, sommesso.
– Oggi è il due maggio. – continuò Teddy. Harry rimase ancora in silenzio, aspettando che il suo figlioccio andasse avanti. – Li odio. –
– Non dirlo. – ribatté allora Harry. – Non farlo, Ted. Potresti pentirti. –
– Per cosa? – sbottò allora il ragazzo. Harry lo guardò. Era il perfetto incontro dei suoi genitori, sbarazzino - anche se quell’aggettivo non era certo dei più graditi da Teddy - come sua madre, ma a volte pensieroso e impenetrabile come suo padre.
– Non devi dirlo, mai. – ripeté Harry.
– Dimmi che tu non l’hai mai fatto, Harry. Dimmi che tu non li hai mai odiati. – obiettò il ragazzo sciogliendo le gambe e appoggiandosi allo schienale della poltrona. Harry sospirò di nuovo, pulendosi gli occhiali con un lembo della camicia.
– L’ho fatto, certo. – rispose sincero.
– E allora dimmi perché io non dovrei farlo. Mi hanno lasciato da solo, e sono morti. –
Harry aggrottò le sopracciglia. – Tu non sarai mai solo, Teddy. Hai una famiglia che ti ama. –
– Io non sono tuo figlio. – gli ricordò spietato lui. Harry annuì.
– È vero, ma è come se tu lo fossi. Ti voglio bene come se fossi sangue del mio sangue, Ted. Non è così importante. –
Il ragazzo lo fissò, come se fosse indeciso sul da farsi. – Vorrei soltanto che loro fossero qui, Harry. Lo voglio davvero. –
– Lo so, Ted. Ma loro saranno sempre con te. – Harry si alzò e si abbassò davanti a lui, per poterlo guardare negli occhi. – Loro saranno sempre qui – gli toccò il petto, sopra il cuore, come una volta Sirius aveva fatto con lui – e qui. –
Teddy scostò la mano del padrino appoggiata sulla sua tempia. – Non m’importa! – sbottò. Una lacrima furtiva gli rotolò giù per la guancia. – Non dovevano lasciarmi quella notte. –
Harry si rialzò. – Dovevano invece. –
– Dimmi perché! – urlò allora Teddy alzandosi – Dimmi perché sono dovuto andare in contro alla morte? Perché non sono rimasti con me? Se fossero rimasti insieme a me, qualcuno li avrebbe biasimati? –
L’uomo fissò il ragazzo negli occhi scuri, identici a quelli di Remus. La rabbia gli si leggeva in faccia, pura e semplice. Era normale, si disse Harry, anche lui aveva provato la stessa cosa.
– No. – disse alla fine – Nessuno li avrebbe biasimati, Teddy, ma avrebbero biasimato se stessi per sempre. I tuoi genitori, come i miei, sono morti per qualcosa di più grande, qualcosa per cui valeva la pena morire. –
– E per me non valeva la pena vivere? – chiese Teddy, appoggiandosi alla poltrona. Harry sospirò.
– Ognuno di noi deve fare le proprie scelte. I tuoi genitori hanno deciso di combattere per me, per il bene... –
– Superiore, sì lo so. – lo interruppe il ragazzo – Lo so. –
– No, Teddy. – lo contraddì Harry avvicinandosi – Non lo sai. –
Il ragazzo alzò la testa per incontrare gli occhi verdi del padrino. Incerto, non disse nulla, aspettando.
– Ho visto molta gente morire per me, Teddy e credimi, ero arrabbiato anche io esattamente come te. Ero furioso. – cominciò Harry – Volevo che tutto quello finisse una volta per tutte. Non sai quante volte mi sono detto che forse era meglio lasciar perdere, farlo vincere, perché non sarei mai riuscito a cambiare le cose. –
Teddy lo ascoltava in silenzio, mentre altre lacrime gli rigavano le guance.
– Non sempre la gente ha quello che vuole, figliolo. – continuò Harry appoggiando una mano sulla spalla del ragazzo – Ma io ho avuto quello di cui avevo bisogno. Ho avuto l’amicizia, e ho avuto l’amore. I tuoi genitori sono morti per questo. Sono morti per assicurarti un futuro migliore, per far sì che tu avessi la possibilità di vivere in un mondo migliore, senza guerre e senza Voldemort. –
Il ragazzo rimase ancora in silenzio, asciugandosi le lacrime dalle guance. I suoi occhi dicevano che aveva capito, che stava comprendendo quello che Harry stava dicendo.
– Sebbene tutto fosse contro di noi, i tuoi genitori, i genitori di Ginny, i suoi fratelli, tutti quanti hanno continuato a combattere, hanno messo a repentaglio la propria vita. Tutti loro sono stati artefici di questo futuro in cui stiamo vivendo adesso. Capisci, ora, Ted? –
Teddy annuì impercettibilmente, tanto che Harry pensò di esserselo immaginato, poi si sporse e lasciò che il padrino lo abbracciasse.
– Mi mancano così tanto... – mormorò sulla camicia di Harry. Lui lo strinse contro di sé, più forte.
– Lo so, Teddy. Mancano molto anche a me. –
Rimasero per un momento in silenzio, fino a che Teddy non riuscì a smettere di piangere. Harry avrebbe voluto accarezzargli i capelli, ma il ragazzo non amava certe effusioni. Infatti si allontanò, asciugandosi il volto con la manica della camicia azzurra. I suoi occhi scuri fissarono quelli verdi di Harry e la sua bocca si tese appena in una linea arcuata.
– Grazie. –
Harry alzò le spalle. – E di cosa? –
– Di tutto, Harry. Per tutto. – Teddy guardò indietro, verso la finestra. – Senza di te, non so che cosa farei. –
Harry appoggiò la mano sulla spalla del figlioccio e lui non si allontanò. – Lo sai che ti voglio bene. E anche loro te ne volevano, Teddy, di questo puoi essere sicuro. –
Il ragazzo sospirò. – Ora lo so. Cioè... l’ho sempre saputo. Ora l’ho capito. –
Harry non disse nulla, continuando a guardarlo. All’improvviso si rese conto di quanto tempo era passato da quel due maggio, quanti due maggio erano trascorsi da quando Remus e Tonks - e molti altri - erano morti.
– Io ci sarò sempre per te, Ted. – disse Harry, uno strano nodo alla gola. Teddy tornò a guardarlo e la sua bocca si tese in un sorriso.
– Lo so, Harry. Ti voglio bene. –
Harry rimase in silenzio, cercando di non piangere, poi si tolse gli occhiali per pulirli di nuovo, li rinforcò e sorrise.
– Anche io ti voglio bene. –
 
 




FINE




N.d.A: Piccola storia che volevo scrivere da tanto. Non ho mai scritto su Teddy o sulla nuova generazione, ma si sa, l'ispirazione colpisce all'improvviso... Beh, un commento me lo lasciate? Un bacione, Stella.


   
 
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Stellalontana