Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: eleonora isabelle    14/02/2012    2 recensioni
E' una piccola raccolta di tre flashfic che ho scritto per un contest. Il protagonista è Draco che si trova ad affrontare la morte per la prima volta in vita sua...ed anche quello che c'è dopo...
spero vi piaccia :)
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                                               NON E’ TUTTO PERDUTO                                        
 
 
 
Draco non mollava, teneva stretta la mano gelida della madre, tremava leggermente.
Lo sguardo fisso verso la finestra aperta, vuoto, assente.
Non si curava minimamente del carnefice di fronte a lui.
 
Nevica
 
Com’era assurdo.
Impossibile.
Insensato.
Com’era irreale tutto quanto.
I fiocchi cadevano placidi, lenti. Volteggiavano a terra in una danza mistica, coprendo ogni cosa con il loro soffice manto bianco. Silenziosi.
Draco era perso in quel silenzio bianco.
Ogni tanto sentiva, percepiva qualcosa. I rumori indistinti nella stanza, le urla, i lamenti folli di suo padre. Tutto coperto da una spessa coltre ovattata.
 
E’ così che deve finire?
 
I fiocchi continuavano a scendere, inesorabili.
Si facevano beffe degli strepitii e del caos che irrompevano a Malfoy Manor.
Continuavano imperterriti a ricoprire l’erba, le piante, gli alberi.
Il cuore di Draco.
Strato dopo strato, non smettevano mai di solidificarsi, attutendo qualsiasi emozione, isolando la sua anima in un manto di ghiaccio.
 
“All’ombra dell’ultimo sole, la Speranza cantò, prima che venisse l’inverno e il canto suo spezzò…”
 
Conosceva questa canzone. Sua madre gliela cantava sempre quando era piccolo.
 
“Venne l’inverno e il freddo crudele, spensero il canto di Lei fedele, che ha aspettato finora l’Amor, che non tornò più con suo immenso dolor…”
 
La sussurrava, piano, all’orecchio di Draco. La mano stringeva più forte.
 
“All’alba dell’ultimo sole la Speranza cantò…”
 
Il sussurrìo continuava impercettibile, una nènia dolorosa incrinata dal pianto.
 
Oh madre…
 
Sciolse il cuore di Draco in lacrime amare che non scesero.
 
Perché…
 
Chiuse gli occhi, il bianco intrappolato nelle iridi, la tristezza e la rassegnazione gonfiate nell’animo, il canto struggente impresso nella mente.
 
“Prima che venisse l’inverno e il canto suo spezzò…”
 
Tutto si fece bianco.
 
 
                                                             * * *
 
 
Draco aprì lentamente gli occhi.
Era ancora a terra, nel salotto di casa sua.
Solo.
 
Sono morto?
 
Si, lo era. Aveva vissuto la morte sulla sua pelle, un attimo fa, o forse un minuto, un’ora, un anno. Chi poteva saperlo.
 
Sono ancora qui…
 
La casa era deserta. Il silenzio totale.
Tutto era pervaso da un’atmosfera quieta e irreale, immerso in una penombra sottile.
Fuori, non nevicava più.
Si alzò circospetto, si guardò intorno.
La mente era annebbiata e offuscata, come se risvegliata dopo un lungo sonno.
L’unica cosa che percepiva chiaramente era la sete. Una terribile sete.
Si diresse faticosamente verso la cucina, i passi lenti e pesanti.
Non trovò acqua.
Ritornò nuovamente nel salotto, spaesato e confuso.
Gli occhi si mossero automaticamente verso l’ampia finestra, l’unica certezza in mezzo al turbinio di ricordi confusi affollati in testa. L’ultima immagine della neve che scendeva era ancora impressa nell’anima.
Rimase sbalordito.
Al posto della finestra, ora c’era una porta.
Una comunissima porta di legno scuro.
Era socchiusa.
Draco restò piantato lì davanti a fissarla.
Riusciva ad intravedere qualcosa oltre la fessura. Forse una tempesta.
Una tempesta di neve.
Ma il rumore e lo scrosciare del vento erano inudibili dalla stanza.
Si decise ad aprire la porta, ne aveva abbastanza del silenzio.
Come uscì, venne investito da una raffica di vento e neve terribili, ma non provò paura.
Era uno spettacolo sublime, un vortice bianco di una luce abbagliante, abbacinante. Una danza di fiocchi di cristallo che volteggiavano melodiosi, intonando una dolce sinfonia alle orecchie di Draco.
Si addentrò leggero in questo tunnel splendente, attirato da un richiamo arcano e misterioso. Irresistibile.
L’eco di una voce paterna e senza tempo che bisbigliava al suo cuore di non aver timore.
Continuò ad avanzare, gli pareva di volare.
Non sapeva da quanto tempo era lì in mezzo, ma ad ogni passo il suo cuore si riempiva sempre più di pace.
Un’ autentica e reale sensazione di pace, come non aveva mai provato prima.
Ma la sete era più forte che mai.
Ad un tratto, intravide la fine di questo vortice di cristallo.
 
 
                                                             * * *
 
 
Si ritrovò in una foresta, gli occhi ancora colmi dell’inverosimile bellezza di quel tunnel luminoso.
Ma ciò che vide era ancora più splendido.
Era in mezzo ad una foresta enorme, una selva intricata di vegetazione e alberi maestosi, così alti da non riuscire a scorgerne la cima.
Erano innevati.
Draco rimase senza fiato di fronte a tanta meraviglia, chiuse gli occhi.
Venne riscosso da una voce familiare.
Un flebile sussurro portato dalla brezza che lo avvolse carezzando i suoi sensi.
Era dolcissimo…
 
“Vieni, non aver paura, vieni…”
 
Draco seguì questo richiamo invisibile, la sete era sempre più ardente.
Facendosi spazio tra i rami, giunse in una radura.
Era completamente illuminata da una luce chiarissima, calda ed accogliente, un tripudio di colori vivaci e splendenti, la neve si era sciolta in rugiada.
Al centro, troneggiava una quercia immensa dalle foglie sgargianti, i suoi rami infiniti facevano ombra ad una piccola fonte.
Era il posto più bello che avesse mai visto.
Ma ciò che più lo sorprese, era che lo conosceva.
Era come se fosse finalmente tornato a casa dopo lunghissimo tempo.
Si avvicinò sicuro alla fonte argentea, si specchiò sull’acqua trasparente.
Non vide alcun riflesso.
Eppure il suo corpo lo percepiva, poteva toccarlo.
Ma la sete era estrema, e dimentico di tutto il resto cominciò a bere assiduamente.
 
“Non preoccuparti se la sete non si è estinta del tutto, presto lo sarà”
 
Era di nuovo quella voce melodiosa e familiare, la sentiva vicinissima a lui.
Si voltò.
Vide Pansy.
 
Non è possibile…
 
“Si Draco, sono io.”
 
Disse rassicurante la ragazza, come se conoscesse i suoi più intimi pensieri.
Gli sorrideva dolcemente, era bellissima.
Di una bellezza irreale, impossibile.
Eppure era proprio lei, la Pansy che ricordava, strappata via dalla crudeltà della guerra.
Proprio come lui.
 
“Sei stato molto coraggioso Draco, vieni, Lui ti sta aspettando.
 Non Si è mai dimenticato di te.”
 
Disse, lo sguardo colmo di una tenerezza e un amore autentico, infinito, che scaldarono il cuore di Draco.
 
Non Si è mai dimenticato di me…
 
Successe qualcosa dentro di lui.
Qualcosa che aveva represso nel profondo di se stesso e che ora si stava liberando dalle catene, per raggiungere la superficie.
Venne assalito da un’improvvisa voglia di piangere.
Lasciò scivolare lentamente le lacrime, questa volta non aveva bisogno di trattenerle.
 
Allora esiste la Speranza, madre, l’inverno non ha spezzato il suo canto…
 
Pansy gli tese la mano, non smetteva di sorridergli.
 
“Vieni, tua madre è già con Lui.”
 
Draco l’afferò con fiducia e delicatezza, lo sguardo colmo di gratitudine e di una gioia immensa, mai provata.
 
Non è tutto perduto…
 
Sorrise per la prima volta come non aveva fatto da molto tempo.
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: eleonora isabelle