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Autore: Francibella    14/02/2012    5 recensioni
Certezze. Conferme. Sicurezze.
Questo cerca l’uomo. Perché l’uomo è un animale insicuro, costantemente bisognoso di rassicurazioni; così la vita diventa una ricerca. Un’inesorabile ricerca senza fine, che non si sa dove lo porterà. L’uomo cerca. Ma Hermione si sente rassicurata, perché ormai non cerca più. Ha trovato le sue certezze, le sue sicurezze.
Fanction partecipante all'iniziativa "Aurors in Love" organizzata dal gruppo di FB "Cercando chi dà la roba alla Row" (Team Harry/Hermione) dedicata a: seven
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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[Fanfiction partecipante all'iniziativa “Aurors In Loves” organizzato dal gruppo di FB
“Cercando chi dà la roba alla Rowling” 
(Team Harry/Hermione)] dedicata a: seven


 








Mi piace la neve.


 

Non sono venuta qui a dirti che non riesco a vivere senza di te: ci riesco, a vivere senza di te. È solo che non voglio.

Certezze. Conferme. Sicurezze.
Questo cerca l’uomo. Perché l’uomo è un animale insicuro, costantemente bisognoso di rassicurazioni; così la vita diventa una ricerca. Un’inesorabile ricerca senza fine, che non si sa dove lo porterà. L’uomo cerca. Crede di cercare oggetti, persone o emozioni. In realtà, l’uomo cerca certezze, conferme, sicurezze e spera di trovarle nelle altre persone. Ma questi, gli altri, ci possono solo aiutare. Le conferme sono in noi e in noi soltanto.
Perché la paura più grande non è la morte, non è la malattia. Ciò  che desta le maggiori inquietudini è scoprire, un giorno, che tutto quello in cui credevamo, ciò che ci sosteneva e ci faceva andare avanti si è sciolto, come la neve alla prima giornata di sole.

Hermione non prova nulla di tutto ciò. In fondo, si è sempre sentita rassicurata da questa cosa. Sa chi è, non si definisce in relazione a qualcun altro. Ci sono alcune cose, che Hermione sa e che la rassicurano, perché sono sempre state così e sempre lo saranno. È qualcosa di intrinseco in lei. Non ha bisogno di un ragazzo, un’amica e una famiglia che gliele confermi.

Sa di avere i capelli mori e crespi. Inutile mentire e fingere che non sia così. O usare lozioni per i capelli.

Sa che ha l’irrefrenabile impulso di alzare la mano, quando qualcuno pone una domanda. Anche se è la cameriera al bar.

Sa che il Quidditch non le piacerà mai, ma che continuerà a vedere le partite del suo ragazzo, perché lo ama e sa che per lui è importante.

Sa che Lavanda Brown le sta proprio antipatica e che è un’oca, ma le dispiace che sia stata sfigurata e cerca di concederle sempre qualche intervista.

Sa che i giornali mentiranno sempre sul suo conto, dicendo che si intrattiene con Draco Malfoy, con Blaise Zabini o con il ministro in persona. Ma lei – e lo sa
anche la sua “dolce metà” –  sa che non è vero. Perché è una donna innamorata, possessiva, gelosa e fedele.

Sa che Neville Paciock non accetterà mai di essere innamorato di Luna Lovegood, che è troppo riservata per dichiararsi, e sposerà Hannah Abbott, anche se non l’amerà mai quanto ama Luna. Hermione lo sa, ma sa che non può dirlo, perché ognuno deve capirlo da solo.

Ciò che Hermione più sa è che tutta questa certezza, consapevolezza, non è venuta da sola. Sa che non c’è sempre stata e sa chi ne è l’artefice.
 
 
Quattro anni prima, Hermione ha ventitre anni, è single (dopo una tormentata relazione con Ron), lavora al Ministero e non ha il coraggio di guardare nessun membro della famiglia Weasley in faccia. A partire da Harry. Non si sente bella, non riesce a convivere con il suo corpo. Ha ancora la sindrome da “prima della classe”, deve sempre primeggiare e questo non le porta molte amicizie. Quando i giornali scrivono cose brutte – e false – su di lei, la sera torna a casa e piange. Si addormenta piangendo e si sveglia con gli occhi rossi, non è pronta per questa improvvisa popolarità. O, più probabilmente, non è pronta per affrontarla da sola. Al mattino, ritaglia gli articoli e li conserva. Chissà per quale motivo. Non parla con Harry da un mese, due settimane e tre giorni. Non gli parla da quando si sono baciati, ufficialmente. In realtà, non gli parla da quando si sono baciati e lei ha capito che non è solo amicizia. E questo è sbagliato, perché non ci si innamora degli amici. Benché meno dei migliori amici. E pensa che la sua vita finirà così, triste e sola. Lo ha pensato fino a quando Harry – a forza – non è entrato nel suo appartamento.
«Perché ci stiamo facendo questo? Lo so che non hai bisogno di me, me lo hai sempre detto, ma tu hai fatto tanto per me. Ora, lascia che faccia io qualcosa per te.»
Mai avrebbe potuto immaginare che un bacio, un solo bacio, potesse dare tutte quelle sensazioni e tutte quelle certezze.

Oggi ride ripensando a quei momenti. Ride perché capisce che allora era soltanto estremamente insicura. Credeva che se nemmeno con Ron avesse funzionato, sarebbe rimasta da sola per tutta la vita. Ne era proprio certa. Poi, qualcuno era arrivato a darle (o a ridarle?) quelle certezze di cui aveva tanto bisogno.

Suona il cellulare. Sorride. Non ricorda bene quando lei e Harry abbiano deciso di prenderne uno a testa, però è felice di questa scelta. Quando lui è in missione, sentire la sua voce la tranquillizza davvero. Non è come dover leggere delle lettere. Sulla carta, legge le parole, vede l’inchiostro, può soltanto immaginare Harry che dice quelle cose. Ascoltare la sua voce è molto di più.

«Ciao, Hermione.» I soliti saluti. Come stai? Come va la missione? Il lavoro al Ministero? Una routine che dà sicurezza. Un rapporto che dà sicurezza. È Harry a darle sicurezza. «Che tempo c’è, lì?» Hermione arrossisce. Non lo sa nemmeno, perché è domenica e lui non c’è, quindi non le interessa come sia il tempo.

«Non lo so.» Harry ride e Hermione riesce a vederlo, come se fosse seduto sul divano, di fronte a lei, la fronte che si corruga leggermente, gli angoli della bocca rivolti verso l’alto, due accenni di fossette e gli occhi luminosi.

«Vai a guardare!»

«Va bene.» Velocemente butta un occhio fuori dalla finestra. «Oh. Nevica.»

«Nevica anche dove sono io.»

«Questo perché ovunque tu sia, io sono con te, quindi sentiamo lo stesso tempo atmosferico.» Ridono entrambi. Odiano le frasi melense, la dolcezza scontata. Odiano i mazzi fiori da San Valentino. I cioccolatini degli innamorati.  Hermione gli rimprovera sempre quel concentrato di zucchero che le ha rifilato quando è andato ad aiutarla a riprendersi la sua vita,  gli dice che era troppo tenero, troppo premuroso. In realtà, lo è ancora e a lei va bene così. Le piace che ogni tanto le porti la colazione a letto. O che le faccia arrivare qualche regalo al lavoro. La fa sentire pensata, amata.

«Mi manchi.»

«Anche tu, Harry, mi manchi tanto. Vorrei poterti raggiungere.»

«Sicura?» Il tono è malizioso, Hermione non può sbagliarsi, non questa volta, anche perché ha già un lieve sospetto.

«Sei qui, vero? Sei qui?» Si alza di scatto, infila le scarpe e il cappotto ed esce di casa. Harry è lì. Sorride ed è bellissimo. È lì, non l’ha delusa, nemmeno questa volta. È lì, pronto a rassicurarla. Ma Hermione non ha bisogno. Non ha più bisogno. Ora, si conosce, non ha bisogno di conferme.
Le braccia di Hermione avvolgono il collo di Harry. Si baciano a lungo, Hermione lascia dei piccoli baci sulle guance di Harry.

«Sei freddo. Da quanto tempo aspetti?»

«Un po’. Avevo paura dormissi.»

«Allora hai fatto bene ad aspettare, ci tengo al mio sonno.»

Si baciano e ridono. Poi si fermano a guardarsi negli occhi. Lo sguardo di Hermione vaga sui capelli neri di Harry. I fiocchi di neve rimangono impigliati nella capigliatura corvina del ragazzo. Adora quel contrasto tra il bianco e il nero. Alza lo sguardo e guarda la neve cadere.
Forse domani ci sarà il sole e la neve si scioglierà. Ma le sue certezze, no. Perché Hermione è sicura, sa chi è, sa quello che vuole. È una donna forte. Non ha bisogno di un uomo che la definisca, ha avuto bisogno di un amico che l’aiutasse, quattro anni prima. Ora vuole  un uomo che la ami, che la faccia sentire bella e desiderata. Sa che non ne ha bisogno, ma ha avuto la fortuna di trovarlo lo stesso.

«Entriamo?» La voce di Harry è calda e rassicurante.

«Mi piace la neve.» Hermione si sente una bambina, ma è felice. C’è la neve e Harry è lì con lei.

«Anche a me piace la neve, però vorrei entrare. Ho sognato di potermi sdraiare sul nostro divano per giorni!» Il volto di Hermione si rabbuia di colpo. 
«Herm… è successo qualcosa al divano?» La voce di Harry è puro panico. Adora quel divano, fin da quando lo ha visto in un negozio. E poi – con il passare degli anni – è diventato un ricettacolo di memoria. C’è stata la volta in cui erano un po’ brilli e hanno rovesciato lo champagne, quella notte in cui hanno litigato e Harry è andato a dormire in soggiorno e quella volta in cui, invece, hanno fatto pace e hanno fatto l’amore sul divano. Scomodo, ma decisamente trasgressivo per Hermione.

«Hai sognato il divano? Sei stato via una settimana e hai sognato il divano?»

«No, ho sognato di sdraiarmi sul divano. E non mi hai fatto specificare con chi.»

«Spero di non essere io, quella con cui ti vuoi sdraiare sul divano, perché sono piuttosto offesa.»

«Pensavo a Lavanda Brown. Sai, dopo il suo articolo su Hermione Granger: femme fatale mangiauomini o ingenua gattina? penso di voler approfondire la nostra conoscenza.»

«Harry Potter, tu davvero non…»

«Hermione Granger Potter, io vorrei soltanto godere delle attenzioni di mia moglie. Tu cosa ne dici? »

«Dico che mi piace la neve, ma forse è meglio che tu goda delle mie attenzioni da qualche altra parte.»

Questo cerca l’uomo. Certezze, conferme e sicurezze, sì, ma se la vita è una ricerca costante, non si accontenterà, vorrà sempre di più. Vorrà anche un po’ di amore. 

   
 
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