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Autore: Orange Dream    14/02/2012    2 recensioni
Un freddo febbraio a Konoha, due ragazze che amano e lo fanno in modo opposto, come i loro caratteri, e per questo sono così collegate da far riflettere.
-Tu sei una castagna- Non le disse che la rappresentava anche per quegli spinosi e disordinati codini.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Hinata/Naruto, Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Debolezza Tenerezza



Una brezza fredda soffiava leggera, e Temari non accoglieva il freddo di buon grado. L'aria era satura del profumo dell'inverno quando sta per trasformarsi in primavera, quella fragranza costante e un po' frizzantina. Tuttavia era ancora troppo presto per definirla Primavera, era solo il 14 di febbraio. Qua e là alcuni mucchietti di neve all'ombra degli alberi resistevano ancora senza probemi.
Benchè il freddo non la attirasse Temari non si strinse addosso i vestiti di Suna, decisamente leggeri sebbene presi apposta per viaggiare, e lasciò che il freddo le pizzicasse la pelle, come se la stesse spingendo a muoversi più veloce, finire in fretta la tazza di thè caldo e rimettersi in viaggio per la sua casa.

Aveva appena passato una settimana a Konoha per dei documenti da dare a Naruto, l'attuale Hokage da dopo la guerra, finita solo 5 mesi prima.
In tutto quel tempo era uscita poco, restandosene per lo più nella piccola camera d'albergo riservata ai messaggeri.
Era un suo dovere, per quanto fosse noioso, ma ciò che la seccò fu che non venne nessuno ad alleviarle la noia, se non qualche spauruto gruppo di bambini giunti a vedere "la furia della sabbia" giunta a Konoha...
Temari li mandava via senza troppi complimenti, ma un sorriso d'ironia si dipingeva sul suo volto al pensiero di quanto rinomata era divenuta grazie alla sua capacità in battaglia e molto anche grazie ai suoi fratelli...
Non che quelli di Konoha fossero da meno, la generazione di Shikamaru si era distinta per la grinta con cui in guerra aveva combattuto, tanto da meritarsi i complimenti di ninja stranieri.La ragazza aggrottò le sorpracciglia punta dai suoi stessi pensieri.

Perchè quel crybaby che di solito si occupava con lei delle faccende di stato, e che di sicuro la badava più degli altri al villaggio non si era fatto vivo in quei giorni? Temari aveva provato a non prenderla come un'offesa, ma accantonando la domanda seccante per l'ennesima volta le passò ogni voglia di restare seduta e si diresse a pagare il conto.
Non arrivò mai, perchè appena svoltato l'angolo una ragazza le si fece avanti un po' esitante.
-Temari san! E' passato molto tempo dall'ultima volta che ti ho vista. 
La Sabaku scrutò la nuova interlocutrice cercando di ricordarne il nome. I lunghi capelli neri e gli occhi candidi la identificavano come una Hyuga... Ah si! era quella ragazza di cui si parlava ancora dalla distruzione del villaggio da parte di Pain e che spesso aveva visto combattere tra le fila degli  Alleati.
-Tu sei... Hinata giusto? Devi dirmi qualcosa?
-No, avevo solo voglia di fare due chiacchere. Ho sentito spesso parlare di te, sopratutto del tuo buon livello di combattimento.
-Sono jonin da un po' ormai- disse Temari con noncuranza -anche di te ho sentito molto-
Hinata si sedette su un tavolo interno alla locanda, calda e profumata dei cibi che si vendevano e Temari che non capiva per quale motivo quella ragazza a lei praticamente sconosciuta le stesse parlando la imitò, bisognosa inoltre di avere altro a cui pensare mentre affrontava i tre lunghi giorni per Suna.
Mentre combattevano aveva visto spesso gli Hyuga sul campo, ma lei sembrava diversa, una luce molto forte e chiara sembrava riempire i suoi occhi.
-Ho agito più per istinto che per altro, non mi affidavo solo agli schemi di combattimento che pure avevo studiato per anni, mentre combatti devi farti prendere dalla foga, come una danza...-
-..Dove se ti fermi a riflettere su ogni passo che fai non riesci ad eseguirla, ti capisco- La interruppe Temari pensierosa, completando la frase come Hinata avrebbe fatto, senza tuttavia comprenderla.
L'unica cosa che entrambe miravano dal combattimento era uscire vincitrici, ma se da una parte Temari non vi si sarebbe mai sottratta, Hinata avrebbe volentieri trovato una via alternativa. Eppure si capirono pur intendo cose leggermente diverse.
-Tu dove sei diretta?- le chiese distrattamente Temari.
-Sto tornando al villaggio, sono stata al paese del Vortice. Immagino che anche tu sia stanca di andare su e giù per i vari villaggi-
-A volte... Vedere sempre la stessa gente non va bene, mi piace cambiare ogni tanto e sopratutto non voglio rinunciare alla libertà che provo nel viaggiare da sola. Odio sapere che quando sono via i miei cari possano stare male, ma sanno badare a loro stessi, non voglio sentirmi legata ad un posto, sebbene sia molto fedele al mio villaggio.-
-Non lo metto in dubbio... C'è nessuno che vuoi incontrare dove vai?-
Temari corrugò la fronte, mentre una mano strinse involontariamente il vestito. -Vale la stessa cosa dei posti. Non voglio essere dipendente da nessuno- rispose secca e senza indugio.
-Hai paura?- le chiese allora Hinata, con estrema tranquillità. La bionda spalancò gli occhi e scoppiò a ridere per una buona manciata di secondi, sorpresa a tal punto che una sconosciuta le avesse fatto una domanda simile da non riuscire a trattenersi. Si vedeva che non la conosceva.
-Io non provo paura per simili baggianate! Sono ben poche le cose per cui mi devo preoccupare, ma cedere a un sentimento tanto debilitante quanto la paura lo trovo pericoloso, e anche stupido di conseguenza.-
Hinata sorrise tranquilla -Non hai paura di te? Questo intendevo. Vedo uno spirito molto forte e deciso... sembri sicura come pochi, devi esserne molto orgogliosa. Ma come fai a ritrovare te stessa, gli altri tuoi sentimenti sotto una maschera di freddo raziocino? Al tuo posto avrei paura di chiudermi così tanto da non capire più gli altri, o viceversa, gli altri non capiscano me.-
Temari rimase colpita da quella frase, abbastanza da farla fermare a riflettere, mentre la sala lentamente si svuotava e il sole allungava le dita per lanciare gli ultimi rossi raggi di luce.
-Perchè dovrei capire gli altri? Non mi basta conoscere ciò che voglio io? Hinata, non ho bisogno di farmi capire dagli altri per capire me stessa, la mia strada la conosco.-
- Sola come l'ultima foglia su un albero, testarda a non voler cadere come le altre-  mormorò Hinata con ironia. -Ammiro molto la tua originalità, non cambiare mai.-
-Mi sembra ovvio che una persona debba avere dei principi, per quanto a volte sembrino assurdi... prendiamo Naruto Uzumaki, da zimbello del villaggio è diventato Hokage, la nostra forza decisionale è simile, non trovi? Anche se a me sembra ancora un idiota spesso e volen...-
La porta si spalancò rumorosamente, mentre una figura avvolta in un abito tinto dal rosso del tramonto si faceva avanti velocemente, dirigendosi verso il bancone dove erano sedute le due kunoichi.
-Finalmente dattebayo! Sono stato occupato tutto il giorno e ora mi potrò prendere una buona tazza di raaaamen. Grazie per avermi aspettato Hinata- Naruto si chinò quindi a posarle un bacio leggero sulle labbra prima di ordinare la sua cena.
Temari strinse le sue di labbra, colpita come da una scossa per aver rischiato di insultare l'Hokage dell'altro villaggio, e per essere di sicuro stata udita dalla sua... fidanzata? Da quando Naruto aveva una fidanzata e da quando era Hinata??? Si vedeva che non la conosceva.
-Buonasera Hokage Sama.- riprese poi, assumendo un tono formale. Naruto le fece un gesto annoiato con la mano dopo averla riconsociuta. -Temari san, ti conosco da anni, non serve che mi chiami così!-
Lei si guardò intorno per vedere dove fosse Hinata, ma curiosamente la ragazza sembrava essersi dileguata poco prima. Temari si stava già alzando per andarsene, a quel punto aveva tardato anche troppo; solo quando fu sulla soglia la vide tornare in sala, tuutavia fece in tempo a cogliere il leggero occhiolino della giovane Hyuga prima di chiudersi la porta alle spalle.

Si incamminò quindi da sola sul sentiero, con l'intenzione di accamparsi tra qualche ora. Le ombre erano sempre più fitte e i versi degli animali schioccavano nell'aria fredda. Temari non vedeva l'ora di tornare al proprio villaggio, caldo e che le avrebbe dato tutte le distrazioni necessarie, sia per le strane domande di Hinata, sia per altri suoi fastidiosi pensieri...
Un'ombra più strana delle altre si mosse all'improvviso sul terreno e Temari instintivamente saltò indietro, sfoderando leggeremente un kunai.
-Sei sempre così sulla difensiva Temari... non si può mai scherzare.- Una voce familiare la colpì come una secchiata bollente la schiena, e cercando di controllare i suoi movimenti la ragazza si voltò lentamente, osservando furibonda il suo interlocutore.
-Ma ti sembra di poter apparire così, come un ladro? Che ci fai qui, mi segui??-
Shikamaru tirò un sospiro pesante e si lasciò cadere a terra dal ramo dove stava, senza vedere la necessità di togliere le mani dalla tasche.
Il puntino rosso della sigaretta si mosse rimbalzando mentre parlava, il volto a malapena illuminato da quel calore rossastro.
-Non serve che torni a Suna da sola. Posso accompagnarti.-
-Non mi serve di certo la tua compagnia per fare una strada che ho fatto decine di volte... stai sprecando il tuo tempo.-
Shikamaru inarcò il sopracciglio e le si avvicinò indolente, gettando la sigaretta a terra.
Temari non si mosse di un centimetro, nemmeno quando fu così a vicino da mettere chiunque a disagio, e le sue labbra si accostarono all'orecchio di lei.
-Ho chiesto io ad Hinata di parlarti.-
Temari spalancò gli occhi sopresa e lo spinse forte all'altezza del petto. -Come osi spiarmi in questo modo assurdo? Ma chi ti credi di essere???-
-Il tuo ragazzo? Stiamo insieme da un mese Temari.-
- Forse dovresti ricordartelo più spesso- sibilò quella come un gatto inviperito -era troppo occupato il grande shinobi stratega della foglia a venirmi a trovare? Dove eri, a riempirti di carne col tuo amico grasso? Hai fatto a meno di vedermi, e a quanto pare anche io posso farne benissimo a meno della tua compagnia-
Gli voltò le spalle, il cuore a mille per rabbia e una sofferenza profonda, tanto segreta che non poteva mostrarsi in nessun modo, come una tempesta intrappolata in un' anfora. I suoi passi risuonarono decisi sulla terra battuta, mentre si allontanava da Shikamaru senza voltarsi indietro.
All'improvviso un piede si rifiutò di risponderle, e poi anche l'altro, seguito da tutto il corpo non rispose più ai suoi comandi.
-Lasciami subito! stronzo! Sei solo uno stronzo!-
Shikamaru corse verso di lei silenzioso quanto la sua ombra. Le fu davanti, per poterla fissare dritta negli occhi ricchi di emozioni contrastanti, solo allora le prese il viso tra le mani, baciandola forte sulle labbra.
A Temari trasmise un brivido non di freddo, ma come di sollievo, perchè le erano mancate quelle labbra dall'odioso odore di fumo, quella pelle liscia e calda contro la sua che la sembrava elettrizzare. Shikamaru la abbracciò forte e allora tutto scomparve, dal freddo al risentimento tutto si sciolse, tranne i muscoli irrigiditi di Temari, che pur anelando di rilassarsi mantenevano un atteggiamento sotile, era ancora contrariata per tutto quello che era successo.
-Non sto tenendo la tecnica da un pezzo Temari- disse all'improvviso il Nara. Lei era ferma di sua volontà. -E se mi permetti di parlare come una persona civile, senza saltarmi addosso...-
-Sei tu quello che mi ha appena fermata con la forza, chiamalo civile!- ringhiò lei acida.
-L'ho fatto per chiederti scusa.- Sbottò lui esasperato.
Temari lasciò che un sorriso ampio come una casa le si allargasse sul volto: la loro sfida attuale era vedere chi dei due sarebbe dovuto essere il primo a scusarsi, e da come Shikamaru borbottava Mendokuse irritato, Temari si rese conto che se lo ricordava bene di aver perso.
-Ma non avevi alcuna strategia per vincere?- Insistette lei, girando il dito nella piaga con sottile piacere.
Shikamaru le prese i fianchi a sguardo basso, mostrandosi ancora sconfitto, quindi Temari lo lasciò fare con noncuranza.
Poi però il Nara fece lentamente strisciare una mano sul suo corpo, fino a posarglierla appena sopra il seno sinistro, dove il cuore della kunoichi batteva ritmico e deciso.
-Scusa se ti amo, Mendokuse-
Era la prima volta che glielo diceva, e fu scioccante.
Temari non si accorse di aver socchiuso la bocca, nè di aver assunto un'espressione così sopresa, dolce e completamente estranea a lei.
Si sentì debole come quando aveva saputo che Gaara era stato rapito e Kankuro ferito, in quel momento era stata totalmente ed orribilmente impotente, terribile... Eppure questa volta la sensazione di impotenza era diversa... forse era solo tenerezza.


Tornarono alla locanda poco distante e albergarono là, non aveva senso viaggiare a quell'ora e non c'era fretta. Shikamaru mentre camminavano ruppe il silenzio imbarazzato con una frase insolita.
-Ti assomiglia sai?
-Chi?
-Hinata.
-Hinata?!? Ma se ho sentito dire che è timida, introversa e gentile con chiunque! Ci ho parlato e non avrei potuto trovare persona più diversa da me!
Per un po' risuonarono solo i passi sul selciato.
-Mhh... facciamo un esempio con la frutta, magari riesco a spiegarmi: Hinata è una pesca, morbida fuori e dentro con un nocciolo duro e forte. In genere è si dolce e pacata, ma quando vuole sa tirare fuori la palle, mi ha molto colpito. Tu invece sei il contrario: sempre con le palle di fuori... (-molto meglio di te- aggiunse lei imperturbabile ) ma con un cuore molto diverso all'interno. Sotto sotto sei molto sensibile Temari.-
La ragazza non rispose, lasciando la frase in sospeso mentre Shikamaru prenotava una stanza per entrambi e salivano le scale di legno.
I vestiti caddero a terra senza rumore, le parole non servirono più. Amarsi non è quanto l'altro può dare, ma quanto si può dare all'altro, e loro erano in continua competizione per chi sorprendeva di più il compagno, per chi quindi gli dava più motivo di lottare e vivere. Come aria e fuoco, l'uno debole senza l'altro.

-E io?- chiese Temari molto dopo, quando ormai restavano solo abbracciati in silenzio, al buio.
-Cosa?-
-Che frutto sono?- ironizzò lei. -Se Hinata è una pesca io sono...?-
Shikamaru le passò una mano sui capelli ruvidi eppure così belli.Gli occhi color giada le donavano uno sguardo ipnotico.
-Una castagna, sempre chiusa a riccio, che sfida chiunque a toccare le sue punte acuminate e dentro così buona che me la mangio spesso e volentieri.-
Temari gli tirò divertita un pugno sulla spalla, e salendogli nuda a cavalcioni sul petto prese a raccogliergli i capelli nella sua abituale coda di cavallo. fino a formare una oscura sagoma nella penombra.
-Ananas mio, spari un sacco di cazzate.-
Lui la fece cadere alzando il busto e circondandola con le braccia, ma lei volle rispondere cercando di buttarlo giàù dal letto, così fecero la lotta per una buona mezz'ora, cercando di soffocare la risate. Alla fine Shikamaru si arrese, troppa fatica per un povero Ananas, disse.

La luce della luna quando tornò ad illuminare la stanza dalla finestra trovò una coppia semiaddormentata, dove Lui già ronfava, per portare il buon nome di Pigro, mentre Lei gli passava distrattamente le dita tra i capelli neri, adagiata sul suo petto ampio per ascoltarne il cuore e con una mano ripiegata sotto il corpo, appena sopra il seno, dove il suo batteva uguale. Non la vedeva nessuno... e le piaceva sentire le sue labbra sillabare in silenzio Ti amo anch'io,Crybaby.

Photobucket E buon san Valentino a tutte le Mosche Nere e le Naruhina che hanno a cuore queste coppie stupende <3
  
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