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Autore: Bazylyk19    14/02/2012    8 recensioni
Chi di voi guardando il piccolo America aspettare Inghilterra non ha sentito una stretta al cuore? Chi di voi guardando Veneziano e Romano lavorare a casa di Austria e Spagna non ha mai gridato allo sfruttamento di minori? Chi di voi vedendo che Cina si è ricordato un tantino in ritardo di insegnare a Giappone come scrivere non ha arricciato il naso?
Non temete, tutti i vostri problemi sono finiti!
Infatti, Russia animato da nobili ideali (quali liberarsi di una sorella e consentire all'altra di pagare i suoi debiti) ha fondato "l'Asilo delle Colonie di Ucraina e Bielorussia" (Ma facciamo pure solo di Ucraina, visto che Bielorussia ha altro a cui pensare)!
Qui le baby-nazioni passeranno ore spensierate per poi tornare a casa con i loro tutori a fine giornata! Che aspettate a iscrivervi?
(Chibi-Italia, Chibi-Sacro Romano Impero, Chibi-America, Chibi-Canada, Chibi-Lituania, Chibi-Polonia, Chibi-Giappone, Chibi-Grecia, Chibi-Hong Kong, Chibi-Taiwan, Chibi-Korea! E, a grande richiesta, da ora in poi anche Chibi-Islanda!)
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Quel giorno si prospettava essere davvero speciale per i piccoli alunni dell'asilo di Ucraina!

Certo, San Valentino non era una festività attesa come il Natale o il compleanno, tuttavia, sui suoi giovanissimi allievi, quella festa già esercitava un'attrattiva non indifferente, sia per i cioccolatini e biscottini vari che i più fortunati avevano la fortuna di assaggiare, sia per le implicazioni sentimentali che essa comportava...

 

Forse era proprio per quel motivo che nell'asilo si era diffusa una dolce fragranza di biscotti. Sebbene Ucraina nei giorni precedenti aveva cercato di inculcare nelle testoline dei suoi alunni più scoraggiati il fatto che non era necessario avere una fidanzatina o un fidanzatino per essere felici a San Valentino, ma che quest'ultima poteva essere considerata per estensione semplicemente la festa di chi si vuole bene e quindi essere festeggiata da tutti, aveva ritenuto opportuno cucinare lei stessa dei dolcetti per tutti i bambini in modo tale che nessuno tornasse a casa a bocca asciutta.

 

-Oggi la vostra maestra vi ha portato degli ottimi biscottini per merenda! E no, Romano-chan, non li ho presi al discount...- prevenne, -li ho fatti io con...-

 

-Con gli ingredienti del discount?- Domandò l'italiano.

 

-No, con le mie mani, intendevo. Li ho appena sfornati.-

 

-Perchè, hai anche un forno, povera come sei?-

 

-Ho usato il forno dell'asilo... e comunque ne ho anche uno a casa, cosa credi?-

 

-Certo, certo...-

 

-Grazie per la fiducia, Romano-chan...- borbottò la maestra ignorandone il tono ironico, -aspettiamo un attimo che si raffreddino e poi potrete mangiarli, bambini! Ma nel frattempo raccontatemi, come pensate di trascorrere San Valentino?-

 

Canada alzò la mano, impaziente di raccontare l'eccellente colazione che il fratellone Francia gli aveva preparato per l'occasione, tuttavia America non lo vide e prese la parola.

 

-Stamattina Inghilterra voleva preparare degli scones di San Valentino... e li ha preparati... poi però sono diventati scuri e non li abbiamo mangiati,- spiegò mentre la maestra Ucraina lo ammirò per aver sostituito il “si sono carbonizzati” con un più diplomatico “sono diventati scuri”, -e così oggi mi ha promesso di portarmi al Mc Donald! Non vedo l'ora!-

 

-Islanda-chan invece ha ricevuto tanti regali per San Valentino...- commentò la piccola Taiwan osservando lo zainetto e le tasche del piccolo ricolmi di liquirizia e di cioccolata alla liquirizia.

 

-Islanda-chan, è stato tuo fratello a regalarti tutta quella roba?- Domandò la maestra preoccupata per la probabile indigestione.

 

-Solo in parte... alcuni me li ha dati il fratellone Danimarca... altri Fin... e anche Svì... e poi ho anche i cioccolatini che ha regalato il fratellone Danimarca al fratellone Nore, perchè dice che non vuole nessun ragalo da lui,- spiegò imbarazzato il bambino ricordandosi di tutte le lamentele del danese che si era dovuto sorbire a colazione giusto perchè Norvegia, sostenuto da Finlandia, non accettava, anzi, sabotava i suoi sforzi per festeggiare un San Valentino degno di questo nome.

 

-Capisco, ma cerca di non mangiarli tutti insieme, okay?- Suggerì la maestra modello.

 

-Lo so... e poi non li mangerò tutti comunque, ho paura di mangiare i cioccolatini alla liquirizia che ha fatto Fin... magari non li ha comprati, li ha fatti proprio lui...- commentò inquieto mentre tutti, America in particolare visto che la cucina di Finlandia era paragonabile a quella di Arthur, annuivano vistosamente.

 

-Perchè non diventi mia moglie, Islanda-chan?- Domandò sottovoce l'americano al bambino pochi secondi dopo.

 

-E perchè?- Chiese di rimando il diretto interessato con aria scettica.

 

-Così ci scambiamo i regali al prossimo San Valentino... e poi abbiamo tante cose in comune!- Dichiarò convinto America certo che, se avesse dovuto basarsi solo sugli scones bruciacchiati del suo tutore e sui biscottini preparati con gli ingredienti del discount della sua maestra, i suoi San Valentino sarebbero stati ben magri... rischio che invece Islanda non sembrava affatto correre.

 

-Non saprei... ci penso e te lo faccio sapere domani...- mormorò l'islandese a disagio mentre la discussione continuava.

 

-E tu Korea-chan? Cosa farai?- S'informò la maestra.

 

-Farò un bel regalo al fratellone Cina! Anche se non so ancora cosa... di sicuro non ne farò a Taiwan-chan o a Giappone-chan...-

 

-Io, invece, farò un regalo a Giappone-chan!- Trillò Taiwan, meditando vendetta, mentre Grecia si aggregava fra uno sbadiglio e l'altro, -E scommetto che anche il fratellone Cina farà un regalo a me, a Hong Kong-chan e a Giappone-chan, mentre a Korea-chan niente...-

 

-Non è vero!!!- Gridò furente il bambino.

 

-Calmi, calmi!- Intervenne la maestra, -sono sicura che Cina farà un regalo a tutti voi!-

 

-Certo che lo farà!- Commentò convinto Korea, -E se dovesse farne uno anche a Giappone-chan lo distruggerò!-

 

-Chi, il fratellone Cina?- S'informò Taiwan.

 

-Ma no, il regalo di Giappone-chan! E anche il tuo!-

 

-E allora anch'io distruggerò il tuo!- Strillò inviperita la bambina.

 

-Basta, Korea-chan!- Sbuffò la maestra, -Non dovresti dire queste cose alla tua sorellina e al tuo fratellino più piccolo!-

 

-Ma sono loro che si stanno coagulando contro di me!- Piagnucolò il bambino.

 

-Forse intendi “coalizzando”?- Propose Hong Kong che aveva seguito tutta la conversazione senza batter ciglio.

 

-Sì, sì, quello! E poi perchè non sgridi anche Taiwan-chan?! Ha detto la stessa cosa che ho detto io, è un'ingiustizia! Non la rimproveri solo perchè lei è femmina!-

 

-No, no è per questo, è perchè io devo difendere da te Giappone-chan! Cattivo!- Dichiarò orgogliosa la bambina.

 

-E io allora ti do uno schiaffo che ti appiccico sul muro e poi...-

 

-E con che cosa, tipo? Con lo scotch, tipo?- Domandò Polonia interessato, -Ma ti avverto che se tipo tu non ce l'avessi e intendessi usare il mio scotch rosa, che è totalmente favoloso, io sarei totalmente contrario, perchè lo scotch rosa della principessa dei pony va usato solo per cose totalmente artistiche, tipo...-

 

Davanti alla domanda del polacco, i due litiganti rimasero un pochino perplessi, per fortuna abbastanza da permettere alla maestra di riprendere in mano la situazione e porre fine a quell'ennesima, disastrosa discussione.

 

-Credo che i biscotti si siano raffreddati abbastanza, potete mangiarli... buon San Valentino a tutti...- singhiozzò Ucraina, sentendosi un'insegnante fallita.

 

 

 

 

 

-Sei stato proprio bravo a farli smettere di litigare, Polonia-chan,- ammise Lituania prendendo un biscottino per sé e uno per l'amichetto.

 

-Veramente non volevo tipo farli smettere... è solo che volevo salvaguardare il mio scotch rosa, tipo... quello sì che è totalmente favoloso! E sai cos'altro è favoloso?-

 

-No...- ammise Toris.

 

-Ora ti faccio tipo vedere... guarda tipo qui! Non è tipo totalmente fantastico?!-

 

Lituania guardò perplesso l'amichetto tirare fuori dallo zaino un pacchetto color rosa confetto.

 

-Bello...- mormorò incerto fissando la carta dalla fantasia rosa usato per impacchettarlo e il fiocco dello stesso colore.

 

-Lo so, tipo! È totalmente favoloso, tipo! Non credevo di riuscire a trovare un rosa tipo così rosa come quello del nastro, ma tipo ci sono riuscito! Non è tipo grandioso?-

 

-Sì...-

 

-Cioè, chi tipo avesse l'onore di ricevere un regalo tipo questo dovrebbe essere tipo la persona più totalmente felice del mondo!- Esclamò elettrizzato il polacco.

 

Il lituano annuì poco convinto, chiedendosi chi avesse colpito tanto il polacco da meritare non solo la sua attenzione, ma anche un suo regalo dal fiocco “totalmente rosa”.

 

-E... per chi sarebbe?- Domandò con una punta d'invidia pensando che lui di regali dal polacco non ne aveva mai avuti.

 

Polonia lo fissò perplesso.

 

-Tipo non lo immagini?-

 

-No...-

 

-Strano, tipo, eppure lo conosci totalmente!- Sorrise divertito il polacco.

 

-Ah... è una persona simpatica?-

 

-Il più delle volte si preoccupa davvero tipo troppo per delle cose totalmente inutili, ma è divertente. Sì, è una persona tipo simpatica. A me piace molto. Piace tipo anche a te, immagino.-

 

Il lituano trattenne a stento una smorfia, senza che l'indizio del bambino lo aiutasse a venire a capo di quel grattacapo. E poi di una cosa era certo, quest'essere misterioso, ammesso che prima gli fosse andato a genio, da quel giorno sarebbe stato escluso del tutto dalle sue simpatie.

 

-È in questa stanza?- Domandò.

 

-Certo. È tipo seduto accanto a me,- spiegò Polonia sorridendogli mentre l'altro sgranava gli occhi.

 

Possibile che...?

 

-Sono... io?- Domandò in un sussurro.

 

-Ma tipo certo che no...- smentì il polacco che trovava tutto quello molto divertente, prima di allungargli il pacchetto, -ma certo che sei tu, tipo!-

 

Lituania guardò incredulo prima il pacchetto, poi l'amico

 

-Davvero... è per me?-

 

-Ma certo che sì, tipo! Cioè, tipo, non sei totalmente contento?- Chiese corrucciato prima che il lituano si affrettasse ad annuire.

 

-Grazie!-

 

-Ma tipo prego.-

 

Il pacchetto conteneva dei paluszki.

Davanti a quella scoperta, Lituania non potè fare altro che sorridere, contento del fatto che il polacco avesse saputo rinunciare al suo spuntino preferito per darlo a lui.

 

-Anch'io ho una cosa per te, Polonia-chan...- mormorò il lituano iniziando a frugare nel suo zainetto da cui dopo poco tirò fuori un pacchetto meno pomposo ma dello stesso colore di quello dell'amico e che fu subito scartato con curiosità da Feliks...

 

-Mi chiedevo quando me l'avresti dato, tipo...- commentò con evidente soddisfazione, -ma... sono tipo dei paluszki anche questi? Beh, non sei stato tipo molto originale, ma mi piacciono tipo molto! Grazie totalmente! Hai scelto anche tu un fiocco decisamente rosa... bello, tipo!-

 

Sacro Romano Impero fissò i suoi due amichetti, mentre una strana sensazione si andava impossessando di lui. Frustrazione? Ansia?

Non avrebbe saputo definirla, tuttavia non era davvero nulla di piacevole.

A volte pensava che gli sarebbe piaciuto essere come Polonia: se non altro, ora avrebbe saputo come fare per consegnare il regalo alla sua fidanzatina...

 

Eppure ci aveva provato e riprovato mille volte nel corso di quella mattinata, ma nessun tentativo aveva avuto successo. Quando arrivava il momento adatto e Italia era finalmente sola, la situazione era sempre la stessa: non aveva coraggio e non riusciva a consegnarle il pacchetto che da quando aveva messo piede all'asilo non aveva cessato di torturare con le sue manine nervose.

 

Eppure lui, di norma, non aveva paura di niente e non sapeva spiegarsi perchè il solo vedere quella bambina provocasse in lui un effetto così devastante. Avrebbe trascorso tutto il giorno in quello stato penoso? No, non voleva, assolutamente, non avrebbe mai resistito!

 

-S... senti... i... i...- balbettò avvicinandosi alla bambina che si voltò a guardarlo piegando la testa e fissandolo con aria interrogativa, -io... io...-

 

-Ti senti male? Sembri un fantasma...- Commentò la piccola sinceramente preoccupata mentre vedeva il suo amichetto impallidire sempre più.

 

-N... no... io... io...-

 

-Hai fame?-

 

-N... no... è che...-

 

-Vuoi della pasta?-

 

-N... no! Io...-

 

-Italia-chan!- Esclamò Taiwan alle sue spalle, -Vieni a vedere com'è carino Giappone-chan! Gli ho fatto i baffi da gattino con il pennarello nero!-

 

-Vengo subito!- Esclamò la piccola lasciando solo il povero Sacro Romano Impero che singhiozzò quasi, disperato come uno sposo abbandonato all'altare. Era evidente che la sua impresa sarebbe stata più complessa del previsto...

 

-Possibile che sono così imbranato?- Sussurrò sconsolato.

 

-Anche di più, bastardo,- commentò Romano che vedeva decisamente di cattivo occhio l'amicizia fra il suo fratellino e quel bambino che proprio non riusciva a sopportare, mentre il diretto interessato sospirava mestamente, certo che se anche i parenti della sposa erano contro di lui, mai e poi mai sarebbe riuscito a sposare la sua amata Italia-chan...

 

Che San Valentino sfortunato!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Aggiornami!- Dichiarò Prussia all'uscita dall'asilo con voce incredibilmente alta fissando il desolatissimo Sacro Romano Impero, -Hai consegnato il tuo regalo a Italia-chan?-

 

-M... ma certo...- mentì demoralizzato pur di risparmiarsi i commeni non desiderati del prussiano. Tuttavia, purtroppo o per fortuna, il pacchetto sporgeva dal suo zainetto e Gilbert non tardò ad accorgersene.

 

-E così gliel'avresti consegnato, eh?- Commentò mentre Gilbird svolazzava nervosamente accanto a lui, -Su, vieni.-

 

-Dove?!- Esclamò il bambino allarmato.

 

-Dovresti saperlo meglio di chiunque altro... ehi, domestica del pianista fallito!- Urlò prima di scansare una padella lanciata proprio nella sua direzione, -Aspetta!-

 

-Spero che tu abbia un buon motivo per farmi fermare...- commentò acida Ungheria, -io e Ita-chan stavamo andando a casa...-

 

-Il damerino può aspettare e no, non voglio sapere cosa non ti ha regalato per San Valentino. In compenso posso dirti cosa ti avrei regalato io e sappi che è un pacchetto di cinque metri arrotondati per difetto,- spiegò mentre la ragazza si affrettava a recuperare la padella e a usarla nel giusto modo.

 

-Comunque il magnifico me non è qui per questo,- continuò Prussia massaggiandosi la testa, -Italia-chan, qui c'è qualcuno che deve consegnarti qualcosa... ora non hai più scuse, caccia fuori quel regalo! Davvero non posso credere che con un tipo awesome come me ci sia un imbranato come te...-

 

A quelle parole Sacro Romano impero arrossì ancora di più se possibile, tuttavia sentiva gli occhi della finta bambina puntati su di lui e, ne era perfettamente consapevole, non poteva tirarsi indietro.

 

Con un gesto fulmineo, cacciò fuori dal suo zainetto la scatola di cioccolatini e, a testa bassa la pose all'amichetta.

 

-È per me?- Domandò sorpresa.

 

-C... certo!-

 

Il volto della bambina si illuminò.

 

-Grazie mille!- Cinquettò afferrando e scartando il pacchetto che si rivelò essere pieno di cioccolatini a forma di animaletti, sotto lo sguardo divertito di Prussia e Ungheria, -Domani ti regalerò della pasta!-

 

Sacro Romano Impero, ancora incredulo per essere riuscito a consegnarle il regalo, si riprese per un attimo e la osservò perplesso, chiedendosi in che termini avrebbe dotuto considerare quel genere di pensiero, tuttavia sapeva che per la sua amichetta la pasta era davvero importante ed era dmolto contento del fatto che volesse dividerla con lui...

 

Sorrise. All'inizio della giornata non l'avrebbe mai sperato, tuttavia poteva affermare con sicurezza che quello era stato il San Valentino migliore di tutta la sua vita!

 

 

 

 

Di opinione leggermente differente era un altro piccolo allievo dell'asilo che si stava ancora confrontando con un dilemma di difficile soluzione.

Stanco di quella situazione, dalla quale evidentemente non riusciva a uscire, Islanda lanciò un'occhiata curiosa al ragazzo che lo teneva per mano e lo stava riaccompagando a casa.

Certo, era dispiaciuto del fatto che suo fratello non avesse avuto la possibilità di venirlo a prendere quel giorno, tuttavia non poteva dire che Finlandia gli dispiacesse, tutt'altro... gli aveva anche portato un sacchetto di liquirizie per far sì che l'assenza di Norvegia non gli pesasse e questo aveva contribuito a migliorare decisamente il suo umore e a renderlo insolitamente propenso al dialogo. In fondo, riflettè, poteva addirittura considerare una fortuna, almeno in quel momento, passare un po' di tempo da solo con il finnico, giusto per sottoporgli l'interrogativo, il dubbio che lo assillava...

 

-Posso farti una domanda?- Chiese tutto d'un fiato.

 

-Certo!- Gli rispose allegramente il finnico.

 

-Prometti che non dici niente al fratellone Nore e al fratellone Dan?- S'informò con aria incredibilemente seria

 

-Lo prometto. Però... capisco Nor-kun, ma perchè non vuoi che lo sappia anche Danimarca-san?-

 

-Perchè parla troppo... e comunque il fratellone Nore sa come farlo parlare...- commentò con l'aria di chi la sa lunga.

 

-Mi sembra giusto...- ammise divertito Finlandia, -allora, cosa volevi chiedermi?-

 

Il bambino sembrò soppesare ancora per un secondo l'idea di confidarsi con il ragazzo, poi la curiosità ebbe la meglio.

 

-Perchè Sverige dice che sei sua moglie?- Domandò schietto causando un improvviso attacco di tosse nell'interessato.

 

-Beh... è che... ha gli occhiali, non ci vede bene...- azzardò il finnico dopo essersi ripreso, incerto sulle modalità con cui affrontare quel tema così spinoso, -e poi il fatto che lo creda lui non basta a fare di me sua moglie!-

 

-Quindi non è vero che sei sua moglie?- Chiese conferma.

 

-Esattamente.-

 

-Allora non puoi aiutarmi...- mormorò afflitto il bambino ingoiando l'ennesima rondella di liquirizia.

 

-Perchè?- S'informò sorpreso Finlandia.

 

-Io volevo sapere... se essere una moglie è una bella o una brutta cosa e se...-

 

-È una cosa tremenda!- Gridò all'improvviso il finnico, interrompendolo, -Dico davvero, è una cosa orribile, non l'augurerei a nessuno!-

 

-Perchè?- Domandò il bimbo sgranando gli occhi.

 

-È un lavoro estenuante e non è pagato, tanto per cominciare! Innanzitutto arriva il futuro marito che approfittando di una tua debolezza e di certi dominatori rompiscatole e col cervello pieno di birra danese, ti fa “Scappiamo insieme”... tu speri di stare meglio e lo segui ingenuamente... e così, se ti va bene, ti ritrovi la notte a dormire all'addiaccio accanto al tuo compagno di fuga che sembra essere una figura minacciosa, incapace di comunicare se non per grugniti e gesti... dico sembra perchè in realtà sa comunicare se vuole, e lo fa precisamente davanti ai tuoi amici, giusto per rimediarti una bella figura di niente!!! E proprio davanti a loro, a un certo punto, si fa uscire “Questa è mia moglie”, senza nemmeno chiederti cosa ne pensi!-

 

-Davvero?!- Esclamò incredulo.

 

-Certo! E poi, quando finalmente riesci a ottenere una casa... toh! C'è bisogno di arredarla! E allora inizi ad andare ogni giorno da Ikea alla ricerca del mobile perfetto... ma questo è il minimo! Dopo poco tempo, il fantomatico maritino inizia con le pretese! “Fa' i piatti!”, “Cucina!”, “Stirami le camicie!”... alla fine sei costretto a spaccarti la schiena per un'intera giornata, a farti venire mal di testa perchè nei momenti di svago devi continuare le spese folli da Ikea e, proprio per concludere in bellezza, devi pure fingere qualche malanno più serio perchè il “maritino”, dopo la cena, pretende pure il suo “dopocena”, quel pervertito!-

 

Il bambino lo fissò senza capire, ma ormai Finlandia non poteva più fermarsi e continuava imperterrito con il suo terrificante monologo.

Islanda era a dir poco sconvolto, tuttavia, se non altro, quella faccenda aveva avuto un risvolto utile: domani ad America avrebbe sicuramente detto di no, il ruolo della moglie era troppo pericoloso anche per uno come lui!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fine capitolo nove!

Spero che vi sia piaciuto! ^_^

 

Come al solito, grazie a chi ha letto, a chi ha recensito e soprattutto a chi recensirà! *_*

 

Voglio ricordarvi che lo stipendio della maestra Ucraina è calcolato in base al numero delle vostre recensioni, quindi se morirà di fame (o se continuerà a frequentare discount), sappiate che questo graverà sulla vostra coscienza!

 

Questo capitolo in realtà non era previsto, tuttavia volevo scrivere qualcosa per San Valentino e così eccolo qua! Mi sono accorta che stavolta Polonia e Lituania hanno avuto un ruolo davvero predominante rispetto agli scorsi capitoli, tuttavia, visto che sono due personaggi che adoro, va bene così... magari sarà per l'influenza di tutte le fantastiche PoLiet che ha scritto Cosmopolita in questi giorni e che mi hanno fatto riscoprire l'amore che provo per questo pairing, quindi è a lei che dedico questo capito, assieme a tutte le brave ragazze che mi sopportano qui su EFP e a tutti coloro che sanno festeggiare il 14 febbraio senza eleggerlo automaticamente a “festa del consumismo”, ma che sanno fare felice il prossimo anche con una banalissima confezione di paluszki...

 

Dopo questo pensiero filosofico, non mi resta che augurare buon San Valentino a tutte voi! ^_____^

 

Alla prossima!

 

 

 

  
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