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Autore: evilangel    14/02/2012    4 recensioni
Sul serio pensava che quel giorno non avesse nulla di speciale.
Era un giorno come tutti gli altri, in fondo. Non c’è un giorno preciso in cui si dovrebbe manifestare il proprio amore, no?
Midorikawa sostenne per un po’ il suo sguardo, poi sussurrò: < E se oggi ti permettessi di guardarmi un po’ di più? >.
Sospirò, poi chiuse gli occhi. < Così va bene? >
Era un regalo abbastanza inusuale. Chi avrebbe mai regalato per San Valentino la possibilità di essere ammirato?
< Posso… anche toccarti? >
Il pistacchietto scosse la testa, ridendo lievemente. < No, che non puoi >
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Buon SanValentino a tutte/i :D
Oggi vi do i miei più sinceri auguri con questa fic di circa 1100 parole, quindi non spaventatevi perchè è corta =w="
Una HiroMido... perchè avevo promesso ad una CERTA persona di scrivere su di loro :'3
Spero piaccia, e amore a tutti quanti ♥
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jordan/Ryuuji, Xavier/Hiroto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Regalo del Risveglio ~

C’è sempre un momento della giornata in cui è bello essere lasciati in pace, da soli con se stessi.
Quando tutto quel che ti serve sono i tuoi eventuali pensieri, il calore delle coperte e quell’innaturale pace mattiniera.
Quando la voglia di non alzarsi offusca prepotentemente tutto quello che bisogna fare in mattinata, facendoti disperare quando, al risveglio, ti rendi conto di tutto quello che potevi fare al posto di stare a poltrire nel letto.
Ma sei ugualmente contento del fatto che, la sera, ritroverai di nuovo quella mitezza accogliente, come se fosse la ricompensa per il giorno trascorso.
Potresti anche non meritartela, ma è sempre lì che ti aspetta, quell’amore di letto (?).
 
Ci aveva ragionato spesso, mentre faceva la doccia –momento in cui si ritrovava sempre a pensare a cose che appena uscito dal bagno, risultavano completamente stupide-, sul perché la mattina risultasse così difficile alzarsi dal letto.
Anche perché, una volta alzato, dopo aver fatto colazione ed essersi cambiato, non si sarebbe mai sognato di tornare a letto.
Bastavano una tazza di latte e biscotti, una sciacquata al viso e dei vestiti che non fossero un pigiama per fargli tornare l’amore per la vita, per non fargli desiderare il letto fino a che non sarebbe stato così stanco da non riuscire nemmeno a tenere gli occhi aperti.
 
Sfortunatamente, in quel momento, lì sotto le sue coperte, tutto quell’amore per la vita se ne stava accoccolato in un angolo della sua mente, completamente dimenticato.
La comodità del letto avrebbe facilmente surclassato la voglia di alzarsi, se non fosse per un solo piccolo problema.
Sentiva le urla provenire da sotto le scale, arrivare fino alla porta della loro stanza, rimpiazzare quella sveglia che comunque non avrebbe suonato nemmeno quel giorno. Avrebbero dovuto comprarne una nuova, ma erano troppo pigri per farlo, o semplicemente se ne dimenticavano.
Gli giunsero vagamente le parole “giorno… speciale…”, ma niente di più e, dato che non aveva segnato nulla sul calendario, probabilmente non sarebbe stato un giorno particolare. Era solo un fortuito errore, probabilmente.
Si rimise il cuscino sopra alla testa e cercò semplicemente di tornare a dormire, mentre le urla eccitate di Endou aumentavano di volume ogni qualvolta che non gli dessero ascolto.
 
Dopo poco sentì qualcuno muoversi accanto a lui, rigirarsi nelle coperte fino a trovare la posizione più comoda, e tirarsi le lenzuola fin sopra alla testa.
Probabilmente il pistacchietto si sarebbe alzato presto, giusto per interrompere il chiacchiericcio proveniente dalla cucina, che quella mattina, stranamente, era ancora più insopportabile.
E così ogni mattina. Sempre la stessa routine.
Midorikawa finiva sempre per alzarsi per primo, andare a fare colazione, e poi tornare a svegliarlo quando ormai in cucina non era rimasto più nulla da mangiare.
Non che gli dispiacesse. Pensava sempre che così almeno avrebbe potuto fare colazione fuori, dove il cibo certamente era migliore di quello che si ritrovavano la mattina nel frigo.
Erano una squadra di calcio, ma non venivano certamente trattati da re… altroché.
 
Dopo qualche minuto passato sotto le coperte, si levò il cuscino dalla testa, a quell’inusuale inattività da parte del suo compagno di stanza.
<< Mido-chan, perché non scendi? >>. Si stropicciò gli occhi ancora mezzo addormentato, tentando di mettere a fuoco la figura sfocata del pistacchietto.
Stava dormendo.
Evidentemente, dopo quell’usuale rotolamento tra le coperte, il sonno era tornato inconsciamente a chiudergli gli occhi.
E a quella fioca luce che filtrava dalle finestre, poteva osservarne i lievi movimenti del petto, su è giù, mentre respirava.
Anche questo era un bell’aspetto della mattina, quando nessuno poteva disturbarti mentre fissavi la ragione che ti portava a sorridere ad ogni alba.
Quando potevi farlo senza ti buttasse giù dal letto a suon di calci, rimproverandoti per il tuo innato sguardo da maniaco.
Ma non era colpa sua, che non sapeva nemmeno che sguardo facesse. Forse era palesemente il suo sguardo da “appena alzato”, interpretato in modi strani.
Ma questo non lo avrebbe mai scoperto, perché guardarsi la mattina allo specchio lo metteva di cattivo umore.
Perché tutti, la mattina, appena alzati… facciamo un po’ schifo, no?
 
Si avvicinò a Midorikawa, sistemandogli le coperte, tutte leggermente disfatte dalla notte appena passata.
Gli passò le dita tra la frangia di quel colore verde, e con un gesto gliela levò dalla fronte, scoprendone gli occhi chiusi.
Aveva degli occhi bellissimi, glielo avrebbe sempre ribadito, per quando Midorikawa insistesse nel dire che i suoi occhi non potevano reggere il confronto con quel colore acquamarina.
Era sempre stato troppo modesto, troppo buono per ammettere le cose in cui eccelleva, di cui però andava segretamente fiero.
E anche quando riceveva un complimento, rispondeva con un “Macchdici?”, ma poi cercava sempre di nascondere il rossore.
Percepì l’ennesimo “Ragazzi! E’ pronta la colazione”, ma fece finta di non sentirlo.
 
<< Mido-chan… >> “…Che mi regali, oggi? In un giorno così poco particolare?”
Sorrise nel vederlo agitarsi nel sonno, per poi socchiudere lentamente gli occhi e cercare di inquadrarlo.
Quando incappava in situazioni come quella, lo salutava sempre con un: << Cos’è quello sguardo, maniaco? >>
Hiroto sorrise nuovamente, e forse anche quel gesto non risultò tanto benevolo dal punto di vista dell’amico.
Spostò la mano del rosso dai propri capelli, per poi mettersi a sedere.
<< Che c’è? Non sei ancora sceso? >>
<< No, Endou sta facendo troppo casino >>
<< E perché? >>
<< Perché non è un giorno particolare >>
 
Midorikawa spostò lo sguardo sul calendario appeso al muro: Martedì, 14 Febbraio.
Sorrise, inarcando leggermente le sopracciglia. << No, sicuro, non è un giorno particolare >>
<< Infatti, non lo è… >>. Sul serio pensava che quel giorno non avesse nulla di speciale.
Era un giorno come tutti gli altri, in fondo. Non c’è un giorno preciso in cui si dovrebbe manifestare il proprio amore, no?
Midorikawa sostenne per un po’ il suo sguardo, poi sussurrò: << E se oggi ti permettessi di guardarmi un po’ di più? >>.
Sospirò, poi chiuse gli occhi. << Così va bene? >>
Era un regalo abbastanza inusuale. Chi avrebbe mai regalato per San Valentino la possibilità di essere ammirato?
<< Posso… anche toccarti? >>
Il pistacchietto scosse la testa, ridendo lievemente. << No, che non puoi >>
 
Un solo tocco gli sarebbe anche bastato, un solo singolo tocco. Ma a quel punto gli conveniva sceglierne solo uno, inatteso.
Si avvicinò piano, quel tanto che bastava per percepire il respiro dell’altro sulla pelle.
Solo altri pochi centimetri e si ritrovò a sfiorarlo nel punto forse più inatteso.
Nel punto che forse in quel giorno era il più adatto.
No, quel punto così adatto perché lo pensava lui.
 
Perché San Valentino non è un giorno speciale perché è il giorno in cui è necessario amare. E’ speciale nel caso che la persona che ami faccia qualcosa di speciale.
 
 

[Bacio. Un solo singolo bacio mi sarebbe bastato come regalo, in quel giorno qualsiasi.
Perché lui era il mio San Valentino, il mio giorno speciale]
[Hiroto Kiyama]

 
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Finito in tempo! Incredibile *A*!
Pensavo che non ce l’avrei fatta, e invece ho finito QwQ
Bhe, considerando che l’ho scritto in un oretta e qualcosa, non penso sia qualcosa di grandioso D:
Nemmeno ho il tempo di riguardarlo perché altrimenti finisce la giornata e sarei in ritardo ^^”
Ora che ci penso… è forse la prima volta che non sono in ritardo ;w;
*commossa*
Cooomunque :’3
Spero che siate riusciti a giungere fino a qui, e in quel caso vi ringrazio tanto tanto *SpupassaLettoriEsasperati*
A dir la verità per San Valentino avrei dovuto scrivere una AfuHera, ma avevo già pronto l’inizio per questo e allora…
Ragazze °A°! Sono pigra Y^Y
*Si siede sul suo trono della pigrezza*
Non pensate a chissà che cosa… è il mio divano ùwù
Ad ogni modo, ora io vi saluto perché se resto un altro po’ sparo solo cazzate °u°
Quindi un buon San Valentino a tutti/e e grazie a chi ha letto la mia storia ♥ (forse anche un po’ noiosa, si)
 
Kiss ♥
Evilangel98
 
P.s. E ricordate òwò àNon è un giorno speciale. Lo è se lo si passa con la persona che si ama

   
 
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