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Autore: Ilmaredentroognicielo    14/02/2012    5 recensioni
Mi aveva incendiata e lo sapevo; il mio problema era il grado di astinenza che avevo indiscutibilmente portato avanti da un anno a quella parte, il che significava che io, avrei potuto scendere nei più fondi piani, presa letteralmente dall'istinto di una donna, comunemente chiamato, uomo. Sapevo che quel ragazzo, conosciuto da solo un giorno aveva il potere di attrarmi come una calamita e non perché fosse bello o attraente, semplicemente perché io, al minimo tocco sbagliato prendevo fuoco. "
***
Hel e Thomas.
Un compito da portare a termine.
Lui, sfacciato, bello da stare male, stronzo e un po' superficiale.
Lei, fragile, innamorata dell'amore; convinta che il mare si trovi dentro agli occhi di tutti.
Costretto a passare del tempo insieme ad Hel, Thomas prova a portarsela a letto. Lei prova, invece, a non cedere, nonostante la strana attrazione che prova nei suoi confronti.
I due giocheranno, si conosceranno, per certi versi si odieranno.
Legati da un compito di filosofia, alla fine, cominceranno ad accettarsi.
Lei farà sesso senza amore o sarà lui a fare sesso, dopo essersi innamorato?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                                                           Ti amo o ti voglio.



Non ero mai stata così sfrontata. 
Non era nella mia indole,eppure dovevo ammettere che Thomas riusciva ad estrapolare dal il mio carattere cento parti così diverse tra di loro che a volte faticavo a 
ritrovarmi. 
Ero passionale. 
La piccola Hel, passionale; soltanto l'idea mi faceva girare la testa; 
Thomas mi guardava come di solito si guarda una donna e non come si guarda un'amica, una parente lontana o una semplice ragazzina viziata. 
Vederlo e sentirlo completamente legato ai miei movimenti, anche a quelli più intimi, mi rendeva smaniosa del suo contatto, ansiosa di vederlo sorridere quando per caso 
mi sfiorava la schiena o quando per gioco mi baciava il collo.
Per quanto seria e coincisa fossi stata, lungo il percorso della mia vita, Thomas mi aveva resa vulnerabile e completamente pazza.
La luce della camera da letto era fioca e i suoi capelli sembravano dorati e morbidi a contatto con le mie dita, semigelate. 
Giocherellavo con lui come due fidanzati avrebbero potuto fare e questo, ahimè, mi sembrava distorto, infantile, sbagliato ma tanto, troppo soddisfacente, 
per la mia mente e il mio corpo. 
" Non vuoi spogliarti, vero? " 
I suoi occhi verde prato si fermarono sui miei. 
Non avevamo smesso di baciarci, fino a quando il mio cuore aveva smesso di reggere il suo corpo, incitandomi ad andare oltre e stranamente, io ero riuscita a far 
prevalere la ragione sugli istinti. 
" Non voglio. Non.. sono mai stata così. " 
Aveva un viso così familiare, ormai, che parlare con lui, non sembrava più un gesto insormontabile; Thomas avvicinò le labbra al mio orecchio e mi sembrò quasi 
di percepire un sorriso. 
" Hel.. non stiamo facendo del male a nessuno. "
" Hai vinto la scommessa e.. insomma, mi spoglierò." 
Il viso rosso e la voce impastata; sembravo una bambina dodicenne, tornata alle medie. 
"Se non vuoi.. lasciamo perdere. " 
Il tono serio e la fermezza della sua voce mi colpirono; Thomas era così sorprendente che neanche mille giorni con lui sarebbero bastati, per capirlo davvero. 
" No, hai vinto. " 
Mi alzai in piedi e sorrisi, mentre le gambe sembravano cedere; mi girai su me stessa, uscendo la lingua, per spossare l'imbarazzo che avevo inconsapevolmente 
creato. 
" Sciogliti i capelli, Hel. " 
Lo sentii, mentre si avvicinava con una tale delicatezza a me; la luce sembrava aver perso ogni tocco di luminosità, mentre illuminava lui, che splendeva di malizia e
semplicità mista a talco e menta. 
Non sapevo se quelle emozioni fossero dovute alla strana situazione in cui mi trovavo o se la causa di tutto fosse il mio carattere, legato prontamente a quello di 
Thomas. 
Sciolsi i capelli e li lasciai scivolare sulle mie spalle. 
Mi avvicinai solo un po' a lui, che sorrideva come un bambino. 
Era strano ma per un attimo pensai che per lui, io non fossi soltanto un passatempo, che dentro ai miei occhi poteva vederci il mare. 
Lasciai che la giacchetta che avevo indossato da pochissimo scivolasse a terra e chiusi gli occhi quando lui si avvicinò mettendomi di spalle e schioccandomi un bacio 
sulla guancia. 
Erano le sue regole, le regole del nostro gioco. 
Mi allontanai in silenzio, mentre i nostri occhi si cercavano e mi sedetti sul letto, consapevole del casino in cui mi stavo cacciando; con un movimento slanciato e lento
Thomas si sedette accanto a me e poggiò una sua mano sulla mia coscia, spostando flebilmente la lampada posizionata sul comodino di legno di mia madre. 
" Stiamo facendo l'amore. "
Sussurrò. 
Qualcosa dentro di me si mosse impercettibile, mentre mi mordevo il labbro inferiore, presa dal panico. 
Mi stava spogliando con gli occhi e io lo stavo baciando col pensiero. 
" Hai mai fatto l'amore con gli occhi? " Mi chiese. 
Sfilai via la magliettina sulla quale prima si era insinuato, accarezzandomi il ventre. 
Rimasi in reggiseno mentre lui incollava i suoi occhi su ogni parte della mia pelle, nuda e fredda. 
Non provò neanche lontanamente a toccarmi, Thomas mi guardava, come si ammirano i quadri di valore, su di un museo che non pensavi ti sarebbe capitato di 
visitare. 
Mi alzai e mi accovacciai vicino a lui, lasciandogli un bacio. 
Si leccò le labbra e sorrise, poi si alzò e cominciò a sbottonarmi i jeans; bottone dopo bottone. 
Quando finii di sfilare anche quelli, rimasi soltanto in intimo e stranamente, Thomas mi prese per la mano e volteggiai su me stessa.
Non era imbarazzante, semplicemente.. mi sentivo come in un involucro di plastica, nascosta dalla penombra della lampada e dal prato che il  mio compagno di corsi 
conservava dentro agli occhi. 
" Hel.. "
" Thom. "
" Non toglierli.. "
Mi fermai a mezz'aria, mentre i suoi occhi tornavano sui miei e le sue mani sfioravano i miei fianchi. 
" Perchè? " 
" Perché mi piace immaginarti e sapere che solo se un giorno ti innamorerai di me, potrò conoscere ogni parte, ogni centimetro della tua pelle. Se non succederà, 
continuerò ad immginarti.. Hel, non voglio spogliarti della femminilità che regali a chi ti sta intorno anche con addosso un cappotto e un maglione largo. " 
Lo guardai e il cuore si staccò dal resto del corpo. 
Non perché lui mi avesse detto che io, da qualche parte tenevo una certa femminilità, piuttosto perché ad innamorarmi di lui io non ci avevo mai pensato. 
" Grazie. " Sussurrai. 
Come ero finita in quella situazione da fotoromanzo rosa?
Come potevo lasciarmi andare con un ragazzo conosciuto da così poco? Come poteva pensare che mi sarei innamorata di un ragazzo che non crede più all'amore?
Mi allontanai mentre lui mi guardava e cominciò a sbottonarsi la camicia. 
" Che fai? " 
Si avvicinò con il torace ormai nudo e mi tese una mano, stringendo la camicia. 
" Mettila, così non dovrai perdere tempo a rivestirti. "
Mi guardò con un sorriso che la diceva lunga. 
Thomas era un mistero e un libro aperto, a seconda dei momenti più o meno consoni. 
La presi e cominciai a sistemarla addosso, girando la chiave e aprendo la porta. 
Avevo preso con me talmente emozioni che ne avrei potuto fare un cornice da appendere alla mia stanza. 
Dovevo parlare con qualcuno, dovevo sfogarmi e capire se ciò che provavo era semplicemente una nuvola passeggiera o un grandissimo casino. 
Presi il cellulare che avevo silenziosamente lasciato nella mia camera da letto e mi sdraiai sul letto cercando il nome di Celeste sulla ribrica. 
" Stai bene? "
A quanto pare il saluto lo saltavano in parecchi;
" Ha vinto la scommessa e mi sono spogliata.. e.. "
Raccontare ogni cosa a Celeste mi faceva stare bene, dopo tutto era l'unica persona capace di mantenere un segreto e di regalarti certi consigli che sarebbero serviti
più del dovuto. 
" Avete fatto l'amore? " Mi urlò, mentre mi sistemavo sotto le coperte con la camicia di Thomas addosso. 
Profumava di talco e menta e mi faceva sentire stranamente giusta, al posto e al momento giusto. 
" No Celeste! E comunque non sarebbe stato amore, sarebbe stato sesso. Almeno per lui. " 
" Ti prego, non dire cazzate, Hel! " 
Era più che banale, Thomas stava giocando con me e io, stavo fingendo di seguire le regole del suo gioco, le regole del gioco del professore, le regole del mio gioco. 
" Celeste, me lo ha detto lui. "
" Sei innamorata? " 
" Di chi? "
" Del lupo! Che domande, Helen! "
Era protettiva 
" No! Certo che no. Lo conosco da due mesi, circa. " 
" A volte basta anche un secondo. " 
" Sei di aiuto, tesoro! "
" Piccola, ma tu non hai visto come ti guarda? Quel ragazzo è cotto di te.. ti guarda come se ti conoscesse da una vita. " 
" Me lo avrebbe detto. " 
Thomas sembrava un tipo schietto, nonostante tutto. 
Avevo passato così tanto tempo con lui che ormai credevo di aver capito che le sue priorità erano giocare con me e portare a termine quel compito. 
Non sapevo se fossi innamorata davvero di lui;
 su certe cose non puoi soffermarti, devi lasciare che vadano in cielo e basta. 
Era successo tutto così in fretta che non ero riuscita a pensare a tutto omogeneamente;
avevo un compito da completare, avevo un sentimento da chiarire, avevo Thomas, chiaro e scuro, misterioso e schietto. 
Che per quanto le cose fossero andate male, sarebbe rimasto mio amico, avremmo portato il compito a termine. 
Pensai per un attimo a quello che sarebbe successo dopo, quando il vincolo del compito sarebbe finito e lui, avrebbe potuto spaziare sulle tante ragazze che gli giravano 
intorno. 
" Celeste, devo chiudere, ho una telefonata in corso. " 
Chiusi la chiamata e guardai il dislpay mentre si illuminava nuovamente. 
George. 
Mi aveva invitata al suo compleanno qualche tempo prima e io, non lo avevo più cercato. 
Colpo perfetto, pensai. 
Adesso George mi avrebbe considerata una stupida bambina viziata. 
" Pronto? " 
" Hel? " 
" George.. senti.." Provai, mentre sentivo la vergogna raggiungere il limite. 
Era strano come, spogliarmi difronte a Thomas non risultasse così imbarazzante come una semplice telefonata con tanto di giustificazione, ad un amico, potesse 
risultare. 
Nella mia vita avevo ricevuto parecchie porte in faccia, avevo cambiato parecchi amici, parecchie idee, troppe valutazioni e pochi ragazzi;
questo mi aveva resa timida, introversa, seccante, disposta ad accettare i cambiamenti. 
Sapevo che, superata l'idea che avevano di me, mi rimaneva un carattere neanche tanto male; 
eppure l'unico che sembrava volermi esplorare, in ogni senso, era Thomas.
" Scusami per l'orario, sabato allora ci sarai? " Mi fermò, entusiasta. 
" Non ti ho cercato perché ho avuto alcuni impegni comunque ok, certo che ci sarò."
Era il minimo che potessi fare. 
" Passo a prenderti alle nove, buona notte piccola. "
Piccola? George che mi chiamava piccola?
I cambiamente sembravano universali. 
Chiusi gli occhi, mentre immaginavo quelli di Thomas. 
Ero il suo gioco e lui era il mio compito; non potevo essermi innamorata di lui.
 
***
 
" Buongiorno mamma. "
Non avevo chiuso occhio, pensando al mio compagno di corsi;
il discorso di Celeste mi era entrato dentro. 
Potevo anche essere innamorata di Thomas, ma questo non toglieva il fatto che in quel momento, non contava; che non avrebbe mai contato. 
" Buongiorno tesoro, Thomas si è alzato presto questa mattina. " Sorrise. 
Avevo i capelli bagnati; avevo fatto una doccia e non avevo provato neanche ad asciugarli, visto la fretta che avevo di vedere Thomas. 
" Buongiorno collega! " Mi sorrise lui. 
Solito sguardo malizioso e solito sorriso semplice. 
" Buongiorno. " Sorrisi io. 
No, non ero innamorata di lui. 
" Dormito bene? " Mi chiese mia madre, mentre sistemava la colazione in tavola.
" Io direi piuttosto che ha dormito poco. " Sorrise Thomas ammiccando. 
" Ho dormito bene mamma." Dissi, pizzicandolo sul braccio. 
Aveva i capelli spettinati e sembrava un dannato figlio di papà, anche se io sapevo bene che non lo era. 
Mangiai un cornetto in silenzio mentre a tavola tutti commentavano il carattere così particolare di Thomas. 
Non avevo capito molto di lui, a volte sembrava che ogni cosa vista dai suoi occhi potesse essere più buia di come poi in realtà era, altre sembrava che spogliava
il cielo di nuvole e viveva felice con il resto del mondo. 
Aveva un approccio così strano con le cose e con le situazioni che a volte non riuscivo a capire se parlare o stare in silenzio servisse davvero a qualcosa. 
Mi aveva confessato di Lidia e dopo, quasi spontaneamente mi aveva parlato dei suoi genitori; 
adesso io, lo guardavo mentre il suo ottimismo misto a rabbia e solitudine si avvicinavano alla mia pelle. 
La cosa che si capiva subito, di me, alla fine di ogni gioco si intensificava sul fatto che ero una di quelle persone con l'anima vicino alla pelle. 
Non so se mi spiego. Piangevo per un film, piangevo per un sorriso, piangevo per una foto. 
Ero una di quelle persone che ama e basta anche se non crede all'amore.
Ero come una bambina che non chiede mai nulla in cambio e non si arrabbia quando qualcuno le dice " ok, non mi vai bene." 
Era come se per ogni volta mi aspettassi uno scontrino. 
Mi hai dato affetto, mi hai dato amore, mi hai dato sorrisi e tanti saluti. 
Quello che si capiva di me, anche mentre lo guardavo semplicemente era che mi avvicinavo al modo di essere di una di quelle persone che quando cominciano 
una storia non riescono a viverla fino in fondo, corrono subito alla fine, pensando che tanto finirà, finirà un'altra volta. 
Avevo l'anima vicino alla pelle, perché stavo male, quando qualcuno stava male, un qualcuno qualsiasi, intendiamoci. 
Pensai che forse non ero così stronza.
Io l'anima la sentivo attaccata al collo, la sentivo tra le dita delle mani, la sentivo sulla punta della lingua, sulle ossa. 
E la maggior parte delle volte mi pesava, come quando avevo ascoltato Thomas e non avevo potuto fare nulla per lui, non avevo potuto rassicurarlo, cambiare le cose.
E avevo evitato le sue carezze in grosso modo, per evitare i danni collaterali che avrei riscontrato. 
" Hel? " Mi voltai ancora pensierosa e incontrai i suoi occhi verdi. 
" Si? "
" Hel, stasera saremo con Celeste e Robert, hai presente? "
Mi ricordai di Celeste e sospirai. 
" Dai, non è così brutto passare del tempo con me, come una coppia. " 
" Non.. " I suoi mi facevano sentire all'aperto ed era strano, fino a quel momento ero rimasta sempre dentro le mura di casa mia. " non intendevo dire quello. "
Mi schioccò un bacio sulla guancia e si alzò dalla sedia facendo cenno ai miei. 
" Non preoccuparti piccola, ci divertiremo. "
I miei genitori si guardavano con un certo ammiccamento finale, come se per loro io e Thomas avessimo parecchie cose da raccontarci. 
In effetti era il nostro compito che avevamo lasciato in sospeso per quella stupida gita. 
Dovevamo ancora conoscerci, dovevamo studiare Dante e l'amore, dovevammo ancora prendere appunti e scrivere, scrivere, scrivere. 
Mi allontanai dalla tavola e sorrisi a mio padre. 
Passai il resto delle ore in camera mia a rimuginare sull'enorme danno che mi stavo recando, sul teatrino che avevo costruito per Thomas e sulle sue braccia muscolose 
che muovevano dentro di me qualcosa che neanche conoscevo. 
Sentii bussare. 
" Avanti. " Sussurrai. 
La porta si aprì e mi trovai difronte una bellissima Celeste tutta eccitata e con un viso leggermente sorpreso. 
" Non vorrai uscire così! " 
" Non vorrai...che? " Chiesi, noncurante. 
Mi ero dimenticata totalmente dell'appuntamento con la mia amica e il suo bellissimo ragazzo. 
" Dimmi che non l'hai dimenticato! "
Troppo tardi. 
" L'ho fatto, Cele. Comunque non mi va' di uscire, non è che potremmo...? "
Non riuscii a terminare che mi si avvicinò poggiandomi le mani sulle spalle con un sorriso che andava da una guancia all'altra. 
Era felice e lo vedevo dai suoi occhi. 
" Tu, adesso ti vai a fare una bella doccia e io, nel frattempo scelgo qualcosa da farti indossare! Tanto, mia cara, i ragazzi devono aspettare, è un dato di fatto."
" Ma.."
" Niente ma, Hel! Goditela, no? "
" Celeste, il problema è che io vorrei uscire con te, vorrei uscire con Thomas, vorrei stare con lui, come amica, come conscente o quello che sia ma.. "
" Tesoro, nella vita vale quello che si fa' e mai quello che si vorrebbe fare."
Me ne ricordai prontamente. 
Aveva ragione, le parole sarebbero volate via e io magari avrei perso la possibilità di uscire con Thomas e con la mia migliore amica. 
Mi alzai lasciandole un lieve bacio sulla fronte; 
l'acqua era calda e il mio pensiero invece sembrava gelarsi in testa. 
Celeste riuscì a convincermi e finii con l'indossare un vestito mini che avevo comprato e non avevo mai messo. 
Capelli sciolti e lisci; un trucco leggero ma - secondo Celeste - molto sensuale. 
Non riuscivo a riconoscermi. 
Scesi le scale attenta a non atterrare giù e trovai due occhi a fissarmi, quasi increduli. 
" Hel.. sei.." 
" Stupenda." Intervenne lei, mentre abbracciava il suo ragazzo. 
Due occhi scuri che sembrano perforare l'anima e un corpo mozzafiato; non per nulla era il ragazzo della mia migliore amica. 
" Rob! " Lo salutai con gli occhi del mio compagno addosso. 
Volevo perdermi in chiacchiere per sentire un altro po' lo sguardo di Thomas addosso che mi perlustrava e mi spogliava, senza mezzi termini, ma Celeste prese per mano
il suo ragazzo e uscimmo di casa. 
Il cielo sembrava un centro scuro di raso e la luna, la palla di vetro. 
Avere accanto Thomas in un uscita che dovrebbe essere destinata a due coppie mi faceva sentire strana. 
Non sapevo cosa provassi per lui esattamente ma dopo due mesi, il mio cuore aveva perso la ragione. 
Notai che i due piccioncini entrarono in macchina e io e Thomas in silenzio ci avviammo alla sua. 
Aveva pensato bene che suo cugino, nonchè vicino di casa dei miei genitori, potesse andarla a prendere a casa sua e lasciargliela sotto casa. 
Era impensabile ma suo cugino lo aveva ascoltato e lo aveva accontentato;
la teoria che lui riuscisse ad essere cos' convincente aveva spesso il sopravvento. 
" Allora, come stai? " Mi chiese. 
" Come ieri e prima di ieri e due giorni fa. " 
" Fantastico." 
" Posso farle una domanda, signorina? "
Sentii lo stomaco rigirarsi e abbassai gli occhi. 
" Si. "
" Insomma, io ho capito che per te l'amore non è una favola. Ma.. sembra che tu stia cercando il principe azzurro e tutte quelle cose che l'accompagnano.
 Fiori, cioccolatini, strisiconi blablabla. Sbaglio? " 
Si, si sbagliava e lo guardai quasi in cagnesco. 
Non capivo il motivo della domanda ma conscevo la mia risposta. 
"Credo che ad un certo punto della mia vita, io abbia smesso di cercare il principe azzurro per cominciare, così, quasi inconsapevolmente a cercare qualcuno 
che semplicemente mi mettesse apposto la vita.Ho smesso di cercare fiori profumati e salvataggi impossibili, per avvicinarmi ad una stretta di mano e un sorriso 
tranquillo.Ho smesso di cercare palloncini a forma di cuore per legarmi strettamente ad uno sguardo sincero e senza dubbio, questo mi è servito,
mi è servito parecchio. Non esistono principi azzurri, ne gialli, ne verdi, ne arancioni. 
Esistono soltanto innamorati e stronzi. "
Tutto ciò che lui non aveva da darmi e che io non gli avrei mai chiesto. 
" E io sono lo stronzo. " Sussurrò. 
I suoi occhi brillavano mentre erano intenti a guidare per raggiungere la mia migliore amica e il suo ragazzo; lei era così perfetta con lui. 
Invece io non ero mai stata perfetta con nessuno, neanche con me stessa. 
Non ero mai stata portata per qualcosa, brava in qualcosa, dipendente da qualcosa. 
Non ero stata sempre giusta, non avevo avuto sempre ragione. 
Pensai che la mia vita era così incasinata adesso che in passato, la ragione non mi sarebbe neanche servita.
Non mi ero mai sentita speciale per nessuno e per qualcuno, forse, lo ero stata sul serio.
Non avevo mai dato molta importanza ad alcune cose:
alle domeniche mattine passate a casa con mamma e papà, ad esempio.
A quant'era bello avere una famiglia e una casa.
Pensai che io non avevo mai trovato un posto, in questo mondo e che forse ce l'avevo. 
Non ero stata sempre simpatica e gentile e non avevo mai avuto una stabilità. 
Avevo cambiato mille volte i miei sogni e in quell'istante, mentre gli occhi di Thomas si confondevano coi miei mi convinsi che in realtà 
non avevo mai lottato per realizzarli. 
" Siamo arrivati, Hel. " Mi sorrise e mi abbracciò. 
Quella serata sembrava metter radice su pensieri che non avrei più cacciato via. 



Ciao ragazze.
Scusate il ritardo. 
Volevo ringraziarvi di cuore perché contro ogni aspettativa questa storia ha suscitato la curiosita di un po' di persone. 
Grazie grazie grazie. 
Spero che questo capitolo vi piaccia;
il principio mi piace un sacco! Spero anche a voi; ho descritto l'alchimia che c'è tra i due e dopo, più avanti ho
voluto inserire il pensiero di Hel, riguardo i principi azzurri. 
Siete daccordo con lei? Mmmh. 
Nel prossimo, magari Hel capirà se lo vuole o se lo ama. 
Seguitemi e recensite!
Un grosso bacio! 
  
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