Fanfiction partecipante all'iniziativa “Aurors In Love” organizzato dal gruppo di FB “Cercando chi dà la roba alla Rowling” (Team Harry/Hermione) dedicata a: Sophie ♥
È la mia prima Harmony, io spero tanto che vi piaccia ^___^ Ringrazio roxy per i consigli preziosi che mi ha dato ♥
Buona lettura.
Tutto ciò che voglio
“Ahahah!
Non voglio niente per San Valentino,” Hermione era arrossita e aveva
cominciato a giocherellare con la sciarpa.
Harry aveva
sorriso e le aveva preso la mano. “Ok, allora non ti prenderò niente.”
***
Mentre osservava il regalo che aveva scelto per lui, Hermione si sentiva stupida: gli aveva detto che non voleva niente e lui probabilmente l’avrebbe ascoltata, credendola onesta come sempre era stata con Harry. Non erano che amici, fino a pochi giorni prima; le cose erano cambiate di colpo, lasciando entrambi indecisi sul comportamento da tenere in ogni singola situazione. San Valentino era un giorno troppo delicato per ignorarlo del tutto, ma non dovevano neanche prenderlo sul serio dato che in fin dei conti era un giorno come un altro.
Sì, perché loro erano
sempre gli stessi e si conoscevano alla perfezione. Non servivano regali
per ricordare loro che la situazione era effettivamente diversa.
Hermione incartò
comunque il pacchettino contenente due biglietti per la partita della
nazionale di Quidditch, pensando che in fondo avrebbe potuto darglieli
anche un altro giorno.
Harry non aveva comprato niente. Aveva cercato in tutti i modi di capire
cosa veramente volesse Hermione. Non aveva avuto indizi in grado di
togliergli dalla testa i troppi dubbi.
A chi avrebbe potuto chiedere consigli? Ginny era fuori discussione per ovvi motivi: si erano lasciati da meno di sei mesi e, anche se lei pareva averla presa bene, non era proprio il caso di chiamarla.
Che altre donne
conosceva? La risposta gli arrivò con un sospiro: Luna.
“Harry! Sono molto felice che tu mi abbia cercata, me lo sentivo,” Luna
sorrideva aperta e candida come sempre, né lui né Hermione avevano perso i
contatti con lei nel tempo. “Tu hai bisogno del mio aiuto, hai detto, che
cosa volevi chiedermi?”
Osservando gli strani orecchini che la sua amica aveva addosso e i suoi abiti sgargianti, Harry si chiese se davvero avesse fatto bene a cercarla.
“Pensavo di fare un regalo a Hermione per san Valentino, ma lei ha detto di non volerlo. Tu forse sai cosa… secondo te… cosa devo fare?”
“Tu cosa vuoi fare?” gli chiese in tono allegro e naturale.
Harry rimase a pensare per qualche istante prima di rispondere: “Io… voglio fare qualcosa.”
“Per San Valentino o per lei?”
“Per lei.”
“Allora fallo.”
L’ovvietà della risposta gli fece pensare che in fondo la domanda fosse molto stupida. Ora però gli si presentava di fronte un nuovo problema: “Che cosa posso prenderle?”
“Segui il tuo cuore,” Luna annuì convinta. “Fai quello che senti e lei ne sarà felice. Hermione è così, è romantica.”
***
Qualcuno una volta
aveva detto a Harry che fare regali alle donne è semplice, evidentemente
questo però richiedeva qualità di cui l’eroe del Mondo Magico era
sprovvisto.
Era ancora incerto: che cosa avrebbe potuto fare davvero piacere a Hermione?
Era in crisi per un regalo, quando in realtà si rendeva conto che avrebbe dovuto semplicemente seguire il suo cuore, come gli aveva detto Luna.
Si distese sul divano con una copia della Gazzetta del Profeta tra le mani. Cercava ispirazione.
Un libro? Hermione amava i libri e questa era una certezza.
Un rotolo di pergamena nuovo? Mah… non era abbastanza romantico. Lui non era abbastanza romantico.
Cioccolata? Hermione la mangiava volentieri, avrebbe potuto farle una torta. Tentò di immaginarsi mentre impastava un dolce e l’immagine che ne ebbe non fu molto felice. Poi però si ricordò di quando da bambino preparava la colazione per i Dursley.
Allora decise cosa
fare: prese il mantello e andò a procurarsi quello che gli serviva.
***
Hermione
aveva legato il biglietto con del nastro rosso, l’aveva posato sul
comodino e si era messa a dormire. A svegliarla fu uno strano odore…
piacevole. Hermione si avvolse in una coperta e prese la bacchetta, uscì
dalla porta facendo meno rumore possibile e si rilassò solo quando sentì
la sua voce: “Grattastinchi, tu credi che le farà piacere questa cosa?
Mi sa che ho avuto un’idea stupida, probabilmente arriverò in camera e
lei mi schianterà… e sto parlando con un gatto… ok, ok, mezzo Kneazle,
non mi guardare così!”
Sorpresa
e felice, Hermione trattenne a fatica una risata nel sentire i discorsi
profondi che Harry stava facendo con il suo gatto, fece retromarcia
attenta a non fare rumore e, una volta tornata in camera e richiusa la
porta, si lasciò cadere sul materasso, sentiva il cuore leggero e non
riusciva a togliersi dal volto un sorriso gioioso.
Harry nel frattempo si stava dedicando
alla sua specialità in cucina; non era un maestro ai fornelli, ma anche
quando non era che un ragazzino trovava soddisfazione nel preparare la
colazione.
Aveva
spremuto un paio di arance e aveva riempito due bicchieri, ornandoli con
un paio di fragole, soddisfatto del risultato aveva fritto due uova e le
aveva poste su due piattini accompagnate da due fette di bacon, il tutto
cucinato alla vecchia maniera Babbana; infine aveva tostato del pane e
l’aveva spalmato con della marmellata fatta in casa dalla signora
Granger.
Le
vivande erano disposte in modo quasi perfetto; pose la teiera, le due
tazze e il latte su un altro vassoio, prese fiato e si diresse verso la
camera di Hermione dopo aver lanciato uno sguardo preoccupato a un
Grattastinchi molto più tranquillo di lui.
Lei era distesa sul letto e aspettava,
il cuore le batteva forte e si sentiva stupida, insomma: era solo Harry!
Lo conosceva da anni e non era la prima volta che si vedevano al
mattino, eppure non riusciva a non sentirsi incredibilmente emozionata;
si era controllata allo specchio e si era vista rossa in volto, aveva
sorriso e si era messa tranquilla sotto le coperte.
“Non
schiantarmi!” urlò al di là della porta.
“Harry?”
non sperava di risultare convincente, ma quando la porta si aprì si
stropicciò teatralmente gli occhi.
“Sorpresa,”
sussurrò lui posando il vassoio sul comodino e lasciandole un bacio
sulle labbra. “Mi avevi detto che non volevi niente, io però ci tenevo
a… essere qui,” il colorito di Harry ricordava un pomodoro; Hermione gli
allacciò le braccia intorno al collo e sussurrò: “Grazie per essere
qui.”
Normalmente
lei non avrebbe tollerato di mangiare sul letto, ma non aveva alcuna
intenzione di porre obiezioni, il gesto di Harry l’aveva sorpresa e le
piaceva l’atmosfera che si era creata tra loro, l'atmosfera leggera che
sempre si creava tra loro.
La
colazione era perfetta; stavano iniziando a mangiare le uova, quando
Harry gridò lanciandosi contro il vassoio. Le uova finirono sul pigiama
di Hermione insieme a parte della spremuta; Grattastinchi non aveva
gradito l’intromissione di Harry e, approfittandosi della disattenzione
dei due, si era introdotto nella stanza della sua padrona e aveva
pensato bene di arrampicarsi lungo la gamba dell’intruso.
“Hermione,
io non… è stato quel… bel… gatto…” lo sguardo di Harry era fisso sulle
lenzuola ormai colorate di arancione, quando finalmente trovò il
coraggio di spostarlo su Hermione, si stupì di trovarla sorridente.
“Era
tutto così buono, che peccato,” sussurrò mordendo la fetta di bacon.
“Cattivo Grattastinchi!”
minacciò il gatto puntandogli addosso l'indice, ottenendo solo delle
fusa in cambio.
Il gatto
si acciambellò al suo fianco, sostenendo uno sguardo minaccioso in
direzione di Harry.
Hermione
iniziò a ridere, piegata su se stessa ai limiti dell’inverosimile.
“Che
c’è?”
“Ahahahah!
Ma ti rendi conto, Harry? È geloso! E alla fine ha sporcato solo me.”
“Mi
dispiace… per il letto e i tuoi vestiti.”
Lei
continuava a ridere. “Oh, non è la fine del mondo!” prese la fragola dal
bicchiere di spremuta che si era miracolosamente salvato e la avvicinò
alla bocca di Harry. “Ormai è andata così.”
Hermione
rovesciò una parte del liquido sui capelli di Harry rimasto a bocca
aperta a pochi millimetri dalla fragola, non era una reazione da lei,
eppure non poté fare a meno di pensare quanto Hermione gli sembrasse
felice. "Ecco, adesso siamo
pari."
Entrambi si sentivano liberi, sereni, quando erano insieme, per questo, anche se erano sporchi e appiccicosi, non fu troppo strano per Harry prendere la sua mano e mordere la fragola che teneva stretta; avvicinare poi la sua bocca alla propria per baciarla teneramente come voleva fare da quando era arrivato nella sua stanza.
Perché
in fondo l'unica cosa che davvero desiderava era stare con lei.
Siete arrivati alla fine! Siete dei lettori
temerari, spero di non avervi annoiato ;-)
Approfitto di questo spazio per dire che sono molto felice che il fato (in questo caso Lights) mi abbia permesso di partecipare a questa iniziativa, permettendomi quindi anche di scrivere la mia prima Harmony. Spero che Sophie abbia gradito il regalo :-)
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