CAPITOLO 5: DEAI (Incontri)
La mattina dopo, ancora prima
dell’alba, la prima a svegliarsi fu di nuovo Kagome. Questa volta non era stata
solo la nausea, ma anche il fatto che praticamente non aveva chiuso occhio per
tutta la notte. Il suo cervello aveva continuato a lavorare incessantemente: lei
che era diventata una dea, i rapimenti, il sospetto di essere incinta, la luna
piena...Troppe cose erano successe e tutte insieme.
Cercando di non svegliare gli
altri, si alzò e uscì sul patio, stiracchiandosi con un sospiro. La casa del
capo villaggio era immersa nel silenzio, tutti stavano ancora dormendo. Decise
di approfittare di quella pace per fare qualcuno degli esercizi che Kaede le
aveva insegnato per imparare a controllare i suoi poteri spirituali.
Mezz’ora dopo, era veramente
soddisfatta di se stessa. Grazie a quegli esercizi riusciva a utilizzare molto
meglio i suoi poteri di sacerdotessa. In quel momento, sentì la porta dietro di
se aprirsi e subito dopo vide Inuyasha uscire.
-Buongiorno!- lo salutò con un
sorriso –Come mai già in piedi?-
-Sono sveglio da mezz’ora in
realtà- rispose il mezzo demone –Mi accorgo subito quando non sei più accanto a
me, ma ho visto che ti stavi allenando e non volevo disturbarti-
-Mi dispiace di averti svegliato-
gli disse lei in tono dolce
-Non importa- Inuyasha si sedette
accanto a lei –Piuttosto, come mai ti sei alzata così presto?-
-Non riuscivo a dormire. Dopo tre
mesi di inattività tutti questi misteri mi mettono agitazione!-
-In effetti sei un po’ pallida, sei
sicura di stare bene?-
-Sì, non preoccuparti-
Improvvisamene a disagio, l’hanyou
le prese una mano e si mise a giocherellare con le sue dita.
-Senti, Kagome, quando tutta questa
storia sarà finita, dovrei parlarti di una cosa- le disse
-D’accordo...Ma come mai non puoi
parlarmene ora?- gli chiese perplessa lei
-Ecco...è una cosa importante,
perciò preferisco parlartene con più calma-
-Va bene, allora. In
effetti...anch’io devo parlarti di una cosa-
Inuyasha la guardò incuriosito, ma
non disse nulla. Si limitò a voltarle le spalle e a lasciarsi cadere indietro,
così da appoggiare la testa sulle ginocchia della ragazza. Come per un tacito
accordo, Kagome iniziò ad accarezzargli i capelli. L’hanyou adorava quando lo
faceva. Sentire il tocco delicato della sua mano lo faceva rilassare
completamente e sentire in pace con il mondo. E i kami sapevano quanto ne avesse
bisogno in quel momento. Il suo sesto senso gli diceva che presto avrebbero
dovuto affrontare una battaglia e che non sarebbe stato per nulla facile uscirne
vincitori...
-Oh, quasi mi dimenticavo!-
Inuyasha si rialzò a sedere improvvisamente e le sfiorò le labbra con un bacio
–Buon compleanno, Kagome-
Lei gli
sorrise.
-Grazie- gli disse, poi, con una
smorfia:-Anche se me l’ero immaginato un po’ diverso!-
-Non preoccuparti, festeggeremo una
volta tornati a casa- la rassicurò il mezzo demone
-Hai ragione. E allora mi darai
anche il mio regalo?- gli chiese Kagome maliziosa
-Promesso- rispose Inuyasha
facendole l’occhiolino
Uno dei due villaggi che
attraversarono dopo essersi rimessi in viaggio era stato attaccato di recente.
La descrizione degli avvenimenti che gli abitanti fecero loro confermarono che
si trattava dello stesso gruppo di demoni a cui stavano dando la caccia. Anche
lì una sacerdotessa era stata rapita. Poiché erano ormai vicini al monte Hosi,
decisero di affrettare il passo e arrivare ai piedi della montagna prima del
tramonto.
Giunti alla meta, si accamparono in
una piccola radura ed accesero il fuoco. Stavano per mettere a bollire l’acqua,
quando Inuyasha balzò in piedi e sguainò la sua Tessaiga.
-Cosa succede, Inuyasha?- gli
chiese Kagome
-Sta arrivando Sesshomaru- rispose
questo fissando guardingo un punto preciso della foresta
Da quello stesso punto, qualche
attimo dopo, comparve il potente signore dell’Ovest, seguito dal suo servitore
Jaken e dalla piccola Rin.
-E ti pareva. Dove ci sono guai c’è
sempre anche il mio fratellino- esordì Sesshomaru fermandosi di fronte a
Inuyasha
-Che cosa ci fai tu qui,
Sesshomaru?- gli chiese Inuyasha ignorando il suo commento
-Sono venuto a conoscenza dei
rapimenti che stanno avvenendo e sono venuto a controllare-
-Tsk. E come mai sei così
interessato a questa faccenda?-
-Se non fossi così ignorante lo
capiresti da solo. Questi territori appartengono alla nostra famiglia, perciò
ora sono sotto il mio controllo. Tu, piuttosto, cosa sei venuto a fare qui?-
-Non sono affari tuoi! Comunque, se
vuoi saperlo, i demoni responsabili di questi rapimenti si stavano avvicinando
al nostro villaggio, perciò siamo venuti a dare un’occhiata-
-Non lo sapete che tra fratelli non
si dovrebbe litigare?- intervenne in quel momento una voce sconosciuta
Tutti si voltarono in quella
direzione e videro di fronte a loro un demone dai lunghi capelli blu e occhi
dello stesso colore, dalla pelle chiara e vestito con una sorta di kimono bianco
e blu. Sia sul volto di Inuyasha che su quello di Sesshomaru si dipinse
un’espressione di disappunto. Come mai non lo avevano sentito arrivare?
-Non stupitevi del fatto che non
avete avvertito la mia presenza...- disse il demone quasi leggendo loro nel
pensiero –Io sono Kurai, un demone dell’oscurità. Posso rendermi invisibile e
annullare la mia aura demoniaca-
-E cosa diavolo vuoi da noi?- gli
chiese con fare aggressivo Inuyasha
-Siete entrati nei territori della
mia regina. Perchè siete qui?-
-Se permetti, questi sono affari
nostri-
-Vi conviene andarvene, se non
volete fare una brutta fine- disse Kurai percorrendo con lo sguardo il gruppo
–Ma quella è una sacerdotessa...- fece poi con un ghigno soddisfatto
soffermandosi su Kagome
–Questo è proprio il mio giorno fortunato...Lei viene con me!-
Inuyasha si frappose tra il suo
sguardo e Kagome, sguainando Tessaiga in posizione di difesa.
-Te lo puoi scordare, maledetto!-
esclamò con ira
-Vorrà dire che prima mi divertirò
un po’ uccidendo tutti voi, cagnolino- replicò Kurai schioccando le dita
A quel segnale, una ventina di
demoni circondarono il gruppo.
-Uccideteli e portatemi la
sacerdotessa!- ordinò loro
I demoni partirono all’attacco, ma
erano troppo deboli per Inuyasha e i suoi compagni e per Sesshomaru e ben presto
Kurai si ritrovò da solo.
-Devo dire che la fama del signore
dell’Ovest e del suo fratellino mezzo demone non è immeritata- esclamò Kurai
ironico –Bene, la prossima volta non sarà così facile, vi avverto-
Detto questo, il demone in un
secondo divenne invisibile. Né Inuyasha né Sesshomaru riuscirono ad avvertire la
sua presenza nelle vicinanze.
-Questa storia mi piace sempre
meno- disse Miroku qualche minuto dopo
Il gruppo di Inuyasha si era seduto
attorno al fuoco, gustando uno dei piatti precotti portati dal suo tempo da
Kagome, mentre Sesshomaru, Rin e Jaken si erano accampati ad un paio di metri da
loro, abbrustolendo dei pesci che Jaken era riuscito miracolosamente a pescare
in un lago vicino, poiché mai e poi mai il signore dell’Ovest si sarebbe
abbassato a condividere qualcosa con il fratello.
-Che cosa ti preoccupa, Miroku?-
gli chiese Inuyasha
-Quel demone, Kurai, sembrava
conoscere molto bene sia te che Sesshomaru, ciò vuol dire che probabilmente si è
informato su di noi...Magari ci ha persino spiato-
-Intendi forse che il nostro arrivo
potrebbe non essere risultato inaspettato per loro?- intervenne Sango
-Proprio così- confermò il monaco
–Anche l’attacco di oggi...Ho l’impressione che sia stato più che altro un modo
per saggiare la nostra forza-
-Pensi che Tsuki ci stia tendendo
una trappola, vero?- fece il mezzo demone
-Credo di sì-
-Ma, allora, credi che anche i
rapimenti siano solo un pretesto per attirarci qui?- gli chiese Kagome
-Mmh...No, non penso che si darebbe
tanto da fare se non avesse un valido motivo. Penso che, come ha detto la divina
Kaede, i poteri spirituali delle sacerdotesse rapite le servano per qualche
oscura ragione, solo che...- Miroku si interruppe, incerto
-Solo che?- lo incitò Inuyasha
-Solo che ritengo che lo scopo
principale che la spinge ad agire sia attirare qui la sacerdotessa protettrice
della sfera- concluse il monaco
-La protettrice della sfera?
Intendi Kagome?- gli chiese stupita Sango
Il marito annuì.
-Ma per quale motivo? La sfera
ormai non esiste più!- esclamò Kagome
-Questo proprio non ve lo so dire-
Sesshomaru, le spalle rivolte verso
il gruppo, ascoltava quei discorsi senza farsi notare. Anche lui aveva
riflettuto su quegli strano rapimenti e sull’attacco avvenuto poco prima ed era
arrivato alle stesse conclusioni del monaco. Tuttavia, nemmeno lo youkai era in
grado di capire quale fosse il motivo che spingeva la dea Tsuki ad agire in quel
modo. Poiché Tsuki dimorava in un castello che si trovava sui territori di suo
padre, Sesshomaru aveva avuto modo di conoscerla in passato. L’impressione che
ne aveva avuto era di una donna disgustosamente buona e gentile, un po’ come la
donna di suo fratello Inuyasha. Allora perchè aveva deciso di rapire quelle
sacerdotesse? Qual’era il suo piano?
Le sue riflessioni furono
interrotte dalla voce di Rin, che gli annunciava che il pesce era pronto. Senza
dire una parola, afferrò lo spiedino che la bambina gli porgeva e iniziò a
mangiare.
-Signor Sesshomaru, ha visto? Anche
stasera c’è una bellissima luna!- gli disse entusiasta la bambina
Sesshomaru alzò lo sguardo verso il
cielo e, proprio come la sera precedente, vide che sopra le loro teste una
splendente e perfettamente circolare luna piena rischiarava la notte.