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Autore: Yumeji    14/02/2012    2 recensioni
Per proteggere l’unica cosa che gli era rimasta, ovvero suo fratello Feliciano, Lovino è disposto a tutto, persino a vendere la proprio anima al diavolo.
Pur di preservare il sorriso del gemello, il maggiore dei fratelli Vargas ha fatto un patto con un satanasso, ha rinunciato alla possibilità di innamorarsi per tenerlo ai suoi servigi, cosi da difendere il villaggio che tanto Feli ama (a cui in realtà a Romano non importa poi molto).
I demoni sono però menzogneri, subdoli ed ingannatori, per quanto sia impenetrabile un cuore trovano sempre un modo per rubarlo.
Genere: Dark, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Non è facile innamorarsi di un Tsundere'
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Titolo: Sweet Dark Love
Fandom: Axis Powers Hetalia
Rating: Giallo/Arancione
Personaggi: Antonio Fernandez Carriedo/Spagna, Lovino Romano Vargars/Sud Italia
Pairings: Spamano
Avvertimenti: AU, Shonen-ai, OneShot, OCC
Riassunto: Per proteggere l’unica cosa che gli era rimasta, ovvero suo fratello Feliciano, Lovino è disposto a tutto, persino a vendere la proprio anima al diavolo.
Pur di preservare il sorriso del gemello, il maggiore dei fratelli Vargas ha fatto un patto con un satanasso, ha rinunciato alla possibilità di innamorarsi per tenerlo ai suoi servigi, cosi da difendere il villaggio che tanto Feli ama (a cui in realtà a Romano non importa poi molto).
I demoni sono però menzogneri, subdoli ed ingannatori, per quanto sia impenetrabile un cuore trovano sempre un modo per rubarlo.
Note: La storia inizialmente non doveva essere un OOC ma essendo un Alternative University ho deviato un pochino (o forse mooolto) il carattere dei personaggi. Attenzione: le scritture in corsivo sono pensieri/ricordi (se sono ricordi stanno tra “virgolette”) Ah... Dimenticato la FF è divisa in due parti: la prima parte è sotto il punto di vista di Lovino; la seconda parte è sotto il punto di vista del demone.
Disclaimer: Hetalia e tutti i personaggi appartengono a Hidekaz Himaruya.
Godetevela (e buon San valentino a tutti)!


- Prima parte
Quella notte il cielo era oscuro, denso di nubi, e un forte vento attanagliava i prati dall’erba alta e i campi dalle spighe fluenti, l’aria carica di umidità sibilava attraverso le più piccole fessure, simile a voci urlanti e piangenti, bisognose d’aiuto. Per un istante Romano ebbe la sensazione di udire il proprio nome tra quelle grida, ma in quei momenti non poteva essere sicuro di niente. Quando quell’essere immondo partorito dalla stesse fiamme oscure dell’inferno gli veniva a fargli visita il suo contatto con la realtà diveniva molto labile, come se vedesse il mondo intorno a se attraverso ad un binocolo posizionato alla rovescia. Trattenne il respiro avvertendo “quella presenza” alla spalle.
Sapeva di non aver alcun luogo sicuro, poiché “lui” sarebbe sempre riuscito a trovarlo, ma aveva ancora la vana sperava che le pareti della locanda di famiglia, la quale dopo la morte dei genitore era finita in mano sua e del fratello, e le mura della propria camera da letto fossero inespugnabili per una qualunque ombra malvagia provasse ad avvicinarsi, queste erano però solo le fantasie di un bambino, lo sapeva bene.
La mente di Lovino volò lontano mentre le mani del demone scivolavano lente sulla sua pelle, accarezzandogli languidamente la schiena scoperta, causandogli brividi su tutto il corpo dal gelo che avvertiva in quelle dita lunghe e dal tocco delicato, da pianista. L'italiano rimase immobile, nascondendo il volto nel cuscino, stringendo il più possibile i lembi delle lenzuola candide, un inutile espediente per nascondere i tremiti che lo percorrevano. Il suo fiato condensava con l'aria della stanza, improvvisamente divenuta fredda quanto la presenza oscura del satanasso.
Aveva paura, Romano, una paura folle. Ormai da tempo aveva stretto un patto di sangue con quell'essere, eppure, non si era ancora abituato a quel suo pagamento anticipato, una piccola postilla scritta in minuscolo nel suo contratto. “Dovrai farmi il dono di una notte in tua compagnia ogni luna nuova” a sentirla gli era sembrava una richiesta cosi strana, solo poi aveva compreso cosa intendesse.
È  per Feli, lo faccio per Feliciano, si ripeteva come un mantra ogni volta in cui arrivava quella data, e stringeva i denti ricordando il viso allegro del fratello. Se desiderava realmente che quell’espressione non si incrinasse mai aveva bisogno del demone, era lui a proteggere il villaggio che tanto il minore dei fratelli Vargas amava, evitandogli di essere devastato dalla guerra in cui era caduto il resto del paese, e solo la presenza di Lovino legava il demone al loro patto.   
D’accordo, proteggerò il villaggio sino a quando rimarrai in vita, ma tu in cambio dovrai cedermi la tua anima quando ti sarai innamorato " questo era stato l'accordo e Romano non avrebbe potuto chiedere di meglio, non vi era mai stato nessuno (tranne il gemello), capace di perforare l'inaccessibile armatura di cui si era ricoperto, figurarsi arrivare a toccargli il cuore. La vita dell'essere umano poi infondo era cosi breve, impossibile, in quelle poche decadi che gli rimanevano, trovare qualcuno di cosi idiota da anche solo tentarci.
E invece uno di cosi idiota lo aveva trovato.
Quel bastardo si era presentato alla locanda un bel giorno di primavera e, dall’ora, non se ne era più andato.

Lovino non aveva mai visto in volto il demone e non perché non avesse mai avuto il coraggio di guardarlo in faccia, semplicemente il viso non ce lo aveva. Il diavolo era solo un agglomerato di malvagità e oscurità, avvolte era si, capace di prender corpo (come in quei casi), ma il suo aspetto diveniva qualcosa di indefinito. Non era ne brutto ne bello, non poteva essere descritto, o almeno cosi era per l’italiano, le sue fisionomie si confondevano come fossero avvolte da una fitta nebbia ogni volta che provava a ricordarlo.
Il ragazzo trattenne un gemito di dolore mentre una leggera strisciolina di sangue cominciava a colargli lungo la pelle delicata della schiena, arrivando a macchiare le coperte candide, sapeva che ogni sua resistenza era inutile, ma almeno voleva evitargli la soddisfazione di trovarlo subito in lacrime, non che fosse in grado di trattenersi allungo però.
Un altro gemito soffocato e un altra ferita sul suo corpo.
L'italiano cercò di respirare profondamente nel tentativo di incamerare più aria possibile, doveva calmarsi e lasciare che il panico defluisse via, ormai immerso in tutta quell'oscurità la tentazione di voltarsi era divenuta forte, ma non poteva farlo. Rimanere immobile a quel modo era il suo unico mezzo per evitarsi una fine ben peggiore.
Glielo aveva rivelato una volta il demone stesso: “saprò quando ti sarai realmente innamorato al momento in cui, guardandomi, vedrai l’aspetto del tuo amante.” Ed ora Lovino viveva con il terrore di anche solo incrociare il suo sguardo, perché anche lui se ne era reso conto:
avrebbe visto il volto di Antonio al suo posto...
 
Romano urlò dal dolore mentre una lacerazione, più profonda delle altre, gli prometteva una futura cicatrice e gli occhi gli si riempirono di lacrime che ricaddero come perle sul cuscino. Avvertiva il fiato del satanasso mescolarsi con i suoi ansimi impregnati di dolore e disprezzo, si sentiva umiliato da una situazione simile. Aveva sempre saputo di essere un debole, ma subire soprusi simili senza una lamentela non era da lui.
- Sai devo confessarti una cosa...- la voce normalmente gracchiante del demone cominciò a modificarsi facendosi più calda, impiantando al col tempo tanti paletti di ghiaccio nel cuore dell’italiano, - mi sono divertito molto a giocare con te, mio caro ninõ –
Lo sapeva, lo sapeva che era troppo stupido per essere vero.  


[Lovino in quel momento fu certo che la sua vita era finita.
Perché, ne era sicuro, se avesse guardato il demone questi avrebbe avuto l'aspetto della persona a cui più teneva...
Quella di cui (alla fine) si era innamorato.]



-Seconda parte
Antonio sorrise al corpo inerme dell’italiano, riverso senza più forze nel proprio letto, quasi dissanguato dalla sete famelica del demone. Forse stava esagerando, si disse pulendosi con il dorso della mano i residui di sangue dalle labbra, di solito i pegni delle sue clausole contrattuali non erano cosi severi. Ormai stava perdendo il controllo con quel ragazzo, ma questi aveva suscitato troppo il suo interesse per non pagarne le conseguenze.
Nella sua lunga esperienza era la prima volta che gli toccava un umano tanto difficile, mai era stato costretto a prendere aspetto umano per far cedere la propria preda. Essendo l’animo degli innamorati il suo nutrimento principale quando stipulava un patto succedeva sempre che, prima o poi, il mal capitato in questione finisse per trovare qualcuno a cui legarsi cosi tanto da arrivare a cedergli il cuore (da tempo aveva imparto che amore, morte e odio erano i primi tre fattori che componevano l’umanità).
Lovino però si era rivelato diverso da chiunque altro avesse mai incontrato, il suo animo era ricoperto da un armatura di ferro e pietre roventi, talmente spessa da non far passare nessuno (se non il fratello per il quale era arrivato a cedere l’anima a lui). Visto il pessimo carattere sarebbe stato impossibile che vi fosse qualcuno abbastanza tenace, paziente (e un poco scemo), da farlo cadere nell’amore, o anche solo per provarci.
Inizialmente Antonio si era detto tranquillo, il ragazzo era ancora giovane, il tempo per innamorarsi non gli mancava di certo, da bravo demone gli sarebbe bastato vegliare da lontano, stando attento ad ogni minimo segnale che potesse rivelare la presenza di quel sentimento.
Ah, certo, e avrebbe dovuto ricordarsi di rispettare i termini del contratto proteggendo quel minuscolo villaggio in mezzo alle Alpi da eventuali aggressori.

Fu solo poche settimane dopo la stipulazione del patto, al primo dei loro incontri sotto la luna nuova, che Antonio decise di cambiare i propri metodi. Lo sorprese ancora sveglio nel proprio letto, che lo stesse attendendo? Dal profumo d’inquietudine di cui era impregnata la stanza ne era certo, il ragazzo però non sembrò spaventato quando pretese il suo pagamento anticipato.  
La mente di Antonio si era intorbidita con il passare delle decadi (come di norma capita a tutti i demoni), annoiata dal trascorrere troppo lento del tempo e dalla prospettiva di un eternità monotona, quella notte però vi fu qualcosa a riaccenderla. Si sentì vivo, dopo tanto tempo sembrava essere capace di provare nuovamente interesse per qualcosa, quando Lovino iniziò a tremare stretto nella morsa delle sue mani, forse per il gelo, forse per la paura, lui si ritrovò a pensare quanto gli piacesse quell’espressione (in realtà, si rese conto più tardi, uno dei motivi principali per cui aveva accettato di diventare il “cagnolino” dell’italiano, era stato perché trovava splendida la sua faccia perennemente imbronciata), a metà tra orgoglio e panico. Era adorabile come tentasse di trattenere le urla nel momento in cui i suoi artigli ne graffiavano la carne e come ricacciasse dentro le lacrime quando ne sottraeva il sangue.
Quanto era carino! Si disse qualche ora più tardi, dopo aver lasciato la stanza di Romano, ricolmo di queste nuove/vecchie sensazioni, mentre il languore nel suo stomaco continuava ad allargarsi facendogli desiderare di possedere al più presto quell’anima cosi invitante. Il sangue che quella prima notte ricevette non bastò a saziarlo, come invece avrebbe dovuto, anzi, mise solo altra carne al fuoco accendendo nel demone un appetito che non provava più da secoli.
Quando potrò divorarlo? Iniziò a parlare con se stesso, preso dalla foga e da un’improvvisa impazienza, dettata dall’antipasto troppo misero che aveva appena consumato, Lo potrai fare solo quando si sarà innamorato. Se lo farà, si rispose e a quella prospettiva il demone non poté fare a meno di sorridere... È forse un invito?
Seguendo le emozioni di cui gli si era colmato il petto, dominato dall’interesse e dal desiderio di poter divorare quell’anima dal profumo invitante era nato lui: “Antonio Fernandez Carriedo” , poiché era questo il nome con cui era stato conosciuto un tempo.



[Fu allora che decise, per poter gustare al più presto l’anima del suo prezioso e succulento Lovino ci avrebbe pensato lui stesso a perforare la sua inaccessibile armatura.]  


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Salve gente, vi ringrazio per aver letto questa mia FF un poco demente e molto OOC lo devo ammettere, ma l’idea di uno Spagna demone mi tormentava da un po’ ed è uscito questo xD xD
Cooomunque, scherzi a parte, anche se il racconto è un Oneshot ho intenzione di pubblicare un secondo capitolo in cui spiego come abbia fatto Antonio a trovarsi al servizio di Romano (poiché non l’ho nemmeno accennato). Spero che questa demenzialità vi sia piaciuta,
alla prossima
bye-bye e buon san valentino ;-)))

  
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