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Autore: Swindle    15/02/2012    3 recensioni
La lapide bianca di Dumbledore, il silenzio di Snape, la determinazione di Hermione.
"Non ti sei rassegnata, non ti sei mai rassegnata, questa volta più di tutte non potevi farlo.
-Lei è sempre stata più intelligente-”
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Ok, ho scritto una Severus/Hermione.
Attimo di silenzio per i miei poveri neuroni.
Non chiedetemi perché, visto che personalmente ce li vedo bene insieme quanto un gatto e un topo, tanto per essere banali.
Il fatto è che ho letto qualche storia su questo pairing davvero molto ben fatta… e mi è venuta un’idea.
E quando la fantasia chiama, Rika risponde.


Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.


 
 

 
 










.:Mi hanno chiesto:.








 

 
La pioggia batte incessante su di voi, un rombo che sovrasta e ammutolisce i tuoi pensieri, mentre le ultime parole che hai pronunciato rimangono sospese tra di voi.
È stata come una condanna per lui, ma anche per te.
Non ti sei rassegnata, non ti sei mai rassegnata, questa volta più di tutte non potevi farlo.
 
-    Lei è sempre stata più intelligente. – risponde finalmente, le parole ti arrivano forti e chiare alle orecchie, nonostante tutto quell’inferno di pioggia.
 
È la prima frase che senti pronunciargli, da quando sei lì, da quando gli hai sputato addosso tutte le conclusioni a cui il tuo cervello è riuscito ad arrivare.
E ancora ti stupisci di quanto la tua lingua sia stata dura e affilata, ti stupisci del sarcasmo con il quale sei riuscita a parlargli.
Forse se n’è stupito persino lui.
Lui che è ancora lì dove l’hai trovato, in ginocchio davanti alla candida lapide di Albus Dumbledore, nella stessa posizione in cui è rimasto per tutto il tempo in cui gli hai urlato addosso di essere un omicida.
 
-      Sei sempre stata più intelligente. – mormora di nuovo, rialzandosi.
 
Non più intelligente dei tuoi compagni, non più intelligente di lui, non più intelligente di qualcuno in particolare. Più intelligente e basta.
Mentre finalmente si volta, fronteggiandoti, capisci che non è un insulto, è un complimento.
E allora ti senti in dovere di rispondere, di spiegare, e questa volta la tua voce non è più contratta dalla rabbia.
 
-      È tutto così ovvio, in realtà. Dumbledore ha sempre detto che c’era una ragione per la quale si fidava di lei. Mi è bastato mettere insieme i pezzi tra tutte le informazioni che avevamo e alla fine ci sono arrivata. –
 
Quasi speri che lui ti risponda. Ma non è così.
Alza gli occhi al cielo, fissando lo scendere dell’acqua, quasi ne fosse affascinato.
Vorresti sapere cosa sta pensando, vorresti sapere perché non ti affronta, perché non dice nulla, non si è difeso quando tu gli hai urlato addosso.
Stringi i pugni.
 
-      Tu l’amavi, ecco perché. – decidi di dargli del tu, tanto per attirare la sua attenzione – Tu amavi la madre di Harry e ti senti in colpa perché è morta per causa tua. E hai fatto il doppiogioco per tutto questo tempo a causa di questo. –
 
“Ma io so che non è solo per questo. Perché tu sei una brava persona, perché hai fatto degli errori, è vero, ma ne stai pagando un prezzo altissimo” aggiungi queste parole nella tua mente, ma non gliele dici.
Per tutta risposta, lui continua a guardare ostinatamente il cielo.
Solo in quel momento ti accorgi che ha dei segni scuri lungo le guance, segni che piano piano la pioggia sta lavando via. Segni di lacrime.
Eppure non ti risponde.
Vorresti che si concentrasse su di te. E il fatto che non lo faccia, nonostante ci siate solo voi lì sotto la pioggia, accanto alla tomba di Dumbledore, ti fa risalire la rabbia.
 
-      Così, di nuovo, ti sei comportato come un burattino! Hai lasciato che gli altri tirassero i fili, senza opporti, come un vigliacco! E la tua anima ancora una volta si è macchiata di sangue innocente! – lo accusi ferocemente.
 
“Anche se è stato Dumbledore a ordinartelo, lo so” pensi “E tu sai che l’ho capito.”
Ancora una volta, non ottieni reazioni.
Alzi la voce e questa volta scintille rosse si sprigionano dalla tua bacchetta.
 
-      Per Merlino, rispondi! Dì qualcosa! –
 
Oramai sei esasperata e un migliaio di altre cose che in quel momento, nonostante tutti i vocaboli che conosci, non sai descrivere.
Abbassi la testa, gli occhi tristi.
 
-    È per questo che mi ha respinta a maggio? Non ho mai creduto che il vero motivo fosse la mia età, o il fatto che lei fosse il mio insegnante. Ma mi sono rassegnata e basta. Ho capito dopo che ha ucciso Dumbledore.  – sussurri.
 
Sei tornata ad usare il “lei”, perché vuoi che capisca che hai superato quell’episodio e che, davvero, non sei più innamorata di lui.
Anche se entrambi sapete che è una bugia, non sono importanti i tuoi sentimenti adesso.
Basta che si fidi di te.
Rialzi il viso, piantando i tuoi occhi sul suo, presa dalla forza della disperazione.
 
-      Ma a me non interessa, professore! Non mi è mai interessato. Non mi importa neanche se lo ha ammazzato, perché io so la verità! –
 
Finalmente ti fissa, ma in realtà non ti sta guardando.
 
-      Che cosa vuole? –
 
E ti accorgi che la sua voce è atona, spenta, come venisse dall’oltretomba.
Rabbrividisci per il suo suono, e rimani confusa, senza capire la domanda.
Ma ha sentito cosa gli hai detto?
          
-      Scusi? –
 
L’uomo si prende un lungo attimo per sospirare, prima di rispondere con lo stesso tono di voce usato poco prima.
 
-      Ho vissuto più di lei, signorina Granger. So come vanno queste cose. Glielo ripeterò solo un’altra volta: cosa vuole in cambio del suo silenzio? –
 
Rimani attonita, scandalizzata. Se potessero i tuoi occhi uscirebbero dalle orbite, talmente sono spalancati, e la tua mascella si slogherebbe, talmente è aperta la bocca.
Non riesci a crederci.
Lui non vuole che si sappia. Che nessuno lo sappia.
Non vuole che tu lo vada a dire ad Harry, a Ron, alla professoressa McGonagall e a tutti quelli dell’Ordine della Fenice.
Non vuole che tu dica a tutti che è innocente.
Non vuole che tu dica che sta ancora facendo ciò che Dumbledore gli ha ordinato, che è ancora dalla parte dei buoni, che lo è sempre stato.
Questa volta è lui a non avere speranza di ottenere una tua risposta.
Sei troppo scioccata.
Finalmente ti guarda, e ti vede veramente.
Ci voleva il tuo silenzio perché i suoi occhi incontrassero i tuoi.
Comincia a parlare, in un sussurro, e noti tutta la tristezza e la decisione, riflessa in quei due tunnel bui che sono i suoi occhi, quei due pezzi di cielo disgraziatamente caduti che continui a sognare.
 
-      Mi hanno chiesto di uccidere, e sono diventato un assassino.
Mi hanno chiesto di torturare, e sono diventato spietato e violento.                                      
Mi hanno chiesto di spiare, e sono diventato una spia.                                                       
Mi hanno chiesto di tenere segreti, e sono diventato un bugiardo.                                          
Mi hanno stuprato la mente e il corpo, e sono diventato vuoto.                                        
Vede, può chiedermi di fare qualunque cosa, e io diventerò quello che vuole. Obbedire agli ordini è l’unica cosa che sono capace di fare.
 
Passa un attimo di silenzio.
Ti accorgi in quel momento che ti sei messa a piangere, le calde lacrime percorrono il tuo bel viso a causa di tutto ciò che hai percepito esistere dietro quelle parole, tutte le verità nascoste, tutto lo straziante dolore.
Ma vale tutto quello che hai fatto, tutte le ricerche, tutto l’orgoglio mandato giù… tutto, per il lampo di sorpresa e di incosciente felicità che vedi passare nei suoi occhi mentre gli salti al collo, prendendolo alla sprovvista, e sussurri:
 
-       Ti chiedo di amarmi, Severus Snape, perché sei diventato il mio unico amore.
 
 
 

 
Fine

  
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