Anime & Manga > Soul Eater
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Autore: MadLucy    15/02/2012    8 recensioni
Diciotto anni dopo,dopo Maka,Kid,Black*Star e gli altri,ci troviamo qui. A Death City.
Dove un tempo tutto è iniziato,e ricomincerà di nuovo.
Chi occuperà i banchi della Shibusen? Chi saranno i protagonisti di questa storia? Ma loro,ovviamente.
I figli dei nostri eroi.
La nuova generazione di Soul Eater non passerà meno guai dei loro predecessori; dovrà vedersela con manie di protagonismo,nevrosi da simmetria,lividi da enciclopedia e attacchi di panico,senza contare i loro genitori...
Ma la follia minaccia di nuovo il mondo,più forte che mai...a causa di chi? Lo scoprirete solo leggendo!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il castello di Medusa! Dove veniamo brutalmente scaricati e Theodore incontra chi voleva incontrare?



-Ahiaaa! Che diamine è stato a pestarmi il piede?!-
-E come facciamo a saperlo, scusa?! Non si vede un tubo!-
-Hihihi! Cos'è un diamine???-
-Lascia perdere, stupido idiota. Dovrei avere una torcia nello zaino, piuttosto!-
-Oh, adesso se ne ricorda questa...-
-Non preoccupatevi, gente! La mia radiosa bellezza e la mia potente aura illumineranno questa boscaglia insignificante!-
-Risparmia il fiato, Silver... Ma che dico? Tanto il fiato non ti finisce mai.-
-Uff! Ecco fatto.-
Un lampo giallastro ed ispido lampeggia bruscamente, squarciando quella cappa di buio che gravava sulle nostre teste.
Ed ecco che, alla luce della torcia, i nostri volti si delineano. Quello irritato di Ace, intento a saltellare su un piede solo, quello gaio e sereno di Mickey, quello confuso e abbagliato di Jackson e quello serio e composto di Shi, che punta contro un albero il portentoso strumento.
-Caspita! Questa foresta mette un po' i brividi, eh?- ridacchio poco convinta.
Un'ombra nera come l'inchiostro ricopre il terreno, l'oscurità aleggia fra la vegetazione. Lunghi rami scheletrici ricoperti da aghetti appuntiti sfiorano inquietanti le nostre schiene.
Sollevo il capo, stanca: camminiamo da ore ormai, credo. Sono esausta, mai nella mia vita come ora. I piedi protestano pulsando nelle mie scarpe bianche da ginnastica, le mie mani rosse tremano intirizzite nelle tasche del piumino.
Attraverso le fronde verde muschio, riesco a intravedere frammenti di cielo. Nero, ovviamente: pesto come i lividi, e altrettanto minaccioso.
Ace si aggrappa alla mia spalla, sbuffando. -Sono stufo di camminare.-
-A chi lo dici!- piagnucola Jackson.
-Fermarsi a riposare da qualche parte non sarebbe male.- concorda Natasha, gli occhi serrati velati d'inquietudine.
-Vedi qualche motel, per caso?!- ribatte Shi, nervosa.
- Già stanchi?- commenta Silver sogghignando. -Io potrei portare tutti sulle spalle, volendo! Sono carica d'energia, yahooo!- Saltella.
Ace si avvicina ciondolante. -Basta che porti me.-
-Aspettate, ragazzi! Dov'è Theodore?!- domando perplessa, guardandomi intorno spaventata. Gli altri fanno lo stesso, stupiti.
-Ehm...Theodore!- bisbiglia Jackson, nascondendosi dietro all'imponente figura di Silver*Star. La ragazza se ne accorge, e le sue guance si tingono di un buffo rosa. Non dice niente, però.
Shi invece è impallidita, si sta guardando intorno freneticamente. -Oh, santo cielo! Credete si sia perso?! Ma come...come può...-
-Ehi, ma dov'eravate?!- Una scompigliata chioma castana compare da una chiazza di arbusti.
Gli occhioni azzurri delle giovane Shinigami splendono di sollievo. -Ahh, eccoti! Per un momento ho temuto il peggio!-
-E' colpa vostra, che non mi seguite.- taglia corto il ragazzo, brusco. Inaspettatamente Mickey e Jackson corrono ad abbracciarlo.
-Credevo ci avessi abbandonato al nostro destino in una foresta terrificante, di notte e nei pressi del castello della figlia del Kishin! Meno male che sei rispuntato fuori!- strilla Jackson.
-Gi-raf-fe!- precisa Mickey ridendo.
Il Meister se li scrolla di dosso. -Su, smettetela. Avanti, lasciatemi respirare!-
Appena i due si scostano, lui sorride piano, quasi amaramente. -Avete paura?- Silenzio perplesso.
-E...perchè dovremmo?- chiedo, insicura. Insomma, tutto ciò è talmente horror-di-serie-B che non può non mettere strizza.
-Perchè siamo arrivati. Appena scostati quei cespugli, si potrà intravedere il maniero di Medusa Gorgon.-
Adesso sì che l'aria è divenuta irrespirabile. Fa freddo. Ho fame. Voglio sedermi e dormire.
Oh, mio Dio.





Un portone di legno massiccio, formato da assi scure e sbarre di ferro, decorato da un battente a forma di serpente. Un giardino spoglio, morto, sterile. Stelle invisibili che non splendono.
Sono tante, le cose che non dimenticherò di questo viaggio. Se avrà un lieto fine, ovviamente.
Siamo qui, tutti insieme: questo silenzio privo di respiri, questo tacere troppo rumoroso riempie d'un insostenibile frastuono l'aria secca e immobile.
Abbiamo paura, paura sul serio, paura vera, l'unica che ognuno teme sul serio. La paura di morire. Di soffrire, no, peggio. Di non essere, non esistere.
Quella paura che ti infondono le viscere, il sangue nelle vene. Primordiale, che esiste da molto tempo prima della nostra nascita. Da sempre.
-Molto bene.- Theodore si volta e ci guarda, con i distratti occhi argento. -Le nostre strade si dividono qui.-
Ecco, questa innaturale pausa si spezza. La tensione si sgretola in stupore.
-Cos...cos'hai detto?- mormora Ace. Natasha inarca un sopracciglio. Jackson sgrana gli occhi.
-Non crederete mica di entrare, vero?- Soffoca una mezza risata. -Voglio dire, non potete essere così stupidi.-
Shock. Lo fissiamo increduli.
-Non...cioè...cosa dici?!- Shi è inorridita. -Non capisco cosa intendi.-
Theodore sbuffa impaziente. -Intendo dire che io vado e voi mi aspettate qui. E' tanto difficile?-
L'attonito silenzio diviene un brusìo concitato e furente.
-Mi stai dicendo...che siamo venuti fin qui, abbiamo fatto questo lungo viaggio... per aspettare fuori?!- scatta Ace, indispettito. -Impossibile, niente da fare. Sono la tua arma, ricordi? Senza di me sei indifeso. Ecco. Perciò vengo, punto e basta.-
-No, che non vieni.- replica brusco il Meister. -Non ho intenzione di combattere, non ho bisogno di te.-
-Ma...ma noi siamo una squadra...tu...tu non...- Una fugace lacrima scivola lungo la pallida guancia di Shi. -In quanto figlia di mio padre, Death the Kid, Sommo Shinigami, io devo...-
-Voglio venire con te! Anche la Giraffa Assassina vuole!- piagnucola Mickey tirando su con il naso.
-Hanno ragione. Theodore. E' un'imprudenza, la tua. Voglio dire...ancora peggiore di tutte quelle che abbiamo commesso finora.- affermo.
Lui scuote la testa. -Non mi farete cambiare idea, percui smettetela, va bene? Io...-
-No! Non va niente affatto bene! Niente, ma proprio il niente del niente con un bel niente!- Ci voltiamo tutti con espressioni interrogative.
Silver, le spalle ben dritte, gli occhi blu notte fieri e scintillanti di determinazione, stringe i pugni con rabbia.
-Non sarà un secchione svitato mezzo schizofrenico a rubarmi il centro della scena, hai capito?! Sono io la vera, indiscussa Star, sempre e comunque!-
Il ragazzo ci guarda, quasi sprezzante. -Siete proprio dei cretini. Non capite che io lo faccio per il vostro bene?! Non sono nemmeno certo di saper proteggere me stesso, figurarsi una carovana di quaranta persone. Non vi ho impedito di seguirmi fin qui, ma...- Prende un bel respiro. -Ora devo proseguire da solo. E' una cosa che solo io posso, devo fare. Me lo sento. E' così.-
Ancora silenzio, spiacevole e ingombrante. Ho paura, e sono triste, e... Dio, se gli succedesse qualcosa?! Non voglio nemmeno pensarci.
Con che coraggio riuscemmo a lasciarlo andare? Eppure, dopo qualche istante di pausa, Theodore senza parlare si girò e sgusciò nella remota fortezza.
Nessuno lo fermò. Avevamo capito.



Theodore avanza.
Un silenzio sepolcrale, quasi pacato, lo avvolge. Un nero fuliggine riveste l'interno dell'edificio, permettendo d'intravedere i profili indistinti di alcuni ammassi di macerie.
Il ragazzo prosegue, il cuore in gola. Impaziente, impaurito, disorientato: davvero non riesce a decidersi. Un po' di tutto.
Fa freddo, il gelo torbido e antico dei cimiteri carezza il suo corpo tremante. Infatti trema, ma non capisce il motivo. Trema ed è così strano.
I passi si perdono fra le mura spesse, di pietra, in un'eco infinita. Il pavimento polveroso scricchiola e geme. Il vento ulula cupo.
Vede qualcosa: una porta, ne distingue i contorni spigolosi. Avanza ed ecco, la spinge.
Una luce quasi abbagliante invade i suoi occhi intorpiditi. Si trova in una sala... una sala che splende, letteralmente.
Bagliori tenui e decisi danzano da ogni parte, aleggiano delicati. Ma cosa...?
Specchi. La sala è completamente, interamente, totalmente fatta di specchi. Pareti, pavimento, soffitto. Tutto scintilla, in modo splendido e spaventoso.
Si tratta di qualcosa di innaturale, bello ma stranamente inquietante.
Guarda bene: il soffitto è altissimo, almeno una decina di metri. Rende il salone molto più vuoto e maestoso.
E improvvisamente si vede. La sua immagine, una figuretta minuscola ed insignificante in confronto alla smisurata superficie dello specchio, ritaglia una porzione di opaco buio in quel cangiante ambiente. Ovunque si volti milioni, miliardi di sè lo fissano stupiti e confusi. Centinaia di Meister dagli occhi grigi, centinaia, centinaia. Prova una spiacevole sensazione, ad un tratto desidera solo andare via da quel maledetto posto.
-Theodore.- Una voce estremamente chiara e limpida lo scuote. Rimbomba squillante, echeggiando svelta.
-Benvenuto a casa mia, Theodore.-
Il ragazzo sospira. Non ha bisogno di voltarsi per realizzare che alle sue spalle Ran sta sorridendo il suo dannato sorriso.



















Note dell'Autrice: Adesso devo proprio scappare, mi dispiace! Posto al volo.
Che ne dite, di questo capitolo? Niente di che, no? (sospira). Giuro che il prossimo sarà...epico. Avverranno grandi cose, anche perchè gli altri non rimarranno certo lì fuori. E non dimenticate Grace e Cassian...
Bene, che ne dite di lasciare una piccola recensione?
Lucy






  
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