Era al solito posto, a fissare l'ennesimo tramonto.
Ormai aveva perso il conto di tutti i raggi che l'avevano scaldata, tutti i soffi di vento che l'avevano fatta rabbrividire.
In quella fredda serata di ottobre, non provava pių niente. Era sola a scrutare quella desolazione; giorno, notte, alba, tramonto: era tutto uguale.
Quella stessa prateria che da piccola la faceva restare incantata aveva un altro sapore: sapore di vuoto. Dov'erano i boccioli, i profumi, il canto degli uccellini e il sole caldo?
Non trovando una risposta a queste domande, finalmente capė: era il momento.
Dette l'ultimo sguardo disincantato al sole morente e, alla prima brezza, si lasciō staccare dal suo ramo, andando incontro alla terra fredda dell'autunno.