1.
Just be friends…
Mondo-Scena ›› 1. # 3
‹‹ Waaaaaah!
Ho bisogno di una vacanza! ››, sbruffò Demyx stiracchiandosi
tutte le giunture.
‹‹ Sempre che ti lamenti sei? Che
dovremmo dire allora noi? ››, rimbeccò Marluxia servendo in
tavola una grossa pentola fumante.
Era la prima volta che Roxas pranzava insieme
agli altri componenti della compagnia, si sentiva di troppo, aveva cercato di
convincere Axel che mangiare nell’altra stanza non lo infastidiva ma
quello non aveva voluto sentire ragioni.
Era divertito dai battibecchi innocenti che si
creavano di consuetudine tra Demyx e Marluxia, riempivano quel silenzio
opprimente che aleggiava nella sala addetta al ristoro.
Roxas si domandava se era sempre
così…
Mentre mangiavano ognuno immerso nei propri
pensieri, Roxas notò il posto vacante lasciato da uno dei membri.
‹‹ Dov’è Xigbar?
››, sussurrò ad Axel che stava consumando il suo pasto al
suo fianco.
‹‹ E’ ancora impegnato con quel
Heartless. ››
‹‹ E non mangia? ››
‹‹ Beh credo ch-
››
‹‹ Non ha bisogno di mangiare. Il
tempo stringe, non può permettersi di bighellonare ancora.
››, la voce tagliente di Saix fece tacere tutti, persino Demyx che
era ancora coinvolto nel discorso con Marl.
‹‹ Non credo che Xigbar sia un
perdigiorno…››, provò a giustificarlo flebilmente
Roxas, intimorito dallo sguardo pungente e freddo del ragazzo con
l’evidente cicatrice a forma di X che faceva spiccare ancora di
più i suoi occhi.
‹‹ Tu sei l’ultima persona che
può avere voce in capitolo tra di noi. ››
Roxas abbassò gli occhi sul suo piatto,
prima Larxene poi Saix, lui non gli aveva fatto niente ma solo con la sua
presenza li indispettiva, voleva scappare nella stanza che gli aveva preparato
Marluxia e rinchiudersi.
Si stava per alzare scusandosi per il disturbo
quando le mani decise di Axel lo trattennero a sedere senza farsi notare.
Roxas vide come gli tratteneva i polsi mentre ad
occhi chiusi posò il pezzo di pane che stava mangiando.
‹‹ Perché non impari un
po’ di bon ton prima di sparare cazzate, Saix? Per quanto te la fai con
il capo non vuol dire che hai la libertà di trattarci come ti pare e
piace. ››, era calmo, nonostante le sue parole fossero dure e amare
da ingoiare il tono era pacato.
Il volto di Saix diventò rosso di rabbia e
d’imbarazzo.
‹‹ Brutto
figlio…››, sibilò fra i denti.
Xemnas nonostante fosse stato preso in causa
continuò a pranzare come se niente fosse.
‹‹ Cosa c’è? La
verità brucia? ››, sorrise malizioso Axel.
Saix si alzò in piedi, pronto a fargli
rimangiare ogni parola che era uscita da quella lurida bocca.
‹‹ Vuoi litigare? ››,
rise divertito il fulvo alzandosi compostamente dalla sedia.
Roxas stava entrando in panico. Come gli era
venuto in mente di proferire parola? Era l’ultimo arrivato, non doveva
fare o dire niente e invece aveva innescato una lite che stava degenerando
pericolosamente.
‹‹ Perché ci tieni tanto a
quel piccoletto? Devi sempre metterti in mezzo per ogni cosa che gli si dice!
››, soffiò avvicinandosi ad Axel che non aveva alcun espressione particolare in viso.
‹‹ Saix. Torna a sederti. Ora.
››, chiamò all’ordine Xemnas.
‹‹ M-Ma hai
sentito come mi ha insultato quel bastardo?!
››
‹‹ Saix, cosa ti ho detto?
››
Quello guardò con sdegno
prima Roxas e poi Axel, li odiava, senza motivo alcuno li detestava e il
biondo sapeva che restare lì sarebbe stato più difficile di
quello che si aspettava.
‹‹ Non ho più fame, vado in
camera mia. ››, annunciò Saix in collera più con il
suo presunto amante che non con gli altri.
Xemnas sospirò ma non oppose resistenza,
era sempre difficile da trattare, forse era proprio per quel motivo che gli
piaceva così tanto…
‹‹ Roxas! Mi faresti un favore?
››, trillò la voce da bambina di Xion, il biondo si
voltò verso la ragazza, il viso era ansioso, come se volesse allontanare
il disagio che si era creato e lui non voleva altro che quello.
‹‹ Potresti portare un piatto di
zuppa di miso a Xigbar? Penso gli farebbe molto
piacere e dato che ti sei preoccupato per lui sarebbe meglio se lo portassi tu.
››, sorrise speranzosa in una risposta positiva.
‹‹ Certo. ››,
confermò deciso.
‹‹ Bene! ››, concluse la
ragazza dai corti capelli neri versando il pasto in un contenitore ermetico.
Roxas preso il bottino si allontanò
mestamente ma quando arrivò davanti all’uscita del tendone
tornò indietro fissando per tutto il tempo i piedi per nascondere il
forte rossore in viso.
‹‹ N-Non so dove
sia…››
‹‹ Oh scusa, hai ragione. Che
sbadata, si trova nella radura oltre i sempre verde che crescono nella zona
nord da dove siamo noi, in quelle parti gli alberi sono più radi, Xigbar
ha piazzato un’enorme gabbia metallica per addestrare l’Heartless
perciò non avrai difficoltà a trovarlo. ››
Ancora con il viso imbarazzato scosse con
eccessiva veemenza il capo e si diresse verso l’uscita quasi di corsa.
Xion rise per la tenerezza di quel ragazzo
impacciato tanto quanto lei, e vide come Axel scuoteva il capo divertito, cosa
strana, Axel non era tipo di affezionarsi facilmente alle persone.
Chissà…
Xion aveva ragione, fu facile trovare il luogo in
cui Xigbar si allenava, l’odore di umidità era persistente e
persino l’aria aveva un che di verdognolo, le urla
dell’Heartless anticiparono la sua entrata, la gabbia metallica era molto
grossa e prendeva la maggior parte dello spazio che la radura offriva,
all’interno delle sbarre, Xigbar camminava lentamente tutt’intorno
alla bestia, era strano il modo in cui cercava di ammansire lo strano Heartless
che aveva di fronte, non era una delle solite creature che aveva visto negli
spettacoli precedenti, nessuna forma di volatile o di cane gigante, era un
Heartless con fattezze quasi umane.
Si muoveva sinuosamente, il capo era a forma
cilindrica di un grigio più scuro rispetto all’intero corpo che
andava ad allargarsi verso il busto.
Si spostava con grazia poggiando il peso da un
piede deformato all’altro, e la cosa che sconvolgeva di più il piccolo Roxas è che possedeva due spade che
utilizzava per attaccare il suo “padrone” per sfuggirgli ma
Xigbar non si faceva intimorire, era molto
concentrato.
Roxas non voleva disturbarlo nel suo duro
addestramento, non si era nemmeno accorto della sua presenza e forse era la
cosa migliore, si sedette in terra fantasticando sul come sarebbe stato bello
se fosse stato lui al posto di Xigbar a domare una bestia simile.
‹‹ Giù! Sta giù ti ho
detto! ››, urlò facendo scoccare la frusta che aveva in mano
per far calmare l’Heartless, quello restò ad ondeggiare al suo
posto contenendo la sua ira.
‹‹
Bravo…così…››, dopo un quarto d’ora
abbondante l’addestratore si deterse il viso con un asciugamano che
teneva intorno al collo, faceva caldo e quell’animale non sembrava molto
incline a seguire i suoi ordini, con la coda dell’occhio però si
accorse di una piccola figura che lo stava ad osservare.
‹‹ Roxas? Che ci fai qui?
››.
Quello gli indicò il contenitore ermetico.
‹‹ Ti ho portato il pranzo, immagino
che tu abbia fame…››
‹‹ Bell’idea ragazzino. Mi ci
vuole proprio una pausa. ››, disse allegro chiudendo la gabbia
dietro le sue spalle.
‹‹ Hai aspettato molto?
››
‹‹ Un po’, mi dispiace solo che
la zuppa sia diventata tiepida ma non volevo disturbarti. ››
‹‹ Figurati, a me la zuppa calda non
piace, avrei dovuto sempre aspettare che si raffreddasse. Grazie per il
pensiero. ››
‹‹ Non c’è di
che…››
Xigbar si sedette in terra e Roxas gli si
accostò più vicino.
‹‹ Ne vuoi un po’?
››
‹‹ No, grazie, ho già
mangiato. ››
Quello iniziò a rifocillarsi mentre il
biondo si guardava in giro, il suo sguardo cadde più volte sul Heartless che si muoveva freneticamente in gabbia e che
alle volte usciva le due spade in suo possesso per colpire le sbarre in
acciaio.
‹‹ Non rischia di scappare?
››
‹‹ Nah, e
anche lui lo sa, è solo un tentativo futile di fuggire via ma la
disperazione alle volte ti porta a continuare nonostante tutto.››
‹‹ Lo sa anche
lui? E’ un Heartless piuttosto strano…non ne ho mai visti di simili
in giro... ››
‹‹ Si chiamano
Samurai. Questi sono più analoghi agli esseri
umani, per questo sono difficili da catturare. Sono molto furbi e
tenaci…imprevedibili. Per questo Xemnas è entusiasta per il
bottino, povero pazzo. Per addomesticare una bestia qualsiasi ci vogliono mesi,
io, di solito sono in grado nel giro di 30 giorni circa, figurati se
riuscirò mai a farlo esibire in tempo per l’ultimo spettacolo.
››
‹‹ Ma lui non lo sa quanto è
difficile? ››
‹‹ Dovrebbe saperlo, ma non gli
importa. ››
‹‹ Allora dovresti evitare di
impegnarti così tanto se sai che non ce la farai…così darai
solo delle speranze a Xemnas, no? ››
‹‹ Fatti dire una cosa ragazzino, per
quanto sia difficile riuscire in un’impresa, anche quella più
disperata, non devi mai gettare la spugna troppo presto, così
vanificherai tutti i tuoi sforzi e avrai la nomina di perdente per sempre, la
gente ricorderà continuamente i tuoi fallimenti e te li
rinfaccerà ogni qualvolta che ce ne sarà l’occasione, non
importa quante cose buone tu abbia fatto in vita tua, evita sempre di dare la
possibilità di riempire la bocca altrui con i tuoi insuccessi.
››
Roxas annuì con convinzione, aveva
ragione.
Restarono per un po’ in silenzio, il biondo
studiava le movenze dell’animale e Xigbar terminava il suo pasto
lentamente, non c’era tensione, era uno di quei silenzi rilassati, senza
pretese, ma presto fu interrotto dalla voce del circense.
‹‹ E’ ora che torni a lavoro
ragazzino. Grazie per la zuppa, dì a Marl che era buonissima, come
sempre… ››
Il giovane annuì e tornò al
tendone, i ragazzi si stavano allenando.
Axel quando lo vide da lontano lo chiamò
con la mano, era insieme a Zexion e Xion, assistevano all’esercitazione
di Xaldin, intento a lanciare i suoi coltelli sulla ruota della morte
distante diversi metri da lui.
‹‹ Sei tornato, Xigbar si stava
allenando duramente? ››
‹‹ Uhuh.
››, mormorò accompagnandolo con un cenno della testa mentre
vedeva Larxene avvicinarsi a Xaldin.
‹‹ Meglio
così…››
‹‹ Cosa sta facendo? ››,
riuscì a chiedere infine.
Axel voltò lo sguardo sulla ragazza e
sorrise divertito.
‹‹ Sta a vedere. ››
Larxene si massaggiò le
tempie piuttosto scazzata, era l’unica donna del Circus XIII,
oltre Xion, ma era ancora troppo piccola per essere considerata una donna
affascinante e Marluxia per quanto potesse ingannare con i suoi modi di fare e
i suoi capelli era anagraficamente un uomo, perciò tutti i lavori da
assistente toccavano a lei, tranne per quanto riguarda lavorare con Saix,
quello aveva un carattere di merda tanto quanto lei e insieme non potevano
lavorare senza finire per tirarsi addosso oggetti di ogni tipo, perciò
lasciava quel ingrato compito alla piccola e paziente Xion, pronta ad
accondiscendere il ragazzo senza troppe difficoltà.
‹‹ Forza Larxene, non abbiamo tutto
il pomeriggio. ››, brontolò Xaldin giocherellando con un
kunai dall’aspetto poco rassicurante.
‹‹ Arrivo cazzo! Dammi un po’
di tempo. ››
‹‹ Che acida. ››,
borbottò a braccia conserte Zexion, seduto sul tavolo di legno in noce
su cui era solito assistere.
‹‹ Ti ho sentito emo! Se credi sia
così facile perché non vieni tu a farlo?!
››
‹‹ Sei pazza? Ci tengo alla pelle
io…››
Larxene emise uno strillo acuto per
l’irritazione e si posizionò sul tabellone chiudendo gli occhi per
non assistere.
‹‹ Non ti muovere Barbie, farò
il più velocemente possibile. ››, sogghignò Xaldin.
Quella per tutta risposta imprecò qualcosa
sotto voce.
‹‹ Qualcuno qui ha le sue cose
addosso…››, rise Axel prendendola in giro.
Larxene aprì gli occhi di scatto e si voltò
a incenerire con lo sguardo il mangiafuoco, il contatto visivo fu interrotto da
un kunai affilato che si piantò sul tabellone circolare facendo
sbiancare la ragazza bionda, il labbro inferiore iniziò tramarle e un
velo di sudore incominciò a trasparire sul suo viso contratto.
‹‹ Ops, pensavo fossi
pronta…››, si scusò Xaldin.
‹‹ Brutto idiota! Sta più
attento la prossima volta e avverti! Potevo rimanerci secca! ››
‹‹ Magari…››,
soffiò impercettibilmente Axel provocando una risatina al biondo.
‹‹ Dai, riprendiamo. ››,
disse il lanciatore di coltelli.
‹‹ Oh! Oh! Un attimo! ››
Axel corse incontro a Xaldin prendendo una benda
e legandola agli occhi del imponente ragazzo.
‹‹ Okay, ora può andare! Io
sto ad assistere alla scena. ››
Larxene spalancò la bocca, era ormai
isterica.
‹‹ Fottiti Axel! ››
‹‹ Grazie amore, è un piacere
esserti d’aiuto. ››, rispose tutto zucchero e miele
avvicinandosi nuovamente al gruppo di spettatori che se la ridevano di gusto.
Il pomeriggio stava passando in maniera
piacevole, l’atmosfera tesa si era ormai dileguata e anche Roxas stava
imparando ad aprirsi di più con i compagni.
‹‹ Cari amici, un attimo di
attenzione, prego. ››, annunciò il direttore della compagnia
richiamando l’attenzione di tutti i presenti, i ragazzi si avvicinarono
all’uomo dai capelli candidi circondandolo.
‹‹ Ho un annuncio da fare, siamo
stati invitati ad esibirci al cospetto di Re Topolino in persona. E’ un
grande onore per noi e voglio che siate tutti al meglio per quella giornata.
Essendo che il sovrano si è dovuto allontanare dal suo regno per
questioni burocratiche e sapendo che siamo vicini mi ha fatto riferire che gli
farebbe piacere assistere ad un nostro spettacolo al Castel
that Never Was. Che ne dite? ››
Un mormorio eccitato si diffuse tra i vari circensi,
c’era chi era in fermento come Demyx altri erano intimoriti come la
piccola Xion, Vexen già immaginava come stupire il sovrano con le sue
invenzioni riuscendo ad affermarsi nella società, per lui era
un’occasione da non perdere.
‹‹ Quando sarà il grande
evento? ››, domandò sarcastica Larxene.
‹‹ Ecco il punto dolente…Re
Topolino sarà qui proprio il giorno in cui saremmo dovuti partire da
Crepuscopoli, perciò non solo dovrete prepararvi per i consueti
spettacoli serali ma anche per il ricevimento di sua maestà, non voglio
obbiezioni di alcun genere, ho già avvertito Xigbar della faccenda,
motivo in più per avere quel Heartless pronto prima della
partenza…››
Roxas storse la bocca, non era giusto bruciare le
tappe in quel modo, aveva visto come fosse difficile gestire quel Samurai.
‹‹ Ah, un’altra cosa che
interessa solo te. ››, disse indicando con il dito indice il
ragazzo, che titubante si indicò a sua volta.
‹‹ Dici a me? ››
‹‹ Proprio tu. Puoi venire un attimo?
››
Axel si accostò a Roxas, non si fidava di
Xemnas, questo gesto face aggrottare la fronte all’uomo dai grandi occhi
ambrati.
‹‹ Senza la tua guardia del corpo per
favore. Ti aspetto dietro le quinte. ››
Roxas si voltò verso il giovane dai
capelli rossi.
‹‹ Non mi mangia mica, fidati.
››, disse dandogli un piccolo pugno sul braccio sorridendogli.
‹‹ Non è che non mi fidi di te...è di quello lì che non mi
fido.››
Roxas roteò gli occhi, la cosa fece
sorridere Axel.
‹‹ Torno subito. Poi ti racconto.
››
Quello sbuffò.
Possibile che Xemnas fosse così
inaffidabile?
‹‹ Mi conviene andare, se no rischio
di farlo arrabbiare sul serio. ››
Si girò per raggiungere il direttore ma la
mano di Axel lo fermò tirandoselo a sé in un abbraccio da
papà orso.
‹‹ M-Ma che
fai?! ››
‹‹ Niente, è solo che ti
vedevo troppo moscio ultimamente, so che non sei così…almeno se
Xemnas oserà farti qualcosa sarai pronto a sferrargli un calcio nelle
palle. ››
‹‹ Perché mai dovrei farlo?! ››
‹‹ Lascia
perdere…››, rise stringendolo un po’ più forte
baciandogli la testina bionda.
‹‹ Mi stai s-soffocando Axel!
››
‹‹ Quanto sei delicata bambolina.
››
Quello lo guardò come se volesse
incenerirlo e gli tirò un pugno più forte sul braccio con il
risultato di farsi male solo lui ma non gli diede la soddisfazione di farglielo
notare, strinse i denti mentre sentiva le nocche della mano pulsargli,
girò i tacchi e se ne andò lasciando un ilare Axel alle sue
spalle.
Roxas si guardò intorno e vide Xemnas
bellamente seduto su una sedia sorridendo sornione.
‹‹ Roxy…caro. Ho una cosa da
chiederti. ››
Restò ad aspettare che continuasse.
‹‹ Sai…non tutti hanno
apprezzato granché la mia scelta di tenerti qui…››, i
visi di Larxene e di Saix apparvero nella sua mente, ‹‹ ma io non
sono il tipo di fare le cose senza un secondo fine, non ho alcun motivo per
ospitare qualcuno facendolo mangiare a sbafo il mio cibo e farlo dormire in un
giaciglio da me messo a disposizione senza guadagnarci niente in
cambio…››
Oh sì, quelle parole erano molto di
conforto.
‹‹ Arriviamo al sodo. Voglio che tu
lavori per me, voglio che diventi parte integrante del Circus XIII.
››
La mente di Roxas si riempì di luci, di
applausi, di grande successo…si vide con le mani piene di kunai come
Xaldin, oppure fare giochi con le carte come aveva visto fare nello spettacolo
precedente Luxord o ancora meglio, inghiottire fameliche fiamme come faceva
Axel…
Tossì un paio di colpi, troppo distratto dalle fantasia adolescenziali, sapeva benissimo di non avere
il fisico per fare certe cose, forse qualche cosa come il prestigiatore con le
bolle di sapone insieme a Demyx.
‹‹ Avrei in mente il lavoro perfetto
per te piccolino. ››
‹‹ E sarebbe? ››
‹‹ Beh…››
‹‹ Che cosa??
››, gli occhi di Axel si riempirono di lacrime per le forti risate
che gli scuotevano il petto.
‹‹ IL PAGLIACCIO! Ma ti rendi conto?! Io?? Ho la faccia da clown?? ››
‹‹ Cristo, non dire così che
mi farai morire! ››, disse trattenendosi la pancia, se lo
immaginava il piccolo ed adorabile Roxas con le guance
tinte di rosa, la bombetta con il fiore e i pantaloni larghissimi che si
tenevano su con delle sgargianti bretelle.
Era un gattino infuriato in quel momento,
soffiava e arruffava il pelo indignato, il piccolo orfanello era stato umiliato
nel profondo.
L’avrebbe voluto abbracciare per confortarlo
ma si sarebbe sentito ancora più compatito e di conseguenza si sarebbe
incazzato ancora di più, perciò sarebbe stato meglio lasciar
perdere…
‹‹ Smettila di ridere dannazione!
››
‹‹ Scusa! Scusa! Non lo faccio
più, cerca di calmarti, non volevo mica prendere in giro te, è la
situazione che mi fa ridere… ››
Roxas abbassò lo sguardo arrossendo
prepotentemente, non voleva offendere Axel, era solo che l’imbarazzo lo
stava mangiando vivo.
‹‹ Beh, tu che intenzioni hai?
››
‹‹ Ovviamente se voglio stare con voi
dovrò farlo, te l’ho detto, non sarò di peso a
nessuno…››
Axel sorrise dolcemente, quel pivellino voleva
davvero darsi da fare, la cosa era un punto a suo favore
anche se non accettava completamente l’idea di farlo entrare nel
mondo circense ma la vita era sua e con il tempo avrebbe imparato che quello
era uno dei tanti errori che avrebbe compiuto.
‹‹ Andiamo a mangiare un gelato, ti
va? ››
‹‹ Certo. Ma stavolta andrò io
in gelateria a prenderli, non voglio una replica di quello che è
accaduto l’ultima volta. ››
‹‹ Nemmeno io…››.
Risero all’unisono uscendo da quel tendone
che per loro era ormai diventato una casa vera e propria.
*
I giorni passavano e il prendere un gelato prima
che iniziasse lo spettacolo sulla Torre dell’Orologio mentre i treni
passavano sotto i loro occhi era diventata un abitudine.
‹‹ Mi mancherà mangiare il
gelato con te in questo posto. ››
‹‹ Potremo sempre mangiarlo da
qualche altra parte, non ti pare? ››, disse il biondino
sgambettando sul cornicione, erano gli unici visitatori, o almeno gli unici che
si presentavano sempre poco prima dell’orario di chiusura.
‹‹ Ma questo resterà sempre il
nostro posto. Che animo poco romantico che hai piccolino. ››
‹‹ Sono un maschio, i maschi non
hanno “animo romantico” come lo definisci tu. ››
‹‹ Ma non è vero, e se anche
fosse così dovresti imparare ad esserlo. ››,
accompagnò le sue parole abbracciandolo da dietro, Roxas continuava a
muovere le gambe oltre il muretto che faceva da ringhiera, era in una situazione
precaria ma da adolescente qual’era la sicurezza non era nelle sue
priorità, la cosa però non era importante, c’erano le
braccia di Axel a tenerlo saldo a sé, non avrebbe permesso che
scivolasse lontano da lui.
‹‹ Sai Axel? Sei il mio migliore
amico, non ho mai avuto degli amici ma so che se ne avessi avuti molti tu
saresti stato sempre il migliore. ››
‹‹ Oh piccolo, allora non è
vero che non sei un romanticone!››
‹‹ Non fare l’idiota! Sai cosa
voglio dire… ››
‹‹ Beh, anche tu per me sei un amico
speciale. E’ strano ma…sei diventato un fratellino, non riesco a
non tenerti d’occhio. ››
‹‹ Cavolo, ho un altro tutore e
pensare che credevo di essermene sbarazzato
all’orfanotrofio…››, frignò Roxas.
‹‹ Ma che cazzo dici? ››,
borbottò Axel scompigliandogli i capelli che con la luce del tramonto sembravano
fili d’oro ricoperti di polvere di diamanti.
‹‹ Lasciami! Lasciami!
››, frignò ancora più forte anche
se le sue labbra tradivano un sorriso che minacciava di sbucare presto
sul suo volto.
‹‹ Solo se mi prometti che farai il
bravo bimbo e non ti allontanerai da me combinando qualche guaio.
››
‹‹ Punto primo: io non sono un bimbo.
››
‹‹ Oh su questo non ci
giurerei…››, sussurrò tra sé e sé Axel
ma Roxas era così vicino che non poté non sentirlo e bastò
tirare indietro il gomito per colpirlo al petto.
‹‹ Punto secondo: io non combino
alcun guaio. ››
‹‹ Anche su questo avrei qualcosa da
ridire, una persona che scappa via per entrare a far parte di un circo non si
può definire esattamente il massimo dell’affidabilità.
››, ridacchiò.
Si aspettava che anche Roxas si mettesse a ridere
o che gli avrebbe risposto per le righe ma il biondo si limitò ad
abbassare il capo in silenzio.
‹‹ Roxy? ››
Nessuna risposta.
‹‹ Oi? Ho
detto qualcosa che non andava? ››, cercò di allontanare il
viso dalla piccola spalla su cui era poggiato per vederlo in viso ma
poté solo scorgere una perla che scivolava giù dalla guancia
tonda del ragazzo che alla luce del tramonto scintillò quasi fosse una
stella cadente.
‹‹ Che ti succede? Sono qui, ti prego
Roxas, parlami. ››, mormorò piano scuotendolo delicatamente
per le spalle. Al biondo sfuggì un singolo
singhiozzo.
‹‹ Tu non sai cosa si possa provare a
stare in quell’inferno. Era quantomeno logico che desiderassi scappare.
Non potevi parlare, non potevi giocare, non potevi ridere, non potevi
respirare…non dovevi vivere. Trasgredivi? Te la facevano pagare cara, ho
ancora i segni di quelle punizioni. ››
Portò automaticamente una mano sul collo.
Ad Axel gli si strinse il cuore. Come poteva
essere stato così dannatamente idiota?
Stupido. Stupidostupidostupidostupido!
Stupido e idiota di un Axel!
‹‹ Scusami piccolo, ora è
tutto finito, ci sono io qui, va bene? Non permetterò a nessuno di
toccarti nemmeno con un dito, ti fidi? ››
Non rispose, prese solo un respiro profondo per
cercare di calmarsi, ormai il sole era stato inghiottito completamente
dall’orizzonte e ciò voleva significare che era ora di tornare al
Circus XIII.
‹‹ Forza, una nuova serata ci
aspetta, tu dovresti andare a letto presto, domani mattina inizierai gli
allenamenti con Zexion, sarai il pagliaccetto più carino e simpatico del
mondo. ››, Roxas si voltò e nascose silenziosamente il viso
tra la spalla e il collo di Axel e colto di sorpresa restò titubante per
qualche attimo, poi sorridendo, lo abbracciò e lo prese imbraccio portandolo
così per tutto il tragitto, Roxas non sembrava infastidito
dall’aria fresca della sera e nemmeno dai piccoli sobbalzi procurati
dalla scesa, prima delle scale che portavano in cima alla Torre e poi del
declivio delle strade di Crepuscopoli, di tanto in tanto il fulvo gli
accarezzava la schiena e forse proprio per quei movimenti così lenti ed
affettuosi che si addormentò con l’odore della pelle di Axel che
gli riempiva il naso e i polmoni.
‹‹ Ehi Axel! Sei in ritardo!
››, urlò Marluxia fuori dal tendone muovendo il braccio per
aria cercando di richiamare l’attenzione, quando Axel fu abbastanza
vicino si accostò l’indice sulla bocca facendo segno a Marluxia di
parlare piano se non poteva proprio fare a meno di tacere.
‹‹ Oh, si è
addormentato…portiamolo in camera e poi vai a prepararti, tra poco tocca
a te. ››
Axel lo portò nella stanza in cui
parlò per la prima volta a Roxas, ormai quella era diventata la sua
cameretta, anche se ufficiosamente era ancora addetta ad infermeria.
Lo poggiarono sul letto, aveva le guance umide di
pianto, un modo piuttosto triste d’entrare nel mondo di Morfeo.
Marluxia prese da un cassetto una canottiera
lunga per il corpicino di Roxas e iniziò a sfilargli la camicia bianca e
i jeans stretti, non erano adatti per riposare tranquillamente.
Il biondino non sembrava dar segno di vita, si
lasciava svestire come se fosse un bambolotto, di quelli che le bambine usavano
per giocarci a fare da mamme e che sbatacchiavano da una parte all’altra
della stanza canticchiando ninna nanne inventate.
Ed effettivamente sul corpicino chiaro di Roxas i
segni delle botte c’erano eccome, lividi e graffi nelle parti più
disparate.
‹‹ Oh Cristo…››,
disse disgustato il rosso portandosi una mano a coprirsi la bocca nel vedere
quello scempio, percepiva un po’ di nausea.
‹‹ E’ meglio se tu vai a
prepararti grande Dancing Flames, gli faccio indossare la canottiera e lo metto
subito a letto. Non farti distrarre da quello che hai visto. ››
‹‹ Mi raccomando Marl. Non farlo
svegliare. ››
‹‹ Tranquillo, buona fortuna per lo
spettacolo. ››
‹‹ Grazie. ››
E con quelle parole si
allontanò dalla stanza, pieno di una rabbia che mai aveva provato, un
senso di disgusto e carica così potente che avrebbe portato
nell’esibizione di quella sera fiamme provenienti direttamente dagli
inferi.
*****
Eccomi qua! Ho promesso che ci sarei stata con il nuovo capitolo giorno 15 ed
eccovi serviti :3
Si avvicina carnevale e l’aria festiva inizia già a sovreccitarmi!
Avrò qualche giorno libero per continuare a portarmi avanti con i
capitoli!
Spero stiate bene e vi auguro anche delle giornate piacevoli.
Ora, invece di annoiarvi, passiamo alle recensioni, okay? :3
TsuX3: Cioè, io non so come ringraziarti per le belle parole che mi
riservi xD non me l’aspettavo…Spero che
questo capitolo sia stato all’altezza degli altri!
Ancora ci saranno diverse sorprese per i nostri Circensi nei capitoli futuri!
*ridacchia sotto i baffi* (-w-)
Ilovewrite: Ma che diavolo ci fai tu qui? è_è io cerco di
liberarmi di te e ti trovo sempre in mezzo! Oh! Oh! Non te l’ho detto, ma
a Carnevale vorrei fare il cosplay di Axel x’D
perché non fai qualche principessa Disney così andiamo a coppia?
Eh? EH?? ** Dai pingu
bello della mamma (?) Va beh, ti romperò le scatole in “separata
sede” u_u il membri del Circus ti ringraziano
per la gentile attenzione.
Zazi: Ma-! Oddio xD troppi
elogi, sul serio. Non mi definisco professionista, solo una ragazza a cui piace
particolarmente scrivere. So che ancora non sono una cima ma mi sforzo di dare
il meglio ogni volta un po’ di più. Ci provo e ti ringrazio per i
complimenti. Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo.
Che dire di più? Mi onora leggere che
Se avete qualche pensiero da esporre, qualche annotazione da fare, non esitate
a contattarmi :3 non mangio nessuno!
Prossimo appuntamento tra un mese esatto, al 15 marzo!
Chu~