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Autore: __Wrath__    15/02/2012    3 recensioni
"Benvenuto! Che tu sia un giovincello dalle monete sonanti o un bambino in cerca di nuovo stupore, un vecchio che vuol sorprendersi con la magia o una giovane sognatrice…con il mio più grato inchino ti invito a prendere posto in platea ad assistere a uno spettacolo ricco di emozioni che ti faranno entrare in un nuovo mondo.
Gentile spettatore, qui ti faremo perdere la cognizione del tempo, e con queste buone promesse ti auguro i migliori sogni ed incubi…"
[Ringrazio in anticipo chiunque si voglia soffermare sulla storia. I capitoli a seguire verranno pubblicati una volta al mese. A presto! :3]
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel, Organizzazione XIII, Roxas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
Capitoli:
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1. Just be friends…

Mondo-Scena ›› 1. # 3

 

‹‹ Waaaaaah! Ho bisogno di una vacanza! ››, sbruffò Demyx stiracchiandosi tutte le giunture.

‹‹ Sempre che ti lamenti sei? Che dovremmo dire allora noi? ››, rimbeccò Marluxia servendo in tavola una grossa pentola fumante.

Era la prima volta che Roxas pranzava insieme agli altri componenti della compagnia, si sentiva di troppo, aveva cercato di convincere Axel che mangiare nell’altra stanza non lo infastidiva ma quello non aveva voluto sentire ragioni.

Era divertito dai battibecchi innocenti che si creavano di consuetudine tra Demyx e Marluxia, riempivano quel silenzio opprimente che aleggiava nella sala addetta al ristoro.

Roxas si domandava se era sempre così…

Mentre mangiavano ognuno immerso nei propri pensieri, Roxas notò il posto vacante lasciato da uno dei membri.

‹‹ Dov’è Xigbar? ››, sussurrò ad Axel che stava consumando il suo pasto al suo fianco.

‹‹ E’ ancora impegnato con quel Heartless. ››

‹‹ E non mangia? ››

‹‹ Beh credo ch- ››

‹‹ Non ha bisogno di mangiare. Il tempo stringe, non può permettersi di bighellonare ancora. ››, la voce tagliente di Saix fece tacere tutti, persino Demyx che era ancora coinvolto nel discorso con Marl.

‹‹ Non credo che Xigbar sia un perdigiorno…››, provò a giustificarlo flebilmente Roxas, intimorito dallo sguardo pungente e freddo del ragazzo con l’evidente cicatrice a forma di X che faceva spiccare ancora di più i suoi occhi.

‹‹ Tu sei l’ultima persona che può avere voce in capitolo tra di noi. ››

Roxas abbassò gli occhi sul suo piatto, prima Larxene poi Saix, lui non gli aveva fatto niente ma solo con la sua presenza li indispettiva, voleva scappare nella stanza che gli aveva preparato Marluxia e rinchiudersi.

Si stava per alzare scusandosi per il disturbo quando le mani decise di Axel lo trattennero a sedere senza farsi notare.

Roxas vide come gli tratteneva i polsi mentre ad occhi chiusi posò il pezzo di pane che stava mangiando.

‹‹ Perché non impari un po’ di bon ton prima di sparare cazzate, Saix? Per quanto te la fai con il capo non vuol dire che hai la libertà di trattarci come ti pare e piace. ››, era calmo, nonostante le sue parole fossero dure e amare da ingoiare il tono era pacato.

Il volto di Saix diventò rosso di rabbia e d’imbarazzo.

‹‹ Brutto figlio…››, sibilò fra i denti.

Xemnas nonostante fosse stato preso in causa continuò a pranzare come se niente fosse.

‹‹ Cosa c’è? La verità brucia? ››, sorrise malizioso Axel.

Saix si alzò in piedi, pronto a fargli rimangiare ogni parola che era uscita da quella lurida bocca.

‹‹ Vuoi litigare? ››, rise divertito il fulvo alzandosi compostamente dalla sedia.

Roxas stava entrando in panico. Come gli era venuto in mente di proferire parola? Era l’ultimo arrivato, non doveva fare o dire niente e invece aveva innescato una lite che stava degenerando pericolosamente.

‹‹ Perché ci tieni tanto a quel piccoletto? Devi sempre metterti in mezzo per ogni cosa che gli si dice! ››, soffiò avvicinandosi ad Axel che non aveva alcun espressione particolare in viso.

‹‹ Saix. Torna a sederti. Ora. ››, chiamò all’ordine Xemnas.

‹‹ M-Ma hai sentito come mi ha insultato quel bastardo?! ››

‹‹ Saix, cosa ti ho detto? ››

Quello guardò con sdegno prima Roxas e poi Axel, li odiava, senza motivo alcuno li detestava e il biondo sapeva che restare lì sarebbe stato più difficile di quello che si aspettava.

‹‹ Non ho più fame, vado in camera mia. ››, annunciò Saix in collera più con il suo presunto amante che non con gli altri.

Xemnas sospirò ma non oppose resistenza, era sempre difficile da trattare, forse era proprio per quel motivo che gli piaceva così tanto…

‹‹ Roxas! Mi faresti un favore? ››, trillò la voce da bambina di Xion, il biondo si voltò verso la ragazza, il viso era ansioso, come se volesse allontanare il disagio che si era creato e lui non voleva altro che quello.

‹‹ Potresti portare un piatto di zuppa di miso a Xigbar? Penso gli farebbe molto piacere e dato che ti sei preoccupato per lui sarebbe meglio se lo portassi tu. ››, sorrise speranzosa in una risposta positiva.

‹‹ Certo. ››, confermò deciso.

‹‹ Bene! ››, concluse la ragazza dai corti capelli neri versando il pasto in un contenitore ermetico.

Roxas preso il bottino si allontanò mestamente ma quando arrivò davanti all’uscita del tendone tornò indietro fissando per tutto il tempo i piedi per nascondere il forte rossore in viso.

‹‹ N-Non so dove sia…››

‹‹ Oh scusa, hai ragione. Che sbadata, si trova nella radura oltre i sempre verde che crescono nella zona nord da dove siamo noi, in quelle parti gli alberi sono più radi, Xigbar ha piazzato un’enorme gabbia metallica per addestrare l’Heartless perciò non avrai difficoltà a trovarlo. ›› 

Ancora con il viso imbarazzato scosse con eccessiva veemenza il capo e si diresse verso l’uscita quasi di corsa.

Xion rise per la tenerezza di quel ragazzo impacciato tanto quanto lei, e vide come Axel scuoteva il capo divertito, cosa strana, Axel non era tipo di affezionarsi facilmente alle persone. Chissà…

 

Xion aveva ragione, fu facile trovare il luogo in cui Xigbar si allenava, l’odore di umidità era persistente e persino l’aria aveva un che di verdognolo, le urla dell’Heartless anticiparono la sua entrata, la gabbia metallica era molto grossa e prendeva la maggior parte dello spazio che la radura offriva, all’interno delle sbarre, Xigbar camminava lentamente tutt’intorno alla bestia, era strano il modo in cui cercava di ammansire lo strano Heartless che aveva di fronte, non era una delle solite creature che aveva visto negli spettacoli precedenti, nessuna forma di volatile o di cane gigante, era un Heartless con fattezze quasi umane.

Si muoveva sinuosamente, il capo era a forma cilindrica di un grigio più scuro rispetto all’intero corpo che andava ad allargarsi verso il busto.

Si spostava con grazia poggiando il peso da un piede deformato all’altro, e la cosa che sconvolgeva di più il piccolo Roxas è che possedeva due spade che utilizzava per attaccare il suo “padrone” per sfuggirgli ma

Xigbar non si faceva intimorire, era molto concentrato.

Roxas non voleva disturbarlo nel suo duro addestramento, non si era nemmeno accorto della sua presenza e forse era la cosa migliore, si sedette in terra fantasticando sul come sarebbe stato bello se fosse stato lui al posto di Xigbar a domare una bestia simile.

‹‹ Giù! Sta giù ti ho detto! ››, urlò facendo scoccare la frusta che aveva in mano per far calmare l’Heartless, quello restò ad ondeggiare al suo posto contenendo la sua ira.

‹‹ Bravo…così…››, dopo un quarto d’ora abbondante l’addestratore si deterse il viso con un asciugamano che teneva intorno al collo, faceva caldo e quell’animale non sembrava molto incline a seguire i suoi ordini, con la coda dell’occhio però si accorse di una piccola figura che lo stava ad osservare.

‹‹ Roxas? Che ci fai qui? ››.

Quello gli indicò il contenitore ermetico.

‹‹ Ti ho portato il pranzo, immagino che tu abbia fame…›

‹‹ Bell’idea ragazzino. Mi ci vuole proprio una pausa. ››, disse allegro chiudendo la gabbia dietro le sue spalle.

‹‹ Hai aspettato molto? ››

‹‹ Un po’, mi dispiace solo che la zuppa sia diventata tiepida ma non volevo disturbarti. ››

‹‹ Figurati, a me la zuppa calda non piace, avrei dovuto sempre aspettare che si raffreddasse. Grazie per il pensiero. ››

‹‹ Non c’è di che…››

Xigbar si sedette in terra e Roxas gli si accostò più vicino.

‹‹ Ne vuoi un po’? ››

‹‹ No, grazie, ho già mangiato. ››

Quello iniziò a rifocillarsi mentre il biondo si guardava in giro, il suo sguardo cadde più volte sul Heartless che si muoveva freneticamente in gabbia e che alle volte usciva le due spade in suo possesso per colpire le sbarre in acciaio.

‹‹ Non rischia di scappare? ››

‹‹ Nah, e anche lui lo sa, è solo un tentativo futile di fuggire via ma la disperazione alle volte ti porta a continuare nonostante tutto.››

‹‹ Lo sa anche lui? E’ un Heartless piuttosto strano…non ne ho mai visti di simili in giro... ››

‹‹ Si chiamano Samurai. Questi sono più analoghi agli esseri umani, per questo sono difficili da catturare. Sono molto furbi e tenaci…imprevedibili. Per questo Xemnas è entusiasta per il bottino, povero pazzo. Per addomesticare una bestia qualsiasi ci vogliono mesi, io, di solito sono in grado nel giro di 30 giorni circa, figurati se riuscirò mai a farlo esibire in tempo per l’ultimo spettacolo. ››

‹‹ Ma lui non lo sa quanto è difficile? ››

‹‹ Dovrebbe saperlo, ma non gli importa. ››

‹‹ Allora dovresti evitare di impegnarti così tanto se sai che non ce la farai…così darai solo delle speranze a Xemnas, no? ››

‹‹ Fatti dire una cosa ragazzino, per quanto sia difficile riuscire in un’impresa, anche quella più disperata, non devi mai gettare la spugna troppo presto, così vanificherai tutti i tuoi sforzi e avrai la nomina di perdente per sempre, la gente ricorderà continuamente i tuoi fallimenti e te li rinfaccerà ogni qualvolta che ce ne sarà l’occasione, non importa quante cose buone tu abbia fatto in vita tua, evita sempre di dare la possibilità di riempire la bocca altrui con i tuoi insuccessi. ››

Roxas annuì con convinzione, aveva ragione.

Restarono per un po’ in silenzio, il biondo studiava le movenze dell’animale e Xigbar terminava il suo pasto lentamente, non c’era tensione, era uno di quei silenzi rilassati, senza pretese, ma presto fu interrotto dalla voce del circense.

‹‹ E’ ora che torni a lavoro ragazzino. Grazie per la zuppa, dì a Marl che era buonissima, come sempre… ››  

Il giovane annuì e tornò al tendone, i ragazzi si stavano allenando.

Axel quando lo vide da lontano lo chiamò con la mano, era insieme a Zexion e Xion, assistevano all’esercitazione di Xaldin, intento a lanciare i suoi coltelli sulla ruota della morte distante diversi metri da lui.

‹‹ Sei tornato, Xigbar si stava allenando duramente? ››

‹‹ Uhuh. ››, mormorò accompagnandolo con un cenno della testa mentre vedeva Larxene avvicinarsi a Xaldin.

‹‹ Meglio così…››

‹‹ Cosa sta facendo? ››, riuscì a chiedere infine.

Axel voltò lo sguardo sulla ragazza e sorrise divertito.

‹‹ Sta a vedere. ››

Larxene si massaggiò le tempie piuttosto scazzata, era l’unica donna del Circus XIII, oltre Xion, ma era ancora troppo piccola per essere considerata una donna affascinante e Marluxia per quanto potesse ingannare con i suoi modi di fare e i suoi capelli era anagraficamente un uomo, perciò tutti i lavori da assistente toccavano a lei, tranne per quanto riguarda lavorare con Saix, quello aveva un carattere di merda tanto quanto lei e insieme non potevano lavorare senza finire per tirarsi addosso oggetti di ogni tipo, perciò lasciava quel ingrato compito alla piccola e paziente Xion, pronta ad accondiscendere il ragazzo senza troppe difficoltà.

‹‹ Forza Larxene, non abbiamo tutto il pomeriggio. ››, brontolò Xaldin giocherellando con un kunai dall’aspetto poco rassicurante.

‹‹ Arrivo cazzo! Dammi un po’ di tempo. ››

‹‹ Che acida. ››, borbottò a braccia conserte Zexion, seduto sul tavolo di legno in noce su cui era solito assistere.

‹‹ Ti ho sentito emo! Se credi sia così facile perché non vieni tu a farlo?! ››

‹‹ Sei pazza? Ci tengo alla pelle io…››

Larxene emise uno strillo acuto per l’irritazione e si posizionò sul tabellone chiudendo gli occhi per non assistere.

‹‹ Non ti muovere Barbie, farò il più velocemente possibile. ››, sogghignò Xaldin.

Quella per tutta risposta imprecò qualcosa sotto voce.

‹‹ Qualcuno qui ha le sue cose addosso…››, rise Axel prendendola in giro.

Larxene aprì gli occhi di scatto e si voltò a incenerire con lo sguardo il mangiafuoco, il contatto visivo fu interrotto da un kunai affilato che si piantò sul tabellone circolare facendo sbiancare la ragazza bionda, il labbro inferiore iniziò tramarle e un velo di sudore incominciò a trasparire sul suo viso contratto.

‹‹ Ops, pensavo fossi pronta…››, si scusò Xaldin.

‹‹ Brutto idiota! Sta più attento la prossima volta e avverti! Potevo rimanerci secca! ››

‹‹ Magari…››, soffiò impercettibilmente Axel provocando una risatina al biondo.

‹‹ Dai, riprendiamo. ››, disse il lanciatore di coltelli.

‹‹ Oh! Oh! Un attimo! ››

Axel corse incontro a Xaldin prendendo una benda e legandola agli occhi del imponente ragazzo.

‹‹ Okay, ora può andare! Io sto ad assistere alla scena. ››

Larxene spalancò la bocca, era ormai isterica.

‹‹ Fottiti Axel! ››

‹‹ Grazie amore, è un piacere esserti d’aiuto. ››, rispose tutto zucchero e miele avvicinandosi nuovamente al gruppo di spettatori che se la ridevano di gusto.

Il pomeriggio stava passando in maniera piacevole, l’atmosfera tesa si era ormai dileguata e anche Roxas stava imparando ad aprirsi di più con i compagni.

‹‹ Cari amici, un attimo di attenzione, prego. ››, annunciò il direttore della compagnia richiamando l’attenzione di tutti i presenti, i ragazzi si avvicinarono all’uomo dai capelli candidi circondandolo.

‹‹ Ho un annuncio da fare, siamo stati invitati ad esibirci al cospetto di Re Topolino in persona. E’ un grande onore per noi e voglio che siate tutti al meglio per quella giornata. Essendo che il sovrano si è dovuto allontanare dal suo regno per questioni burocratiche e sapendo che siamo vicini mi ha fatto riferire che gli farebbe piacere assistere ad un nostro spettacolo al Castel that Never Was. Che ne dite? ››

Un mormorio eccitato si diffuse tra i vari circensi, c’era chi era in fermento come Demyx altri erano intimoriti come la piccola Xion, Vexen già immaginava come stupire il sovrano con le sue invenzioni riuscendo ad affermarsi nella società, per lui era un’occasione da non perdere.

‹‹ Quando sarà il grande evento? ››, domandò sarcastica Larxene.

‹‹ Ecco il punto dolente…Re Topolino sarà qui proprio il giorno in cui saremmo dovuti partire da Crepuscopoli, perciò non solo dovrete prepararvi per i consueti spettacoli serali ma anche per il ricevimento di sua maestà, non voglio obbiezioni di alcun genere, ho già avvertito Xigbar della faccenda, motivo in più per avere quel Heartless pronto prima della partenza…›

Roxas storse la bocca, non era giusto bruciare le tappe in quel modo, aveva visto come fosse difficile gestire quel Samurai.

‹‹ Ah, un’altra cosa che interessa solo te. ››, disse indicando con il dito indice il ragazzo, che titubante si indicò a sua volta.

‹‹ Dici a me? ››

‹‹ Proprio tu. Puoi venire un attimo? ››

Axel si accostò a Roxas, non si fidava di Xemnas, questo gesto face aggrottare la fronte all’uomo dai grandi occhi ambrati.

‹‹ Senza la tua guardia del corpo per favore. Ti aspetto dietro le quinte. ››

Roxas si voltò verso il giovane dai capelli rossi.

‹‹ Non mi mangia mica, fidati. ››, disse dandogli un piccolo pugno sul braccio sorridendogli.

‹‹ Non è che non mi fidi di te...è di quello lì che non mi fido.››

Roxas roteò gli occhi, la cosa fece sorridere Axel.

‹‹ Torno subito. Poi ti racconto. ››

Quello sbuffò.

Possibile che Xemnas fosse così inaffidabile?

‹‹ Mi conviene andare, se no rischio di farlo arrabbiare sul serio. ››

Si girò per raggiungere il direttore ma la mano di Axel lo fermò tirandoselo a sé in un abbraccio da papà orso.

‹‹ M-Ma che fai?! ››

‹‹ Niente, è solo che ti vedevo troppo moscio ultimamente, so che non sei così…almeno se Xemnas oserà farti qualcosa sarai pronto a sferrargli un calcio nelle palle. ››

‹‹ Perché mai dovrei farlo?! ››

‹‹ Lascia perdere…››, rise stringendolo un po’ più forte baciandogli la testina bionda.

‹‹ Mi stai s-soffocando Axel! ››

‹‹ Quanto sei delicata bambolina. ››

Quello lo guardò come se volesse incenerirlo e gli tirò un pugno più forte sul braccio con il risultato di farsi male solo lui ma non gli diede la soddisfazione di farglielo notare, strinse i denti mentre sentiva le nocche della mano pulsargli, girò i tacchi e se ne andò lasciando un ilare Axel alle sue spalle.

 

Roxas si guardò intorno e vide Xemnas bellamente seduto su una sedia sorridendo sornione.

‹‹ Roxy…caro. Ho una cosa da chiederti. ››

Restò ad aspettare che continuasse.

‹‹ Sai…non tutti hanno apprezzato granché la mia scelta di tenerti qui…››, i visi di Larxene e di Saix apparvero nella sua mente, ‹‹ ma io non sono il tipo di fare le cose senza un secondo fine, non ho alcun motivo per ospitare qualcuno facendolo mangiare a sbafo il mio cibo e farlo dormire in un giaciglio da me messo a disposizione senza guadagnarci niente in cambio…›

Oh sì, quelle parole erano molto di conforto.

‹‹ Arriviamo al sodo. Voglio che tu lavori per me, voglio che diventi parte integrante del Circus XIII. ››

La mente di Roxas si riempì di luci, di applausi, di grande successo…si vide con le mani piene di kunai come Xaldin, oppure fare giochi con le carte come aveva visto fare nello spettacolo precedente Luxord o ancora meglio, inghiottire fameliche fiamme come faceva Axel…

Tossì un paio di colpi, troppo distratto dalle fantasia adolescenziali, sapeva benissimo di non avere il fisico per fare certe cose, forse qualche cosa come il prestigiatore con le bolle di sapone insieme a Demyx.

‹‹ Avrei in mente il lavoro perfetto per te piccolino. ››

‹‹ E sarebbe? ››

‹‹ Beh…››

 

‹‹ Che cosa?? ››, gli occhi di Axel si riempirono di lacrime per le forti risate che gli scuotevano il petto.

‹‹ IL PAGLIACCIO! Ma ti rendi conto?! Io?? Ho la faccia da clown?? ››

‹‹ Cristo, non dire così che mi farai morire! ››, disse trattenendosi la pancia, se lo immaginava il piccolo ed adorabile Roxas con le guance tinte di rosa, la bombetta con il fiore e i pantaloni larghissimi che si tenevano su con delle sgargianti bretelle.

Era un gattino infuriato in quel momento, soffiava e arruffava il pelo indignato, il piccolo orfanello era stato umiliato nel profondo.

L’avrebbe voluto abbracciare per confortarlo ma si sarebbe sentito ancora più compatito e di conseguenza si sarebbe incazzato ancora di più, perciò sarebbe stato meglio lasciar perdere…

‹‹ Smettila di ridere dannazione! ››

‹‹ Scusa! Scusa! Non lo faccio più, cerca di calmarti, non volevo mica prendere in giro te, è la situazione che mi fa ridere… ›

Roxas abbassò lo sguardo arrossendo prepotentemente, non voleva offendere Axel, era solo che l’imbarazzo lo stava mangiando vivo.

‹‹ Beh, tu che intenzioni hai? ››

‹‹ Ovviamente se voglio stare con voi dovrò farlo, te l’ho detto, non sarò di peso a nessuno…›

Axel sorrise dolcemente, quel pivellino voleva davvero darsi da fare, la cosa era un punto a suo favore anche se non accettava completamente l’idea di farlo entrare nel mondo circense ma la vita era sua e con il tempo avrebbe imparato che quello era uno dei tanti errori che avrebbe compiuto.

‹‹ Andiamo a mangiare un gelato, ti va? ››

‹‹ Certo. Ma stavolta andrò io in gelateria a prenderli, non voglio una replica di quello che è accaduto l’ultima volta. ››

‹‹ Nemmeno io…››.

Risero all’unisono uscendo da quel tendone che per loro era ormai diventato una casa vera e propria.

 

 *

 

I giorni passavano e il prendere un gelato prima che iniziasse lo spettacolo sulla Torre dell’Orologio mentre i treni passavano sotto i loro occhi era diventata un abitudine.

‹‹ Mi mancherà mangiare il gelato con te in questo posto. ››

‹‹ Potremo sempre mangiarlo da qualche altra parte, non ti pare? ››, disse il biondino sgambettando sul cornicione, erano gli unici visitatori, o almeno gli unici che si presentavano sempre poco prima dell’orario di chiusura.

‹‹ Ma questo resterà sempre il nostro posto. Che animo poco romantico che hai piccolino. ››

‹‹ Sono un maschio, i maschi non hanno “animo romantico” come lo definisci tu. ››

‹‹ Ma non è vero, e se anche fosse così dovresti imparare ad esserlo. ››, accompagnò le sue parole abbracciandolo da dietro, Roxas continuava a muovere le gambe oltre il muretto che faceva da ringhiera, era in una situazione precaria ma da adolescente qual’era la sicurezza non era nelle sue priorità, la cosa però non era importante, c’erano le braccia di Axel a tenerlo saldo a sé, non avrebbe permesso che scivolasse lontano da lui.

‹‹ Sai Axel? Sei il mio migliore amico, non ho mai avuto degli amici ma so che se ne avessi avuti molti tu saresti stato sempre il migliore. ››

‹‹ Oh piccolo, allora non è vero che non sei un romanticone!›

‹‹ Non fare l’idiota! Sai cosa voglio dire… ››

‹‹ Beh, anche tu per me sei un amico speciale. E’ strano ma…sei diventato un fratellino, non riesco a non tenerti d’occhio. ››

‹‹ Cavolo, ho un altro tutore e pensare che credevo di essermene sbarazzato all’orfanotrofio…››, frignò Roxas.

‹‹ Ma che cazzo dici? ››, borbottò Axel scompigliandogli i capelli che con la luce del tramonto sembravano fili d’oro ricoperti di polvere di diamanti.

‹‹ Lasciami! Lasciami! ››, frignò ancora più forte anche se le sue labbra tradivano un sorriso che minacciava di sbucare presto sul suo volto.

‹‹ Solo se mi prometti che farai il bravo bimbo e non ti allontanerai da me combinando qualche guaio. ››

‹‹ Punto primo: io non sono un bimbo. ››

‹‹ Oh su questo non ci giurerei…››, sussurrò tra sé e sé Axel ma Roxas era così vicino che non poté non sentirlo e bastò tirare indietro il gomito per colpirlo al petto.

‹‹ Punto secondo: io non combino alcun guaio. ››

‹‹ Anche su questo avrei qualcosa da ridire, una persona che scappa via per entrare a far parte di un circo non si può definire esattamente il massimo dell’affidabilità. ››, ridacchiò.

Si aspettava che anche Roxas si mettesse a ridere o che gli avrebbe risposto per le righe ma il biondo si limitò ad abbassare il capo in silenzio.

‹‹ Roxy? ››

Nessuna risposta.

‹‹ Oi? Ho detto qualcosa che non andava? ››, cercò di allontanare il viso dalla piccola spalla su cui era poggiato per vederlo in viso ma poté solo scorgere una perla che scivolava giù dalla guancia tonda del ragazzo che alla luce del tramonto scintillò quasi fosse una stella cadente.

‹‹ Che ti succede? Sono qui, ti prego Roxas, parlami. ››, mormorò piano scuotendolo delicatamente per le spalle. Al biondo sfuggì un singolo singhiozzo.

‹‹ Tu non sai cosa si possa provare a stare in quell’inferno. Era quantomeno logico che desiderassi scappare. Non potevi parlare, non potevi giocare, non potevi ridere, non potevi respirare…non dovevi vivere. Trasgredivi? Te la facevano pagare cara, ho ancora i segni di quelle punizioni. ››

Portò automaticamente una mano sul collo.

Ad Axel gli si strinse il cuore. Come poteva essere stato così dannatamente idiota?

Stupido. Stupidostupidostupidostupido! Stupido e idiota di un Axel!

‹‹ Scusami piccolo, ora è tutto finito, ci sono io qui, va bene? Non permetterò a nessuno di toccarti nemmeno con un dito, ti fidi? ››

Non rispose, prese solo un respiro profondo per cercare di calmarsi, ormai il sole era stato inghiottito completamente dall’orizzonte e ciò voleva significare che era ora di tornare al Circus XIII.

‹‹ Forza, una nuova serata ci aspetta, tu dovresti andare a letto presto, domani mattina inizierai gli allenamenti con Zexion, sarai il pagliaccetto più carino e simpatico del mondo. ››, Roxas si voltò e nascose silenziosamente il viso tra la spalla e il collo di Axel e colto di sorpresa restò titubante per qualche attimo, poi sorridendo, lo abbracciò e lo prese imbraccio portandolo così per tutto il tragitto, Roxas non sembrava infastidito dall’aria fresca della sera e nemmeno dai piccoli sobbalzi procurati dalla scesa, prima delle scale che portavano in cima alla Torre e poi del declivio delle strade di Crepuscopoli, di tanto in tanto il fulvo gli accarezzava la schiena e forse proprio per quei movimenti così lenti ed affettuosi che si addormentò con l’odore della pelle di Axel che gli riempiva il naso e i polmoni.

 

‹‹ Ehi Axel! Sei in ritardo! ››, urlò Marluxia fuori dal tendone muovendo il braccio per aria cercando di richiamare l’attenzione, quando Axel fu abbastanza vicino si accostò l’indice sulla bocca facendo segno a Marluxia di parlare piano se non poteva proprio fare a meno di tacere.

‹‹ Oh, si è addormentato…portiamolo in camera e poi vai a prepararti, tra poco tocca a te. ››

Axel lo portò nella stanza in cui parlò per la prima volta a Roxas, ormai quella era diventata la sua cameretta, anche se ufficiosamente era ancora addetta ad infermeria.

Lo poggiarono sul letto, aveva le guance umide di pianto, un modo piuttosto triste d’entrare nel mondo di Morfeo.

Marluxia prese da un cassetto una canottiera lunga per il corpicino di Roxas e iniziò a sfilargli la camicia bianca e i jeans stretti, non erano adatti per riposare tranquillamente.

Il biondino non sembrava dar segno di vita, si lasciava svestire come se fosse un bambolotto, di quelli che le bambine usavano per giocarci a fare da mamme e che sbatacchiavano da una parte all’altra della stanza canticchiando ninna nanne inventate.

Ed effettivamente sul corpicino chiaro di Roxas i segni delle botte c’erano eccome, lividi e graffi nelle parti più disparate.

‹‹ Oh Cristo…››, disse disgustato il rosso portandosi una mano a coprirsi la bocca nel vedere quello scempio, percepiva un po’ di nausea.

‹‹ E’ meglio se tu vai a prepararti grande Dancing Flames, gli faccio indossare la canottiera e lo metto subito a letto. Non farti distrarre da quello che hai visto. ››

‹‹ Mi raccomando Marl. Non farlo svegliare. ››

‹‹ Tranquillo, buona fortuna per lo spettacolo. ››

‹‹ Grazie. ››

E con quelle parole si allontanò dalla stanza, pieno di una rabbia che mai aveva provato, un senso di disgusto e carica così potente che avrebbe portato nell’esibizione di quella sera fiamme provenienti direttamente dagli inferi.

*****


Eccomi qua! Ho promesso che ci sarei stata con il nuovo capitolo giorno 15 ed eccovi serviti :3
Si avvicina carnevale e l’aria festiva inizia già a sovreccitarmi! Avrò qualche giorno libero per continuare a portarmi avanti con i capitoli!
Spero stiate bene e vi auguro anche delle giornate piacevoli.
Ora, invece di annoiarvi, passiamo alle recensioni, okay? :3

TsuX3: Cioè, io non so come ringraziarti per le belle parole che mi riservi xD non me l’aspettavo…Spero che questo capitolo sia stato all’altezza degli altri!
Ancora ci saranno diverse sorprese per i nostri Circensi nei capitoli futuri!
*ridacchia sotto i baffi* (-w-)

Ilovewrite: Ma che diavolo ci fai tu qui? è_è io cerco di liberarmi di te e ti trovo sempre in mezzo! Oh! Oh! Non te l’ho detto, ma a Carnevale vorrei fare il cosplay di Axel x’D perché non fai qualche principessa Disney così andiamo a coppia? Eh? EH?? ** Dai pingu bello della mamma (?) Va beh, ti romperò le scatole in “separata sede” u_u il membri del Circus ti ringraziano per la gentile attenzione.

Zazi: Ma-! Oddio xD troppi elogi, sul serio. Non mi definisco professionista, solo una ragazza a cui piace particolarmente scrivere. So che ancora non sono una cima ma mi sforzo di dare il meglio ogni volta un po’ di più. Ci provo e ti ringrazio per i complimenti. Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo.

Che dire di più? Mi onora leggere che la FF sia apprezzata in questo modo. Posso solo sperare che non vi stanchi prima, ancora il bello deve arrivare. Posso solo assicurarvi questo x’D
Se avete qualche pensiero da esporre, qualche annotazione da fare, non esitate a contattarmi :3 non mangio nessuno!
Prossimo appuntamento tra un mese esatto, al 15 marzo!
Chu~




 

 

   
 
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