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Autore: Ragazzacupa    15/02/2012    1 recensioni
{E se da un lato sapeva che dopo la sua fuga quelli di Konoha l'avrebbero azzannata viva, così come l'Akatsuki perchè sapeva troppe cose, forse poteva ancora dire di fidarsi di quei due cretini.
Qualcosa le diceva che trovarli e stare con loro non sarebbe stato un grande errore, anzi.
Forse era la sua ultima occasione di riscatto, un riscatto totale.
A lei non gliene fotteva della guerra in corso, pensava solo a se stessa, cosa che avrebbe dovuto fare tanto ma tanto tempo fa.}
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki, Juugo, Karin, Sasuke Uchiha, Suigetsu
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Rescate
 Oh, Karin è finalmente tornata, non potevo darle il mio benvenuto con un piccolo lavoretto-tributo, neh? Quindi ho buttato giù qualcosa, questo è il risultato di un'ora e mezzo di lavoro, se così possiamo chiamarlo. Quella donnaH mi sorprende, davvero teatrale, la rossa. Ma tanto sparirà subito, lo so già.
Avvertenze: una Karin-centric, tutti i pg denominati nell'intoduzione sono secondari ai fini della trama. Ah, e Karin NON è pucciosa, per niente. Ma mi piace per questo! ♥



 
I maschilisti sono propensi a dire che le donne sono esseri inutili, che arrivano a provare delle emozioni che poi, irrimediabilmente, portano alla pazzia più totale.
Secondo le algide guardie della prigione di Konoha, era quello che - ormai - era accaduto alla rossa di turno, Karin.
Guardarla era uno spettacolo, in ogni possibile senso.
Prima sbraitava e bestemmiava come una popolana, poi diventava dolce e tenera: le guardie erano proprie sorprese del suo modo di fare.
Il suo cervello si scioglieva davanti al soggetto della foto che aveva con sé, nella cella.
E ripeteva sempre gli stessi movimenti, pronunciava correttamente le stesse parole, mettendoci una grande teatralità che - a volte - solo le donne possiedono.
"E' proprio partita per Sasuke, quel criminale! - fece la guardia più alta e virile, con tono rammaricato."
Guardò l'amico e scosse la testa con lui, poi gli bisbigliò qualcosa all'orecchio e i due andarono via per un momento, a giocare a carte, probabilmente.
Fu quando la porta sbattè che Karin smise di essere posseduta dal demonio chiamato Sasuke Uchiha.
Si fece seria, togliendosi con fare ammiccante gli occhiali che aveva praticamente da sempre portato e cominciò con l'attuare il suo piano d'evasione.
"Tze, stupidi uomini!"
Era leggermente incazzata, con il mondo e se stessa.
Fin da quando era piccola, pensava seriamente che la sua vita sarebbe stata ben diversa dalla merda in cui era finita praticamente dentro.
La sua più grande disavventura è di essersi avvicinata a provare l'amore nel più vero senso della parola, qualcosa che, alla sua mente e al suo cuore, non aveva mai chiesto.
Poi, avere la disdicevole sfortuna di aver conosciuto Orochimaru, il suo vero e tremendo aguzzino l'aveva proprio portata al cambiamento più netto.
Era un assassino, un assassino di famiglie tranquille e rispettabili, come la sua.
Konoha non faceva proprio per me, tantomeno quella cella buia e tetra.
I suoi occhiali, taglienti e preziosi, fecero lentamente la grazia di liberarla davvero da quella prigione di vita, prigione di una tristezza vitale che era sua compagna di vita.
Quando tagliò l'ultimo lembo che la separava da una libertà viva, Karin si sentì improvvisamente vuota, senza una ragione per vivere.
Cosa avrebbe fatto se mai fosse riuscita a fuggire da quell'edificio?
Lei non aveva nessuno e -forse- mai avrebbe avuto qualcuno con il quale condividere qualcosa, anche solo un legame amichevole.
Orochimaru e Sasuke ormai per lei erano un passato da pietrificare nei meandri del suo cuore, rimanevano solo Juugo e Suigetsu, in realtà.
E se da un lato sapeva che dopo la sua fuga quelli di Konoha l'avrebbero azzannata viva, così come l'Akatsuki perchè sapeva troppe cose, forse poteva ancora dire di fidarsi di quei due cretini.
Qualcosa le diceva che trovarli e stare con loro non sarebbe stato un grande errore, anzi.
Forse era la sua ultima occasione di riscatto, un riscatto totale.
A lei non gliene fotteva della guerra in corso, pensava solo a se stessa, cosa che avrebbe dovuto fare tanto ma tanto tempo fa.
  
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