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Autore: Ciulla    15/02/2012    11 recensioni
Lo so che san Valentino è domani, ma non potrò connettermi, quindi la fic di san valentino la pubblico oggi.
Cosa regalerà John per san Valentino a Sherlock?
Difficile fare un regalo a una tomba.
Perchè Sherlock non c'è più, e John non può farci niente.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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L'ultimo!!!! Bruttino, mi piace solo la fine xD

Stupore.
Rimani estasiato a leggere quelle poche parole. Pensi a uno scherzo, pensi a un imbroglio, pensi a un’illusione, pensi a un sogno. Ti pizzichi, ti fai male, ma niente sfuma davanti a te.
La verità è che quelle parole sono nel suo stile, sono vergate con la sua scrittura.
Non è un miraggio John, non è uno scherzo.
Ma allora cos’è? Sherlock non può essere vivo. Ricordi di aver visto il suo cadavere. Quello era lui, diamine, era lui! Non c’è margine di dubbio.
Però, però... La gente ti spingeva via, non hai potuto esaminarlo con attenzione. Forse era solo un altro dei suoi fottutissimi trucchi.
Ti guardi attorno, lo cerchi, ma non vedi quello che vorresti. Cerchi la sua alta figura, ma non c’è. Cerchi i suoi morbidi capelli ricurvi in dolci fiocchi, ma non vedi nemmeno quelli.
Ciò che non sai, John, è che lui vede te. Ti vede, ti guarda, e sorride.
Riguardo a te, Sherlock. Piantala di sorridere alla confusione del dottore. E’ un gesto incredibilmente scorretto da parte tua.
Cammina. Dirigiti verso di lui. Appoggiagli una mano sulla spalla e fallo voltare verso di te. Il resto, poi, verrà da solo.
Perché mi obbedisci, Sherlock? Tu non prendi mai ordini da nessuno: è forse il tuo amore per il dottore che ti spinge ad ascoltarmi?
Sì, Sherlock, ho detto bene: il tuo amore per lui.
Tu lo ami, Sherlock. E oggi, san Valentino, è uno splendido giorno per rendertene conto.
Cosa pensi che sia quest’ansia? Cosa pensi che sia questa agitazione?
Non hai una risposta? E’ ovvio. Non te ne intendi di emozioni, Sherlock. Ti aiuto io: ti sei innamorato.
Innamorato. Storci la bocca a questa parola. Tu, Sherlock, innamorato?
Tu non sai cos’è l’amore. E’ vero, Sherlock, eppure lo provi.
E’ un’idea così dura da accettare? Sì. Ogni fibra del tuo corpo la rifiuta.
Eppure eri felice, dopo aver letto il suo bigliettino. Gli hai anche augurato buon Valentino rispondendogli ‘altrettanto’.
Ma tu ribatti, rifiuti la ragione, dicendo che gli hai anche scritto che sei sposato col tuo lavoro. E’ vero, ma hai anche aggiunto ‘pazienza’.
Comunque, se sei così sicuro di non amarlo, di non aver bisogno di lui, perché non ti blocchi? Continui ad avanzare verso John. Cosa pensi che sia questa fretta, questa sollecitudine? Quando ti deciderai a darmi ragione?
Gli metti una mano sulla spalla. Si irrigidisce. Si volta, ti vede, sbianca, ti fissa. Registri ogni sua mossa, ogni sua espressione; ne deduci lo stato d’animo, tentando di non fare niente che possa turbarlo eccessivamente. E ancora sostieni di non provare niente per lui?
E tu, John, non stare lì imbambolato, santo cielo! Fai qualcosa! Sta aspettando una tua qualsiasi reazione, sta aspettando te. E non era mai successo prima. Non si era mai fermato ad aspettarti, e se la sua mania di fare le cose in fretta ti lasciava indietro, beh, peggio per te.
Fai qualcosa, John.
No, un pugno in faccia non era esattamente quello che intendevo. Ma penso che possa andare.
Ehi, Sherlock , piantala di fissarlo incredulo. Dovresti sentirti sollevato, almeno non è svenuto né niente. E non è sotto shock.
Senti il sapore di sangue in bocca, e ti soffermi a riflettere che mai avresti pensato che l’amore potesse avere un gusto così metallico.
Ho sentito bene, Sherlock? Hai detto amore?
Adesso non negare, e rispondi al bacio del dottore.
Bacio? Un momento, mi son persa qualcosa? John! Tu...
Tu hai appoggiato le labbra sulle sue. Tu hai preso l’iniziativa, ti sei sbloccato, e hai sbloccato anche lui.
Sono fiera di te, John.
Sherlock. Bravo. Abbandona ogni barriera, infila le mani tra i nodi dei suoi capelli. Da quanto non li taglia? E’ diventato un po’ trascurato da quando te ne sei andato. Ma ora sei di nuovo qui, pronto a rimettere tutto a posto.
John sente in bocca il sapore del tuo sangue, e gli piace. E sa che sei reale, non pesa che tu sia un miraggio, perché nemmeno l’immaginazione più fervida o la memoria più efficace potrebbero ricordare con tanta precisione il tocco di quelle forti mani fredde che raramente l’hanno sfiorato ma che hanno reso ogni singola volta memorabile.
E io sono felice, perché finalmente posso smettere di rivolgermi a te, Sherlock. O a te, John.
Finalmente posso rivolgermi a voi come unica entità.
   
 
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