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Autore: Marty_Angel    15/02/2012    8 recensioni
Scott era un vigliacco, lo era sempre stato. Allora perchè si era precipitato a salvarla? Dopotutto era solo un'altra concorrente eliminata. O forse no?
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dawn, Scott
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: A tutto reality - La vendetta dell'isola
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Dawn annaspò in cerca di ossigeno e tornò bruscamente alla realtà. Aprì gli occhi inspirando forte, lasciando che il profumo del muschio le entrasse dentro, avvolgendola come una coperta. Quanto odio aveva visto, troppo per la piccola bambolina, non abituata ad un ambiente così ostile. Il suo compagno, ignaro di tutto, continuava imperterrito a scrutare il soffitto, rifiutando di volgere lo sguardo altrove. Raggio Di Luna si rese conto solo ora del mondo in cui viveva Scott: lui non conosceva le gioie della vita, non sapeva cosa significasse volersi bene, amarsi e termini come "affetto familiare" gli erano totalmente sconosciuti. Tutto questo la turbò nel profondo, tingendo la sua anima di un arancione e di un rosa chiaro molto debole. Rifletté su questi colori e quindi sui suoi sentimenti: il primo significava pentimento, il secondo affetto, voler bene. Ma come poteva provare tutto ciò per un essere come lui? Non capiva, non si rendeva conto! Eppure mentre continuava ad arrovellarsi per trovare una soluzione, il ricordo di Scott sorridente e ingenuo come solo un bambino può esserlo, la fece sorridere. Poi però lo rivedeva attaccato al pavimento con la guancia rossa e il suo quaderno ridotto in cenere. Era entrata troppo nella psiche del ragazzo, le sensazioni passate da lui provate, le aveva vissute come sue. Rabbrividì e si strinse nelle braccia tutta tremante.

- Hai freddo?- sbottò Scott guardandola di sottecchi. Lei scosse la testa e non rispose.

- Che c'è? Uno dei tuoi amici ti ha mangiato la lingua?- sghignazzò lui girandosi completamente su un fianco e sostenendo la sua testa con la mano. Sebbene una parte di lui si infuriò con lei per il fatto di essere bloccato sull'isola, l'altra parte la guardò avidamente, desiderandola come se fosse l'oggetto da anni ricercato e mai posseduto. 

Dawn, al suono della sua voce, fu assalita da quell'orrendo ricordo, dalla sofferenza, dall'odio e dal rancore. Ansimò nuovamente , si volse, lo guardò negli occhi spaventata. Di conseguenza, Scott la fissò incuriosito: che le succedeva? Giurò di non aver fatto niente di male, o almeno così gli pareva.

- Scott...- la sua vocina flebile lo raggiunse mandandolo in paranoia. Capiva che aveva qualcosa che non andava, ma cosa? La frustrazione di non sapere lo travolse come un fiume in piena ed era una cosa che più non sopportava.

- Si può sapere che hai?- borbottò lui confuso.

Quel che accadde fu un attimo e Scott rimase paralizzato come una statuetta senza rendersi conto di nulla. Dawn, la sua Dawn, il suo Raggio di Luna lo stava abbracciando, aggrappandosi con forza alla sua canottiera, stringendola con i suoi piccoli pugni come se temesse di vederlo scappare o volare via. Il tempo si fermò, il vento cessò di soffiare, la pioggia si zittì improvvisamente e la linea che separa realtà e illusione, scomparve.


                                                                                                                        ***


Il rosso aveva la bocca aperta da più di 5 minuti e somigliava vagamente a un pesce lesso. Appena realizza in che posa si trovava e chi aveva attacato, Il suo cuore sussultò e cominciò a martellare furiosamente nella cassa toracica all'unisono con quello della bionda. Un parte del suo desiderio proibito si era avverato! L'aveva tra le braccia, le sue braccia!! Inspirò il suo profumo leggero e assolutamente squisito, cercando di memorizzarlo. I corpi erano perfettamente incastrati tra di loro, come due pezzi di puzzle e si accorse solo allora, che la ragazza tremava come una foglia. Credette che avesse freddo così d'istinto, senza pensare o altro, l'abbracciò con la mano libera. La sentì contrarsi al suo tocco, inarcare leggermente la schiena e attaccarsi di più a lui. Questa volte fu il turno del ragazzo a cercare ossigeno. La sua mente da vuota che era, si ripopolò di pensieri più o meno caotici ma lui li mandò tutti a fanculo, godendosi questo momento come se un'occasione del genere non potesse più ricapitare. E sorrise, sorrise pensando a loro due soli nella grotta che rappresentava il loro piccolo e perfetto universo.


                                                                                                                          ***


- Scott...- di nuovo il suo nome. Questo portò il rosso a formulare diverse ipotesi sul comportamento ambiguo di Dawn. Aveva sbattuto la testa? Si era improvvisamente rincoglionita? No, non era da lei quest'ultima. Pur di non rovinare la magnifica sensazione di calore che provava stando in quella posizione, si chiuse in un silenzio tombale, preferendo godersi l'attimo prima che sfuggisse via come il tempo.

La ragazza stava vagando nuovamente tra i ricordi di Scott, non riusciva a farne a meno e sperò che questa curiosità fosse ripagata. Cercava, scavava, guardava solo quelli che erano più importanti. Erano facilmente distinguibili dagli altri per via della luce che li avvolgeva da capo a piedi (bianca se il ricordo era positivo, bluastra se negativo) e bastava che lei si immergesse in esso per viverlo. Ne trovò uno che catturò la sua attenzione e senza pensarci due volte ritornò in uno stato di trance, isolandosi dal mondo.


Inizio Flashback

Un bambino dai capelli rossi entrò come un forsennato in una piccola stanza che straripava di banchi. Accanto alla finestra una donna sulla quarantina, sedeva composta alla cattedra, scrivendo qualcosa sul registro. Al suono della porta sbattuta si voltò con un sorriso stampato in volto: sapeva già chi era. Era vestita in modo semplici con capelli raccolti e occhiali rosa dalla montatura sottile che incorniciavano il viso dai lineamenti delicati.

- Scott! Santo cielo sei già qua?- domandò divertita lei. Quel bambino era un vero tipetto! Sebbene la scuola iniziasse alle 8, lui alle 7 e mezza era già li a tenerle compagnia. Mai in tutta la sua vita aveva conosciuto un ragazzino speciale come lui. Sapeva della sua storia, della sua famiglia e non poche volte aveva dovuto medicarlo per via dei tagli ancora sanguinanti con cui arrivava a scuola. Aveva già provato a chiamare i servizi sociali ma con scarso successo. Tutto ciò era dovuto al fatto che il giorno dell'ispezione, sua madre e suo padre, si premunivano di farsi trovare sobri, accoglienti e affettuosi. Guai a Scott se provava solo a fiatare o dopo se la sarebbe vista brutta!

- Anche questa volta primo!- esclamò lui sorridendo e andandosi a sedere di fronte a lei.

- Come sempre del resto. Ma dimmi, anche oggi niente libri?- chiese dolcemente lei. Alla domanda il bambino si incupì e abbassò la testa.

- Mi spiace...- mormorò tristemente. La maestra, la signorina Nice, sospirò. Se non avesse visto con i suoi occhi la schiena del rosso piena di cicatrici e lividi non avrebbe mai creduto che i suoi genitori lo picchiassero solo per il fatto che studiasse. Di conseguenza non gli avevano mai comprato un libro o un quaderno e Quelle poche volte che la scuola si era premunita di prestarglieli, non erano più tornati indietro. Il bambino un giorno era arrivato trionfante in classe con il libro di matematica, o per meglio dire, con quello che ne restava. Metà era andato bruciato da suo fratello Alfred a quanto risultava.

Nonostante tutto alla maestra piaceva Scott, tra le sue classi, era uno degli studenti più svegli e dolci. Non aveva bisogno di libri per studiare, gli bastava ascoltare una volta per comprendere tutto e sapere svolgere paginate intere di esercizi.

- Aspetta Scott, vieni con me- esordì lei illuminandosi improvvisamente e alzandosi dalla sedia di scatto. Scott la guardò negli occhi non capendo. La maestra gli era molto simpatica e, ai tempi, era la persona a cui teneva di più al mondo! Lei era sempre così gentile e finire la scuola era per lui un trauma. Si alzò e ubbidiente la seguì, senza fare domande.

Si incamminarono fuori dal piccolo edificio procedendo spediti come fulmini. La signorina Nice notò solo allora i nuovi lividi sul bambino, uno sul collo, uno sulla spalla e si intravedeva un taglio lungo la schiena. Sospirò, cosa poteva fare ancora per lui? Ci aveva provato in tutti modi a toglierlo dalle grinfie dei suoi genitori ma invana. Se ci fosse riuscita... beh perché non adottarlo? Era il figlio che aveva sempre desiderato e mai avuto a causa della morte prematura di suo marito. Un attacco di tenerezza la travolse e, senza dire una parola, lo prese per la mano, già callosa e ruvida per un bambino della sua età, stringendola forte alla sua.

 Scott sussultò a quel contatto nuovo ed inaspettato: cosa voleva dire? Che significava? Si chiese se volesse forse picchiarlo come la mamma ma poi ripensò a lei e si convinse che ciò non fosse possibile. Com'era calda e vellutata la sua mano! Lo faceva sentire... protetto! Non si accorse neppure che erano entrati nella cartoleria posta di fianco alla scuola, negozio a lui sconosciuto. Al suo interno il bambino guardò avidamente ogni singola cosa, quanti libri, matite e pennarelli che c'erano! La maestra lo condusse davanti ad uno scaffale ripieno di quaderni di varie forme, colori e misure.

- Ehi Scott, perché non ne scegli uno? Te lo regalo io!- gli sorrise incoraggiante. Il bambino a quella proposta si spaventò moltissimo. Se suo papà lo avesse scoperto lo avrebbe picchiato e Alfred avrebbe bruciato tutto come al solito. Non voleva che un regalo della maestra finisse polvere!

- Io.. non.. non posso...- mormorò lui con le lacrime agli occhi. La maestra si abbassò alla sua altezza e lo guardò dritto in faccia.

- Lo lascerai a scuola, non lo dovrai mai portare a casa! Voglio che tu esegua almeno gli esercizi che facciamo in classe, ok?- lui a quell'affermazione si illuminò e tornò a sorridere teneramente.

- Si!- esclamò tutto felice. Lei commossa da tanta ingenuità, lo abbracciò come se fosse stata sua mamma.Scott rimase paralizzato! Cosa faceva la maestra? E cos'era quella bellissima sensazione che lo stava invadendo? Non riuscì a fare a meno di paragonare la sua vera mamma e la signorina Nice. Quando avrebbe voluto che lei lo portasse via con se, così si sarebbero abbracciati tante volte! La maestra non l'aveva mai picchiato!

 Scott, per la prima volta, capì cosa significasse voler bene, amare una persona. L'abbracciò di rimando e si aggrappò al suo maglioncino violetto come se fosse la sua ultima ancora di salvezza.

- Posso scegliere io, Scott?- gli chiese dopo un pò lei. Lui annuì, frenetico di vedere il suo nuovo regalo. La maestra scelse un quaderno verde brillante con la copertina lucida e una leggera cornice blu intorno.

- Cosa ne dici di questo? Ti piace?- esordì passandoglielo, soddisfatta della sua scelta. Il bambino lo prese in mano e si riflettè sulla superficie. Era come avere la corona della regina Elisabetta tra le mani! Il suo nuovo tesoro! Lo avrebbe custodito molto gelosamente da tutto e da tutti, l'importante rimaneva non portarlo a casa!

- E'... è bellissimo!- riuscì solo a dire. Lei sorrise e l'accompagnò alla cassa mentre acquistava anche della matite e dei pennarelli.

- Verde, verde come la speranza...- sospirò lei stringendo forte la manina del piccolo bambino accanto a se.


Fine Flashback

Dawn tornò alla realtà in modo meno brusco di prima. Ora capiva, comprendeva tutto. Alzò lo sguardo e si staccò di pochi centimetri dal ragazzo che ancora la teneva stretta a se. Notò che L' aura della Iena era rosa vivace, accompagnata da un verde smeraldo. Si rese conto di cosa significasse veramente questa tonalità per Scott per via delle parole dette dalla sua maestra molti anni prima. Inoltre, grazie al suo abbraccio, lui aveva ricordato. Aveva ricordato com'era quando si riceveva affetto, quando qualcuno ti abbracciava e ti stringeva a se, facendoti sentire importante. Sapeva che il ricordo della maestra lo faceva stare male, pur non avendone ancora individuato la causa, e, collegata a quel personaggio così dolce, c'era una collera smisurata verso i suoi parenti, così evitò di tirare fuori l'argomento. Gli mise la mano sulla guancia e lo vide socchiudere gli occhi. Non si scostò da questo nuovo contatto e può sembrare a tutti strano ma, più semplicemente, cercò di assaporarlo fino in fondo.

- Come è?- gli sussurrò lei sorridente. Gli faceva un pò pena ora quel ragazzo. Si vergognò addirittura di se stessa per averlo odiato anche per pochi minuti: non era colpa sua se era diventato così, era stata la sua orrenda famiglia.

- Cosa?- borbottò lui cercando sempre di rimanere burbero e ostile come sempre, senza però riuscirci. Il suo tono risultò calato di qualche nota e la sua voce ne uscì più roca e sensuale.

- Questo...- mormorò lei cominciando ad accarezzargli delicatamente la guancia, facendo scorrere le dita dalla fronte, agli zigomi e al mento. Lo sentì rabbrividire e la sua aura combatteva per non diventare nera. Una parte di lui voleva tornare all'isola in quel preciso istante, per non rovinare la sua reputazione di malvagio, mentre l'altra la metteva furiosamente a tacere, impedendole di "parlare" per non rovinare l'atmosfera.

- Intenso...- rispose lui chiudendo definitivamente gli occhi e strusciandosi leggermente contro il suo palmo. Sorrise ingenuamente, ricordando l'affetto di una persona a lui cara che però nel corso degli anni, aveva dimenticato completamente.



Angolo autrice

Ma non trovate anche voi che la situazione sia piuttosto scottante? ^^ No scherzo ma come possiamo vedere le cose tra Dawn e Scott sono notevolmente cambiate!  Come avevo accennato ecco a voi un altro flashback, ma tranquilli tra poco sono finiti!

Duncan: Si Spera!

Mi chiedevo dove fossi finito! Comunque! La signorina Nice è una figura molto importante dell'infanzia di Scott e...

Duncan: Fa cagare! Tirate addosso all'autrice i pomodori!

Si beh quello è ovvio che devono farlo ma vabbè meglio che postiamo il capitolo e via ^^

Grazie a tutti quelli che mi seguono, un bacione a tutti!


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