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Autore: roxy_xyz    16/02/2012    9 recensioni
Voldemort è finalmente giunto al cospetto di Grindelwald per ottenere la bacchetta di Sambuco, deve ottenerla e nessuno potrà ostacolarlo. Nemmeno l'ombra di uno dei più grandi Maghi Oscuri.
Una volta, ho letto in un libro che prima di morire si vede la propria vita al rallentatore.
Guardi gli sbagli o i momenti felici passarti davanti agli occhi e tu non puoi fare altro che assistere senza intervenire.
Prima di morire, desidero vedere solo una persona.

La fine di Grindelwald è giunta.
La fine di un uomo pieno di rimorsi, ma anche e soprattutto di rimpianti.
Prima Classificata al “One Hour and Half – Flash Slash Contest” di Daphne_S, e Terza Classificata al "Disneyland" di Pallina88
Genere: Drammatico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Albus/Gellert
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie 'Esercizi di... slash'
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Autore: roxy_xyz
Titolo: Cadere nel vuoto
Personaggi: Gellert Grindelwald, Albus Silente e con la partecipazione di Tom Riddle Orvoloson ;)
Pairing: Grindeldore
Genere: drammatico
Rating: verde
Avvertimenti: Missing moment, oneshot
Citazioni scelte: “A volte è meglio essere soli: nessuno può ferirti.” (Hercules)
“La vita è piena di scelte difficili, non te l'hanno detto?” (La Sirenetta)
Introduzione: Come rovinare un momento molto toccante del libro “I doni della Morte”….
Note dell'autore (non obbligatoria): Quando ho letto quelle citazioni, ho pensato a una sola coppia: Grindeldore. Non essendo molto brava nello slash, ho deciso di scegliere un passo che ci viene raccontato dalla Rowling, infatti le prime due battute sono state prese direttamente dal libro. Il resto, purtroppo è farina del mio sacco…
Ho pensato che con gli anni, Grindelwald abbia riflettuto sui suoi sbagli, sulla morte di Ariana e che il suo unico rimpianto sia stato quello di non aver goduto abbastanza dell’amicizia di Albus. Accecato dalla smania di trovare i Doni della Morte, solo in punto di morte capisce di aver perso l’opportunità di vivere felice. Senza nessuna ossessione, ma in compagnia del suo amico.
La prima parte in corsivo è un flashback, la seconda parte è qualcosa di diverso da un semplice ricordo, poi capirai. Grazie mille e buona lettura.
Beta: Nessuna


Questa shot è stata scritta per il contest “Disneyland” di Pallina88 e si è classificata terza. Per leggere il giudizio, vedere qui .
Inoltre è arrivata Prima al “One Hour and Half – Flash Slash Contest” di Daphne_S, non potete capire quanto io sia orgogliosa di questa storia. Per leggere il meraviglioso giudizio di Daphne_S, fare clic qui

Cadere nel vuoto




“E così sei venuto. Sapevo che saresti arrivato… un giorno. Ma il tuo viaggio è stato inutile. Io non l’ho mai avuta.”
“Tu menti!”
Riesco quasi a vedere la furia di Voldemort: lo intuisco dai gesti, dal suo sguardo vuoto, persino da come tiene rigida la bacchetta, senza alcun tentennamento o dubbio. Ha già deciso quale sarà il mio destino sin dal suo ingresso nella cella.
La mia bocca sdentata si apre in una risata folle, ormai consapevole della fine vicina.
A distanza di anni sarebbe finalmente successo. Voldemort sarebbe riuscito là dove lui aveva fallito.

A scuola mi avevano sempre rivolto sguardi increduli. A volte, spaventati.
In biblioteca evitavano di sedersi accanto a me, lasciando un vuoto fra me e loro. Come un malato di peste ero stato bandito. Ufficiosamente. E dopo anche ufficialmente.
Solo un professore si era avvicinato. Per parlarmi o forse per convincermi a tornare quel brillante alunno che aveva imparato a conoscere.
Tentò di dissuadermi e di farmi tornare con i piedi per terra.
Ogni giorno si sedeva accanto a me e mi rivolgeva sempre le stesse parole. “Gellert, ti conosco e so che stai passando un periodo di… transizione. Se vuoi parlarmi, dirmi cosa ti angoscia, sai dove si trova il mio ufficio.”
Le sue parole non mi tentarono mai una volta.
Continuavo la mia ricerca, isolandomi sempre di più da quello che mi circondava.
Finché mi privarono persino dell’unica cosa che mi importava: la conoscenza.
Cacciato via. Senza i miei libri.
Non ascoltarono le mie promesse di tornare a studiare, a brillare come prima. Nessuno mi aiutò, nemmeno l’unica persona che aveva tentato tante volte in quell’impresa. Anche lui si era arreso al fallimento.
“La vita è piena di scelte difficili, non te l'hanno detto?” Mi rivolse solo queste misere parole e nient’altro.
Lasciare Durmstrang, la mia unica casa. Partire, mollare tutto e smettere con le mie fantasie. Anche se mi sembrava di essere sempre più vicino alla meta.

“Forse, puoi ancora salvarti” dico, in preda a uno stupido tentativo di impedire la mia morte. Ho passato tanti anni in quella assurda ricerca: Padrone della Morte. E ora? Tremo al solo pensiero di morire, di smettere di esistere.
Assurdo. Banale. Infantile. Eppure, non mi sono mai preparato a questo giorno.
Siamo sempre stati idealisti, io e Albus. Non mi sento pronto a quello che mi aspetta dopo.
Ci sarà un lampo, una luce verde e poi… cadrò nel vuoto. Nessun Paradiso o Inferno aprirà le porte, sotto i miei piedi si aprirà una voragine e io cadrò. Nel vuoto, nel dimenticatoio.
C’è stato un tempo in cui avevamo creduto di poter fare qualcosa di grande, di memorabile. Saremmo diventati famosi e tutti i libri di Storia della Magia avrebbero riportato i nostri nomi. Solo in quello abbiamo indovinato, ma in modo molto diverso.
Una volta, ho letto in un libro che prima di morire si vede la propria vita al rallentatore.
Guardi gli sbagli o i momenti felici passarti davanti agli occhi e tu non puoi fare altro che assistere senza intervenire.
Prima di morire, desidero vedere solo una persona.
Dimenticando la presenza ostile nella cella, i miei occhi si chiudono.

“Gellert!” La sua voce severa mi aveva distratto dalla lettura.
“Cosa… non posso più neanche sfogliare un libro?” Non capivo lo sguardo sorpreso di Albus, sembrava quasi che non fosse abituato a vedermi leggere. Avevamo passato tutta l’estate insieme e, solo grazie a lui, ero riuscito a dimenticare la ferita del mio orgoglio.
Espulso.
Ero giunto lì pieno di rancore e rabbia, pensando che avrei passato dei lunghi mesi in compagnia delle chiacchiere continue di quella Bathilda. Senza amici e lontano da tutto ciò che mi era caro.
Finché non l’avevo conosciuto.
“Quello non è un libro, è una stupida rivista di Quidditch!” aveva esclamato con voce incredula.
“Beh, non posso cercare i Doni tutto il giorno! A volte, le mie cellule grigie sentono l’esigenza di qualcosa di futile, leggero. Non vorrei sforzarle troppo, Albus.”
Vidi i suoi occhi brillare, allegri per le mie parole. “Non ti credevo così modesto.”
“Ah sì? E come sono allora?” chiesi, curioso di sapere cosa pensasse di me.
“Pazzo. Incredibilmente pazzo, brillante e spericolato.”
Scossi la testa leggermente prima di commentare. “E frequenti ancora un tipo del genere?”
La sua risata irruppe cristallina. “Per la barba di Merlino, Gellert! Perché non ti ho incontrato prima?”

“Sai bene, che non ce l’ho. Credevo che sapessi che, a volte, è meglio essere soli, non fidarsi di nessuno, così nessuno può ferirti e capire i tuoi punti deboli. A quanto pare, Albus non mentiva su di te, sulla tua ignoranza. Marcisco da troppi anni in questa cella e non credo tu voglia ascoltare le ultime parole di un povero vecchio. Non perdere altro tempo… pronunciala!”
Si dice che prima di morire si vedano i momenti più belli della tua vita.
Perché allora ho visto quello che ho sempre sognato di fare e che non ho mai fatto?
Ridere e scherzare con Albus come due ragazzi normali.
“Avada Kedavra!”
E io cado nel vuoto.


   
 
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