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Autore: lella23    16/02/2012    2 recensioni
Lo guardavo... e sapevo che non dovevo ...
Lo pensavo... e sapevo che era proibito...
Lo desideravo... e sapevo che era impossibile...
Eppure...

Emma, Alice, Beatrice e Eleonora
Quattro nomi, quattro ragazze e un nuovo anno scolastico, l'ultimo.
L'ultimo anno di spensieratezza prima di entrare nel mondo degli adulti, l'ultimo anno prima che la vita vera le possa reclamare.
L'anno delle scelte, dei dubbi e degli amori...
Proibiti, dolorosi, impossibili, involontari...
Quattro ragazze e la vita... giusta o sbagliata che sia.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'All You Need Is Love '
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Liberi

Stay with me, baby stay with me,
Tonight don't leave me alone.
Walk with me, come and walk with me,
To the edge of all we've ever known.
[…]

Well, I'm not sure what this is gonna be,
But with my eyes closed all I see
Is the skyline, through the window,
The moon above you and the streets below.

Hold my breath as you're moving in,
Taste your lips and feel your skin.
When the time comes, baby don't run, just kiss me slowly.
***

Resta con me, piccola resta con me,
Stasera non lasciarmi da solo.
Cammina con me, vieni e cammina con me,
fino al confine di tutto ciò che abbiamo mai conosciuto.
[…]

Beh, io non sono sicuro di ciò che succederà,
Ma se chiudo gli occhi tutto quello che vedo
È l'orizzonte, attraverso la finestra,
La luna sopra di te e le strade sullo sfondo.

Non appena ti avvicini trattengo il fiato,
Gusto le tue labbra e sento la tua pelle.
Quando arriverà il momento, piccola non andare di fretta, ma baciami lentamente.

{Parachute ~ Kiss Me Slowly}







Era già fine Maggio, Emma quasi non ci credeva, il tempo passava davvero in fretta quando si era felici. Sorrise dal balconcino della sua camera il tramonto aveva avvolto la città nella sua rosea luce.
Si appoggiò alla ringhiera ammirando quello spettacolo, erano successe molte cose, ormai lei e Francesco erano più uniti che mai, ormai anche le ultime barriere, le ultime resistenze erano crollate dopo che lui aveva confessato il suo passato. Non era mai stata così bene, se ne accorgeva dal modo in cui desiderava che il tempo si fermasse, dal fatto che ormai ogni giorno si alzava con un buon umore che in quasi diciannove anni non l'aveva mai sfiorata.
Una leggera brezza le faceva muovere i capelli, chiuse gli occhi godendosi quel tepore. Era davvero serena, niente poteva turbarla, con ancora quel sorriso a curvarle le labbra guardò il cielo che stava imbrunendo.
Era appena tornata da un viaggio, uno di quei viaggi che ti restano impressi nel cuore, era stato il suo compleanno e Francesco le aveva fatto davvero un regalo stupendo, tre giorni loro due a Parigi, era stata una piccola vacanza, una pausa meravigliosa lontano da tutto, liberi da tutto quello che a casa non potevano fare come girare per le strade mano nella mano, baciarsi davanti a tutti senza doversi nascondere.
Sospirò, quanto era stata bene con lui, avevano girato tutta la città, dalla Tour Eiffel al Louvre, le passeggiate a Montmartre e la visita a Versailles... erano stati momenti che non avrebbe mai dimenticato.
Quasi le venne da ridere pensando alla scusa patetica che aveva rifilato ai suoi genitori, un viaggio regalato dalle sue amiche a Parigi. Sua nonna non ci era cascata, l'aveva capito da come la guardava, con una luce divertita negli occhi... si chiedeva se avesse capito con chi sarebbe andata, ormai anche quando andava al condominio a fare visita a lei Francesco trovava sempre una scusa per vederla. Le ragazze erano quasi invidiose di quel viaggio, un compleanno con il proprio ragazzo nella città più romantica del mondo era forse il sogno di ogni donna.
Bea aveva rimproverato Mirko per non averle regalato una cosa del genere e lui si era subito difeso dicendo che quando c'era stato il suo compleanno ancora non stavano insieme, inutile dire che era nata una discussione abbastanza accesa, ma si era risolto tutto subito. Tra quei due era sempre così, piccoli litigi ma subito seguiti da baci per far pace.
Alice ed Eric invece non erano molto espansivi, almeno non davanti agli altri e lei non diceva molto, però aveva assicurato che non erano mai andati oltre al bacio e questo lasciava Emma perplessa, forse volevano aspettare ma era davvero strano che dopo quasi cinque mesi ancora stessero a quel punto... ma vista la loro situazione forse non era poi così strano.
Ele aveva iniziato ad uscire con Luca, sembrava serena e assicurava che lui fosse un bravo ragazzo, ma aveva la sensazione che nel suo cuore ci fosse ancora Matteo, lo capiva dagli sguardi assenti che le vedeva sul viso ogni qual volta che Luca non la guardava.
Emma sperava davvero che lo dimenticasse, l'aveva visto in giro le sembrava strano, cambiato forse, di sicuro non doveva aver preso bene la fine della storia con Alice e ancora non sapeva chi fosse la causa. Si chiese distrattamente cosa sarebbe successo quando e se l'avesse scoperto.
Rientrò in camera sua quando ormai fuori era diventato buio. Con una maglia a maniche corte su stese sul letto, era strano come si sentisse sola in quel momento, era stata così abituata alla presenza di Francesco che quando mancava faticava ad addormentarsi in quel letto da sola, senza il confortante calore del moro al suo fianco.
Fece tutto il possibile per dormire, ci stava quasi riuscendo quando le arrivò un messaggio, intontita prese il cellulare.
Spero tu non stia già dormendo, se invece stavi sognando allora scusami, volevo solo dirti buona notte, che questi tre giorni sono stati indimenticabili e che spero di vederti domani anche se vieni per trovare tua nonna. Ancora buona notte, Ti amo.
Emma sorrise estatica allo schermo, si poteva sorridere così a un semplice messaggio? Ma a lei non importava se la faceva sembrare una stupida, era innamorata, tutto le era concesso e con quel sorriso si addormentò.


Il mattino dopo si svegliò tardi, era domenica per fortuna, con uno sbadiglio si alzò e si vece una doccia veloce. Si stava vestendo quando le arrivarono tre messaggi, non aveva bisogno di aprirli per saper chi li aveva mandati. Infatti...
Ehi viaggiatrice! Non ho mandato messaggi per tutta la tua vacanza e quindi mi merito un premio! Vero che hai un regalino per me??? Anche piccolo piccolo mi va bene... e il prossimo viaggio che farai cara mia ci sarò anch'io stanne certa ;P
Emma rise, Bea amava Parigi era da tempo che voleva andarci, per questo se l'era presa così tanto con Mirko. Lanciò uno sguardo al sacchettino che stava sulla scrivania, aveva preso qualcosa per tutte e tre.
Emma!! Spero che ti sia divertita! Di sicuro vi sarete dati alla pazza gioia ahahah xD Parigi era bella? Be penso proprio di si visto che non ti sei fatta sentire per tutti e tre giorni, bricconcella! Aspetto impaziente domani, devi raccontare tutto!
Alice... sempre a fare battutine, anche se negli ultimi tempi era più Bea a fare questo genere di cose.
Wee ragazza allora tutto bene? Com'era la città più romanica del mondo? Domani voglio sapere tutto! Spero il prof non ti abbia fatto troppo stancare ahahahah voglio i particolari! E non sperare di cavartela dicendo che siamo a scuola!
Oddio domani sarebbe stato davvero un interrogatorio, ne era certa. Scosse la testa sorridendo, quelle erano completamente matte!
Uscì di casa con il cuore leggero, senza nemmeno far caso che quel giorno i suoi genitori erano a casa, cosa assai molto rara soprattutto alla domenica. Prese il bus canticchiando un motivetto, erano davvero dei giorni felici quelli, il viaggio le aveva fatto davvero bene, staccare la spina e stare tranquilla con Francesco era quello di cui aveva avuto bisogno.
Entrò nell'appartamento salutando allegramente la nonna, che la guardò con un sorriso.
-Ti sei divertita molto, eh?- domandò con un'aria sorniona.
-Certo! È stato davvero un viaggio molto... divertente e rilassante, la città mi è piaciuta tantissimo- disse sorridendole felice.
-Mi fa piacere... quindi non è il fatto che qualcuno ti ha accompagnato a farlo diventare speciale-
Emma rimase fulminata a quelle parole, la guardò con gli occhi spalancati, allora forse lei davvero sapeva qualcosa? Sentì il panico diffondersi in tutto il corpo, non voleva che sua nonna sapesse, cosa avrebbe potuto pensare?
-I-io... nonna c-che dici...?- borbottò arrossendo.
-Oh Emma, ti conosco molto bene e so quello che dico, non ti ho mai vista così... così felice, quasi brilli da quanto lo sei. L'amore, quello vero, solo lui poteva farti questo effetto, sei splendida bambina mia- pronunciò quelle parole con uno strano sguardo negli occhi, mentre le accarezzava il capo.
-Nonna...- provò a dire, ma lei non la fece continuare.
-Non ti devi preoccupare. Sono tua nonna, certe cose le capisco non sono certo arrabbiata perchè non mi hai detto niente. Sono felice invece, felice che tu abbia trovato qualcuno di davvero importante, felice perchè tu lo sei, e lo sei vero?-
Emma la guardò con gli occhi un po' umidi, era davvero sorpresa che lei avesse capito tutto, ma forse avrebbe dovuto aspettarselo, non era mai riuscita a nascondere qualcosa a lei. Annuì abbracciandola, aveva davvero la nonna migliore del mondo.
-Allora va bene, non farti mai influenzare da nessuno, lotta per quello che credi e poi lui mi sembra davvero preso da te, è un bravo ragazzo so che non ti farà soffrire, o almeno non intenzionalmente-
-Nonna, tu...-
-Non sono mica nata ieri tesoro! Cosa mai verrebbe a fare qui un ragazzo? Di certo non per me! È stato davvero divertente vedere quali altre scuse avrebbe inventato- rise l'anziana.
Anche Emma si mise a ridere, in effetti non erano stati molto prudenti in quel senso, ma non era più preoccupata, sua nonna l'appoggiava e lei era l'unica di cui tenesse l'approvazione.
Proprio in quel momento bussarono alla porta, sua nonna andò ad aprire e si trovò davanti Francesco con in mano una tazzina.
-Ehm salve, ha per caso un po' di zucchero?- disse lui cercando di non rivolgere subito lo sguardo alla rossa.
La signora si mise a ridere e lui la guardò imbarazzato senza capire, Emma guardava la scena cercando di trattenere le risate che le stavano salendo.
-Certo, certo vieni... questa volta hai proprio mancato di originalità giovanotto!-
A quelle parole la ragazza non si trattenne più e scoppiò a ridere, Francesco la guardava interrogativo, ma lei non riusciva a parlare. Mentre l'anziana era in cucina approfittò e le si avvicinò.
-Sono così divertente?- disse sorridendo.
Lei annuì sorridendo, con uno sguardo che quasi lo sfidava a dire il contrario.
-Sei buffissimo!-
-Ma sentitela! Vedremo se sarò ancora buffo...- disse avvicinandosi sempre di più.
Ormai stavano per baciarsi, ma sentendo che la nonna stava tornando si allontanò subito. Emma dovette mordersi le labbra per non iniziare a ridere ancora.
-Ecco qui lo zucchero! Spero che la prossima volta sarai più creativo!- disse strizzandogli l'occhio.
Francesco rimase basito a quella, lentamente capì il perchè di quelle risate e di quelle parole. Spalancò gli occhi e cercò di dire qualcosa ma gli uscì solo un balbettio confuso.
-Si, si... adesso vai, devo parlare ancora un po' con mia nipote!-
Emma rise ancora, non l'aveva mai visto così imbarazzato, le sembrava addirittura che le sue guance si fossero un po' colorate.
-Sei stata un po' cattiva con lui nonna!- disse quando chiuse la porta.
-Ne sono autorizzata! E poi siete stati insieme per ben tre giorni! E adesso raccontami dove siete stati!-
Emma sorrise e raccontò i posti che avevano visto, descrisse le meravigliose opere che stavano al Louvre, dove aveva sempre voluto andare, la bellezza di Versailles. Scoprì anche che sua nonna era stata a Parigi, durante la luna di miele, ascoltò gli aneddoti e risero insieme quando l'anziana le disse di come suo nonno avesse quasi fatto a botte un artista parigino per lei.
Era ormai sera quando Emma uscì dall'appartamento dell'anziana, la salutò con un bacio sulla guancia e la promessa di andarla presto a trovare. Era sul portone quando scese dalle scale Francesco, sembrava ancora un po' imbarazzato per la scena di prima.
-Ciao...- disse abbracciandola.
-Ciao!- lo salutò lei con ancora quel sorriso divertito che non l'aveva lasciata per tutta la giornata.
-Potevi anche dirmelo che lei sapeva...- si imbronciò.
Emma rise ancora e gli diede un piccolo bacio, era davvero divertente vedere la sua reazione.
-Non lo sapevo nemmeno io che sospettava, ma penso sia normale che abbia avuto dei dubbi... però sono felice che l'abbia capito pensavo che potesse disapprovare, ma invece mi appoggia... ci appoggia e non potevo chiedere di meglio!-
Francesco sorrise vedendola così sollevata, sapeva quanto l'opinione di sua nonna contasse per lei, ne aveva avuto paura anche lui, ma non c'era più niente di cui preoccuparsi.
-Ti accompagno a casa!-
-Ok-
Uscirono dal portone mano nella mano sorridendosi felici, sotto lo sguardo soddisfatto della nonna che li osservava dalla finestra.


-Oddio! Che bello!- esclamò Bea guardando la sua stampa di Parigi, era una veduta notturna con la Tour Eiffel.
Anche le altre erano molto contente dei loro regali, Ele aveva apprezzato la borsa con scritto I love Paris e Alice una stampa del Moulin Rouge che le piaceva tantissimo.
-Sono contenta che vi piacciano- sorrise Emma vedendo di aver azzeccato i gusti.
Ma una volta esaurita l'euforia dei regali ricordarono che la ragazza avrebbe dovuto raccontare le avventure che aveva vissuto a Parigi.
-Su dai racconta!- la esortò Bea mettendo il regalo nella cartella.
Erano negli spogliatoi ed erano le ultime rimaste, non avrebbe avuto un aiuto esterno sospirò rassegnandosi all'interrogatorio che di sicura sarebbe stata vittima.
Anche le altre iniziarono a insistere e lei raccontò cosa era successo, i posti che avevano visitato, di quanto era bella Parigi. Le ragazze pendevano dalle sue labbra, qualche volta la interrompevano con un commento malizioso che la faceva arrossire e guardarle male per le risate che suscitava.
-Sei davvero fortunata Emma...- sospirò alla fine Ele.
-Già... vorrei anch'io un regalo di compleanno del genere!- sbuffò Bea.
-Lo vorremmo tutte- rise Alice.
-Forse è meglio se scendiamo in palestra, prima che magari Santoro ci da una nota-
Andarono in palestra dove c'erano anche i ragazzi che le salutarono in lontananza, quel giorno avrebbero dovuto fare il salto in alto.
La mattinata passò velocemente, quasi non si accorsero e già era suonata l'ultima ora. Le ragazze si salutarono e ogni una prese la propria strada, Alice prese il suo bus con uno strano presentimento, scosse la testa e si mise le cuffie dell'iPod.
Arrivata a casa andò in camera sua a sistemare la cartella e a cambiarsi, preferiva stare comoda in casa e visti i nuvoloni che stavano coprendo il cielo non sarebbe uscita, una fortuna anche perchè doveva continuare la sua tesina. Dopo aver mangiato iniziò a pensare a cosa inserire, rileggendo quello che aveva già messo. Era un'impresa e litigò anche con suo fratello che continuava a imprecare contro un gioco dell'x-box e la faceva distrarre, dopo poco infatti lo buttò fuori di casa. Finalmente sola in casa ritornò ai suoi studi, dove passò la maggior parte del pomeriggio.
Al primo tuono sobbalzò e vide dalla finestra che aveva iniziato a piovere stiracchiandosi si alzò dalla scrivania, per quel giorno aveva fatto abbastanza andò in cucina a prepararsi una merenda veloce quando suonarono al campanello, sperò con tutta se stesse che non fosse suo fratello.
Andò ad aprire e quello che si trovò davanti non era certo suo fratello, un Eric decisamente fradicio la stava fissando sull'uscio di casa.
-Eric, cos...?- non finì la frase che lui l'abbracciò stretta togliendole il fiato.
Sentiva la tuta bagnarsi velocemente a contatto con i vestiti del ragazzo, ma non le importava, era preoccupata dallo sguardo che lui le aveva rivolto prima di abbracciarla. Quando finalmente la lasciò libera lei gli prese il viso tra le mani scrutando a fondo i suoi occhi, ma lo sguardo le sfuggiva.
-Eric... che succede?- chiese preoccupata.
A quel tono il moro non potè che guardarla, erano due pozze nere e disperate. Capendo che qualcosa era successo lo tirò dentro casa e gli fece cambiare i vestiti, non voleva certo che prendesse un malanno, gli diede una tuta del fratello e una volta vestito con qualcosa di asciutto lo portò in camera sua.
Seduti sul letto prese tra le sue mani quella di lui e lo fissò intensamente.
Eric invece guardava davanti a sé quasi non notasse che lei era lì al suo fianco, iniziò a parlare con una voce che sembrava non appartenergli.
-È stata una bugia... una fottuta bugia...- mormorò.
-Cosa?- disse allo stesso modo lei.
-Tutto!- sbottò lui guardandola.
-Eric... se mi spieghi cosa...-
-Non mi hanno mai detto niente... e io ho dovuto scoprirlo adesso! Proprio adesso! Quando... quando invece potevo saperlo prima, ho sprecato così tanto tempo a sentirmi in colpa... per niente!-
Alice lo guardava senza capire un bel niente, sembrava uscito di senno. Eric invece non era dello stesso avviso, si avvicinò a lei e prendendole il viso tra le mani e baciandola con una passione che non gli aveva mai visto, che la tramortì tanto da farli cadere lungo stesi sul letto. Sentiva le mani di Eric su di sé e non poteva che essere felice che anche gli ultimi ostacoli tra di loro sarebbero stari superati, ma era ancora turbata dalle sue parole, voleva sapere cosa fosse successo per questo con sforzo titanico si staccò di lui.
-Eric!-
-Che c'è?- ansimò lui guardandola interrogativo.
-Come che c'è!? C'è che tu eri disperato tre secondi fa e adesso mi salti addosso! Che è successo?- disse lei preoccupata.
Eric si mise a sedere e anche lei lo seguì mettendogli una mano sulla spalla.
-Ali... io... mia madre... non è mia madre- disse guardandola negli occhi.
-C-cosa?- sussurrò la ragazza senza riuscire a capire, senza che riuscisse ad afferrare il senso di quelle parole.
-Mia madre, la mia vera madre, mi ha lasciato a mio padre appena sono nato. A quel tempo usciva con tua zia, poi si sono sposati e lei mi ha fatto da madre, non mi hanno mai detto nulla per non ferirmi penso...-

Ma allora... noi... non siamo...” pensò Alice mentre la sua mente lavorava frenetica, mentre il suo cuore batteva all'impazzata.
Le prese il viso tra le mani e la guardò negli occhi con uno sguardo smarrito, in quel momento la ragazza si sentì in colpa, come poteva in quel momento pensare a certi dettagli quando lui era evidentemente ferito da quello che aveva scoperto. Posò una mano sulla sua e lentamente scivolò tra le braccia e lo strinse forte per dargli conforto. Eric appoggiò delicatamente la fronte sulla sua spalla, si sentiva vuoto, quasi diciannove anni di bugie, come era possibile? Eppure...
Strinse Alice tra le sue braccia, la trascinò con lui sul letto. Si misero una davanti all'altro, stesi su un fianco, lei che gli accarezzava il viso mentre lui la guardava.
-Sai... sono ferito ma... anche felice- sussurrò Eric.
Lei lo guardò negli occhi per capire se quello che stava dicendo fosse vero, vide quegli occhi neri tristi, ma in qualche modo sereni, qualcosa che nonostante le loro parole non aveva mai visto quando stavano insieme.
-Sono così... sollevato... tu non sei mia cugina e io posso smettere di sentirmi in colpa per quello che provo...-
Con gli occhi pieni di lacrime Alice lo baciò e strinse forte a sé quel ragazzo, che in tutti quegli anni aveva visto crescere, non era mai stato un cugino per lei, prima era il migliore amico e poi... poi era diventato il ragazzo che amava e avrebbe sempre amato.
In modo naturale, quasi l'avesse fatto un milione di volte la fece scivolare sotto di sé. Sentendo quel corpo contro il suo Alice pensò era giunto finalmente il momento anche per lei di scoprire quel modo di amare. Era imbarazzata? Impaurita? No... era così rilassata, sicura di quello che voleva, forse un po' di paura la provava, ma era così lieve da non essere nemmeno paragonata alle cose che stava provando il suo cuore mentre Eric le sfiorava la pelle con le sue dita così delicatamente...
I vestiti scivolarono via, lentamente, sotto le mani Alice poteva sentire il cuore di Eric battere forte, come il suo e sentì il calore e l'amore e la dolcezza che non pensava di poter provare. I baci si facevano più profondi come anche le carezze e finalmente diventarono tutt'uno. Alice si sentiva sull'orlo di un baratro, ma non aveva paura perchè c'era Eric con lei e sapeva che ci sarebbe sempre stato.






















Salve!!! Ecco il nuovo capitolo denso di novità! Il nostro prof che ha portato Emma a Parigi... magari anche a me facessero certi regali!! E per ultimo ma non meno importante la rivelazione di Eric, lui e Alice non sono veramente cugini! Eh si... a dir il vero sono stata molto indecisa su di loro ma penso di aver preso la decisione giusta ;) Sto guardando e non mancano molti capitoli alla fine, nel prossimo capitolo scoprirete molte altre cose xD

Al prossimo capitolo!

Baci^^

   
 
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