Stay
with me, baby stay with me,
Tonight don't leave me alone.
Walk
with me, come and walk with me,
To the edge of all we've ever
known.
[…]
Well,
I'm not sure what this is gonna be,
But with my eyes closed all I
see
Is the skyline, through the window,
The moon above you and
the streets below.
Hold
my breath as you're moving in,
Taste your lips and feel your
skin.
When the time comes, baby don't run, just kiss me
slowly.
***
Resta
con me, piccola resta con me,
Stasera non lasciarmi da
solo.
Cammina con me, vieni e cammina con me,
fino al confine
di tutto ciò che abbiamo mai conosciuto.
[…]
Beh,
io non sono sicuro di ciò che succederà,
Ma se chiudo gli occhi
tutto quello che vedo
È l'orizzonte, attraverso la finestra,
La
luna sopra di te e le strade sullo sfondo.
Non
appena ti avvicini trattengo il fiato,
Gusto le tue labbra e sento
la tua pelle.
Quando arriverà il momento, piccola non andare
di fretta, ma baciami lentamente.
{Parachute ~ Kiss Me Slowly}
Era già fine
Maggio, Emma quasi non ci credeva, il tempo passava davvero in fretta
quando si era felici. Sorrise dal balconcino della sua camera il
tramonto aveva avvolto la città nella sua rosea luce.
Si appoggiò alla
ringhiera ammirando quello spettacolo, erano successe molte cose,
ormai lei e Francesco erano più uniti che mai, ormai anche le ultime
barriere, le ultime resistenze erano crollate dopo che lui aveva
confessato il suo passato. Non era mai stata così bene, se ne
accorgeva dal modo in cui desiderava che il tempo si fermasse, dal
fatto che ormai ogni giorno si alzava con un buon umore che in quasi
diciannove anni non l'aveva mai sfiorata.
Una leggera brezza
le faceva muovere i capelli, chiuse gli occhi godendosi quel tepore.
Era davvero serena, niente poteva turbarla, con ancora quel sorriso a
curvarle le labbra guardò il cielo che stava imbrunendo.
Era appena tornata
da un viaggio, uno di quei viaggi che ti restano impressi nel cuore,
era stato il suo compleanno e Francesco le aveva fatto davvero un
regalo stupendo, tre giorni loro due a Parigi, era stata una piccola
vacanza, una pausa meravigliosa lontano da tutto, liberi da tutto
quello che a casa non potevano fare come girare per le strade mano
nella mano, baciarsi davanti a tutti senza doversi nascondere.
Sospirò, quanto
era stata bene con lui, avevano girato tutta la città, dalla Tour
Eiffel al Louvre, le passeggiate a Montmartre e la visita a
Versailles... erano stati momenti che non avrebbe mai dimenticato.
Quasi le venne da
ridere pensando alla scusa patetica che aveva rifilato ai suoi
genitori, un viaggio regalato dalle sue amiche a Parigi. Sua nonna
non ci era cascata, l'aveva capito da come la guardava, con una luce
divertita negli occhi... si chiedeva se avesse capito con chi sarebbe
andata, ormai anche quando andava al condominio a fare visita a lei
Francesco trovava sempre una scusa per vederla. Le ragazze erano
quasi invidiose di quel viaggio, un compleanno con il proprio ragazzo
nella città più romantica del mondo era forse il sogno di ogni
donna.
Bea aveva
rimproverato Mirko per non averle regalato una cosa del genere e lui
si era subito difeso dicendo che quando c'era stato il suo compleanno
ancora non stavano insieme, inutile dire che era nata una discussione
abbastanza accesa, ma si era risolto tutto subito. Tra quei due era
sempre così, piccoli litigi ma subito seguiti da baci per far pace.
Alice ed Eric
invece non erano molto espansivi, almeno non davanti agli altri e lei
non diceva molto, però aveva assicurato che non erano mai andati
oltre al bacio e questo lasciava Emma perplessa, forse volevano
aspettare ma era davvero strano che dopo quasi cinque mesi ancora
stessero a quel punto... ma vista la loro situazione forse non era
poi così strano.
Ele aveva iniziato
ad uscire con Luca, sembrava serena e assicurava che lui fosse un
bravo ragazzo, ma aveva la sensazione che nel suo cuore ci fosse
ancora Matteo, lo capiva dagli sguardi assenti che le vedeva sul viso
ogni qual volta che Luca non la guardava.
Emma sperava
davvero che lo dimenticasse, l'aveva visto in giro le sembrava
strano, cambiato forse, di sicuro non doveva aver preso bene la fine
della storia con Alice e ancora non sapeva chi fosse la causa. Si
chiese distrattamente cosa sarebbe successo quando e se l'avesse
scoperto.
Rientrò in camera
sua quando ormai fuori era diventato buio. Con una maglia a maniche
corte su stese sul letto, era strano come si sentisse sola in quel
momento, era stata così abituata alla presenza di Francesco che
quando mancava faticava ad addormentarsi in quel letto da sola, senza
il confortante calore del moro al suo fianco.
Fece tutto il
possibile per dormire, ci stava quasi riuscendo quando le arrivò un
messaggio, intontita prese il cellulare.
Spero
tu non stia già dormendo, se invece stavi sognando allora scusami,
volevo solo dirti buona notte, che questi tre giorni sono stati
indimenticabili e che spero di vederti domani anche se vieni per
trovare tua nonna. Ancora buona notte, Ti amo.
Emma sorrise
estatica allo schermo, si poteva sorridere così a un semplice
messaggio? Ma a lei non importava se la faceva sembrare una stupida,
era innamorata, tutto le era concesso e con quel sorriso si
addormentò.
Il mattino dopo si
svegliò tardi, era domenica per fortuna, con uno sbadiglio si alzò
e si vece una doccia veloce. Si stava vestendo quando le arrivarono
tre messaggi, non aveva bisogno di aprirli per saper chi li aveva
mandati. Infatti...
Ehi
viaggiatrice! Non ho mandato messaggi per tutta la tua vacanza e
quindi mi merito un premio! Vero che hai un regalino per me??? Anche
piccolo piccolo mi va bene... e il prossimo viaggio che farai cara
mia ci sarò anch'io stanne certa ;P
Emma rise, Bea
amava Parigi era da tempo che voleva andarci, per questo se l'era
presa così tanto con Mirko. Lanciò uno sguardo al sacchettino che
stava sulla scrivania, aveva preso qualcosa per tutte e tre.
Emma!!
Spero che ti sia divertita! Di sicuro vi sarete dati alla pazza gioia
ahahah xD Parigi era bella? Be penso proprio di si visto che non ti
sei fatta sentire per tutti e tre giorni, bricconcella! Aspetto
impaziente domani, devi raccontare tutto!
Alice... sempre a
fare battutine, anche se negli ultimi tempi era più Bea a fare
questo genere di cose.
Wee
ragazza allora tutto bene? Com'era la città più romanica del mondo?
Domani voglio sapere tutto! Spero il prof non ti abbia fatto troppo
stancare ahahahah voglio i particolari! E non sperare di cavartela
dicendo che siamo a scuola!
Oddio domani
sarebbe stato davvero un interrogatorio, ne era certa. Scosse la
testa sorridendo, quelle erano completamente matte!
Uscì di casa con
il cuore leggero, senza nemmeno far caso che quel giorno i suoi
genitori erano a casa, cosa assai molto rara soprattutto alla
domenica. Prese il bus canticchiando un motivetto, erano davvero dei
giorni felici quelli, il viaggio le aveva fatto davvero bene,
staccare la spina e stare tranquilla con Francesco era quello di cui
aveva avuto bisogno.
Entrò
nell'appartamento salutando allegramente la nonna, che la guardò con
un sorriso.
-Ti sei divertita
molto, eh?- domandò con un'aria sorniona.
-Certo! È stato
davvero un viaggio molto... divertente e rilassante, la città mi è
piaciuta tantissimo- disse sorridendole felice.
-Mi fa piacere...
quindi non è il fatto che qualcuno ti ha accompagnato a farlo
diventare speciale-
Emma rimase
fulminata a quelle parole, la guardò con gli occhi spalancati,
allora forse lei davvero sapeva qualcosa? Sentì il panico
diffondersi in tutto il corpo, non voleva che sua nonna sapesse, cosa
avrebbe potuto pensare?
-I-io... nonna
c-che dici...?- borbottò arrossendo.
-Oh Emma, ti
conosco molto bene e so quello che dico, non ti ho mai vista così...
così felice, quasi brilli da quanto lo sei. L'amore, quello vero,
solo lui poteva farti questo effetto, sei splendida bambina mia-
pronunciò quelle parole con uno strano sguardo negli occhi, mentre
le accarezzava il capo.
-Nonna...- provò
a dire, ma lei non la fece continuare.
-Non ti devi
preoccupare. Sono tua nonna, certe cose le capisco non sono certo
arrabbiata perchè non mi hai detto niente. Sono felice invece,
felice che tu abbia trovato qualcuno di davvero importante, felice
perchè tu lo sei, e lo sei vero?-
Emma la guardò
con gli occhi un po' umidi, era davvero sorpresa che lei avesse
capito tutto, ma forse avrebbe dovuto aspettarselo, non era mai
riuscita a nascondere qualcosa a lei. Annuì abbracciandola, aveva
davvero la nonna migliore del mondo.
-Allora va bene,
non farti mai influenzare da nessuno, lotta per quello che credi e
poi lui mi sembra davvero preso da te, è un bravo ragazzo so che non
ti farà soffrire, o almeno non intenzionalmente-
-Nonna, tu...-
-Non sono mica
nata ieri tesoro! Cosa mai verrebbe a fare qui un ragazzo? Di certo
non per me! È stato davvero divertente vedere quali altre scuse
avrebbe inventato- rise l'anziana.
Anche Emma si mise
a ridere, in effetti non erano stati molto prudenti in quel senso, ma
non era più preoccupata, sua nonna l'appoggiava e lei era l'unica di
cui tenesse l'approvazione.
Proprio in quel
momento bussarono alla porta, sua nonna andò ad aprire e si trovò
davanti Francesco con in mano una tazzina.
-Ehm salve, ha per
caso un po' di zucchero?- disse lui cercando di non rivolgere subito
lo sguardo alla rossa.
La signora si mise
a ridere e lui la guardò imbarazzato senza capire, Emma guardava la
scena cercando di trattenere le risate che le stavano salendo.
-Certo, certo
vieni... questa volta hai proprio mancato di originalità
giovanotto!-
A quelle parole la
ragazza non si trattenne più e scoppiò a ridere, Francesco la
guardava interrogativo, ma lei non riusciva a parlare. Mentre
l'anziana era in cucina approfittò e le si avvicinò.
-Sono così
divertente?- disse sorridendo.
Lei annuì
sorridendo, con uno sguardo che quasi lo sfidava a dire il contrario.
-Sei buffissimo!-
-Ma sentitela!
Vedremo se sarò ancora buffo...- disse avvicinandosi sempre di più.
Ormai stavano per
baciarsi, ma sentendo che la nonna stava tornando si allontanò
subito. Emma dovette mordersi le labbra per non iniziare a ridere
ancora.
-Ecco qui lo
zucchero! Spero che la prossima volta sarai più creativo!- disse
strizzandogli l'occhio.
Francesco rimase
basito a quella, lentamente capì il perchè di quelle risate e di
quelle parole. Spalancò gli occhi e cercò di dire qualcosa ma gli
uscì solo un balbettio confuso.
-Si, si... adesso
vai, devo parlare ancora un po' con mia nipote!-
Emma rise ancora,
non l'aveva mai visto così imbarazzato, le sembrava addirittura che
le sue guance si fossero un po' colorate.
-Sei stata un po'
cattiva con lui nonna!- disse quando chiuse la porta.
-Ne sono
autorizzata! E poi siete stati insieme per ben tre giorni! E adesso
raccontami dove siete stati!-
Emma sorrise e
raccontò i posti che avevano visto, descrisse le meravigliose opere
che stavano al Louvre, dove aveva sempre voluto andare, la bellezza
di Versailles. Scoprì anche che sua nonna era stata a Parigi,
durante la luna di miele, ascoltò gli aneddoti e risero insieme
quando l'anziana le disse di come suo nonno avesse quasi fatto a
botte un artista parigino per lei.
Era ormai sera
quando Emma uscì dall'appartamento dell'anziana, la salutò con un
bacio sulla guancia e la promessa di andarla presto a trovare. Era
sul portone quando scese dalle scale Francesco, sembrava ancora un
po' imbarazzato per la scena di prima.
-Ciao...- disse
abbracciandola.
-Ciao!- lo salutò
lei con ancora quel sorriso divertito che non l'aveva lasciata per
tutta la giornata.
-Potevi anche
dirmelo che lei sapeva...- si imbronciò.
Emma rise ancora e
gli diede un piccolo bacio, era davvero divertente vedere la sua
reazione.
-Non lo sapevo
nemmeno io che sospettava, ma penso sia normale che abbia avuto dei
dubbi... però sono felice che l'abbia capito pensavo che potesse
disapprovare, ma invece mi appoggia... ci appoggia e non potevo
chiedere di meglio!-
Francesco sorrise
vedendola così sollevata, sapeva quanto l'opinione di sua nonna
contasse per lei, ne aveva avuto paura anche lui, ma non c'era più
niente di cui preoccuparsi.
-Ti accompagno a
casa!-
-Ok-
Uscirono dal
portone mano nella mano sorridendosi felici, sotto lo sguardo
soddisfatto della nonna che li osservava dalla finestra.
-Oddio! Che
bello!- esclamò Bea guardando la sua stampa di Parigi, era una
veduta notturna con la Tour Eiffel.
Anche le altre
erano molto contente dei loro regali, Ele aveva apprezzato la borsa
con scritto I love Paris e Alice una stampa del Moulin Rouge che le
piaceva tantissimo.
-Sono contenta che
vi piacciano- sorrise Emma vedendo di aver azzeccato i gusti.
Ma una volta
esaurita l'euforia dei regali ricordarono che la ragazza avrebbe
dovuto raccontare le avventure che aveva vissuto a Parigi.
-Su dai racconta!-
la esortò Bea mettendo il regalo nella cartella.
Erano negli
spogliatoi ed erano le ultime rimaste, non avrebbe avuto un aiuto
esterno sospirò rassegnandosi all'interrogatorio che di sicura
sarebbe stata vittima.
Anche le altre
iniziarono a insistere e lei raccontò cosa era successo, i posti che
avevano visitato, di quanto era bella Parigi. Le ragazze pendevano
dalle sue labbra, qualche volta la interrompevano con un commento
malizioso che la faceva arrossire e guardarle male per le risate che
suscitava.
-Sei davvero
fortunata Emma...- sospirò alla fine Ele.
-Già... vorrei
anch'io un regalo di compleanno del genere!- sbuffò Bea.
-Lo vorremmo
tutte- rise Alice.
-Forse è meglio
se scendiamo in palestra, prima che magari Santoro ci da una nota-
Andarono in
palestra dove c'erano anche i ragazzi che le salutarono in
lontananza, quel giorno avrebbero dovuto fare il salto in alto.
La mattinata passò
velocemente, quasi non si accorsero e già era suonata l'ultima ora.
Le ragazze si salutarono e ogni una prese la propria strada, Alice
prese il suo bus con uno strano presentimento, scosse la testa e si
mise le cuffie dell'iPod.
Arrivata a casa
andò in camera sua a sistemare la cartella e a cambiarsi, preferiva
stare comoda in casa e visti i nuvoloni che stavano coprendo il cielo
non sarebbe uscita, una fortuna anche perchè doveva continuare la
sua tesina. Dopo aver mangiato iniziò a pensare a cosa inserire,
rileggendo quello che aveva già messo. Era un'impresa e litigò
anche con suo fratello che continuava a imprecare contro un gioco
dell'x-box e la faceva distrarre, dopo poco infatti lo buttò fuori
di casa. Finalmente sola in casa ritornò ai suoi studi, dove passò
la maggior parte del pomeriggio.
Al primo tuono
sobbalzò e vide dalla finestra che aveva iniziato a piovere
stiracchiandosi si alzò dalla scrivania, per quel giorno aveva fatto
abbastanza andò in cucina a prepararsi una merenda veloce quando
suonarono al campanello, sperò con tutta se stesse che non fosse suo
fratello.
Andò ad aprire e
quello che si trovò davanti non era certo suo fratello, un Eric
decisamente fradicio la stava fissando sull'uscio di casa.
-Eric, cos...?-
non finì la frase che lui l'abbracciò stretta togliendole il fiato.
Sentiva la tuta
bagnarsi velocemente a contatto con i vestiti del ragazzo, ma non le
importava, era preoccupata dallo sguardo che lui le aveva rivolto
prima di abbracciarla. Quando finalmente la lasciò libera lei gli
prese il viso tra le mani scrutando a fondo i suoi occhi, ma lo
sguardo le sfuggiva.
-Eric... che
succede?- chiese preoccupata.
A quel tono il
moro non potè che guardarla, erano due pozze nere e disperate.
Capendo che qualcosa era successo lo tirò dentro casa e gli fece
cambiare i vestiti, non voleva certo che prendesse un malanno, gli
diede una tuta del fratello e una volta vestito con qualcosa di
asciutto lo portò in camera sua.
Seduti sul letto
prese tra le sue mani quella di lui e lo fissò intensamente.
Eric invece
guardava davanti a sé quasi non notasse che lei era lì al suo
fianco, iniziò a parlare con una voce che sembrava non
appartenergli.
-È stata una
bugia... una fottuta bugia...- mormorò.
-Cosa?- disse allo
stesso modo lei.
-Tutto!- sbottò
lui guardandola.
-Eric... se mi
spieghi cosa...-
-Non mi hanno mai
detto niente... e io ho dovuto scoprirlo adesso! Proprio adesso!
Quando... quando invece potevo saperlo prima, ho sprecato così tanto
tempo a sentirmi in colpa... per niente!-
Alice lo guardava
senza capire un bel niente, sembrava uscito di senno. Eric invece non
era dello stesso avviso, si avvicinò a lei e prendendole il viso tra
le mani e baciandola con una passione che non gli aveva mai visto,
che la tramortì tanto da farli cadere lungo stesi sul letto. Sentiva
le mani di Eric su di sé e non poteva che essere felice che anche
gli ultimi ostacoli tra di loro sarebbero stari superati, ma era
ancora turbata dalle sue parole, voleva sapere cosa fosse successo
per questo con sforzo titanico si staccò di lui.
-Eric!-
-Che c'è?- ansimò
lui guardandola interrogativo.
-Come che c'è!?
C'è che tu eri disperato tre secondi fa e adesso mi salti addosso!
Che è successo?- disse lei preoccupata.
Eric si mise a
sedere e anche lei lo seguì mettendogli una mano sulla spalla.
-Ali... io... mia
madre... non è mia madre- disse guardandola negli occhi.
-C-cosa?- sussurrò
la ragazza senza riuscire a capire, senza che riuscisse ad afferrare
il senso di quelle parole.
-Mia madre, la mia
vera madre, mi ha lasciato a mio padre appena sono nato. A quel tempo
usciva con tua zia, poi si sono sposati e lei mi ha fatto da madre,
non mi hanno mai detto nulla per non ferirmi penso...-
“Ma allora...
noi... non siamo...” pensò Alice mentre la sua mente lavorava
frenetica, mentre il suo cuore batteva all'impazzata.
Le prese il viso
tra le mani e la guardò negli occhi con uno sguardo smarrito, in
quel momento la ragazza si sentì in colpa, come poteva in quel
momento pensare a certi dettagli quando lui era evidentemente ferito
da quello che aveva scoperto. Posò una mano sulla sua e lentamente
scivolò tra le braccia e lo strinse forte per dargli conforto. Eric
appoggiò delicatamente la fronte sulla sua spalla, si sentiva vuoto,
quasi diciannove anni di bugie, come era possibile? Eppure...
Strinse Alice tra
le sue braccia, la trascinò con lui sul letto. Si misero una davanti
all'altro, stesi su un fianco, lei che gli accarezzava il viso mentre
lui la guardava.
-Sai... sono
ferito ma... anche felice- sussurrò Eric.
Lei lo guardò
negli occhi per capire se quello che stava dicendo fosse vero, vide
quegli occhi neri tristi, ma in qualche modo sereni, qualcosa che
nonostante le loro parole non aveva mai visto quando stavano insieme.
-Sono così...
sollevato... tu non sei mia cugina e io posso smettere di sentirmi in
colpa per quello che provo...-
Con gli occhi
pieni di lacrime Alice lo baciò e strinse forte a sé quel ragazzo,
che in tutti quegli anni aveva visto crescere, non era mai stato un
cugino per lei, prima era il migliore amico e poi... poi era
diventato il ragazzo che amava e avrebbe sempre amato.
In modo naturale,
quasi l'avesse fatto un milione di volte la fece scivolare sotto di
sé. Sentendo quel corpo contro il suo Alice pensò era giunto
finalmente il momento anche per lei di scoprire quel modo di amare.
Era imbarazzata? Impaurita? No... era così rilassata, sicura di
quello che voleva, forse un po' di paura la provava, ma era così
lieve da non essere nemmeno paragonata alle cose che stava provando
il suo cuore mentre Eric le sfiorava la pelle con le sue dita così
delicatamente...
I vestiti
scivolarono via, lentamente, sotto le mani Alice poteva sentire il
cuore di Eric battere forte, come il suo e sentì il calore e l'amore
e la dolcezza che non pensava di poter provare. I baci si facevano
più profondi come anche le carezze e finalmente diventarono
tutt'uno. Alice si sentiva sull'orlo di un baratro, ma non aveva
paura perchè c'era Eric con lei e sapeva che ci sarebbe sempre
stato.
Salve!!! Ecco il nuovo capitolo denso di novità! Il nostro prof
che ha portato Emma a Parigi... magari anche a me facessero certi
regali!! E per ultimo ma non meno importante la rivelazione di Eric,
lui e Alice non sono veramente cugini! Eh si... a dir il vero sono
stata molto indecisa su di loro ma penso di aver preso la decisione
giusta ;) Sto guardando e non mancano molti capitoli alla fine, nel
prossimo capitolo scoprirete molte altre cose xD
Al prossimo capitolo!
Baci^^