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Autore: Acquamarine_    16/02/2012    5 recensioni
[La storia si è classificata terza al contest "Tutti siamo stati bambini" di
Mary_Whitlock]
Ci sono persone che da bambine ridono sempre, altre che combinano disastri, altre che disegnano tutti il giorno e quelle che... vivono per spaventare le proprie sorelle!
Bellatrix cerca di spaventare le proprie sorelle con una storia ed un'atmosfera da brividi, all'inizio le due le daranno del filo da torcere. Riuscirà la piccola a spaventare le altre bambine?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andromeda Black, Bellatrix Lestrange, Narcissa Malfoy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Nome sul forum: Acquamarine_

Nome su efp: Acquamarine_

Rating: Verde

Personaggio scelto: Bellatrix Black; Accenno a Narcissa ed Andromeda Black.

Età scelta: Dieci anni

Breve riassunto: Bellatrix cerca di spaventare le proprie sorelle con una storia ed un' atmosfera da brividi, all'inizio le due le daranno del filo da torcere. Riuscirà la piccola a spaventare le altre bambine?

Avvertimenti: Missing Moment, One-shot (642 parole)

Introduzione: Ci sono persone che da bambine ridono sempre, altre che combinano disastri, altre che disegnano tutti il giorno e quelle che... vivono per spaventare le proprie sorelle!

Note: Storia scritta in pochissimo tempo ed a pochissimo dalla scadenza (mi sono iscritta ed ho consegnato in un'oretta circa), quindi non garantisco sulla qualità della storia v.v

Sono soddisfatta del lavoro e del terzo posto al contest "Tutti siamo stati bambini" di Mary_Whitlock, considerato il tempo gli ho dedicato, quindi spero piaccia anche a voi.

 

Ho voluto dare alle tre ragazze tre caratteristiche tipiche dei Serpeverde (o, almeno, che io credo tali, potrei sbagliarmi :D): a Narcissa il voler sempre ottenere ciò che vuole, a Bellatrix il cercare di aggirare i pericoli ed accontentare coloro che “hanno il coltello dalla parte del manico” (la marmocchia bionda, in questo caso) per salvarsi la pelle, e ad Andromeda il cercare di porre rimedio alle situazioni che potrebbero nuocerle (il correre dietro a Narcissa, per intenderci).

Con questa spiegazione non si capisce un tubero, quindi vi lascio alla lettura, scoverete voi eventuali caratteristiche :D

Spero vi piaccia!


                                             


 

La bambina ghignò maleficamente, mentre le sue sorelle si sedevano per ascoltarla.

«Allora, Bella, questa storia?» domandò Narcissa, di sei anni.

«Sì, sentiamo» continuò Andromeda, otto anni ed un odio-amore verso la sorella maggiore.

Bellatrix, dieci anni, si avvicinò alle finestre e tirò le tende.

La stanza cadde nella penombra, non fosse stato per due candele poste ai lati opposti della camera sarebbero state al buio.

La bambina si avvicinò poi ad una delle due fonti di luce e vi soffiò sopra, percorse la stanza e prese l'altra fra le mani poggiandola poi sulla scrivania in legno d'acero, proprio di fronte alle sue sorelle.

«Bella, è necessario tutto questo? Io ho paura del buio!» si lamentò la piccola Narcissa.

«Non ti preoccupare, Cissy. È tutta scena. Vuol dire che questa famosa storia non fa tanta paura!» la rassicurò Andromeda.

Bellatrix ghignò e, approfittando della grande ombra che si rifletteva sulla parete, domandò a sua sorella: «Ne sei proprio sicura, Dromeda?»

Cissy gridò, spaventata dal mostro riflesso sulla parete che man mano diveniva sempre più grande.

«C'era una volta una signora...» cominciò allora la decenne.

«Che vendeva caramelle?» chiese sarcastica Andromeda.

Bellatrix si schiarì la voce e continuò, ignorando la sorella minore.

«Una signora che abitava una grande casa situata su una grande e buia collina...»

«E perché abitava sulla collina?» chiese Narcissa.

Bella ghignò.

«Perché era... morta!» gridò, spaventando la piccola che si alzò di scatto.

«Cissy, vieni qui, non darle retta! Non era morta, vero Bella?” disse Andromeda, guardando sua sorella e mandandole segnali con gli occhi, sebbene ella non potesse vederla.

«Sì che era morta» continuò Bella ridendo.

«Mamm-» cercò di chiamare la bambina, ma le sorelle le gridarono «Zitta!»

Se la madre le avesse trovate a parlare di certe cose, infatti, le avrebbe messe in punizione.

Il che significava che Andromeda e Bellatrix, a prescindere da ciò che in realtà stessero facendo, per aver spaventato la piccola di casa avrebbero dovuto fare le cose più impensabili, tipo studiare.

Rabbrividirono al solo pensiero.

«Va bene, va bene... non era morta, contenta?» si affrettò a dire Bella.

Narcissa si sedette soddisfatta.

«C'era una volta una signora che...» cominciò a raccontare, lievemente a disagio.

Come poteva lasciarsi abbindolare da una nanerottola?

«Che cavalcava unicorni rosa!» terminò Andromeda, un po' per aiutare la sorella maggiore, un po' per metterla in difficoltà.

Si guadagnò, infatti, un'occhiata penetrante ed assassina.

«Una signora che cavalcava unicorni rosa» ripeté in modo più convincente che poté, accettando la sfida di Dromeda.

«Un giorno passeggiava tranquillamente nel giardino della sua lussuosissima e coloratissima villa» continuò, cercando di accontentare la piccola.

«Ed incontrò un giovane ragazzo biondo e con gli occhi grigi che era innamorato di lei?» chiese la minore delle sorelle Black con gli occhi che luccicavano.

«No!» gridò Bellatrix. Non stava già rovinando la sua bellissima storia abbastanza?

«Mamm-» cominciò a piagnucolare Narcissa.

«No, no, come vuoi! E il giovane le regalo tanti cioccolatini al cioccolato bianco! No, no, cioccolato fondente!» riparò la situazione la maggiore.

Narcissa si sistemò, ancora più soddisfatta di prima.

«E si... baciarono?» chiese arrossendo un pochino.

A quel punto Bellatrix non resistette più e scoppiò.

«No, non si diedero nessun bacio. Non ci fu nessun principe azzurro. Niente di niente. Lei cadde da uno dei suoi cavalli con le corna e morì e lui si spiaccicò contro un muro dopo essersi guardato allo specchio, contenta?»

Narcissa si alzò e scappò fuori dalla stanza, chiamando la madre a gran voce e piangendo.

Andromeda si alzò gridando alla sorella parole di conforto e pregandola di non chiamare Duella, la madre, se davvero voleva loro bene.

Bellatrix, rimasta sola, non pensò minimamente a sua madre.

Al contrario si lasciò cadere sul letto e scoppiò a ridere, mentre la candela si consumava e la lasciava nel più completo buio.

Aveva avuto il suo lieto fine, cos'altro contava?

   
 
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