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Autore: emme30    16/02/2012    9 recensioni
I pensieri di Kurt dopo la festa di Sugar su alcuni dolcetti e un ammiratore non più tanto segreto.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dave Karofsky, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I Think I Love You.

Kurt guardò la scatola di cioccolatini a forma di cuore appoggiata sul letto esattamente davanti a sé. Raccolse le gambe al petto e appoggiò il mento sulle ginocchia, sospirando leggermente e perdendosi nelle decorazioni di quel semplice involucro di cartone.

Era tornato a casa dal party di Sugar da un'ora ormai, Blaine lo aveva accompagnato e nel viaggio di ritorno si erano potuti dire tutto quello che si erano persi quella settimana. Era contento si fosse presentato al party di San Valentino, anche avrebbe preferito che la prima cosa che avesse fatto invece di mettersi a cantare fosse stato un abbraccio, gli era veramente mancato quella settimana e sebbene fino all'ultimo aveva pensato che l'ammiratore fosse lui...

Credo di amarti.”

Blaine gli era decisamente mancato, anche se fino a un paio di ore prima pensava che tutte le attenzioni che aveva ricevuto quella settimana fossero frutto dell'amore del suo ragazzo. In fondo era una cosa che Blaine avrebbe potuto fare, non ci sarebbe voluto nulla noleggiare un costume da gorilla e fargli avere tutte quelle piccole romanticherie che gli avevano sciolto il cuore e facendolo innamorare giusto un po' di più dell'idea dell'amore.

Ma quando l'identità del gorilla era stata rivelata, beh, quella sì che era stata una sorpresa, perchè mai si sarebbe aspettato che Dave Karofsky potesse provare dei sentimenti per lui. Non dopo quello che era successo, non dopo le spinte, non dopo la minaccia, non dopo avergli fatto cambiare scuola perchè non si sentiva al sicuro.

Ma la persona che aveva fatto quelle cose era il vecchio giocatore di football, quello era Karofsky, il bullo che la sua giacca letterman rossa che camminava a testa alta, fiero di essere un comune adolescente americano medio: etero, sportivo e con tanti amici con cui poteva prendere di mira i più deboli. Quella era la persona che aveva odiato di più in vita sua, l'unica persona in grado di poterlo spaventare con uno sguardo.

Ma la persona che che aveva visto spuntare dal costume da gorilla un paio di ore prima non era la stessa che lo spingeva contro gli armadietti. Il ragazzo che gli aveva sorriso imbarazzato era Dave, non aveva in dosso la sicurezza di una giacca letterman, ma la vulnerabilità di un costume noleggiato per l'occasione, non aveva le spalle coperte da un manipolo di amici, era solo lui con il suo sorriso e quell'espressione speranzosa.

Kurt non l'aveva quasi riconosciuto. Sebbene l'avesse visto allo Scandal un paio di mesi prima e ogni tanto si chiedesse che fine avesse fatto, non aveva mai pensato di poterlo rivedere.

E invece eccolo lì di fronte a lui, con indosso uno stupido costume sintetico, un timido sorriso in volto e l'espressione più vulnerabile che gli aveva mai visto fare.

Era così diverso, così strano, così... impossibile.

Credo di amarti.”

Kurt sospirò di nuovo e lentamente allungò una mano verso la scatola di dolcetti, la aprì nel silenzio della sua camera e ne prese uno. Se lo portò davanti al viso, guardandolo un attimo prima di metterlo in bocca e dargli un piccolo morso.

Dolcissimo. Non si sorprese del fatto che fossero i preferiti di Dave. Quello che lo sorprese fu quanto ancora stava pensando alla conversazione avuta con lui al tavolo di Breadstix dopo aver scoperto che lo aveva corteggiato una settimana con dolci e biglietti.

Non l'aveva ancora realizzato bene, ma alla fine quello era: Dave Karofsky, suo ex bullo che gli aveva reso la vita un inferno lo aveva corteggiato in un modo assolutamente dolce e romantico per una settimana intera, noleggiando un costume da gorilla e mandandogli frasi mielose e stucchevoli. Era anche abbastanza normale non crederci, anche perchè non l'avrebbe mai creduto capace di gesti simili.

Credo di amarti.”

Quelle tre parole poi, non riusciva a smettere di pensarci. Lo avevano sconvolto non poco, e non ci credeva. Non poteva crederci, non poteva credere al fatto che Dave si fosse innamorato di lui, non dopo due minuti di chiacchierata in uno squallido gay bar mesi prima. Non avevano mai parlato di qualcosa che non fosse la situazione del bullismo, non sapeva nulla di lui, non si conoscevano per niente e forse non avevano assolutamente nulla in comune.

Forse era per quello che aveva scritto quel “credo”. Forse Dave si era solo preso una cotta per lui per come l'aveva visto quella sera.

A meno che.

Dave non aveva confermato che era dalla sera allo Scandal che si era innamorato di lui. Aveva detto che da quella sera non aveva pensato ad altro che volerlo chiamare. Che avesse cominciato a provare quei sentimenti per lui prima di vederlo in quel bar quella sera?

No, non era possibile. Non era assolutamente concepibile una cosa simile. Non poteva essere vero.

E perchè avrebbe cominciato a pensare a lui da quella sera? Cosa era successo allo Scandal da fargli cominciare a pensare che avrebbe potuto fare un qualche tipo di mossa?

Kurt ingoiò l'ultimo pezzo di dolcetto prima di prenderne un altro e appoggiare di nuovo il mento alle ginocchia, cercando di ricordare quella sera che per un po' aveva cercato di rimuovere. E poi gli venne in mente.

Dave si era avvicinato per parlare con lui quando Blaine era a ballare con Sebastian, nel momento in cui Kurt era solo e depresso al bancone che guardava il suo ragazzo ballare con quella sgualdrina.

Quella era la sera che aveva litigato con Blaine per via di Sebastian, quella in cui il suo ragazzo aveva cercato di fare sesso con lui in uno squallido parcheggio troppo ubriaco.

E se Dave avesse notato la sua impressione infastidita al bar e avesse visto la scena della macchina? E se avesse cominciato a pensare che il suo rapporto con Blaine fosse in crisi? In fondo non andava più al McKinley, non aveva prove dirette che loro due stessero bene insieme e che si cantassero duetti romantici. Per quello che ne poteva sapere potevano anche essersi lasciati.

E Kurt quella settimana non lo aveva aiutato, anzi, aveva reso le cose peggiori; aveva accettato tutti i suoi biglietti, i suoi regali, tutte le piccole cose che aveva fatto per lui e aveva addirittura acconsentito a vederlo prima della festa di Sugar. Dave aveva tutte le ragioni del mondo per pensare che le cose tra lui e Blaine andassero male, non poteva sapere che Kurt immaginava ci fosse Blaine dietro il suo ammiratore segreto, come avrebbe potuto? Non aveva neanche visto Blaine al McKinley visto che era a casa malato. Se era vero che si era preso una cotta per lui non avrebbe mai pensato a qualcosa di negativo se lui non rifiutava i suoi bigliettini.

Dave avrebbe potuto immaginare che le cose tra me e Blaine non andavano, realizzò allungando il braccio e prendendo un altro dolcetto per portarselo alle labbra.

A Kurt si strinse la gola quando capì che ciò che aveva fatto Dave era qualcosa di veramente impressionante. Il corteggiamento, i bigliettini, il costume, non erano nulla in confronto al fatto che si era tolto la maschera da gorilla e aveva rivelato il suo volto in un luogo pubblico quando era ancora segregato dentro l'armadio.

Gli aveva dato un bigliettino con su scritto “credo di amarti” in un ristorante, ristorante che era semivuoto, ma sarebbe potuto arrivare chiunque da un momento all'altro, ristorante che tutti i suoi amici conoscevano e frequentavano. Quello non era un piccolo passo, quello era un salto in avanti con tanto di rincorsa.

E Kurt non ci credeva, non riusciva ancora a pensare in modo razionale che quel Dave Karofsky avesse fatto una cosa simile, si fosse esposto in quel modo. Gli aveva pure preso la mano.

Credo di amarti.”

Kurt sentì il cuore battere un po' più forte quando ci ripensò, perchè sul momento non era riuscito a capire bene cosa volesse dire quel gesto, si era solo preoccupato di non illuderlo ancora di più, facendo scivolare via la sua mano da quelle grandi e calde di Dave.

Si rese conto in quell'istante che un ragazzo gay completamente nell'armadio gli aveva preso la mano in un luogo pubblico. Si era allungato verso di lui e aveva dimostrato con quel piccolo gesto l'affetto che provava nei suoi confronti.

Lo aveva fatto per lui, aveva messo a rischio la sua posizione nascosta e sicura per fargli vedere che teneva veramente a quei sentimenti che Kurt non riusciva a credere fossero reali. Una dimostrazione così sentita che quasi faceva male pensare che Blaine non lo teneva per mano nei corridoi e non era riuscito a dargli più di una pacca sulla spalla quando gli aveva portato i fiori per il suo ruolo di Tony in West Side Story.

Quello non era lo stesso Dave Karofsky che nell'ufficio del preside Figgins gli aveva detto “non sono sicuro di essere gay”, quello era un ragazzo sicuro di cosa volesse, sicuro di volere Kurt e nessun altro.

Quello era un ragazzo che non aveva avuto problemi a fargli passare una settimana di San Valentino immerso in attenzioni zuccherose. Attenzioni che era riuscito a fargli avere solo ed esclusivamente attraverso un costume sintetico, ma alla fine la maschera era venuta via, no?

In fondo avrebbe anche potuto non dirgli chi fosse, avrebbe potuto fare tutto in segreto, lasciargli una lettera, un biglietto, un qualcosa di più semplice che mostrarsi in pubblico vulnerabile e con il cuore in mano.

Credo di amarti.”

Kurt prese un altro dolcetto e sospirò. Era stato difficile dire “io sto con Blaine”, perchè Kurt era davvero orgoglioso di dove era arrivato. Era cosciente del loro burrascoso passato, ricordava sempre quello che Karofsky che gli aveva fatto, ma ricordava anche le scuse di Dave e il suo volto coperto di lacrime in un corridoio deserto. Quella mattina di quasi un anno prima aveva visto quanto il rimorso lo stava consumando, e lo aveva rivisto nei suoi occhi anche quella sera quando aveva elencato tutti i motivi per cui sarebbe stato praticamente impossibile che Kurt avesse voluto stare con lui. Aveva visto il dispiacere in quelle iridi chiare, riuscì a ritrovarci la sincerità dello scorso maggio, riuscì a vedere il desiderio di voler cancellare tutto e ricominciare da capo. Era lì, vivido e impresso in quegli occhi adoranti.

E sapeva che stava per spezzargli il cuore, lo sapeva benissimo, ma non poteva fare altro. Sebbene non credeva davvero che lo amasse, forse almeno un piccola cotta c'era e con quelle parole era sicuro che non avrebbe ottenuto nulla di buono, era sicuro che lo avrebbe fatto scappare via. Un'altra volta.

Kurt si portò un altro cioccolatino alle labbra, ignorando il fatto che si stesse mangiando praticamente tutta la confezione da solo, incrociò le gambe e appoggiò la schiena alla testata del letto appoggiando un dito alle labbra e masticando piano.

Diede un'occhiata alla scrivania e alla pila di bigliettini ricevuti in quella settimana. Gli venne quasi da sorridere, ma non lo fece. Kurt era un fanatico del romanticismo, di tutte quelle cose tremendamente dolci da far venire il diabete, ed era principalmente per quello che aveva apprezzato così tanto tutte quelle attenzioni. Quando il gorilla si era presentato la prima volta in mensa aveva detto a Puck che per colpa del suo comportamento stava rinunciando al Vero Amore.

E senza accorgersene si era riferito a Dave con quella frase. Pensava fosse Blaine, ma non lo era. Blaine non aveva fatto nulla la settimana di San Valentino, si era presentato tardi al party di Sugar e aveva cantato una canzone. Il solito, insomma. Non si sarebbe aspettato altro da quel suo animale da palcoscenico del suo ragazzo, però in quel momento, facendo il paragone di cosa aveva fatto Blaine per San Valentino e quello che aveva fatto Dave...

Poteva anche non conoscerlo, potevano anche non avere nulla in comune, poteva anche essersi comportato da bullo con lui e avergli fatto passare un periodo infernale, ma nessuno aveva mai fatto qualcosa di così romantico per lui. Nemmeno Blaine.

Kurt cominciò a pensare come sarebbe potuto essere se invece di aver conosciuto Karofsky avesse incontrato Dave. Forse, in un altro universo Dave si sarebbe presentato con qualche scusa ridicola, forse sarebbero stati nella stessa classe per qualche lezione e avrebbe usato la scusa dello studio o magari del Glee cub.

Forse l'avrebbe corteggiato come aveva fatto quella settimana, magari l'avrebbe invitato da Breadstix e gli avrebbe preso la mano come quel pomeriggio, con l'unica differenza che Kurt non l'avrebbe ritirata. Forse l'avrebbe stretta, l'avrebbe guardato con un sorriso e le guance rosse. Avrebbe potuto conoscere la persona dietro a quella giacca letterman e quegli occhi chiari. Chissà se avrebbero avuto delle cose in comune, chissà di cosa avrebbero potuto parlare insieme, chissà come sarebbe stato essere amici o addirittura fidanzati se Dave avesse avuto il coraggio di uscire dall'armadio per lui.

E se quella sera invece di dirgli “io sto con Blaine” gli avesse detto “mi piacerebbe molto”, Dave avrebbe fatto coming out per lui? Per poter stare insieme in pubblico, per stringergli la mano come aveva fatto su quel tavolo di legno scuro in bella vista? Kurt aveva paura di sapere la risposta, aveva paura a pensare che quello che lui si rifiutava di vedere fosse un sentimento così grande da portarlo a compiere un passo così enorme.

Ma dopotutto non l'avrebbe mai saputo. Dave era scappato, era uscito in lacrime dopo avergli detto quella cosa dei dolcetti con quel tono quasi spezzato dal pianto e aver visto quell'idiota che molto probabilmente aveva capito tutto. Non gli era neanche importato mettere bene in chiaro quella cosa che voleva tanto nascondere, si poteva leggere l'insicurezza sul suo volto mentre provava a dire che non era come sembrava.

E poi era andato via, anche se Kurt l'aveva pregato di restare lì. Era scomparso così, esattamente nello stesso modo in cui era piombato nella sua vita quella sera.

Kurt guardò l'ultimo dolcetto nella scatola, si allungò per prenderlo, ma a metà strada ci rinunciò. Lo fissò per un attimo e subito dopo chiuse lo scuro contenitore di cartone.

Sapeva che sebbene l'ultimo dolcetto fosse stato dolce come tutti gli altri, gli avrebbe lasciato un gusto amaro sulle labbra.

 


Non credo che mi riprenderò mai da quella scena. Era troppo perfetta e mi ha letteralmente devastata.
Questo è quello che ne è uscito, il prompt è della mia metà, voleva qualcosa “che ti strappa via il cuore dal dolore”, spero di essere riuscita nell'impresa, e se non ci sono riuscita capitemi, io sto ancora a disperarmi su quei tre minuti di scena perfetta.
Grazie a chi ha letto <3
Marti

 

PS. Potete trovare la Marti su Facebook QUI.

   
 
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