Fumetti/Cartoni americani > Sandman
Ricorda la storia  |      
Autore: CieloAmaranto    16/02/2012    3 recensioni
Ma tutto questo, Alice non lo sa.
Song-fic ispirata all'omonima canzone di De Gregori.
Genere: Mistero, Song-fic, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Alice guarda i gatti e i gatti guardano nel sole mentre il sole sta girando senza fretta.

Irene s'accende una sigaretta, mentre si guarda nello specchio. Inala lentamente, godendosi il sapore acre del fumo che scende lungo la gola, che arriva nei polmoni, dolce veleno volatile. Le sue labbra rosse lasciano una piccola impronta sul filtro. Si sente tranquilla, nonostante tutto. Forse, semplicemente non ha più la forza di gridare. Il suo matrimonio è finito, finito per sempre, anche se tutti fanno finta di nulla e festeggiano. Finito, quel matrimonio che avrebbe dovuto essere appena cominciato. Fissando la propria immagine di bianco vestita, Irene continua ad avvelenarsi, senza fretta, voluttuosamente. Vuole solo annullarsi in pigre spirali leggere. Forse prima o poi la sofferenza finirà.
Dall'altro lato dello specchio v'è un regno grigio, come il fumo che Irene aspira a lente boccate. Disperazione può vedere i polmoni della donna assorbirlo come piccole spugne nere, tanto belle, vittime del dolore per un amore concluso, per un cuore spezzato. Può vedere il bambino nel grembo di Irene prendere il veleno dalla madre.
Ogni volta che da quella bocca rossa esce dolore in piccole volute grigie, l'uncino di Disperazione lascia un segno.

Quattro piani più sotto, la festa è colma di luci e colori e musica, scintillii e passioni. La sposa non è presente, ma tutti fingono di non vedere. Era stata loro promessa, questa festa. Era quello che realmente volevano. E Lilì Marlene, bella più che mai, sta sorridendo dolcemente, le labbra dipinte di rosso appena incurvate, ammalianti, labbra da baciare. L'uomo ha appena lasciato sua moglie, s'erano appena sposati, che importa? Già durante la cerimonia aveva visto l'altra, aveva capito che stava facendo un errore, che non poteva lasciarsi incatenare solo perché la sposa aspettava un figlio. Lo sposo desidera Lilì Marlene, la desidera con il cuore. Lei lo sa e si lascia guardare. Risponde enigmatica quando lui le chiede l'età. È il segreto più sacro di ogni donna, e non sta a lei svelarlo.
Anche Desiderio si sta divertendo, a questa festa. Ancora una volta ha favorito la sua amata gemella, e ne è felice. Ammira la donna che sorride, la bocca a forma di cuore, una delle sue creature, dolorosa e amabile, dolce e crudele. Quando l'uomo bacia quel bel cuore rosso, Desiderio alza i calici e i suoi occhi dorati scintillano. Lentamente, si dirige verso l'uscita.
Sua sorella lo segue.
Ma tutto questo Alice non lo sa.

Alice guarda i gatti e i gatti muoiono nel sole mentre il sole a poco a poco s'avvicina.

Piove davvero forte e i rumori della festa s'odono appena, mescolati allo scrosciare dell'acqua. I marciapiedi e le strade sono specchi lucidi e vuoti in cui Cesare guarda la propria patetica immagine riflessa. Il suo amore è là, alla festa. Sono sei ore che lui l'aspetta, ma lei non arriva. Potrebbe aver trovato un altro, e ora star ballando con lui, le sue gambe lunghe che si muovono aggraziate a tempo di musica nella sala illuminata e calda, completamente dimentica del suo amante che, poco lontano, aspetta… Cesare sa che dovrebbe andarsene. Evidentemente il ricevimento per quel maledetto matrimonio è più lungo di quanto lui e la sua ballerina avevano previsto. E lui non è stato invitato, inutile cercare d'intrufolarsi, fradicio e grondante, in quella festa per gran signori. Il tram di mezzanotte è passato da un pezzo. Dovrà andare a piedi, con gli occhi fissi sullo specchio d'acqua, il cuore colmo d'amore e di lacrime…
Desiderio gli passa accanto, con passo leggero. La sua figura dolorosamente bella si riflette nelle pozzanghere e sull'asfalto lucido di pioggia. L'immagine è grigia e flaccida, altrettanto dolorosamente orrenda.
I due fratelli s'allontanano pur restando nel cuore di Cesare. Ma tutto questo Alice non lo sa.

"Ma io non ci sto più!" gridò lo sposo. Gli invitati si guardarono con sgomento.
"Lo sposo è impazzito" sussurrò qualcuno.
"Oppure ha bevuto"azzardò un altro, fissando Irene, la sposa che aspetta un figlio e che alle parole del marito stava sgranando gli occhi azzurri e incurvando le labbra dipinte di rosso in una smorfia costernata. Lilì Marlene sorrise mentre lo sposo rincarava la dose.
"I pazzi siete voi!" gridò con ira.
Delirio ridacchiò. Amava i matrimoni, il tulle ha un buon sapore, oltre alle torte e ai dolci e alla musica che sa di sciroppo. Desiderio l'aveva invitata, aveva detto che ci sarebbero stati i palloncini, le torte e la musica. Delirio aveva lasciato il suo regalo e s'era seduta in fondo, ad aspettare che la festa iniziasse, masticando parole e pensieri. Però era stato tutto piuttosto noioso, almeno fino a poco prima…ma da qualche minuto la gente si stava divertendo un mondo, tutti parlavano e si agitavano, e pensavano dietro a quei cappelli cose che osavano appena sussurrare. Delirio s'alzò e s'avvicinò agli sposini. Finalmente comincia la festa.
Ma tutto questo Alice non lo sa.

Alice guarda i gatti e i gatti girano nel sole, mentre il sole fa l'amore con la luna.

Continua a piovere, ma il ricevimento sta ormai finendo, gli invitati cominciano a lasciare, controvoglia, il loro sfavillante rifugio. Nemmeno notano il mendicante arabo seduto poco lontano dall'ingresso del palazzo. Del resto, lui sta lì, senza chiedere nulla, né cibo né soldi, semplicemente fissando questa gente ben vestita e asciutta lasciare il proprio mondo dorato per immergersi nel grigiore e nell'oscurità della notte, le loro belle scarpe inzaccherarsi, i loro cappotti alla moda infradiciarsi.
"Non hai freddo?" La ragazza è uscita dal palazzo con gli altri, ma non è una di loro. Sembra una giovane piuttosto eccentrica, con i capelli neri ritti in testa e gli stivaloni, un trucco nero molto pesante attorno agli occhi chiari. Il mendicante scuote la testa. Non ha freddo ed è soddisfatto così. Lei gli si siede accanto, incurante dell'asfalto impregnato di acqua e lordura. "Mi piace il tuo cappello, sai? Cosa contiene?" dice la ragazza. Anche lei porta il cappello. Una tuba nera. L'arabo si chiede come abbia fatto a non accorgersene prima. Ma il suo più grande stupore è nel sentirsi chiedere del suo portafortuna. Ora sa chi è quella ragazza e sorride. Sì, è davvero un portafortuna. Capita una sola volta nella vita d'incontrare una come lei.

Alice distoglie lo sguardo dai gatti, dal sole e dalla luna, e li posa sull'uomo vestito di nero che li sta fissando con lei.
"I gatti sono gli animali più belli di tutti, vero?" domanda la ragazza. "Sembra sempre che sappiano quello che stai pensando, che vedano quello che tu non vedi."
"È così" risponde l'uomo. È pallido e bello, nei suoi occhi neri brillano galassie. Alice pensa di esser molto fortunata ad aver potuto dividere con lui quello spettacolo meraviglioso.
"Sono felice" dice. Non le capita spesso.
"Allora resta." Lui le prende la mano, e lei sente che potrebbe restare lì per sempre, ad osservare il sole e la luna, i gatti e la loro danza, con lui. Lo vorrebbe davvero. Sa che lui si sente solo almeno quanto lei.
"Non posso. Non io. Ma domani tornerò. Qui mi sento a casa."
Sogno le lascia la mano e annuisce.
"Qui sarai sempre a casa."

Il libro di Destino si chiude lentamente. Tutto questo, Alice, non lo sa.

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Sandman / Vai alla pagina dell'autore: CieloAmaranto