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Autore: yeahbuddie    16/02/2012    6 recensioni
A quanto ho visto nelle altre fan fiction/os/quel che sono, qui ci andrebbe un pezzo della storia ahahah ma io sono stupida e quindi ci scrivo da me (?) vabè, è la mia prima oneshot e so benissimo che fa alquanto cagare, ma mi è venuta in mente ieri sera e l'ho scritta e finita subito, perciò spero vi piaccia almeno un po' :)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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love me or hate me, it's still an obsession
love me or hate me, that is the question.
lady sovereign - love me or hate me



“It’s everything about you.”
Quel messaggio continuava a ronzarmi in testa, mentre correvo in fretta e furia per arrivare in tempo a scuola, anche se mancavano solo due minuti all’inizio delle lezioni. 
Il cielo quella mattina era cupo, c’erano nuvoloni che segnavano l’arrivo della pioggia, per cui dovevo affrettarmi se non volevo finire sotto l’acquazzone. 
Salii le scale inciampando nei miei piedi, pregando mentalmente di non cadere rotolando giù per esse, e non appena arrivai davanti alla mia classe spalancai la porta, che era appena stata chiusa. 
«Questa è la prima e l’ultima volta che l’ammetto nella mia classe, signorina Jones.» Neanche avesse gli occhi dietro la testa, il supplente mi rimproverò con quel suo solito tono da superiore, che tanto odiavo. Speravo che la prof. Flack tornasse presto: almeno con lei mi sarei divertita a prenderla per il culo, mentre se ci avessi provato con lui beh, sarei finita in presidenza in men che non si dica, e se fossi stata sospesa o espulsa, avrei potuto dire addio alla mia vita e benvenuto alla mia asocialità. 
“Voglio, voglio, voglio..” era quel che il professore stava scrivendo alla lavagna, sotto un “tema” scritto a caratteri cubitali. Perfetto, oltre ad aver fatto tardi, dovevo pure spremere le meningi per buttar giù un tema decente.
Mi sedetti al mio solito banco, al centro dell’ultima fila, e non appena tirai fuori un quaderno e una penna dalla borsa a tracolla, un bigliettino atterrò sul mio banco. Lo presi, e lentamente lo aprii, nascondendolo sotto il banco. 
“I want, i want, i want to be loved by you.”
Non feci in tempo ad elaborare quella frase che subito i miei occhi partirono per la classe, alla ricerca del destinatario. Tutti i miei compagni erano alle prese con il tema, a parte James che era intento ad attaccare una caccola sotto il banco. Feci una smorfia di disgusto, e continuai con la ricerca senza però risultati. Erano tutti seduti al loro posto, con la testa tra le mani a cercare un argomento su cui scrivere. Zayn era al primo banco, per cui non avrebbe potuto mandarmi quel biglietto neanche a pagarlo, e oltretutto non ci parlavamo da un po’, per cui era stupido pensare che fosse lui il destinatario di tutti quei messaggi.
Da una settimana a quella parte, qualcuno aveva iniziato a mandarmi strani messaggi, e per strani intendo romantici. Nessuno di essi era mai stato firmato, e anche se all’inizio l’avevo trovato carino, al quarto mi ero già stancata di tutto quel mistero. Avevo trovato messaggi anonimi sul cellulare e biglietti ovunque: nell’armadietto, sulla porta di casa, sotto il banco, nello zaino e in tanti altri posti. Ne avevo perfino trovato uno nella scatola dei cereali, il che mi aveva fatto pensare subito a Zayn, ma come già precisato, non ci parlavamo da un po’, dal nostro ultimo litigio.
Continuai la mia ricerca, e non appena notai un movimento con la coda dell’occhio, mi voltai verso la persona – Harry – che si grattava la testa, cercando di scrivere qualcosa.
C’erano parecchi ragazzi carini nella mia classe, per cui mi sarebbe andato bene chiunque di loro, ma odiavo tutto quel mistero. Perché non si faceva avanti e basta?
Quando suonò la campanella che segnava la fine dell’ora, consegnai il compito e quasi corsi fuori dall’aula, andando verso l’armadietto in cui ovviamente, trovai un foglio spiegazzato, fissato tra il mio e quello accanto. Lo presi, e senza aprirlo, digitai la combinazione sull’armadietto, prendendo i fogli che dovevo fotocopiare – in quanto mi erano stati assegnati come “aiutante” dell’organizzatrice della festa di Natale – e dopo averlo richiuso, mi affrettai verso l’aula informatica, che era tappezzata di volantini e addobbi natalizi, tra cui vari vischi.
Mi avvicinai alla prima fotocopiatrice, e dopo averci messo i fogli e spinto il tasto che l’avrebbe fatta partire, aprii il biglietto che tenevo ancora in mano. 
“From the moment I met you, everything changed.”
Oh, beh, avrò mai il piacere di incontrarti anch’io? Sbuffai, accartocciando il biglietto per buttarlo, ma quando mi avvicinai al secchio la luce si spense, lasciandomi così nel pieno dell’oscurità.
«Chi c’è?» Chiesi scocciata, guardandomi intorno stupidamente, dato che era così buio da non riuscire a vedermi nemmeno le scarpe. C’era solo una piccola finestra alla fine dell’aula, ma era alla fine, appunto, per cui la luce non filtrava fino al punto in cui ero io, data la grandezza della stanza. 
Forse però era semplicemente saltata la luce; con i nuvoloni di quella mattina molto probabilmente aveva già iniziato a piovere, o forse a diluviare, per cui poteva capitare un piccolo black out. 
Mi voltai verso la fotocopiatrice, che doveva quasi aver finito di stampare, nonostante non riuscii a vederla, e nello stesso momento in cui si inceppò, si riaccese la luce.
Diedi una leggera botta a lato della macchina, e questa ripartì subito, finendo di fotocopiare gli ultimi fogli. 
Sentii due mani cingermi i fianchi, e sussultando, mi voltai subito per affrontare chiunque fosse così coglione da farmi rischiare un infarto, che quasi mi venne davvero quando vidi che la persona in questione era Harry. Styles. Harry Styles. Ma che voleva? E cos’era quella vicinanza? Non eravamo ancora in così buoni rapporti da essere abbastanza in confidenza.
Era troppo, troppo vicino. Sentivo il suo respiro sul viso, e i suoi occhi verdi trapassarmi.
Alzai lo sguardo, fissandolo in quei suoi occhi splendidi, e notai solo in quel momento che erano di un colore tra il verde giada ed il grigio, e sembravano quasi trasparenti.
Le sue mani erano ancora sui miei fianchi, ma stranamente, mi piaceva quel contatto. 
Cercai comunque di tornare in me, nonostante mi mancasse il respiro sotto quel suo sguardo penetrante, e tentai di assumere un tono più duro possibile.
«Che diavolo ci fai tu qui?»
Lui sorrise, mostrando le fossette che gli davano un’aria da bambino. Se non fosse che io odiavo lui e che lui odiava me, e che ci eravamo sempre dati contro dal primo momento in cui ci eravamo conosciuti, quelle fossette avrebbero potuto far colpo su di me quanto lo facevano sulle altre ragazze. 
«Volevo vederti.» Rispose con la sua voce roca, con un tono un po’ troppo malizioso.
La luce era fioca, ma riuscivo comunque a vederlo chiaramente, come riuscivo a vedere le sue iridi trasparenti brillare sotto quella poca luce. 
«E perché mai volevi vedermi?» Era strano, voglio dire, avevamo messo da parte le nostre divergenze da tempo ormai, ma non ci rivolgevamo più di una frase al giorno, e questa conteneva almeno una parolaccia – da parte mia – e un insulto – da parte sua.
Quelle sue mani ancora sui miei fianchi e quel tono malizioso che aveva usato, mi fecero pensare subito a tutti i messaggi e biglietti che avevo ricevuto fin’ora, ma non poteva esserne lui l’artefice. Non ne aveva motivo, e poi a me non piaceva, né io piacevo a lui.
«Lo sai il perché.» Disse con tono basso, fissando gli occhi nei miei. «Sai che l’odio è solo uno dei tanti modi di dimostrare l’amore?»
Non risposi, non capendo la sua domanda, e lo guardai con piglio interrogativo.
«Ed io,» continuò «Ho iniziato a provare quest’odio nei tuoi confronti ormai da un po’.»
Non seppi perché, ma avvampai un po’ al sentire quella frase, nonostante l’avesse detta una delle persone che odiavo di più al mondo. E il mio era odio, non lo stesso odio di cui parlava lui. 
«Il modo in cui ti muovi, in cui ti metti le mani tra i capelli quando sei imbarazzata, o quando sbuffi perché sei nervosa o annoiata.. odio tutte queste cose, ed odio te.» 
Si avvicinò ancor di più, facendo quasi aderire i nostri corpi mentre teneva ancora le mani sui miei fianchi. Sentii il suo respiro caldo sulla pelle, sempre più vicino, e quegli occhi trasparenti scrutarmi sempre più a fondo. 
Quando parlava, il suo alito sapeva di fragola, e mi fece quasi venire un capogiro l’intensità di quel profumo. Tentai di indietreggiare, ma ero completamente attaccata alla fotocopiatrice, il che non mi permetteva nessun movimento. 
Alzai lo sguardo verso Harry, e lo sguardo che aveva in quel momento avrebbe fatto sciogliere chiunque, compresa me. 
Okay, forse il mio non era proprio odio, ma comunque non mi andava a genio.
Sembrava essere passata un’eternità quando parlò di nuovo, ma ero solo io che mi perdevo tra i miei soliti stupidi pensieri.
«Dal modo in cui mi guardi, mi odi anche tu.» Disse semplicemente, avvicinandosi sempre di più.
Aveva accorciato le distanze che c’erano tra di noi in un battito di ciglia, così ritrovai il suo naso a sfiorare il mio, sentendo il suo respiro caldo sulle labbra.
«Harry..» Tentai, con voce tremante, ma venni interrotta da lui, che posò velocemente le sue labbra sulle mie.
Erano morbide e calde, come le avevo immaginate in un sogno ricorrente che avevo fatto su di lui, e pian piano si dischiusero, prolungando il suo bacio. Lentamente, infilò la lingua nella mia bocca, e senza accorgermene, mi ritrovai a ricambiare quello stupidissimo bacio.
La presa delle sue mani sui miei fianchi divenne salda, e allungando le mani dietro il suo collo, lo attirai di più a me, passando poi una mano tra i suoi ricci, morbidi e scompigliati come li avevo sempre immaginati. 
Il bacio divenne più lungo e intenso, e dopo essermi morsa un labbro per non andare oltre quello,  mi staccai lentamente e di malavoglia, respirando quasi affannosamente. Il suo viso era ancora attaccato al mio, e fissando le sue labbra storse in un sorriso, mormorai: «Ti odio, Harry Styles», per poi far ricongiungere le nostre labbra in un altro bacio appassionato.
 
 
 
***
 
salve fanciulle! o meglio, vas happenin? ahahah ok la smetto. 
non so davvero che dirvi se non che spero vivamente che vi piaccia questa os (la mia prima uwu) e che recensiate facendomelo sapere, perché amo le vostre recensioni sofsdfhagojoh. l’idea per sta os mi è venuta mentre ero in doccia prima ahahah non so, ma sia la doccia che il mio cane mi ispirano idee (o meglio fan fiction) perciò ringraziate lei. (?) non so perché ma mi è venuta in mente tutta sta roba con harry, nonostante il personaggio sia l’alex della mia fan fiction “he’s what makes world beautiful” (che se non avete ancora letto, potete farlo andando qui:  http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=884364&i=1  no, non so mettere i link/collegamenti ahahahah çç) ma non lo so, forse metterò questa os in un capitolo futuro futuro, ma molto futuro, o forse no, chi lo sa ahahah. vabè, non vi annoio più, spero solo che vi piaccia quanto a me è piaciuto scriverla, dato che l’ho fatto tipo in meno di un’ora (voglio un premio speciale per questo) e che boh, recensiate facendomelo sapere, perché ci tengo tanto alle vostre recensioni, sul serio mi illuminano le giornate. e le ultime non sono proprio delle migliori, per cui se recensiste mi fareste davvero ma davvero felice :) vi amo, ok? ok.
 
   
 
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